06 agosto 2019

LE SPALLATE MONDIALI DI HAMILTON E MARQUEZ ALLA CONCORRENZA

In Ungheria e in Repubblica Ceca due dimostrazioni di forza incontrovertibili che segnano il dominio di due fenomeni dei motori.


Stavolta niente rivoluzioni. A distanza di un paio d'ore, in una domenica di inizio agosto, il dominio (sovietico) delle due e quattro ruote non è stato scalfito da nessun ribelle, anzi ha rinvigorito la strapotere di Marc Marquez e di Lewis Hamilton in MotoGP e Formula 1, che ormai si avviano entrambi alla conquista del loro sesto titolo mondiale.

Marquez e un dominio in tutte le condizioni atmosferiche

Iniziando in ordine temporale, a Brno è terminato un weekend per il motomondiale che ha visto un dominio netto e incontrastato, altro che Primavera di Praga. L'unica primavera è stata quella del meteo, che ha reso la qualifica e (in parte) la gara terreno di incertezza e di insidie per tutti tranne che per Marc Marquez. Il Cabroncito ha stravinto in ogni condizione meteorologica: sul bagnato delle libere, sull'umido delle qualifiche e sull'asciutto della gara.

Rimarrà memorabile soprattutto la pole position al sabato, che ha visto lo spagnolo girare con le gomme d'asciutto quando nell'ultimo settore della pista andava in scena un vero e proprio diluvio, e che nonostante ciò ha fatto segnare il miglior tempo con 2.5 secondi di vantaggio sul secondo, nell'occasione Jack Miller. In gara poi, era evidente come il "93" abbia gestito nella prima metà di gara in condizioni insidiose - visto che la pista presentava dei tratti umidi fuori traiettoria - per poi salutare la compagnia a 10 giri dalla fine ed andare a conquistare la sua 50° vittoria nella Top Class, il quarto nella storia a riuscirci e pareggiando uno come Mick Doohan in termini di pole, ma con sette anni d'anticipo rispetto all'australiano.

Se non bastassero questi numeri, possiamo parlare della sesta vittoria del 2019, il nono podio in 10 gare e, ad eccezione della caduta di Austin, quest'anno è arrivato sempre o primo o secondo. 63 punti di vantaggio su Dovizioso, secondo ieri, e l'ottavo mondiale - il sesto in MotoGP - messo virtualmente in bacheca. Un mostro.


La zampata di Hamilton a Budapest che sa di iride

Discorso simile per Hamilton un paio d'ore più tardi. Un po' più ad est, in Ungheria, per la verità c'è stato il tentativo di rivoluzione come nel '56, ma le velleità di Verstappen si sono dovute arrendere ai giri da qualifica in successione con cui The Hammer ha recuperato 20 secondi in poco più di 10 giri. Dopo la battaglia di metà gara in cui l'olandese si è difeso strenuamente, a quattro giri dal termine Hamilton è passato definitivamente, archiviando il suo ottavo successo in 12 gare. È partito il countdown (-10) verso il record di Michael Schumacher. La classifica dice 62 punti di vantaggio su Bottas (in crisi nera ieri) e 69 su un Verstappen in crescita ma che ha tenuto a bada alla grande. Senza considerare lo sprofondo rosso-Ferrari, relegata a più di un minuto di distacco: nella F1 di oggi un abisso.


Per questo, in una domenica d'estate, i due dominatori del motorsport dell'era moderna hanno (se possibile) rinsaldato un inverno, freddissimo per i suoi avversari. Alla caccia di record per diventare i migliori di tutti i tempi.

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