08 dicembre 2020

CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE: INTER IN CORSA, MILAN QUALIFICATO, LAZIO QUASI

Ma anche le vittorie convincenti delle già qualificate Juventus e Roma, i pareggi sofferti di Napoli e Atalanta per la possibilità ancora viva di 7 passaggi su 7


Si chiude la quinta giornata di Coppe Europee con un bottino di 4 vittorie, 3 pareggi e zero sconfitte, una nuova qualificazione oltre a quelle già archiviate di Juventus e Roma ed una situazione generale molto positiva: tutte le italiane sono ancora in corsa per passare i gironi.

In Champions Inter aggrappata e Juve con agio

Le attenzioni maggiori erano sull'Inter, l'italiana più in bilico, appesa ad un filo sottile ma che dopo la vincente trasferta di Gladbach Conte può stringere un po' più forte. Una partita rocambolesca, 2-3 con brivido finale dato dal VAR, che rappresenta al meglio il girone di Champions più no sense degli ultimi decenni. I nerazzurri sono alla seconda buona prestazione di fila dopo la convincente vittoria di Reggio Emilia. Una squadra che sembra essersi unita attorno all'allenatore, ad uno spirito di gruppo ritrovato, con un comprimario diventato arma in più (Matteo Darmian) ed un centravanti che ancora una volta risolve problemi. Ora serve una vittoria con lo Shakthar ed un "non pareggio" tra Real e Borussia: si può fare.



Invece una Juventus già qualificata vince e convince con la Dinamo Kiev: un secco 3-0 per dimenticare Benevento con un Federico Chiesa MVP e al primo gol in Champions, un Alvaro Morata sempre killer e la cifra tonda mostruosa toccata da Cristiano Ronaldo. Con il tap-in agli ucraini il 750° gol da professionista è la certificazione della fame che ha ancora il portoghese, che può tornare utile nel derby di Torino ma anche nella sfida con Messi al Camp Nou, dove i bianconeri possono ancora artigliare il primo posto.

Lazio e Atalanta con due risultati su tre per andare avanti

Ancora un piccolo passo per la Lazio verso gli ottavi. I biancocelesti pareggiano al Signal Iduna Park di Dortmund e con il Brugge la settimana prossima hanno due risultati su tre per superare la prima fase della Champions dopo 20 anni. Un pari che sa anche di rammarico visto il secondo tempo e le parate di Burki: partita sfavorita, l'Aquila ha accarezzato l'idea di battere ancora i gialloneri e qualificarsi con un turno d'anticipo.



Spartito simile in sostanza per l'Atalanta, che però ha corso il rischio opposto con il Midtylland: con i danesi fuori da tutto l'approccio della "banda del Gasp" non è stata degna di una partita di Champions. Con la zampata di Romero nella ripresa la Dea si garantisce la doppia nello scontro diretto con l'Ajax ad Amsterdam per passare il turno per la seconda volta consecutiva. Servirà però la vera Atalanta ammirata in questi anni che negli ultimi periodi va troppo a corrente alternata.

Milan qualificato, Napoli quasi, Roma prima

Milan vincente e qualificato. Il 4-2 sul Celtic e la contemporanea vittoria del Lille danno la matematica qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Gli scozzesi però non sono stati docili: con due brutti errori difensivi al 7' al 13' il Milan è stato protagonista di un inizio da incubo ma nei secondi 13 minuti del match pareggiano con la splendida punizione di Cahlanoglu e la zampata di Castillejo. Nella ripresa la prodezza di Hauge, il volo di Donnarumma su punizione e il tocco sotto di Diaz assicurano a Pioli, rientrante sulla panchina rossonera, vittoria e qualificazione. Più complicato il primo posto nel girone.

Qualificazione a cui si è avvicinato il Napoli nella trasferta olandese di Alkmaar. Contro l'Az gli azzurri escono indenni e con il pareggio a sorpresa del Real Sociedad col Rjeka è primo nel girone ma non ancora qualificato. Match in discesa dopo il tocco ravvicinato di Mertens dopo 5 minuti ma poi i partenopei non raddoppiano e nella ripresa rischiano. Pareggio al minuto 52, rigore sventato da Ospina e occasioni sprecate da Petagna nell'ultimo quarto d'ora per un pari che non mette al sicuro la qualificazione ma con gli spagnoli sarà sufficiente non perdere, che potrebbe diventare primo posto in caso di vittoria.

Primo posto del girone conquistato dalla Roma con la vittoria all'Olimpico sullo Young Boys. Per la squadra di Fonseca c'è stata la reazione dopo il testacoda di Napoli, seppur sia andata sotto nel primo tempo. Il pareggio di Mayoral prima dell'intervallo ha consentito ai giallorossi di accelerare nella ripresa, quando il primo, splendido gol nei professionisti di Riccardo Calafiori e la girata di Dzeko regalano alla Roma una vittoria netta che riporta tranquillità dopo lo scivolone inspiegabile del San Paolo. Aritmetica vittoria del girone e ultima sfida ininfluente.


20 novembre 2020

MIGUEL OLIVEIRA PROFETA IN PATRIA NELLE FP1 DI PORTIMAO, APRILIA SUGLI SCUDI

All'esordio assoluto della classe regina nel circuito dell'Algarve, il padrone di casa della KTM è davanti per 4 centesimi su Viñales. Ottimi Aleix Espargaro e Lorenzo Savadori. Mir 7°

© motogp.com


Dopo 3120 giorni
, torna il Motomondiale in Portogallo, e per la prima volta alla scoperta delle "montagne russe" del circuito di Portimao. Per questo, nonostante la maggior parte dei piloti abbia familiarizzato col circuito qualche settimana prima di Le Mans, le prove libere del venerdì della MotoGP sono state allungate a 70 minuti a turno: non sono mancate delle indicazioni rilevanti.

In condizioni ideali per girare (cielo sereno e 20° nell'aria e sulla pista) il migliore non a caso è stato il padrone di casa, Miguel Oliveira che conosce più di chiunque altro i saliscendi e le linee giuste del Circuito Internazionale dell'Algarve. Il pilota della KTM Tech3 ha fermato il cronometro in 1:40.122, di poco davanti ad un ottimo Maverick Viñales, in cerca di riscatto dopo un pessimo doppio appuntamento di Valencia. 40 millesimi separano i due, mentre alle loro spalle troviamo un'accoppiata insolita per i piani alti: quella dell'Aprilia.

Aleix Espargaro e Lorenzo Savadori sono lontani appena un decimo da Oliveira e mostrano un ottimo adattamento della casa di Noale al circuito portoghese. Dopo i primi 4 (in 177 millesimi) i distacchi sono molto più elevati: quinto Pol Espargaro con mezzo secondo di ritardo, che precede Crutchlow e Joan Mir, settimo alla prima uscita ufficiale da campione del mondo.

Completano la Top10 Quartararo, Nakagami con l'altra LCR e Stefan Bradl con la Honda HRC. In difficoltà Ducati e molti piloti italiani al primo assaggio ufficiale di Portimao: Dovizioso è 12° davanti a Morbidelli, mentre Bagnaia, Petrucci e Rossi occupano in serie la 17°, 18° e 19° posizione. Chiude la classifica Mika Kallio, che con la stessa moto del leader mattutino sostituisce Iker Lecuona nell'ultima gara dell'anno.

08 settembre 2020

TEGOLA ITALIA E ROMA: ROTTURA DEL CROCIATO DEL GINOCCHIO SINISTRO PER ZANIOLO

Per il classe 1999 gli esami strumentali confermano le preoccupazioni di ieri: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, la seconda in meno di 9 mesi.

Il 2020 è stato un anno da dimenticare per molti, ma per Nicoló Zaniolo ancora di più. Il gioiellino di Roma e Nazionale, uscito al 42' nella partita di ieri di Nations League contro l'Olanda, ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, la seconda in meno di 9 mesi dopo la rottura di quello destro patita il 12 gennaio scorso durante Roma-Juventus.

Zaniolo, titolare nel match contro l'Olanda ad Amsterdan, al 42° minuto del primo tempo, dopo un contrasto con l'olandese Van De Beek, si è subito accasciato chiedendo l'intervento dello staff medico azzurro. Chiara da subito la necessità della sostituzione, è uscito sulle proprie gambe ma con il viso tirato e preoccupato, con il labiale "il sinistro" che lasciava presagire qualcosa di serio non al ginocchio rotto 8 mesi fa. A fine partita il medico della Nazionale Andrea Ferretti, ai microfoni di Rai Sport, ha parlato di una "distorsione al ginocchio importante" in attesa degli esami strumentali.

Esami strumentali effettuati questa mattina a Villa Stuart che hanno confermato il sospetto diagnostico, ovvero la rottura del legamento crociato anteriore. Il giocatore giallorosso, che si sottoporrà all'intervento chirurgico già nella giornata di domani, sarà costretto a fermarsi per altri sei mesi, ed ha ringraziato tutti per il sostengo attraverso un post su Instagram di qualche minuto fa.

Per Zaniolo il ritorno di un incubo

Un anno davvero maledetto per il classe '99, che ha subito la rottura del legamento del ginocchio destro il 12 gennaio scorso nella partita Roma-Juventus. Da lì la quasi certezza di dover saltare l'Europeo con la maglia azzurra, ma in questo senso la pandemia da Covid-19 è venuta "in aiuto" a Zaniolo, che è riuscito anche a rientrare per il finale di campionato, il 5 luglio in Napoli-Roma. Un recupero graduale e senza intoppi lungo 175 giorni, che gli ha permesso anche di segnare due gol con la Roma, di cui uno bellissimo contro la Spal. Ora, a distanza di poco un nuovo, pesantissimo infortunio, che però è più distante rispetto a Euro 2021, con la possibilità di recuperare pienamente ed essere a disposizione del c.t. Roberto Mancini.

31 agosto 2020

IL WEEKEND NERO DELLA FERRARI: UNA DOLOROSA RESA ALLA VIGILIA DI MONZA E MUGELLO

La Rossa esce dal Belgio lontana dalla zona punti e con le ossa rotte. Il rischio concreto ora è quello di fare figuracce in casa propria, per macchiare una storia gloriosa

© ferrarif1.com


Che questa fosse un'annata complicata lo si era capito fin dall'inizio. Nonostante il podio alla prima gara (GP d'Austia) di Charles Leclerc, già nel replay della settimana successiva (GP di Stiria) si erano viste le grandi falle nella SF1000. In sei gare due podi in totale (quello ancora del monegasco a Silverstone) ma a Spa-Francorchamps, nella cosiddetta "università dell'automobilismo" della Formula 1, la Ferrari ha toccato il fondo.

Non due ritiri per incidente, come successo in Stiria o in Brasile l'anno scorso, peggio. Un weekend dove, tra qualifiche e gara, la Rossa di Maranello è stata, prestazioni alla mano, la settima macchina in pista. Al sabato un record negativo ritoccato dopo oltre 10 anni, ossia quello di non aver passato il Q2 con entrambe le macchine in condizioni standard (senza pioggia o problemi tecnici). In gara l'onta di essere sverniciati da macchine come Alpha Tauri (la sorella minore della Red Bull) e addirittura dal team "clienti", ossia l'Alfa Romeo, in possesso della stessa motorizzazione.

Un disastro rispetto all'anno scorso, quando la Ferrari a Spa monopolizzava la prima fila in qualifica e in gara otteneva la prima vittoria in carriera di Charles Leclerc. Un passo indietro evidente anche rispetto alle prestazioni stagionali, che vedevano le Ferrari ai limiti della Top 10 al sabato e leggermente migliore nel passo gara alla domenica. Solo un grande sussulto di Charles Leclerc al via ha consentito al monegasco di guadagnare 4 posizioni al primo giro, prima di avere problemi di potenza e tornare indietro. 13° e 14° posizione al via, 13° e 14° posizione al traguardo. È mancato tutto: potenza, gestione gomme, grip, carico aerodinamico. Oltre ai problemi di motore dopo l'accordo segreto con la FIA, anche evidenti defezioni a livello di set-up nel weekend belga. Il tutto concentrato nel team radio sfuggito a Leclerc dopo il pit stop ("Putain de sa race") al quale Charles ha chiesto scusa.


Festa per i 1000 GP della Ferrari che potrebbe diventare un incubo

Così, dopo la "disfatta delle Ardenne", con un calendario così compresso (17 gare in poco più di 5 mesi), arrivano immediatamente due tra le gare più attese, il Gran Premio d'Italia a Monza ed il millesimo GP della Ferrari, nella pista di proprietà al Mugello. L'incubo di finire disintegrati nelle gare di casa (e di festa) è più vivo che mai, visto il periodo di crisi tra i peggiori nel terzo millennio. Parola 'crisi' che non viene presa in considerazione da parte di Mattia Binotto, che parla di tempesta non risultando molto credibile in quanto a metafore.

Stamattina nei social della scuderia è apparso un messaggio che invita ai tifosi a sostenere la squadra. Ma la pazienza è al lumicino e si attende presto un forte segnale dall'alto, un messaggio da parte di una dirigenza che sembra più tenere d'occhio l'animo commerciale rispetto a quello sportivo.



18 agosto 2020

AL VIA L'ERA FRIEDKIN IN CASA ROMA. OBIETTIVO RIAVVICINARE I TIFOSI E ... TOTTI

 L'arrivo del magnate americano, per 591 mln di Euro, segna un cambio di passo che i tifosi giallorossi aspettano. A patto però, che la nuova proprietà non replichi gli errori di Pallotta

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo dieci giorni dalla firma del contratto preliminare, è arrivato puntuale il closing per il passaggio dell'AS Roma da James Pallotta a Dan Friedkin, Amministratore Delegato e Presidente di "The Friedkin Group".

Come si legge nel comunicato ufficiale del club, le cifre e le percentuali di azioni sono quelle previste nel contratto preliminare:

"Il Friedkin Group ha annunciato l’acquisizione, attraverso la Romulus and Remus Investments LLC, di circa l’86,6% del capitale sociale del Club e, inoltre, lancerà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni ordinarie rappresentative di circa il 13,4% del capitale sociale."

La cifra finale parla di 591 milioni di euro che comprendono l’accollo del debito, l’acquisizione delle quote azionarie in mano al gruppo di James Pallotta e la ricapitalizzazione del club che le condizioni finanziarie attuali rendono indifferibile.

Una trattativa iniziata negli ultimi mesi del 2019, che con il post-Covid ha ripreso ad accelerare, seppur con cifre notevolmente ridimensionate (le cifre allora si aggiravano sui 750 milioni), ma dopo quasi 8 anni, la Roma cambia proprietario, sperando in un futuro migliore.


Il bilancio di Pallotta: plusvalenze, cruccio stadio e 'zeru tituli'

L'era Pallotta, iniziata in pratica nel 2011, con l'entrata di Thomas Di Benedetto prima che lui lo sostituisse il 27 agosto dell'anno successivo, è fatta di nove lunghi anni ricchi di speranze iniziali trasformate in critiche, polemiche, alti e bassi in termini di risultati e una "deromanizzazione" mai digerita.

Spazio prima ai numeri: a livello finanziario la Roma dell'era Pallotta è cresciuta in valore dai 354 milioni di dollari del 2012 ai 622 del 2019 (dati Forbes): una crescita del 75% che ha collocato la Roma stabilmente nella Top20 europea in questa speciale classifica.

Una crescita fatta di diverse plusvalenze (da Marquinhos a Benatia, da Alisson a Salah, da Lamela a Pjanic, solo per citarne alcuni), usate spesso per "rimettere anche i conti a posto", fare mercato con nuovi giovani di prospettiva, ma che a lungo andare costruiscono una squadra incompiuta, che lascia andare i propri prezzi pregiati senza fare il definitivo salto di qualità.


Roma: nove allenatori in 10 anni

Nell'ultimo decennio nove allenatori (Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Rudi Garcia, Spalletti, Di Francesco, Ranieri e Fonseca) e tre direttori sportivi (Sabatini, Monchi e Petrachi, con l'ombra di Franco Baldini) portano la Roma ad un livello alto, ma mai così in alto da poter vincere un vero trofeo. Tre secondi posti e due terzi posti in campionato, e quattro partecipazioni in Champions (fondamentali per le casse giallorosse). Punto più alto la semifinale di Champions League del 2018, e la Coppa Italia sfiorata nel 2013 contro la Lazio, in una sconfitta che, subita da cugini, si è trasformata nel punto più basso per i tifosi.

Ma ciò che ha causato la gran parte delle critiche, feroci negli ultimi anni, è la cosiddetta "deromanizzazione" avvenuta con vicende ormai note: l'ultimo anno da giocatore di una bandiera come Francesco Totti, il successivo allontanamento dello stesso dalla società ed il mancato rinnovo di De Rossi, combinate con una lontananza anche fisica del patron americano con origini italiane. Una gestione della Roma da Boston che non si è rivelata compatibile con una delle tifoserie più identitarie dal punto di vista territoriale.


I nuovi obiettivi di Friedkin: stabilità, stadio e... il ritorno della romanità

Vista anche la questione stadio, fronte sul quale Pallotta ha sempre lavorato ma che da oltre tremila giorni non trova la posa della prima pietra, il patron ha deciso di vendere alla Friedkin Group.

Dan Friedkin, CEO di Gulf States Toyota Distributors, il detentore in esclusiva delle vendite di Toyota in cinque Stati americani, ha un patrimonio di oltre 4 Miliardi di dollari. Questo interessa relativamente ai tifosi giallorossi, ma il nuovo presidente (il 25° della storia della società capitolina), nelle parole di presentazione ha già espresso intenzioni interessanti:

"Il nostro impegno nei confronti della Roma è totale. Saremo molto presenti a Roma, una città che occupa un posto speciale nei nostri cuori, mentre ci imbarchiamo in questo emozionante viaggio. Riconosciamo che ci è stata affidata una squadra che rappresenta una parte vitale dell'anima di Roma, e questa è una responsabilità che prenderemo sempre molto sul serio e umilmente”.

Con il figlio e vicepresidente Ryan che si dovrebbe stabilire a Roma, la maggiore vicinanza alla squadra e alla città sembra essere la prima e necessaria condizione da rispettare. Da portare avanti anche la questione stadio, con l'inizio dei lavori da ottenere il prima possibile (viste anche le questioni politiche, tra meno di un anno potrebbe esserci il cambio al timone del Campidoglio).

Infine, al netto della volontà di portare ai vertici la squadra ed il brand (che un po' tutti dichiarano ad inizio avventura), la possibilità di riportare un po' di Roma all'interno della Roma, con Totti e De Rossi che probabilmente aspettano solo una telefonata. Perché l'identità e l'orgoglio di un popolo, di una tifoseria e di una città, nell'Urbe viene prima dei soldi e dei trofei e, anzi, può esserne la base. A Roma funziona così.

08 agosto 2020

YAMAHA, VIÑALES: "ERRORE MIO IN QUALIFICA". ROSSI: "FATICHIAMO CON LE ALTE TEMPERATURE"

Le parole dei piloti ufficiali Yamaha, con un Viñales contrariato per il mancato ultimo tentativo e un Rossi costretto a partire dalla quarta fila

© yamaha-racing.com

Sessione di qualifica non del tutto soddisfacente per la Yamaha ufficiale a Brno. A differenza del team Petronas, che ha occupato la prima fila con Quartararo e Morbidelli, Viñales si deve accontentare della seconda fila, quinto, e Valentino della quarta, decimo in classifica.

Top Gun mastica amaro: sembrava in lizza per la pole, ma non è riuscito a fare l'ultimo time attack che poteva quanto meno dargli la prima fila. Queste le sue parole: "Penso che abbiamo salvato la giornata in qualifica, perché non eravamo molto veloci, soprattutto nelle FP4 con le temperature più calde. Ma in qualifica mi sono sentito subito molto bene sul ritmo. La strategia era di fare due uscite, ma quando sono rientrato dal secondo run sentivo la moto molto bene. Abbiamo migliorato un po' il tempo sul giro, quindi ho deciso di correre di nuovo con quella moto, ma era troppo tardi. È stato un mio errore, la squadra ha fatto un buon lavoro, perché ha fornito la moto e messo insieme tutto".

Lo spagnolo rimane positivo in ottica gara: "Penso che domani avremo una buona opportunità per migliorare e capire molte cose sulla moto, quindi sono piuttosto curioso di vedere cosa possiamo fare, ho una mentalità positiva. La gara sarà molto lunga e impegnativa per le gomme. Cercheremo di essere davanti il più presto possibile in gara. Un punto positivo è che la prima curva è abbastanza lontana, quindi penso che possiamo recuperare alcune posizioni alla partenza".

Valentino Rossi, dal canto suo, vede il bicchiere mezzo pieno per domani, ma mezzo vuoto per la qualifica odierna. Al mattino è entrato comodamente in Q2, grazie un feeling anche migliore rispetto a quello del compagno di squadra, ma al pomeriggio, con l'aumentare della temperatura, ha faticato. "Oggi è stata una giornata di sentimenti contrastanti per me", ha dichiarato. "In mattinata ero molto veloce e mi sentivo bene con la moto e le gomme. Le FP3 sono state un'ottima sessione di prove libere, ma purtroppo la temperatura è salita molto nel pomeriggio e l'asfalto era più caldo di 10 gradi rispetto a ieri, e per questo abbiamo sofferto. Volevamo continuare con la gomma anteriore media, ma alla fine faceva troppo caldo e anche in qualifica ho faticato. Purtroppo dovrò partire dalla decima posizione: questa è una brutta notizia per la gara di domani, perché tutti sono forti e partire più in basso in griglia sarà molto difficile. Ma il mio passo è buono, quindi dovrò partire bene e provare a fare una buona gara e recuperare alcune posizioni".

JUVENTUS: UFFICIALE L'ESONERO DI MAURIZIO SARRI

All'indomani dell'ennesima bruciante eliminazione in Champions, arriva il rapido epilogo di una storia tra due filosofie distanti e rivelatesi incompatibili

© Juventus Official Twitter Page

Juventus Football Club comunica che Maurizio Sarri è stato sollevato dal suo incarico di allenatore della Prima Squadra. 

La Società desidera ringraziare il tecnico per aver scritto una nuova pagina della storia bianconera con la vittoria del nono Scudetto consecutivo, coronamento di un percorso personale che lo ha portato a scalare tutte le categorie del calcio italiano.

In un comunicato uscito da pochi minuti, con queste parole la società bianconera mette alla porta il tecnico di Figline.

Una decisione che era possibile ieri sera, dopo l'eliminazione in Champions con la vittoria inutile per 2-1 sul Lione, ma che ha subito un'accelerata improvvisa nel corso della mattinata fino all'annuncio ufficiale.

Già le parole a caldo di Sarri e di Andrea Agnelli a fine gara, tra le righe potevano destare sospetti. L'allenatore si è appellato al fatto che aveva un contratto, il presidente juventino ha difeso solo l'operato della dirigenza, rimandando le valutazioni complessive solo in un secondo momento. Secondo momento che è arrivato davvero in fretta.

È l'epilogo di una storia d'amore mai sbocciata, tra due stili, tra due filosofie che sì, partivano molto distanti e con il passare delle settimane si sono rivelate incompatibili. L'unico trés d'union possibile, i risultati in Champions e il cosiddetto "bel gioco" che doveva garantire il tecnico ex Napoli, sono mancati.

Ora parte la caccia al sostituto: in pole il tecnico della Lazio Simone Inzaghi e Zinedine Zidane, anche lui estromesso ieri sera dalla Champions League con il Real Madrid.

07 agosto 2020

MERCEDES, HAMILTON: "UN BUON INIZIO DI WEEKEND". BOTTAS: "POCA DIFFERENZA TRA LE MESCOLE"

Le parole dei piloti Mercedes, in cima alla classifica nel secondo venerdì britannico con Hamilton che nel pomeriggio torna davanti a Bottas

© Mercedes-AMG F1 Official Twitter Page

Un altro venerdì davvero consistente per la Mercedes, A Silverstone, sede del replay del Gran Premio di domenica scorsa, ma intitolato al 70° anniversario della categoria, le "Frecce nere" continuano a sembrare inarrivabili per la concorrenza. Bottas in testa al mattino, Hamilton davanti nel pomeriggio, con distacchi di 7 e 8 decimi nei confronti degli inseguitori.

Lewis Hamilton ha fatto segnare il best lap di giornata. A fine turno l'inglese sembra molto soddisfatto: "È stato un buon inizio di fine settimana. Abbiamo apportato molti degli insegnamenti della scorsa settimana e con solo alcune piccole modifiche al set up siamo riusciti a mettere a punto la macchina e a fare qualche progresso, il che è positivo. Entrambi gli pneumatici, Soft e Medium, sembrano molto simili là fuori e non c'è molta differenza di tempo tra loro. Abbiamo notato un certo surriscaldamento delle gomme, quindi ci vorrà un po' di cura per ottenere il meglio da loro. È stato fantastico vincere qui lo scorso fine settimana, ma so quanto sia forte Valtteri e, come abbiamo visto lo scorso fine settimana, in F1 può succedere di tutto".

Per Valtteri Bottas una giornata solida al volante della Mercedes, in un weekend impreziosito dal prolungamento di contratto del finlandese per il 2021. Anche il finlandese sembra soddisfatto del suo venerdì, reso più semplice dai dati accumulati lo scorso weekend: "Abbiamo imparato molto la scorsa settimana, quindi l'assetto di partenza oggi è stato buono. L'auto si è sentita più a suo agio rispetto alla gara o alla qualifica, quindi il bilanciamento si sente già molto".

Anche Valtteri nota poca differenza tra le mescole più morbide portare questo fine settimana dalle Pirelli: "Oggi ci siamo concentrati molto sulle gomme e non sembra esserci molta differenza tra Medium e Soft quando si parla di ritmo sul giro singolo. La Soft fa fatica con le curve ad alta velocità, specialmente con queste temperature calde e se il serbatoio è pieno. Stasera esamineremo tutte le opzioni e ci assicureremo di ottenere il piano giusto per le qualifiche. Dovrebbe essere un bel divertimento domani".

YAMAHA, VIÑALES: "CADUTA INNOCUA, IL FEELING È BUONO". ROSSI: "SITUAZIONE DIFFICILE COL DEGRADO SUL POSTERIORE"

Le parole dei piloti Yamaha, con lo spagnolo stabile in Top10, quinto, ed il "Dottore" appena fuori (12°)

© yamaha-racing.com

Giornata densa di lavoro in casa Yamaha a Brno. Con l'aumentare della temperatura Maverick Viñales ha mostrato di essere più a posto rispetto al compagno di squadra, e in una classifica piuttosto corta (13 piloti in un secondo) è nella Top10 provvisoria a differenza di Rossi.

Lo spagnolo è piuttosto contento, al netto di una caduta innocua al mattino: "Il feeling nel complesso è buono, sono abbastanza soddisfatto", ha affermato Top Gun. "Stamattina ho commesso un errore, perché sono andato un po' largo e ho preso i dossi, così sono caduto. Ho colpito la spalla destra, ma sembra che tutto sia a posto, quindi sono abbastanza contento".

"Le condizioni qui sono totalmente diverse da quelle che avevamo a Jerez, è una situazione diversa, quindi dobbiamo pensare e cercare di capire dove e come funziona ogni tipo di pneumatico per la nostra moto e di conseguenza regolare il set-up."

Come spesso accade, lo spagnolo già ragiona in ottica gara: "Sono ottimista per la gara, penso che possiamo fare davvero un ottimo lavoro. La pista è molto scivolosa e sconnessa ma, sebbene oggi non abbia fatto il giro perfetto, la sensazione c'è, mi sento confidente. Penso che abbiamo capito bene dove possiamo migliorare, quindi questa sera lavoreremo molto duramente per fare un altro passo avanti per domani".

Valentino Rossi invece fa fatica in questo venerdì ceco, ed ha chiuso le prime due libere ai margini della fatidica Top10, fondamentale da raggiungere domattina: "È una situazione difficile e queste sono condizioni difficili. Il lay-out della pista è fantastico, ma qui l'asfalto presenta dei dossi e il livello di grip è basso. In particolare soffriamo il degrado delle gomme posteriori, dopo alcuni giri perdiamo molta prestazione. Penso che risolverlo sarà la chiave per un buon risultato domenica."

Tuttavia in ottica gara VR non è così pessimista: "Il mio passo non è poi così male, ma purtroppo durante il giro con la gomma morbida non sono stato abbastanza veloce per rimanere nella top 10, quindi questo è un problema. Dobbiamo sfruttare la FP3 di domani mattina per ottenere un posto tra i primi 10 ed entrare in Q2. In MotoGP tutto cambia da una sessione di prove all'altra. È solo venerdì. Come sempre ci sono molti piloti e moto diverse che sono forti, ma neanche la mia velocità è così male. Dobbiamo lavorare in alcune aree per migliorare ulteriormente, ma stiamo abbastanza bene.

03 agosto 2020

MERCEDES "FORATE", HAMILTON: "ULTIMO GIRO DA CUORE IN GOLA". BOTTAS: "UNA GRANDE SFORTUNA E DELUSIONE"

Le parole dei piloti Mercedes, dominanti per tutta la gara fino alla clamorosa doppia foratura degli ultimi tre giri

© MercedesAMG-F1 Official Twitter Page


La tavola era apparecchiata per un'altra dominante doppietta per la Mercedes, ma l'epilogo non ha sorriso a pieno per le Frecce nere, anzi. Dopo 49 giri di agile gara di testa, negli ultime 3 tornate si stava materializzando un dramma sportivo. Prima la foratura di Valtteri Bottas, che ha poi concluso 11°, poi nell'ultimo giro la foratura della anteriore sinistra di Lewis Hamilton che ha vinto la gara con una ruota completamente sgonfia e con soli 5 secondi di vantaggio su Verstappen.


Un ultimo giro clamoroso per The Hammer, che nonostante tutto archivia la 87° vittoria in carriera, la 7° nel giardino di casa di Silverstone. Nelle parole post-gara dell'inglese c'è tutta la sua sorpresa: "Non ho mai provato niente del genere prima d'ora. L'ultimo giro è stato uno dei giri più impegnativi che io abbia mai avuto. Fino a quel momento, tutto procedeva in modo relativamente regolare, le gomme erano ottime e stavo gestendo un po'. Quando ho sentito che la gomma di Valtteri era andata, ho guardato la mia e tutto sembrava a posto, ma ho iniziato a rallentare. Quindi, improvvisamente si è sgonfiato lungo il rettilineo. È stato da cuore in gola e poi cercavo solo di mantenere la velocità senza danneggiare la macchina. Bono mi dava il gap: penso che ad un certo punto avevo 30 secondi di margine, ma stava scendendo abbastanza rapidamente e stavo pensando "Quanto manca alla fine del giro?". Ma abbiamo gestito per far tagliare il traguardo all'auto. L'ultimo giro è sicuramente da ricordare, mi sento così grato di essermi assicurato la vittoria. È stato difficile salire sul podio senza la folla, ma spero di aver reso orgogliosi tutti quelli che ci sostenevano da casa".

Giornata sfortunatissima invece per Valtteri Bottas, che con la foratura al 50° giro e l'11° piazza finale incassa uno zero pesantissimo in ottica mondiale. Per questo il finnico non nasconde la sua delusione: "È un risultato davvero deludente per me. Sono stato molto sfortunato con la foratura, tutto andava bene fino a quel punto. Stavo provando a mettere pressione a Lewis, ma sapevamo che sarebbe stato un lungo periodo sulla gomma dura. Verso la fine stavo iniziando a ricevere sempre più vibrazioni sulla parte anteriore sinistra. Non ho visto detriti o altro, quindi ho riportato le vibrazioni e ho iniziato a gestire le gomme, ma poi la gomma si è guastata all'improvviso sul rettilineo di partenza /arrivo e ho dovuto completare un giro completo prima di tornare ai box, il che mi è costato un sacco di tempo. Sono sicuro che ci saranno molti insegnamenti da prendere in questo fine settimana, quindi li prenderemo e passeremo al prossimo fine settimana."

01 agosto 2020

IL DOMINIO MERCEDES, HAMILTON: "GRANDE GIRO DOPO IL TESTACODA". BOTTAS: "SONO DELUSO MA DOMANI CONTA"

Le parole dei piloti Mercedes, che hanno rifilato un secondo alla concorrenza nelle qualifiche britanniche con la 91° pole dell'inglese

© mercedesamgf1.com


Un'altra giornata da ricordare in qualifica per la Mercedes, che a Silverstone annichilisce la concorrenza, conquista l'intera prima fila e l'ottava pole position di fila sul circuito del Northamptonshire. Un secondo tondo tondo rifilato alla seconda macchina in pista (la Red Bull di Verstappen) con Hamilton che supera Bottas di ben tre decimi.

Ed è proprio Lewis Hamilton che aggiorna le sue mostruose statistiche: con il record della pista segna la 91° pole in carriera, la 7° nel circuito britannico. Una partenza al palo non del tutto scontata per il padrone di casa, viste le difficoltà del venerdì ed un insolito errore nel Q2: il testacoda (con leggera escursione sull'erba) in uscita da Luffield che ha ortato per qualche minuto anche la bandiera rossa.

Nelle parole post-qualifiche Lewis mostra di non stancarsi mai di essere in pole, ma anche di aver sudato molto questa qualifica, date le condizioni del vento: "Questa sensazione non invecchia mai, questo è certo! Abbiamo apportato alcune modifiche alla vettura in qualifica e la situazione è peggiorata, quindi è stata una vera lotta là fuori nelle prime due sessioni di qualifica. Su questa pista, ci può essere vento contrario, vento alle spalle e vento trasversale in tutte le diverse parti del circuito, quindi è come giocare con le palline mentre si è su una piastra mobile. Le qualifiche sono basate molto sulla confidenza e, dopo quel testacoda nel Q2, ho dovuto fare alcuni respiri profondi, ricompormi e resettarmi mentalmente, soprattutto sapendo che Valtteri stava facendo un giro veloce dopo l'altro. La Q3 è partita bene, il primo giro è stato bello e pulito, ma il secondo è stato ancora migliore".

Hamilton come sempre ringrazia tutto il team e si sofferma sul fatto che non avrà vicini i propri tifosi, ma non per questo non darà il massimo: "Un grande ringraziamento a tutti i membri del team, che lavorano in pista e nelle fabbriche non lontano da qui, per tutto il loro instancabile lavoro e continuano a spingerci in avanti. Sono davvero orgoglioso di farne parte. Domani sarà strano correre senza fan, sicuramente ci mancheranno ed sarà un'energia completamente diversa. So che ci guarderanno da casa e ci supporteranno, quindi speriamo di poter fare un bello spettacolo per loro.

Per Valtteri Bottas, che completa la prima fila, rimane la parziale soddisfazione di essere stato alla pari (se non superiore) rispetto al compagno di squadra fino al Q3, dove il più grande poleman della storia ha fatto la differenza. Ma il finnico non nasconde una certa delusione: "È deludente essere secondi, ma la realtà è che Lewis ha trovato il tempo Q3, non riuscivo proprio a prenderlo," ha affermato Valtteri. "Ha fatto davvero un ottimo lavoro oggi e merita di essere in pole. È stata una sessione abbastanza regolare e ho avuto alcuni giri puliti in Q1 e Q2 - la macchina la sentivo abbastanza bene. Ma ho avuto un momento più difficile in Q3 mentre ho lottato per attaccare le curve a bassa velocità e la parte posteriore stava scivolando più di prima. Ma domani è ciò che conta e penso che la mia performance nei long-run sia davvero buona questo fine settimana. Credo che ci saranno opportunità e che tutto sia ancora completamente aperto, quindi non vedo l'ora".

LE MERCEDES TORNANO DAVANTI NELLE FP3 DI SILVERSTONE, 6° LECLERC

Le Frecce Nere al comando nel fresco sabato mattina britannico, con i due alfieri separati da 138 millesimi. Verstappen è l'unico a tenere (a fatica) il passo. Ferrari in difficoltà con Seb spesso fermo e Charles dietro anche a Racing Point e McLaren

© Mercedes-AMG F1 Official Twitter Page

Si avvicina il momento delle qualifiche, cambia il meteo a Silverstone, e tornano le Mercedes davanti a tutti nelle FP3 del Gran Premio di Gran Bretagna.

Com'era previsto per la giornata odierna, l'abbassamento delle temperature (20° nell'aria, 30° l'asfalto, oltre 10 in meno rispetto a 24 ore fa) e l'arrivo di un significativo vento (tra i 15 e i 20 km/h) nel Northamptonshire, hanno cambiato lo scenario tecnico visto ieri.

Con una situazione meno estrema sono venute fuori le Frecce nere (ex d'argento) che hanno monopolizzato la vetta della classifica con Bottas ed Hamilton vicini e con margine rispetto alla concorrenza. Alla fine è il finnico a far segnare il miglior tempo in 1:25.873, 138 millesimi davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton, leggermente più in difficoltà con il bilanciamento finora in questo weekend.

Alle loro spalle, Max Verstappen dimostra di essere l'unico che si può avvicinare ai due "Men in Black": paga infatti "solo" 3 decimi netti rispetto a Bottas, con un margine molto ampio (4 decimi) sul resto del gruppo, capitanato dal leader del venerdì, Lance Stroll. Il canadese ha un ritardo di 7 decimi, ed è di poco davanti alla McLaren di Carlos Sainz (+0,791s).

Al sesto posto troviamo Charles Leclerc con una Ferrari alla ricerca (quasi disperata) di un difficile compromesso nel bilanciamento tra carico aerodinamico in curva e velocità di punta. A fine turno il monegasco paga 898 millesimi da Bottas. Chiudono la Top 10 l'altra McLaren di Lando Norris, Daniel Riccardo (Renault), la Racing Point del rientrante Nico Hulkenberg (a 3 decimi dal compagno di squadra) e Pierre Gasly (Alpha Tauri). 11° l'altra AT di Danil Kyvat, che sconterà 5 posizioni in griglia per la sostituzione del cambio.

Tutti molto vicini a centro gruppo, e non sarà facile per la Ferrari accedere comodamente in Q3, anche in considerazione delle difficoltà che continua ad avere Sebastian Vettel, che ha provato prevalentemente le mescole più dure, nel tentativo di recuperare il lavoro sul passo gara che non ha potuto svolgere nelle FP1. Tuttavia problemi reiterati alla pedaliera non hanno permesso al tedesco di fare un buon time attack, ed ha chiuso la sessione al 14° posto.

 

31 luglio 2020

MERCEDES, BOTTAS: "SONO OTTIMISTA PER DOMANI". HAMILTON: "UNA GIORNATA DIFFICILE"

Le parole dei piloti Mercedes, che hanno iniziato il primo weekend inglese più in sordina rispetto al solito

© Mercedes-AMG F1 Official Twitter Page

Esordio a Silverstone non eccezionale per la Mercedes, che non monopolizza il vertice della classifica ma che sembra avere ugualmente una base solida per attaccare la pole position domani.

Valtteri Bottas ha concluso le prime prove libere al sesto posto, le seconde al terzo posto, vicino ai leader di giornata. Il finnico guarda alla giornata di domani con ottimismo, convinto del feeling che ha ricevuto dalla W11: "La macchina la sento bene là fuori, la prima sessione è stata un po' più complicata dal punto di vista del bilanciamento, ma la sensazione non è stata poi così negativa durante la seconda sessione. I gap sono piuttosto piccoli, con Racing Point e Red Bull che sembrano forti. Quindi, ovviamente, abbiamo del lavoro da fare. Normalmente siamo in grado di fare buoni step per le qualifiche, quindi sono ottimista sul fatto che possiamo fare dei progressi nella notte. Le condizioni saranno completamente diverse per il resto del weekend con temperature della pista più basse ed il cambio nella direzione del vento. Questo di solito ha un grande effetto su questa pista e riguarderà chi saprà reagire a questi cambiamenti il più rapidamente possibile. Stasera ci mettiamo al lavoro e vedremo quanta più performance possiamo spremere dalla macchina, e speriamo che sia abbastanza."

Lewis Hamilton non vede il bicchiere mezzo pieno come il compagno di squadra e palesa qualche difficoltà in più, a cominciare dal bilanciamento della monoposto: "Ad essere sinceri, è stata una giornata piuttosto difficile. Il bilanciamento non sembrava del tutto corretto e il vento ha reso le cose davvero difficili oggi. Quindi, ci lavoreremo stasera e cercheremo di capire perché non mi sento a mio agio come vorrei. È stata una dura giornata alla guida, ma non è un disastro e la cosa grandiosa di questa squadra è che continuiamo a immergerci nei dettagli - speriamo di apportare alcuni cambiamenti positivi durante la notte.

Come il finlandese, anche il padrone di casa vede in Racing Point e Red Bull gli avversari principali per a pole: "Domani sarà più fresco e Red Bull e Racing saranno forti, quindi speriamo di stare vicini".

27 luglio 2020

LA JUVENTUS E IL 9° SCUDETTO, UN DOMINIO APPANNATO DALLA RETORICA DEL BEL GIOCO

Il primo trionfo dell'era Sarri, una striscia storica che continua ad essere leggendaria in Italia, ma con i tifosi scontenti e dubbi sul futuro

Con la vittoria per 2-0 sulla Sampdoria all'Allianz Stadium, è arrivato l'epilogo di questa Serie A estiva: tutta l'attesa per la sfida Juventus-Lazio con l'Inter come terzo incomodo si è risolta con lo stesso epilogo degli 8 anni precedenti. Juventus campione d'Italia per la 36° volta (ufficiale) della propria storia.

Ma, come l'anno scorso, non sono previsti grandi festeggiamenti e caroselli per il nono trionfo consecutivo. Evidentemente non stiamo parlando dell'adozione di misure anti-Covid, ma dell'analisi di un momento storico fatta da stampa e opinione pubblica che probabilmente ha cambiato il senso ad un risultato che rimane straordinario e mai raggiunto finora in Italia.


I numeri dicono che...

Stagione (allenatore)PuntiMedia p.ti
2011/2012 (Conte)842,21
2012/2013 (Conte)872,29
2013/2014 (Conte)1022,68
2014/2015 (Allegri)872,29
2015/2016 (Allegri)912,39
2016/2017 (Allegri)912,39
2017/2018 (Allegri)952,5
2018/2019 (Allegri)902,37
2019/2020* (Sarri)832,31
(*campionato in corso, con 36 partite)

Dicono che al suo primo anno, Maurizio Sarri ha avuto un rendimento molto simile all'anno di esordio dei suoi predecessori sulla panchina bianconera. Ma il ragionamento non può fermarsi qui. Infatti la Juventus di quest'anno è la prima a vincere lo Scudetto con un gol o più presi di media a partita (36 in 36 partite).

Ma bisogna andare oltre: quanto valore possono avere queste comparazioni con annate, rose e concorrenze così differenti? La Juventus, va detto, ha vinto con merito questo campionato, come tutti gli altri (forse un discorso a parte potrebbe averlo il primo Scudetto di Conte, con il testa a testa col Milan) e come sempre ha chiuso il discorso prima dell'ultima giornata. Ma quest'anno, a differenza delle altre annate, gli avversari hanno di che rammaricarsi. Nel post-Covid la Juventus è ripartita concentrata, con 4 vittorie consecutive e guadagnando un certo margine su Inter e Lazio che, per motivi diversi, hanno perso brillantezza e punti.

Poi la Vecchia Signora non ha chiuso partite che la vedevano in vantaggio, come Milano, Reggio Emilia e Udine, elemento nuovo della dinastia juventina degli Anni Dieci. Con avvisaglie di cali di concentrazione e evidenti fasi sotto-ritmo anche pre-Covid, come Verona, Lione, Lazio (2 volte) e Napoli. Insomma, una Juventus più vulnerabile, in difesa (quest'anno con un De Ligt in più ma con un Chiellini a mezzo servizio) come nella mentalità, quest'ultima additata da un centrocampo non all'altezza e dalle critiche verso l'allenatore.


L'eterno dibattito del "belgiochismo"

Ma l'ultimo elemento, cruccio di tutti i discorsi che da settimane ruotano intorno al mondo bianconero, è l'upgrade che è mancato e sta mancando con Sarri, il cosiddetto "Bel gioco".

Arrivati qui, in fondo al problema, l'obiettivo di chi scrive è dare uno spunto al lettore. Dopo questo percorso nelle indagini delle crepe bianconere si può capire che forse, il bel gioco, non è IL problema. Non è il metro di paragone, non è l'elemento che manca alla Juventus per poter vincere, in Italia ma soprattutto in Europa. È quasi superfluo dire che i "tristi festeggiamenti" degli ultimi due anni sono dovuti ad un'asticella che per forze di cose si è alzata con l'arrivo di Cristiano Ronaldo. E molti dei tifosi bianconeri che poco più di un anno fa gridavano all'#Allegriout ora rimpiangono il tecnico livornese, spesso furioso con il concetto di "Bel gioco".

Come spesso accade in politica, si crea il cortocircuito attorno ad un termine a volte frainteso, a volte abusato. Per questo, in attesa di fare il bilancio finale della stagione juventina (in Champions può uscire agli ottavi come vincere il titolo), non resta che fare i complimenti ad una squadra che, puntando in alto con squadra, organigramma societario, stadio e merchandising, ha cannibalizzato un decennio calcistico nel nostro Paese, mostrando una struttura ed un'organizzazione avanti probabilmente 10 anni rispetto alla concorrenza italiana. Per una volta, il dibattito sul "belgiochismo", lo si può anche mettere in disparte.

26 luglio 2020

YAMAHA, ROSSI: "PODIO CHE VALE QUASI COME UNA VITTORIA". VINALES: "ATTACCO DEL PRIMO GIRO DETERMINANTE"

Le parole dei piloti Yamaha ufficiali, entrambi sul podio a Jerez, ma con animi contrastanti

© yamaha-racing.com


Un'ottima gara in casa Yamaha, che monopolizza il podio nel Gran Premio di Andalucia. Soddisfazione quindi anche in casa Yamaha Monster, ma con i piloti ufficiali che nulla hanno potuto nei confronti di un Fabio Quartararo semplicemente dominante.

Dominio che non è andato giù a Maverick Viñales, in quanto lo spagnolo era dato come duellante alla pari con il francese per la vittoria finale, alla luce del passo fatto vedere nel weekend. Top Gun ha provato sin da subito ad attaccare Quartararo, all'ultima curva del primo giro, ma fallendo l'attacco è andato lungo e, superato da Rossi, non è riuscito più a giocarsela con El Diablo. Anzi, ad un certo punto della gara il podio sembrava una chimera, essendo sceso in sesta posizione. Le sfortune altrui ed un minor degrado di gomma hanno permesso allo spagnolo di recuperare e superare Valentino al penultimo giro, sfruttando un piccolo errore del Dottore in crisi di gomme nelle ultime tornate.

Nell'analisi del post-gara, Viñales vede come punto chiave proprio l'attacco fallito del primo giro: "In realtà, in questa gara era impossibile respirare. Prima di tutto, nel primo giro ho provato a superare Fabio per avere strada libera, perché mi sentivo molto bene con la moto, ma poi sono andato largo e Fabio e Vale mi hanno superato. Poi sono rimasto bloccato dietro Valentino, e per la maggior parte dei giri non riuscivo a respirare, così mi sono distrutto. Non so perché, forse a causa del calore proveniente dalle altre moto, ma non ho potuto fare di più. Stavo salvando qualcosa negli ultimi cinque giri e ho spinto alla fine quando avevo di nuovo un buon ritmo. Oggi ho perso la gara con l'attacco del primo giro, altrimenti sarebbe stata una gara molto migliore.

Valentino Rossi, al contrario del compagno di squadra, gioisce per un podio che mancava da 17 gare (Austin, aprile 2019) e che considera quasi come una vittoria, alla luce della controprestazione avvenuta solamente una settimana fa: "Sono molto contento perché è passato molto tempo da quando sono salito sul podio. Sto tornando da un brutto periodo con risultati negativi. Quindi questo fine settimana abbiamo iniziato a lavorare in un altro modo. Sono molto contento del lavoro svolto da David Muñoz e anche il resto della mia squadra ha fatto un buon lavoro. Sono stato in grado di fare un buon giro alla partenza, dopodiché la gara è stata molto lunga. Ma sono felice di essere tornato sul podio. Per me non è proprio una vittoria, ma quasi".

TRIPLETTA ITALIANA IN MOTO2! BASTIANINI-MARINI-BEZZECCHI SUL PODIO IN ANDALUCIA

L'azzurro del Team Italtrans mostra i muscoli dal primo metro e conquista la prima vittoria in Moto2. Festa completa con Marini 2° e Bezzecchi 3° al primo podio di categoria. Nagashima 11°

© motogp.com


Giornata trionfale in Moto2
, con l'intero podio conquistato dopo la vittoria di Marini la settimana scorsa. Stavolta a vincere è stato Enea Bastianini per la prima volta nella classe di mezzo al termine di una gara condotta sempre in testa. Marini si conferma e conquista il secondo posto, primo podio in carriera per Marco Bezzecchi.

Moto2, Gran Premio di Andalucia: la cronaca

Partenza da favola per gli italiani di testa, con Bezzecchi che parte benissimo dalla pole seguito da Bastianini e Marini (partiti dalla 3° e 5° casella). Il poleman viene subito passato dagli altri due azzurri, con Bastianini che prova immediatamente a fare selezione.

Dietro i tre il solo Sam Lowes riesce a tenere il ritmo imposto da Enea, mentre il trio spagnolo Navarro-Martin-Canet si stacca subito, anche in virtù di battaglie interne. Nelle retrovie faticano a risalire il leader del mondiale Nagashima e Lorenzo Baldassarri, partiti rispettivamente 15° e 16°, in lotta ai margini della zona punti con le MV Agusta di Manzi e Corsi.

Il tirone iniziale del pilota Italtrans fa selezione per tutti tranne per Luca Marini, che verso metà gara si riporta sulle code del connazionale. Bezzecchi tiene saldamente la terza posizione allungando su Lowes, mentre Navarro si butta via anche questo weekend scivolando al decimo giro e lasciando come migliore Speed Up in pista il rookie Aron Canet, quinto in solitaria.

Dopo qualche sbavatura che ne ha consentito il ricongiungimento, Bestia adopera il secondo "tirone" entrando nella seconda metà di gara e decimo dopo decimo stacca Marini. Dietro anche Nagashima accelera e si avvicina alla Top10, con in zona Bulega e Baldassarri.

Negli ultimi giri le posizioni di vertice sono cristallizzate e così Enea Bastianini s'invola verso la 4° vittoria nel Motomondiale, la prima nella classe di mezzo. Doppietta sul podio per lo Sky Racing Team VR46, con Marini che si conferma dopo la vittoria di 7 giorni fa e Marco Bezzecchi che conquista il primo podio in Moto2. È la prima tripletta tricolore da quando la categoria si chiama Moto2, l'ultima nella classe di mezzo risaliva a Imola 1998 (Rossi, Capirossi, Perugini). Dietro di loro Lowes e un'ottimo Canet. Nagashima, nella lotta degli ultimi giri, artiglia l'11° posizione e tiene la testa del mondiale, ma con soli 2 punti di vantaggio su Bastianini e 5 su Marini.

Gli altri italiani: Stefano Manzi corona un grande finale di gara con il 9° posto, 12° Bulega, fuori dai punti Di Giannantonio (18°), mentre si sono ritirati Baldassarri, Corsi e Dalla Porta.

Jerez de la Frontera, Gran Premio di Andalucia - Gara Moto2

25 luglio 2020

YAMAHA, VINALES: "PECCATO PER LA POLE, NON VEDO L'ORA CHE ARRIVI DOMANI". ROSSI: "IL GRAN CALDO SARA' UNA SFIDA"

Le parole dei piloti ufficiali Yamaha che non partiranno dalla pole, andata alla Petronas di Quartararo, ma dalla seconda posizione con lo spagnolo e dalla quarta con Rossi

© yamaha-racing.com

Grande sabato in casa Yamaha. Al termine delle qualifiche di Jerez, la casa dei tre diapason può fregiarsi dei suoi 4 piloti nelle prime due file. Un'ottima prova di forza, che non sorprende per un Viñales sempre competitivo là davanti, ma per un ritrovato Valentino Rossi che mostra i progressi fatti vedere fin dalle FP1 di ieri.

Per Maverick Viñales la soddisfazione non è totale, perché nell'ultimo tentativo era riuscito ad ottenere la pole, ma il tempo è stato annullato per essere andato oltre il cordolo in curva 7. Top Gun commenta così quel giro: "Il mio miglior tempo sul giro è stato cancellato, ma sono comunque contento. L'obiettivo era fare un 1:36 in qualifica e wow! Mi sono sentito così bene in sella e, onestamente, ho sentito di aver toccato il verde nella curva 7, ma non ero sicuro che fossi fuori con tutte le gomme o no, ma è stata comunque una sensazione fantastica. È stato un peccato che al primo giro sulla mia seconda gomma ho trovato Pol Espargaró a terra e non ho potuto fare quel giro. Penso che il nostro potenziale sia stato molto grande oggi, ma comunque sono felice e contento, perché la moto funziona davvero bene. Non vedo l'ora di essere in gara domani".


https://twitter.com/YamahaMotoGP/status/1287060542184738817


Guarda positivo Valentino Rossi: la quarta posizione rappresenta un notevole progresso anche oggi, rispetto all'11° piazza di una settimana fa. Aiutato dal riferimento di Bagnaia negli ultimi giri di Q2, VR46 ha tuttavia dimostrato di aver migliorato la propria prestazione anche con le alte temperature, e domani potrebbe avere il passo per tentare di avvicinare il podio. Rossi però ammette di dover fare ancora qualche piccolo progresso, ragionando anche sul gran caldo previsto per domani: "Oggi abbiamo continuato a lavorare sulla moto. Abbiamo un setting diverso e mi sento meglio. Non mi sento male la mattina, nel pomeriggio soffro un po' di più, ma sembra che sia difficile per tutti. Questo pomeriggio è stato anche più caldo rispetto ai giorni scorsi e domani lo sarà ancora di più: penso che domani sarà la gara di MotoGP più calda che io abbia mai visto. Ora la situazione inizia a essere davvero al limite, quindi penso che guidare 25 giri sarà una grande sfida per tutti. Partirò da una buona posizione, e anche il mio ritmo non è così male nel pomeriggio, ma dobbiamo ancora migliorare qualcosa, in alcuni punti perdiamo un po'. Abbiamo ancora del lavoro da fare, ma sarà importante iniziare vicini alla testa".

VINALES IN TESTA NELLE FP3, MARQUEZ AL RIENTRO È 19°

Sempre avanti lo spagnolo, che sigla il nuovo record della pista, con Quartararo alle calcagna. Il Cabroncito ha provato in tutti i modi, si è migliorato ma sente parecchio dolore. Fuori dal Q2 a sorpresa Morbidelli e Dovizioso, dentro Rossi.

© yamaha-racing.com

Era un turno di prove interessantissimo alla vigilia, tra la conferma della competitività di Rossi e il ritorno in pista di Marc Marquez, a 6 giorni dalla rottura dell'omero destro e a 4 dalla rispettiva operazione.

Al termine di queste FP3 ecco le attese risposte: Yamaha convincente, con Rossi che riesce a rimanere nella Top 10, Marc Marquez che risale in sella, ci prova in tutti i modi, ma chiude 19° ancora molto dolorante all'omero destro. In mezzo altri risultati a sorpresa, come Franco Morbidelli e Andrea Dovizioso fuori dai primi 10 e che dovranno passare dal Q1. Ma andiamo con ordine.

Maverick Viñales riprende da dove aveva lasciato: così come nelle prime prove libere, si mette in testa anche dopo le FP3, siglando il nuovo record della pista in 1:36.584. Alle sue spalle Fabio Quartararo, che dopo un venerdì quasi letargico, si è risvegliato prepotentemente nel mattino andaluso: i 45 minuti delle FP3 hanno mostrato infatti El Diablo prestazionale come la settimana scorsa, con la prima parte fatta di un passo notevolissimo (con diversi giri sull'1:37 e mezzo) e poi il time attack da 1:36.643, a 59 millesimi dal compagno di marca. Chiude la Top3 Jack Miller, a suo agio con la Ducati Pramac, a poco meno di un decimo e mezzo dalla testa.

Oltre alla classifica, era il Cabroncito al centro dell'attenzione. Marquez, sceso in pista immediatamente dopo il semaforo verde, è entrato in pista cauto nei primissimi giri, salvo poi migliorarsi giro dopo giro e avvicinarsi ai tempi valevoli per la Q2, in una classifica davvero molto compressa (ad un certo punto era 11°). Alla fine del secondo run, sempre in conciliabolo con lo staff tecnico e medico, sembrava accusare tantissimo dolore, oltre i limiti degli antidolorifici e della straordinaria resistenza di Marc. Ha provato anche lui il time attack per rientrare in Top10 ma non ce l'ha fatta fermandosi alla 19° piazza con il tempo di 1:37.882 a quasi 1 secondo e tre da Viñales. Vedremo cosa deciderà di fare lo spagnolo, soprattutto in considerazione della gara di domani.



Molto interessante la Top10 che si è venuta a creare nelle mattinata di Jerez: in Q2 vedremo infatti le Ducati di Francesco Bagnaia (5°) e Danilo Petrucci (6°), le due KTM di Brad Binder (7°) e Pol Espargarò (9°), e a chiudere la Suzuki di Joan Mir. Dentro anche l'unica Honda di Nakagami (4°) e la Yamaha di Valentino Rossi, che ha continuato a fare molti test per il passo gara, ma che quando è servito è riuscito a girare di poco sotto il muro dell'1:37, trovando l'ottava piazza.

Leggendo i partecipanti al Q2, risulta evidente che oltre a Marquez non mancano le sorprese per una Q1 che si preannuncia incandescente. Sono infatti fuori dalla Top10 Franco Morbidelli (12°) e Andrea Dovizioso (14°), rispettivamente gli unici di Yamaha e Ducati. Indietro anche Alex Marquez (16°), Cal Crutchlow, 17° anche lui di rientro dall'infortunio, mentre il terzo convalescente, Alex Rins, non è riuscito a scendere in pista dopo un venerdì molto difficile.

Jerez de la frontera, Gran Premio di Andalucia - FP3 MotoGP