31 maggio 2020

L'ATLETICA RIPARTE: IL 17 SETTEMBRE GOLDEN GALA A ROMA, ALLO STADIO DEI MARMI

L'evento, programmato allo Stadio San Paolo di Napoli, era stato rinviato causa Coronavirus. Tanti italiani protagonisti e competizioni adattate alle norme anti-contagio

© Stadio dei Marmi Official Wikipedia Page

In un'Italia che prova a ripartire, con il calcio giocato che riprenderà il 13 giugno, anche gli altri sport si stanno riorganizzando come l'atletica ed il suo momento clou, il Golden Gala, che "grazie" al COVID-19 rimarrà a Roma.

Niente San Paolo, Golden Gala a Roma

La 40° edizione del Golden Gala, intitolato dal 2013 alla memoria di Pietro Mennea, si sarebbe dovuta svolgere il 28 maggio allo Stadio San Paolo di Napoli, nell'impianto restaurato per le Universiadi dell'estate scorsa. Sarebbe stata la quarta volta in quarant’anni (dopo le edizioni che vanno dal 1988 al 1990) del meeting non allo stadio Olimpico di Roma, lasciato libero per i lavori in preparazione degli Europei di calcio.

A causa della pandemia è saltata tutta la prima parte di stagione della Diamond League (la tappa italiana era quinta in programma) e la FIDAL ha riprogrammato il momento clou dell'atletica in Italia giovedì 17 settembre, a soli 5 giorni dal Pietro Mennea Day. Il palcoscenico torna ad essere Roma, ma nell'impianto antistante allo Stadio Olimpico, ossia lo stadio dei Marmi.

Il Presidente FIDAL Giomi: "Che sia una festa ed un simbolo di rilancio"

In occasione dell'annuncio, ad Atletica TV, il presidente della Federazione Italiana Di Atletica Leggera (FIDAL) Alfio Giomi ha parlato del valore specifico di salvaguardare un evento del genere e, anzi, della possibilità di valorizzare gli atleti italiani in una stagione così compromessa: "Stiamo ragionando su una fascia oraria compresa tra le 18.15 e le 20.15, contiamo che abbia una collocazione importante anche nel palinsesto Rai. E questa edizione può diventare un must per gli atleti italiani: sì, sarà il Golden Gala degli azzurri, la loro vetrina migliore, ma non è detto che non possano esserci protagonisti dall'estero".

Tuttavia il Coronavirus a settembre non sarà scomparso, e sono ancora in discussione le norme che cambieranno l'evento, sia per gli atleti che per gli spettatori. Giomi è speranzoso di organizzare un Golden Gala non a porte chiuse: "Non pensiamo a porte chiuse, ma a porte ‘più che aperte’ - continua il presidente Giomi - è un progetto ambizioso, vogliamo che sia una festa, peraltro nelle immediate vicinanze del Mennea Day del 12 settembre. La sinergia con Sport e Salute è fortissima e il Golden Gala 2020 può davvero diventare il momento del rilancio dell’attività sportiva a tutto tondo".

29 maggio 2020

È UFFICIALE: C'È LA RIPRESA DELLA SERIE A IL 20 GIUGNO, VIA CON LA COPPA ITALIA

C'è la fumata bianca: trovato l'accordo tra Governo, Cts e FIGC. Subito semifinali di ritorno e finale della coppa nazionale, dal weekend successivo il campionato. Serie B e Lega Pro partiranno con playoff e playout il 26 giugno.

© Assocalciatori | AIC Official Twitter Page

Dopo settimane di trattative, passi in avanti e indietro, protocolli discussi, accettati e poi ridiscussi, c'è la notizia tanto attesa: il calcio potrà ripartire per terminare la stagione 2019/2020. L'ottimismo che filtrava alla vigilia dell'incontro tra i vertici di Governo e FIGC ha trovato conferma nell'annuncio ufficiale arrivato in serata.

Ok del Cts al protocollo sulle partite: obbligo di quarantena e tamponi

Nell'incontro del tardo pomeriggio il Comitato tecnico-scientifico della Protezione Civile ha dato l'ok al protocollo sanitario per le partite proposto dalla FIGC, confermando quindi l'obbligo della quarantena in caso di positività. Come ha spiegato il ministro Spadafora alla stampa al termine del vertice telematico, ci sono tutte le garanzie per ripartire in sicurezza. "Ora l'Italia sta ripartendo ed è giusto che riparta anche il calcio", ha dichiarato. "Oggi era arrivato l'ok del Cts al protocollo FIGC, che confermava l'obbligo della quarantena fiduciaria in caso di positività di un giocatore e assicurava che il percorso dei tamponi dei calciatori non potrà ledere il percorso dei tamponi degli italiani".

Ripresa della Serie A il 20 giugno, previsti piani B e C

Così il campionato, dopo 103 giorni dall'ultima partita (Sassuolo-Brescia del 9 marzo), potrà ripartire il weekend del 20-21 giugno. Domattina, nell'assemblea straordinaria dei club di Serie A, si definirà il calendario. Ci sarà da decidere se iniziare con i 4 recuperi della 25° giornata (Atalanta-Sassuolo, Inter-Sampdoria, Torino-Parma, Verona-Cagliari) o direttamente con la 27°. Pattuiti tra le parti anche i piani di riserva per terminare il campionato anche in presenza di un aumento dei contagi. Come afferma sempre Spadafora, "Se la curva dei contagi muterà e il campionato sarà costretto a fermarsi di nuovo, la Figc mi ha assicurato l'esistenza un piano B, i playoff, e di un piano C, la cristallizzazione della classifica. Alla luce di tutto questo possiamo dire che il campionato riprenderà il 20 giugno. C'è poi la possibilità che il 13 e il 17 si possano disputare le semifinali e la finale di Coppa Italia".

Epilogo della Coppa Italia tra il 13 ed il 17 giugno, Serie B e C al via

L'ipotesi rilasciata da Spadafora ha avuto poi la conferma: sarà la Coppa Italia e segnare la ripresa ufficiale del calcio in Italia. Nel weekend del 13-14 ci saranno le semifinali di ritorno (Napoli-Inter e Juventus-Milan, con le milanesi che partono sfavorite dopo le gare di andata), mentre mercoledì 17 subito la finalissima in gara unica. Tuttavia queste partite sono al momento subordinate ad un intervento legislativo, in quanto l'ultimo DPCM prevedeva il divieto di manifestazioni sportive fino al 14 giugno. Una scelta che non sembra accontentare tutti, come il presidente del Milan Paolo Scaroni, ma che sembra necessaria per completare il torneo, visto il calendario già fittissimo per i top club, che ad agosto saranno impegnati nel terminare le coppe europee.

Dal 20 giugno, oltre alla Serie A, è passato il via libera per la ripresa anche dei campionati di Serie B e Lega Pro, che termineranno con le formule previste a inizio stagione, play-off e play-out. Visti i problemi che le squadre stanno incontrando, l'inizio della fase finale potrebbe scivolare di una settimana.

27 maggio 2020

MORTO A 21 ANNI PERFECTION, DA RIFUGIATO ALLA PRIMAVERA DELLA ROMA

Arrivato in Italia col sogno di giocare a calcio e abbandonato alla stazione Termini da chi lo ha illuso. Poi la risalita grazie a Liberi Nantes, fino ad allenarsi con Totti. Fatale un arresto cardiaco

© ASROMA Official Twitter Page 

Una storia che sembrava a lieto fine, con un epilogo però tragico. Si spegne a 21 anni Joseph Bouasse Perfection, ex giocatore della Primavera della Roma.

La storia di Perfection: dalla stazione Termini alla Primavera della Roma

Ragazzo camerunense classe '98, nel 2014 era arrivato in Italia da rifugiato senza scarpe e senza un posto dove dormire col sogno di diventare un calciatore. Gli promisero un contratto da professionista ma, una volta arrivato, fu abbandonato alla stazione Termini. Fu così accolto da Liberi Nantes, un'associazione sportiva nata nel 2007 che promuove e garantisce la libertà di accesso allo sport a rifugiati e richiedenti asilo politico. Arriva l'opportunità di giocare in terza categoria e l'amichevole con la Roma, in cui giocò talmente bene da farsi notare agli occhi di Walter Sabatini, ds dei giallorossi nel 2016. 

Conquistato un contratto per il settore giovanile, ha giocato con la Primavera e ha avuto la fortuna di allenarsi in prima squadra, nella Roma di Spalletti con Totti e De Rossi, mancando l'esordio in Serie A per poco. Ceduto in prestito al Vicenza a gennaio 2017, colleziona una presenza in Serie B prima tornare alla Roma ed essere svincolato. A febbraio si accasa all'Universitatea Cluj, nella cadetteria rumena. Tornato in Italia per il lockdown a causa del Coronavirus, perde la vita per un fatale arresto cardiaco.

Le parole di Alberto De Rossi: "Un gigante buono"

"La notizia della prematura scomparsa di Perfection mi ha rattristato molto", ha ricordato Alberto De Rossi, allenatore della Primavera della Roma. "Mi ricorderò sempre della sua gentilezza e della sua grande forza. Era un ragazzo positivo, si presentava agli allenamenti ogni giorno con il sorriso ed era sempre disponibile al lavoro. Si era integrato molto bene con la squadra, aveva legato con tutti, era sempre molto sereno e da parte sua non ricordo mai un gesto fuori posto. Aveva un fisico prorompente, ma non puntava solo sulla forza ed era anche un calciatore molto tecnico. Voglio ricordarlo così, come un gigante buono. In questo momento terribile i miei pensieri e quelli di tutto lo staff sono rivolti alla sua famiglia e ai suoi affetti più cari".

Un simbolo di come si possa arrivare in alto partendo da zero, una storia di umanità e di determinazione stroncata in tenerissima età, quando Joseph era pronto a realizzare i propri sogni: dopo gli allenamenti con Totti e De Rossi, la possibilità di diventare un calciatore professionista.

25 maggio 2020

LA SETTIMANA DECISIVA PER LA RIPRESA DEL CAMPIONATO DI SERIE A: TUTTE LE TAPPE

Consiglio di Lega su data di ripartenza e ipotesi playoff, discussione sui diritti tv e giovedì 28 incontro tra Spadafora e FIGC per la decisione definitiva. È già stato consegnato il protocollo sulle partite, al vaglio del Cts, ma non tutti i calciatori sono pronti a giocare.

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Non c'è altro tempo, non ci saranno più dei "vedremo": la ripresa del campionato di Serie A (come anche B e Lega Pro) sarà decisa entro questa settimana. Dopo i passi in avanti degli ultimi giorni ed i toni più possibilisti di Spadafora, il traguardo sembra essere molto più vicino. Tuttavia mancano diversi step ed i diretti interessati, i calciatori, non sono tutti concordi sulla ripartenza.

Il protocollo FIGC per la ripresa del campionato di Serie A: i punti fondamentali

La FIGC ha approcciato al meglio questa settimana decisiva: infatti ha inviato al Governo, con un giorno di anticipo, il protocollo sulla ripresa delle partite. Ora gli esperti vaglieranno nel più breve tempo possibile un documento di 40 pagine con tutte le misure idonee ad evitare le occasioni di contagio tra tutte le categorie di lavoratori che gravitano attorno ad una partita di calcio. Queste le più importanti:

  • Suddivisione dello stadio in tre settori: interno stadio (rettangolo di gioco e spogliatoi per giocatori e staff tecnico, più i fotografi a bordo campo), tribune (per media e sale controllo) e esterno stadio (TV compound, e parcheggi per addetti ai lavori e pullman della squadra);
  • Limite massimo di 300 persone tra tutto il personale e suddivisione specifica delle attività da fare allo stadio, per evitare assembramenti tra gli addetti ai lavori;
  • Aree costantemente sanificate ed ingressi in campo separati per le squadre (percorsi diversi a scaglionati anche per riscaldamento e fine partita, nessuna cerimonia come lo scambio dei gagliardetti);
  • Ritiro per la squadra ospite con controlli rigorosi e staff limitato, in più l'obbligo di usare due pullman. Per i giocatori della squadra di casa l'obbligo di arrivare allo stadio con mezzi propri.
  • Distanziamento fisico rispetto all'arbitro: 1,5 metri;
  • Buona parte delle interviste effettuate da remoto.

Intanto domani il consiglio di Lega si riunirà per decidere la data di ripartenza che in precedenza è stata fissata per il 13 ma che ad ora, secondo DPCM, non è praticabile (deroghe permettendo). Altra questione all'ordine del giorno riguarderà il format: non è in discussione la volontà di terminare il campionato giocando le 124 partite ancora in programma. Il nodo principale riguarda il piano b in caso di nuovo stop, con l'ipotesi dei playoff a quel punto molto concreta ma che fa storcere il naso a molti.

Mercoledì 27 invece si parlerà di una questione irrisolta ma dall'importanza capitale: i diritti tv. Si è infatti discusso sull'ipotetico invio di una lettera di diffida ai broadcaster, che devono versare alla Lega l'ultima rata dei diritti tv (circa 230 mln di euro), fondamentali per i bilanci di molte società. Molto dipenderà ovviamente dalla ripresa o meno, ma tengono banco anche altri interessi.

Spadafora: "Ripartenza tra il 13 ed il 20. Disponibili alla diretta gol in chiaro"

E qui entra in gioco il ministro dello Sport Spadafora. Nelle ultime ore è tornato su una questione che lo ha visto protagonista anche prima del lockdown: le partite in chiaro. Ospite del Tg3, ha prima parlato delle questioni imminenti come protocollo delle partite e data per la ripresa del campionato di Serie A. "È molto simile nelle regole a quello per gli allenamenti. Le due date possibili per la ripresa della Serie A sono il 13 e il 20 giugno", ha dichiarato. "Giovedì ho convocato il mondo del calcio per valutare insieme la data della possibile ripartenza e poter decidere insieme se e quando possa riprendere il campionato".

Sulle partite in chiaro invece, il ministro dà la propria disponibilità all'applicazione del modello tedesco: "Molti in questi giorni mi hanno chiesto di fare riferimento al modello tedesco, in Germania Sky ha trovato l'accordo per trasmettere la diretta gol delle partite", ha affermato. "Credo che dovremo assolutamente pensarci anche in Italia. Questo eviterà assembramenti in luoghi pubblici e bar qualora riprendesse il campionato. Io sono disponibile come Governo se serve a mettere nello stesso provvedimento anche le norme che serviranno per consentire anche all'Italia di trasmettere 'diretta gol'".

Gastaldello: "Riprendere sarebbe una forzatura, non è calcio"

Il quadro però non è ancora chiaro in quanto ci sono ancora delle categorie che non sono state coinvolte. Così come la settimana scorsa è successo per la categoria dei medici del calcio, gli stessi giocatori non sono stati interpellati in toto ed una parte di essi non sono convinti a riprendere a giocare. Daniele Gastaldello, difensore e capitano del Brescia, è tra questi. Intervenuto nel corso della mattinata ai microfoni di Radio anch'io sport, su Radio 1, è stato molto chiaro a riguardo: "Non ci siamo potuti esprimere. Anche sul protocollo che la FIGC ha dato al Governo non ci hanno tirato in causa. Noi siamo i primi ad applicarlo e siamo i primi a poter dare dei suggerimenti, ma non ci hanno dato ascolto. Siamo parte fondamentale del mondo del calcio ed è giusto che diciamo anche noi la nostra".

"Io credo che finire questo campionato sia una forzatura, perché si va incontro a dei rischi che non sono solo quelli per il contagio del virus, ma anche per l'incolumità dei giocatori. Andare a giocare 12 partite in un lasso di tempo così stretto si rischia molto, sopratutto in estate. Ho letto che vogliono farci giocare anche alle 16.30 (sono stati proposti tre slot di orari per le partite: 16.30, 18.45 e 21, ndr) e per me è una cosa scandalosa".

Il difensore ex Sampdoria ha anche parlato della situazione che si vive in una delle zone più colpite, Brescia. "Magari nel resto d'italia non si percepisce quello che è successo in lombardia, a Brescia si è vissuto un dramma importante. Incontro molta gente al supermercato che mi chiede perché ricominciamo a giocare e le capisco. Tutto deve ricominciare, però questo campionato riparte in maniera molto forzata. Possiamo parlare di un altro campionato, non è lo stesso finito il 3 marzo. Le squadre hanno una diversa forma fisica, le partite saranno diverse senza pubblico, non ci si potrà abbracciare dopo un gol... non è calcio".

22 maggio 2020

È MORTO GIGI SIMONI, L'ALLENATORE DI PROVINCIA CHE PORTO' IN ALTO L'INTER DI RONALDO

81enne, aveva avuto un ictus il 22 giugno. Scompare uno degli allenatori più amati: vincente sia in provincia (8 promozioni) sia all'Inter, con la Coppa Uefa 1998

© Gigi Simoni Official Website 

Doveva essere una giornata di festa per il calcio italiano (e quello nerazzurro in particolare). Ad esattamente 10 anni dalla vittoria in Champions League dei nerazzurri con Moratti in società, Mourinho in panchina e Milito mattatore in campo, muore Gigi Simoni, storico allenatore che ha portato in alto i nerazzurri di Ronaldo Il Fenomeno sul finire degli anni '90.

In panchina fino al 2012, Luigi (ma per tutti Gigi) Simoni lo scorso 22 giugno aveva accusato un ictus a San Piero a Grado (Pisa), dove risiedeva. In questi mesi non si è più ripreso del tutto e a marzo, a causa del Covid-19, era stato riportato a casa dalla clinica dov'era in cura per ragioni di sicurezza. Ricoveratosi nelle ultime ore all'ospedale di Pisa, non è riuscito a superare un improvviso peggioramento del quadro clinico.


Tutte le vittorie di Gigi Simoni: record di promozioni e la Coppa Uefa 1998 con l'Inter

Nato calcisticamente a Firenze con le giovanili della Fiorentina, in 15 anni colleziona 368 partite da professionista, di cui 187 in Serie A, con 32 reti. Gioca per Mantova, Napoli, Torino, Juventus, Brescia e Genoa conquistando quattro promozioni e una Coppa Italia con la maglia del Napoli nella stagione 1961/1962.

Da allenatore le sue più grandi soddisfazioni in più di trent'anni di carriera. Con 17 squadre alla sua guida è diventato uno dei più grandi allenatori di provincia, conquistando ben 8 promozioni di cui 7 in Serie A (record finora imbattuto). La svolta negli anni '90 con l'esperienza sulla panchina della Cremonese (4 anni con una promozione in anni e due salvezze) entrando nella storia del club come "allenatore del secolo" della società grigiorossa. Dopo una breve parentesi al Napoli, guida nella stagione 1997/1998 l'Inter, che aveva appena acquistato Ronaldo dal Barcellona. È la stagione più importante da allenatore, con uno scudetto sfiorato (a causa del celebre Juve-Inter e del contatto Iuliano-Ronaldo non sanzionato dall'arbitro Ceccarini, che costò l'espulsione allo stesso Simoni) e la vittoria della Coppa Uefa, nella finale del Parco dei Principi, ai danni della Lazio.

Gigi Simoni e Ronaldo
© Wikipedia

Ha chiuso la carriera da allenatore al Gubbio, nel 2012, prima di diventare direttore tecnico e poi presidente della Cremonese, ruolo ricoperto fno al 30 giugno 2016. Tanti i messaggi di cordoglio da parte del mondo del calcio, dal tutto il mondo interista al Genoa (che ha inserito nel 2013 Simoni nella Hall of Fame) fino alla stessa Cremonese.

20 maggio 2020

SÌ DEFINITIVO AGLI ALLENAMENTI DI GRUPPO: RIPARTENZA DELLA SERIE A PIÙ VICINA

Parere positivo del Cts al nuovo protocollo proposto dalla FIGC, che per bocca di Gravina, già sta lavorando alle regole da seguire per le partite. Spadafora: "Il 18 maggio decideremo sul campionato"


© Spal Official Twitter Page

Dopo discussioni, polemiche, protocolli proposti, accettati, riproposti e modificati, c'è la fumata bianca definitiva agli allenamenti di gruppo. Da oggi, secondo un protocollo che tende verso la cosiddetta "strada tedesca", le squadre di Serie A (ma anche quelle di tutti gli altri sport) possono allenarsi collettivamente. Dopo un mese di trattative con retrogusto pessimistico, a questo punto la ripresa del campionato sembra essere più di una speranza, anche se mancano ancora di versi step.

Protocollo sanitario confermato: abolito il ritiro preventivo

Nel pomeriggio di ieri il Comitato tecnico-scientifico ha dato l'ok al protocollo sanitario riproposto dalla FIGC sulla base delle critiche di club e medici sociali. Le modifiche principali sono state accolte, ma con alcune precisazioni che comunque sono pervenute dal gruppo degli esperti. Come richiesto, sono stati aboliti i ritiri preventivi per le squadre: questa soluzione si potrà materializzare solo in un secondo momento, nel caso in cui un giocatore venga trovato positivo. Nello specifico, il calciatore contagiato verrà messo in quarantena fino alla completa risoluzione dei sintomi, qualora presenti, e fino a che due tamponi, somministratigli a distanza di almeno 24 ore l’uno dall’altro, risultino entrambi negativi. Gli altri componenti della squadra andranno in ritiro, ma potranno continuare ad allenarsi, e per due settimane saranno sottoposti a tampone ogni 48 ore. Rimane la condizione posta dal CTS per quanto riguarda i tamponi: le società se li devono procurare a condizione "di evitare di incidere sui tamponi a disposizione della popolazione", come affermato dal ministro Spadafora.


Spadafora: "Il 28 maggio decideremo se far ripartire il campionato o meno"

Ed è proprio il Ministro dello Sport che ha commentato l'approvazione definitiva del protocollo, ai microfoni di Rai Sport. "L'ok del Comitato Tecnico scientifico sui protocolli è un'ottima notizia, così gli allenamenti potranno riprendere", ha dichiarato. "Da parte del Cts sono state fatte valutazioni molto puntuali e la FIGC si è mostrata disponibile a rivedere la prima proposta. Ci sono stati dei chiarimenti sui tempi di isolamento e della quarantena per i calciatori trovati eventualmente positivi"

Prossimo passo è quindi la ripresa del campionato, sul quale il ministro intende procedere con calma. Ma stavolta la deadline è precisa ed indicata dallo stesso Spadafora: "Ho convocato una riunione il 28 maggio alle ore 15 con Gravina, Dal Pino e tutte le altre componenti di FIGC e Lega perché a quella data noi saremo nelle condizioni di avere tutti i dati a disposizione, anche rispetto all'evoluzione dell'emergenza sanitaria, per potere decidere col Governo se e quando ripartirà il campionato. La cosa importante è iniziare il campionato per concluderlo".


Gravina: "Passo determinante per la ripresa del calcio. Al lavoro per il protocollo sulla sulle partite"

C'è soddisfazione in capo alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, ma anche la volontà di accorciare i tempi. La FIGC sembra essere non volersi far trovare impreparata all'incontro decisivo del 28, avanzando da subito una proposta concreta sul prossimo protocollo decisivo, quello sulle partite. "Il via libera da parte del Comitato Tecnico Scientifico del Governo è un passo determinante nel percorso di ripartenza del calcio grazie al gioco di squadra con i rappresentanti indicati dalla Lega di A e della Federazione Medico Sportiva Italiana", queste le parole del presidente Gravina in una nota ufficiale della Federcalcio. "C'è soddisfazione per la disponibilità al confronto e la fattiva collaborazione col Governo. E la Commissione Medico Scientifica della FIGC è già al lavoro per il protocollo della ripresa del campionato".


18 maggio 2020

LA FALSA RIPARTENZA DEL CALCIO ITALIANO: URGE UN TAVOLO DI LAVORO CON TUTTI

Protocollo pronto e poi smentito, l'aggiornamento ora al vaglio del Cts, la protesta dei medici delle società. Un quadro sempre più nebuloso, mentre in Europa c'è un'orizzonte molto più definito


18 maggio 2020: la fase 2 che per la stragrande maggioranza degli italiani è entrata nel vivo, ma non per il calcio italiano. Come nelle gare di atletica, quando allo sparo il velocista parte un decimo di secondo in anticipo. La cosiddetta "partenza falsa": tutti tornano ai blocchi e si ripete la procedura. Con questa metafora si può capire cos'è successo nelle ultime ore tra i palazzi e i campi di allenamento.

Sembrava essere tutto pronto con le vicende della scorsa settimana: protocollo proposto dalla FIGC, modificato dal Cts con misure molto stringenti, accettazione a denti stretti di Gravina, con la Lega Serie A che propone il 13 giugno come data di ripresa del campionato. Invece la rivolta dei club di A e dei medici sociali ha spinto la Federcalcio a ritrattare gli accordi. Un protocollo giudicato (postumo) inapplicabile, motivo per il quale oggi si è proseguito con gli allenamenti individuali.


I nuovi termini del protocollo al vaglio del Cts

La FIGC quindi ha inoltrato al Ministero dello Sport le nuove modifiche al protocollo, sulla base delle problematiche emerse dall'incontro della Lega di A con i medici sociali. Queste modifiche si basano su tre capisaldi:

  1. Un tampone ogni 4 giorni e test sierologico ogni 2 settimane. Uno screening iniziale più rigido per poter ripartire con il minor rischio possibile. A questo screening verrà sottoposto il cosiddetto "Gruppo squadra", individuato dalla società, cioè coloro che dovranno necessariamente operare a stretto contatto tra di loro. Test molecolare effettuato 3-4 giorni prima dell’inizio degli allenamenti di gruppo e poi ripetuto ogni 96 ore. Test sierologico, per l'individuazione dei possibili anticorpi al virus, ogni 14 giorni. Dopodiché avverrà la suddivisione della squadra in due gruppi (anziché 3): COVID+, accertati e guariti, e COVID- più soggetti asintomatici (non testati).
  2. Niente raduno blindato e responsabilità limitata dei medici sociali. La proposta non prevede più "clausura" nel centro di allenamento delle squadre, gli appartenenti al Gruppo Squadra far ritorno al domicilio al termine dell’allenamento con mezzi propri rispettando le misure anti contagio. Viene così ad alleggerirsi la "spada di Damocle" in capo ai medici sociali, responsabili degli atleti solo durante gli allenamenti e non 24 ore su 24.
  3. In caso di positività giocatore isolato e squadra in ritiro. Forse la proposta sulla quale si decideranno le sorti del campionato, o meglio sulla fine di esso. Qualora durante il periodo di ripresa degli allenamenti di gruppo ci sia un caso di accertata positività, si dovrà provvedere all'immediato isolamento del soggetto. Ma da quel momento, i club vogliono avere la possibilità che tutti gli altri componenti del gruppo vengano sottoposti ad isolamento fiduciario. Teoricamente nessun componente potrà avere contatti esterni, consentendo al gruppo isolato di proseguire gli allenamenti.

Castellacci: "Ripartenza del calcio solo con linee guida condivise. I protocolli proposti finora sono inapplicabili"

Molte delle problematiche sono poste da coloro che avrebbero sulle loro spalle una responsabilità (anche penale) notevole. Enrico Castellacci, presidente dell'Associazione Italiana Medici del calcio, questa mattina è intervenuto a Radio anch'io sport su Radio 1, palesando le criticità istituzionali di questo momento.

"Si potrà giocare in sicurezza? Parlare di sicurezza in momenti di eccezionalità come questa è difficile, si potrà giocare cercando di rischiare il meno possibile", ha dichiarato. "Per poterlo fare, bisogna che finalmente vengano proposte quelle linee guida di cui si parla da un mese e che non escono mai in versione definitiva. Linee guida applicabili, perché altrimenti sono solo carta straccia: finora sono stati fatti protocolli non applicabili. Sarebbe stato auspicabile un tavolo unico, con membri del governo, della FIGC e della federazione dei medici dello sport (e del calcio): un unico tavolo senza burocratizzare il tutto".

Capitolo responsabilità in capo ai medici: "È inconcepibile e paradossale che la responsabilità sia data esclusivamente al medico. Esso è già carico di suo di responsabilità civili e penali e poi ci sono tantissimi soggetti che gravitano nel mondo del calcio. Gli stessi giocatori dovrebbero essere d'accordo su queste misure. Stamattina abbiamo mandato una lettera al ministro Spadafora e al presidente Gravina e per conoscenza a Giovanni Malagò: una lettera dei nostri legali per far chiarezza su questo punto. Il medico sociale non può essere l'unico responsabile. La circolare dell'Inail riguarda la responsabilità del datore di lavoro e non dei medici sociali e tale estensione del tutto illegittima e fuorviante".

Proprio Castellacci lamenta il fatto che la propria categoria non abbia avuto voce in capitolo: "Il paradosso è quello di aver sentito l'obbligo, prima da parte del ministro Spadafora poi dal presidente federale che in 24 ore ha accettato quell'input, di dare questa responsabilità al medico. Il medico sociale è l'anello debole del calcio, è l'unica non istituzionalizzata: i medici non hanno i contratti depositati in Lega e la propria associazione sindacale non è stata invitata al tavolo della trattativa".


Occorre un tavolo unico con tutte la parti: così non si riparte

Le modifiche sostanzialmente vanno verso la strada tedesca. Le partite di Bundesliga del weekend appena terminato hanno visto stadi vuoti, giocatori in panchina distanziati, esultanze fatte con il gomito ma anche caos (inevitabili) in area di rigore: qualche incoerenza c'è, lo spettacolo non è il solito, ma in questo momento sembra essere l'unica strada per andare avanti.

Concludendo, si è capito che la questione è molto complessa, visti anche i pressanti economici. La complessità è data anche dalla moltitudine di categorie in ballo, come le televisioni e la categoria dei medici capitanata da Castellacci. Ed è proprio l'ex medico della nazionale italiana che ha dato l'interpretazione migliore della situazione. Per sciogliere tutti questi nodi urge un incontro con i rappresentanti di tutte le parti chiamate in causa. Il tempo stringe, gli altri campionati hanno un futuro molto più delineato e se si continua di questo passo verrebbe compromessa anche la stagione 2020/2021, che ha gli Europei come culmine a giugno. Altri errori potrebbero avere ricadute economiche non solo nel presente, ma anche nell'immediato futuro.

17 maggio 2020

TUTTE LE LINEE-GUIDA PER LA RIPRESA DELLO SPORT NEI CENTRI SPORTIVI

Dalle misure di prevenzione e protezione fino alle pratiche di igiene per datore di lavoro, collaboratori e fruitori. Tutto quello che c'è da sapere

Così come molte attività lavorative e produttive, anche lo sport è un settore chiave che sta ripartendo. Le maglie si stanno riallargando a scaglioni in questo mese di maggio: dal 4 è possibile, sempre in forma individuale, allontanarsi da casa per fare attività motoria e sportiva (quest'ultima con il rispetto della distanza di sicurezza di due metri), dal 18 riprendono gli allenamenti degli sport di squadra (secondo appositi protocolli di sicurezza), mentre dal 25, secondo l'ultimo DPCM, potranno riprendere le attività di palestre, piscine e centri sportivi.

Visto il momento ancora delicato dal punto di vista epidemiologico, non potremo tornare nei centri sportivi ad allenarci come facevamo fino ai primi di marzo. Per questo, l'Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha diramato, seppur non ancora ufficialmente, delle norme generali per permettere a datori di lavoro, lavoratori e sportivi la fruizione degli impianti sportivi in sicurezza.

Il documento di 14 pagine, chiamato "Linee-guida per l'esercizio fisico e lo sport", creato con il supporto di Sport e Salute e d'intesa con il CONI, CIP e Federazioni, ha come motto "Lo sport riparte in sicurezza: ognuno protegge tutti". Riassume le linee guida per la ripresa delle attività agonistiche e quelle dello sport di base, ma prevede anche che esso possa essere modificato dalla federazione o ente di riferimento in base alle caratteristiche specifiche che ogni disciplina/attività sportiva possiede. Queste le misure principali dal punto di vista della prevenzione e dell'igiene.


Le linee guida dello sport: misure di prevenzione e protezione

Azione preliminare per qualunque organizzazione sportiva è la valutazione del rischio del proprio sito sulla base di criteri come l'analisi delle attività del personale, dell’organizzazione dell’attività sportiva e del lay-out di un sito sportivo. Dopodiché su questa base possono essere adottate le misure di prevenzione e protezione, che sono finalizzate alla gestione del rischio di contagio all’interno del sito sportivo. Le più importanti sono:

  • distanziamento nelle varie fasi dell’attività sportiva;
  • gestione entrata/uscita degli operatori sportivi e di altri soggetti nei siti sportivi;
  • revisione lay-out e percorsi;
  • gestione dei casi sintomatici;
  • pratiche di igiene (infra);
  • prioritarizzazione del rientro degli operatori sportivi nei siti sportivi e di accesso di persone terze;
  • sistema dei trasporti;
  • utilizzo dei dispositivi di prevenzione del contagio (mascherine chirurgiche, guanti monouso in diversi materiali plastici sintetici);
  • pulizia e sanificazione luoghi e attrezzature nei siti sportivi.

Le pratiche di igiene

L'organizzazione o sportiva (o il datore di lavoro), all’interno del sito dovrà garantire le seguenti pratiche igieniche:

  • lavarsi frequentemente le mani, anche attraverso appositi dispenser di gel disinfettanti;
  • mantenere la distanza interpersonale minima di 1 metro, preferibilmente 2, in caso di attività metabolica a riposo (ad esempio per gli utenti in caso di attesa, riposo e inoltre per tutti gli operatori sportivi);
  • mantenere la distanza interpersonale minima adeguata all’atto motorio, al carico metabolico e alle altre misure di mitigazione disponibili;
  • non toccarsi mai occhi, naso e bocca con le mani;
  • starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie; se non si ha a disposizione un fazzoletto, starnutire nella piega interna del gomito;
  • evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali e, una volta rientrato a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti;
  • bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personalizzate;
  • gettare subito in appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali usati (ben sigillati).

Ai fini della attuazione delle pratiche igieniche dovranno essere messi a disposizione:

  • procedure informative affisse nel sito sportivo, nelle zone di accesso, nei luoghi comuni, nelle zone di attività sportiva, nonché negli spogliatoi e nei servizi igienici;
  • gel igienizzante;
  • sistema di raccolta dedicato ai rifiuti potenzialmente infetti (es. fazzoletti monouso, mascherine/respiratori);
  • indicazioni sulle corrette modalità e tempi di aerazione dei locali;
  • specifiche attività di filtrazione dell’aria nei locali chiusi ad alta densità di persone o di attività;
  • sanitizzazione ad ogni cambio turno;
  • vietare lo scambio tra operatori sportivi e personale comunque presente nel sito sportivo di dispositivi (smartphone, tablet, ecc.) e di attrezzi sportivi; in alternativa, prevedere adeguate sanitizzazioni.

Invece, coloro che praticano l’attività, hanno l’obbligo di:

  • disinfettare i propri effetti personali e di non condividerli (borracce, fazzoletti, attrezzi, ecc..);
  • arrivare nel sito già vestiti adeguatamente alla attività che andrà a svolgersi o in modo tale da utilizzare spazi comuni per cambiarsi e muniti di buste sigillanti per la raccolta di rifiuti potenzialmente infetti;
  • non toccare oggetti e segnaletica fissa.

16 maggio 2020

MASSIMO FERRERO CONTRO VIRGINIA RAGGI SULLE CONDIZIONI DI ROMA: "BASTA!"

Lo sfogo su Twitter del presidente della Sampdoria nei confronti delle strade romane e non solo

© U. C. Sampdoria Official Twitter Page

Mai banale, nelle lusinghe così come nelle critiche, Massimo Ferrero. Il produttore cinematografico, nonché presidente della Sampdoria, in un tweet rivolto verso la sindaca di Roma Virginia Raggi, ha commentato a modo suo le condizioni in cui ha trovato Villa Borghese.

Massimo Ferrero, classe '51, romano al 100% visto il quartiere di nascita (Testaccio), da ragazzino ha sempre vissuto Roma "dalla strada", con il padre e il fratello autisti di autobus e con la madre che aveva un banco ambulante nel mercato di piazza Vittorio, in zona Esquilino. Forse anche da questo punto di vista privilegiato si è sentito di criticare pubblicamente l'amministrazione capitolina, attraversando le vie della città in bicicletta col figlio.

E naturalmente Er Viperetta non poteva farlo che con neologismi tutti suoi (come i "ratti grandi come nei #horrormovie") con modi a metà tra il serio ed il faceto, insomma con il suo essere irrefrenabile. Tuttavia la critica è seria e riguarda i più grandi nodi da risolvere e su cui c'è molto da lavorare, come le strade ed i rifiuti. Questioni che possono emergere ancora di più in una zona che può rappresentare un'importante valvola di sfogo per i romani in tempi di (sempre più morbido) lockdown, come Villa Borghese.

15 maggio 2020

NUOTO: PALTRINIERI LASCIA COACH MORINI E OSTIA PER INSEGUIRE TRE ORI A TOKYO 2020

"Non provavo più gioia nell'allenarmi", afferma Greg, che con il nuovo allenatore Fabrizio Antonelli punterà più sulle acque libere 

© FIN Official Page


Un cambio improvviso e importante per Gregorio Paltrinieri: la fine di un rapporto vincente per la svolta di una carriera già strepitosa. Il nuotatore carpigiano lascia Stefano Morini ed il centro federale di Ostia per andare all'Acqua Acetosa con Fabrizio Antonelli.

Paltrinieri: "È come la fine di un amore lungo 20 anni"

Cambio che, all'apparenza, non sembrava così imminente, ma a cui il 25enne campione olimpico in carica dei 1500 metri stava pensando da un po'. Greg ha spiegato la sua scelta al sito della FIN, indicando come lo slittamento di un anno dei Giochi olimpici abbia avuto un peso specifico non indifferente: "Il rinvio dell’Olimpiade è stato decisivo e lo voglio prendere come un’opportunità: è stato un momento difficile all’inizio, ma ho capito che dovevo lasciare dietro Ostia, Moro, i compagni, tutto. E sarà così perché cambierò anche casa. A Ostia avevo perso la voglia, in acqua ero arrivato a chiedermi cosa stessi facendo lì. Non mi divertivo più. Ero inquieto. Dopo tanti anni in un posto è normale voler cambiare".

Nessun problema personale col "Moro", con cui in nove anni di collaborazione ha vinto tutto (1 oro olimpico, 12 medaglie mondiali e 12 europee tra vasca lunga e corta). "Lui (Stefano Morini, ndr) è il migliore allenatore che potesse formarmi, crescermi, seguirmi nella vita come a bordo vasca. Il nostro rapporto va ben oltre la piscina, è uno di famiglia. È come la fine di un amore lungo 20 anni. Anche per questo motivo ritengo giusto compiere questa scelta".

L'addio a Morini, a Ostia ("Sono arrivato da ragazzino e sono un uomo") e anche a Gabriele Detti, stretti da un'amicizia che ha spinto entrambi a migliorarsi sempre di più. Ma occorrevano nuovi stimoli ed un nuovo tecnico per poter inseguire un nuovo sogno: il nuoto di fondo in acque libere per una clamorosa tripletta d'oro a Tokyo. "Mi immergo in un altro progetto ambizioso e non temo le sfide: a Tokyo voglio vincere 3 ori, questa è l’unica mia sicurezza. Ora voglio confrontarmi con un tecnico che sia più specializzato nel fondo, in cui credo fortemente, di cui mi fido di più. Giovane e con metodi innovativi che mi servivano. Cresceremo insieme".

Con Fabrizio Antonelli all'Acqua Acetosa: nuovi allenamenti e obiettivi

Per raggiungere questo traguardo, Paltrinieri, insieme al potentino Domenico Acerenza (6º nei 1500 m stile libero agli ultimi mondiali di Gwangju), si affiderà quindi a Fabrizio Antonelli, spostandosi al centro sportivo federale "Giulio Onesti" dell'Acqua Acetosa. Il tecnico, ex atleta 39enne, è una garanzia nel nuoto di fondo: è l'allenatore di Arianna Bridi (un oro e un bronzo agli Europei e un bronzo ai Mondiali di Budapest) e soprattutto di Rachele Bruni (argento olimpico nella 10 km a Rio e vincitrice di tre medaglie mondiali e otto europee). 

UFFICIALE L'ARRIVO DI CARLOS SAINZ IN FERRARI. RICCIARDO VA ALLA MCLAREN

Lo spagnolo, figlio del campione del mondo rally, ha firmato un biennale. L'australiano, che era in ballottaggio per il sedile in rosso, lo sostituirà a Woking. Vettel in Renault?

© F1.com


Come previsto dagli addetti ai lavori nei giorni scorsi, Carlos Sainz Jr. sarà il nuovo pilota della Ferrari a partire dal 2021, quando Sebastian Vettel lascerà la Rossa di Maranello. In mattinata il domino dei sedili del Circus ha visto l'annuncio dell'ingaggio di Daniel Ricciardo alla McLaren che sostituirà lo stesso Sainz. Ancora avvolto nel mistero il futuro dello stesso Vettel.

Firmato un biennale per l'arrivo di Carlos Sainz in Ferrari

Confermate le voci di questi ultimi giorni: dopo sette anni dall'addio di Fernando Alonso, un altro spagnolo siederà sulla Ferrari. Carlos Sainz Jr., figlio del due volte campione del mondo WRC e tre volte campione della Dakar Carlos Sainz, è il profilo ideale individuato da Mattia Binotto. Il giusto mix tra talento ed esperienza da affiancare a Charles Leclerc. Classe '94, ma con all'attivo già 102 gare disputate, è cresciuto nel vivaio della Red Bull. In cinque stagioni di Formula 1 ha militato in Toro Rosso, Renault e McLaren, dove l'anno scorso è stato il cosiddetto best of the rest, classificandosi sesto nel mondiale ed ottenendo il primo podio in carriera, nel Gran Premio di Interlagos.

Binotto: "Il giusto mix di talento e attributi" Sainz: "Entusiasta del mio futuro in Ferrari"

A celebrare l'arrivo di Sainz in Ferrari è lo stesso Mattia Binotto in una nota ufficiale. "Con cinque stagioni già alle spalle, Carlos ha dimostrato di essere molto talentuoso e ha dimostrato di avere le capacità tecniche e gli attributi giusti che lo rendono ideale per la nostra famiglia", ha dichiarato il team principal. "Abbiamo avviato un nuovo ciclo con l'obiettivo di tornare ai vertici in Formula 1. Sarà un lungo viaggio, non privo di difficoltà, soprattutto vista l'attuale situazione finanziaria e normativa, che sta subendo un improvviso cambiamento e richiederà che questa sfida sia affrontata in modo diverso rispetto al recente passato. Riteniamo che una coppia di piloti con il talento e la personalità di Charles e Carlos, la più giovane degli ultimi cinquant'anni della Scuderia, sarà la migliore combinazione possibile per poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati".

Queste invece le parole di Carlos: "Sono molto contento di guidare per la Scuderia Ferrari nel 2021 e sono entusiasta del mio futuro con il team", ha dichiarato. "Ho ancora un anno importante con la McLaren Racing e non vedo davvero l'ora di tornare a correre con loro in questa stagione".

Ricciardo prenderà il posto di Sainz in McLaren

L'altro pilota che era in ballottaggio con Sainz per la Ferrari prenderà il sedile lasciato libero dallo spagnolo. Dopo soli due anni, a fine 2020 terminerà l'avventura di Daniel Ricciardo in Renault: l'australiano andrà nel 2021 in una Mclaren di nuovo motorizzata Mercedes, nella speranza di raggiungere il livello dei top team. Ricciardo, che affiancherà Lando Norris, ha parlato così dell'addio alla Renault che avverrà a fine anno.

Cosa faranno Renault e Vettel?

Ora è proprio dalla Renault che ci si attende la prossima mossa per delineare lo schieramento della stagione 2021, in attesa del via a quella 2020, atteso per inizio luglio. Da capire anche il futuro di Sebastian Vettel, in base alla volontà di continuare a correre e alle offerte che riceverà d'ora in poi. Il matrimonio con la Renault, scuderia ambiziosa e con molte risorse, potrebbe essere la soluzione più logica che completerebbe questo triangolo di sedili, anche se al momento non ci sono conferme a riguardo.

14 maggio 2020

SPIRAGLI PER LA SERIE A: ALLENAMENTI DI GRUPPO DAL 18 E PROPOSTA PER IL VIA IL 13 GIUGNO

Approvate dalla FIGC le modifiche imposte dal Cts sul protocollo. La Lega fissa la data che adesso toccherà al Governo accettare. Spadafora: "Il calcio riprenderà ma solo se in sicurezza"


Giornata positiva nella lunga battaglia sulla ripresa della Serie A. È definitivamente finita la diatriba tra Governo, FIGC e Comitato tecnico-scientifico sul protocollo sanitario da utilizzare per gli allenamenti di gruppo, che avranno così il via libera per il 18 maggio. La Lega di Serie A propone la data per far ripartire il campionato, ma il ministro dello Sport Spadafora prende ancora tempo. Ripresa più concreta rispetto ad una settimana fa ma ancora lontana e vincolata a tanti "se".

Allenamenti collettivi dal 18: le squadre di Serie A possono riprendere a pieno regime

Nella lunga trattativa sul protocollo sanitario, iniziata ormai da diverse settimane e accelerata negli ultimi 7 giorni, si è arrivati ad un accordo tra le istituzione scientifiche, politiche e sportive. Lo ha comunicato lo stesso Ministro per lo Sport e per le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora nell'informativa urgente alla Camera. "Ho ricevuto una lettera del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina", afferma il ministro. "Mi ha comunicato che la FIGC ha accolto tutte le osservazioni del Comitato tecnico scientifico riadattando il proprio protocollo e consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere gli allenamenti collettivi dal 18 maggio". La FIGC quindi ha recepito positivamente le modifiche del Cts su tamponi, responsabilità penale in capo ai medici sociali e l'obbligo di quarantena per la squadra in caso di giocatori positivi.

Via del campionato proposto dalla Lega Serie A per il 13: data utile per terminare anche la Coppa Italia

Nel frattempo la Lega di A ha fatto un passo ancora più in avanti, avanzando la proposta di far ripartire il campionato nel weekend del 13-14 giugno. E’ questo quanto emerso nell’assemblea tenutasi tra i rappresentanti dei 20 club: 16 voti favorevoli contro i 4 che avrebbero preferito giocare il prossimo 20 giugno. Questo il comunicato:

"L'Assemblea della Lega Serie A si è riunita oggi con tutte le Società presenti e collegate in video conferenza. La Lega Serie A ribadisce, nel rapporto con i licenziatari dei diritti audiovisivi 2018-2021, la necessità del rispetto delle scadenze di pagamento previste dai contratti per mantenere con gli stessi un rapporto costruttivo. Per quanto riguarda la ripresa dell'attività sportiva è stata indicata, in ossequio alle decisioni del Governo e in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori, la data del 13 giugno per la ripresa del campionato. L'Assemblea ha inoltre indicato il Dott. Nanni della Società Bologna per rappresentare nella Commissione medico scientifica della Figc le istanze delle Società, che saranno previamente informate in sede assembleare".

Così facendo, si riprenderà dalla 27° giornata, con ultima giornata il 2 agosto, termine ultimo previsto dalla Uefa per finire i campionati. I 4 recuperi della 25° giornata si giocherebbero il 17 giugno, la finale di Coppa Italia il 22 luglio. 

Spadafora: "Vogliamo riaprire il campionato per farlo concludere, il tutto però in sicurezza"

Sempre nell'informativa alla Camera di ieri pomeriggio, Spadafora ha parlato, oltre che delle questioni inerenti al protocollo, anche di quelle sulla possibile ripartenza del campionato, palesando ancora molta cautela e rigidezza nella linea che ha da sempre rivendicato.

"Ci sono esempi molto diversi: la Germania riprende, la Francia ha deciso di bloccare. Questa incertezza di valutazioni l'ho riscontrata tra tutti gli esponenti del modo dello sport: presidenti delle società di calcio, giocatori, opinionisti, giornalisti. A guardar bene siamo stati gli unici come Governo a mantenere la stessa linea di coerenza dal primo all'ultimo giorno. Per quanto riguarda la Germania, invito tutti a considerare il caso della Dinamo Dresda, finita in quarantena per 15 giorni. Non possiamo dunque sottovalutare il problema. Solo qualche settimana fa diversi giocatori sono finiti in quarantena. Vogliamo riaprire il campionato per farlo concludere, il tutto però in sicurezza. La necessità di terminare il torneo deriva da ragioni sportive ed economiche che conosco, soprattutto per i diritti tv".

In conclusione il quadro che viene fuori è sì un po' più chiaro, ma la ripresa della Serie A rimane in sospeso. Il rischio concreto rimane molto incombente: in un qualsiasi momento, che sia il 18 maggio oppure dopo 8 partite, se un solo giocatore o membro dello staff tecnico dovesse risultare positivo, allora lo stop diventerebbe immediato e definitivo. Ma questa partita, della durata di 90 giorni, ha ancora molte fasi da giocare. Nelle prossime settimane si discuterà del protocollo sanitario per le partite e bisognerà aspettare il parere finale del Governo, anche valutando la curva dei contagi. 

L'ADDIO DI SEBASTIAN VETTEL ALLA FERRARI: UNA STORIA D'AMORE CHE TERMINERÀ SENZA GLORIA

Il tedesco lascerà Maranello dopo 6 anni di alti e bassi. Errori, contratto e Leclerc tra le motivazioni. Dopo Alonso, la seconda scommessa senza titolo degli anni Dieci.

© Scuderia Ferrari Official Twitter Page


Tanto tuonò che Sebastian Vettel andò via. Alla fine di questa stagione (ancora ferma ai nastri di partenza causa Coronavirus), il tedesco lascerà la Ferrari, dopo 6 stagioni intense tra trionfi, errori, team radio e polemiche. Questo il resoconto attuale dell'esperienza del quattro volte campione del mondo a bordo della Rossa.

 Stagioni 5
 Gare 101
 Vittorie 14
 Pole position 12
 Podi 54
 Giri più veloci 12
 Punti 1369

I freddi numeri raccontano molto, ma non tutto e di sicuro non le motivazioni di un addio che fa male, nonostante le ultime difficoltà. Per questo è opportuno andare per gradi.

I punti più alti di Sebastian Vettel in Ferrari

Il debutto ufficiale è datato primo febbraio 2015, quando scende in pista per la prima volta con la SF15-T sul circuito di Jerez de la Frontera. Al secondo GP, a Sepang, Seb trionfa ed arriva il primo team radio che fa innamorare i tifosi in rosso: "Grazie ragazzi, forza Ferrari". L'anno di esordio è uno dei migliori per un neoferrarista, con 3 vittorie (Malesia, Ungheria e Singapore) e 13 podi.

L'anno dopo, la vettura più lenta degli ultimi anni portano al tedesco 7 podi e nessuna vittoria, con una Mercedes che ha monopolizzato il campionato. Nel 2017 un'ottima stagione nella prima parte, con le vittorie in Australia, Bahrein, Monaco (dopo un digiuno della Rossa che durava da 16 anni) e Ungheria, prima che il crash con Raikkonen e Verstappen a Singapore compromise la corsa al titolo. Il 2018 è stato l'anno spartiacque con le vittorie più belle: Australia, Bahrein, Canada (dopo 14 anni) ma in particolare il trionfo di Silverstone, con il "A casa loro" esclamato in team radio che faceva sognare i tifosi con una macchina da titolo. Ultima vittoria, la numero 14 e unico urrà del 2019, ancora a Singapore, suo autentico feudo (5 vittorie in carriera).

Gli errori dell'ultimo anno e mezzo: una fiducia smarrita

Come detto, proprio quel 2018 fu spartiacque della storia in rosso di Sebastian Vettel. Il punto chiave è rappresentato dal Gran Premio di Germania, il 22 luglio: un Seb in forma e in testa alla gara, durante uno scroscio di pioggia perde il controllo della vettura e finisce nelle barriere di protezione. Ritiro sanguinosissimo e inizio della discesa, con altri 6 errori pesanti in poco più di un anno. Quella stagione finì con i testacoda a Monza, Suzuka e Austin. La successiva, i testacoda in Bahrein e ancora una volta a Monza, con il tamponamento di Max Verstappen a Silverstone. Seb perde l'opportunità di giocarsi fino in fondo il mondiale 2018 e nel 2019 arriverà quinto nel mondiale, con una fiducia nei propri mezzi smarrita anche per l'arrivo a Maranello di Charles Leclerc.

L'esplosione di Leclerc, la sfortuna e il non sentirsi più prima guida

Il monegasco, prodotto della Ferrari Driver Academy e arrivato dopo una prima stagione di F1 positiva a bordo dell'Alfa Romeo Sauber, aveva già fatto intravedere un grande talento. Ma la stagione 2019 lasciava presagire un'annata in cui il giovane rampante (10 anni in meno di Seb) doveva fare esperienza, col tedesco come prima guida a caccia del titolo iridato. Invece già il secondo GP dell'anno, in Bahrein, ha messo in discussione le gerarchie di Maranello. Charles in pole position, che in gara supera il compagno di squadra contro gli ordini di scuderia e non vince solo per colpa di un problema tecnico, mentre Seb finisce in testacoda in un duello con Hamilton. L'inizio di piccole tensioni tra due campioni, uno del presente in perdita di fiducia (con la sconfitta "a tavolino" del Canada che fa ancora male), l'altro del futuro in rapida ascesa.

Vettel che si traveste in gregario per far vincere Leclerc in Belgio, la polemica di Seb nelle qualifiche di Monza, in cui accusa il compagno di squadra di non aver restituito la scia nel giro lanciato, frizioni a Singapore, Russia e Giappone fino all'inevitabile e clamoroso incidente di Interlagos. La goccia che ha fatto traboccare il vaso tra i due, con Binotto costretto a dover gestire una situazione controversa.

Questione di soldi, di contratti e di Covid per la decisione di separarsi 

Situazione controversa che in quest'ultimo periodo si è trasformata in una trattativa complicata. Vettel nel 2020 in scadenza di contratto mentre Leclerc forte di un legame con la Rossa subito prolungato fino al 2024. Il futuro in rosso tutto dalla parte di Charles che nel primo anno di Ferrari ha fatto capire una stoffa non normale, mettendo subito sotto pressione il compagno di scuderia.

Il periodo discendente a livello di prestazioni, unito ad un legame con la squadra non saldo come all'inizio: una perdita di forza contrattuale, con uno stipendio di circa 40 milioni dollari non più replicabile. Sebastian ha precisato che non è stata una questione di soldi, infatti probabilmente il nodo attorno al quale la trattativa non ha portato alla fumata bianca è stata la durata del prolungamento. Secondo le ricostruzioni, Ferrari offriva un annuale con opzione per il 2022 (anno del cambio di regolamento), mentre Vettel chiedeva almeno un biennale.

Indecisioni che in tempo di lockdown causa Coronavirus si sono acuite. In una stagione che, se non dovessero esserci ulteriori intoppi, partirebbe i primi di luglio, piloti e scuderie sono costretti a fare valutazioni "al buio", senza riscontri in pista, per poter capire l'efficienza delle vetture e la validità dei progetti. Scogli che si sono rivelati insuperabili: l'addio comunicato ieri per la fine del 2020.

Una storia (ed un investimento) finiti male, ancora una volta

Terminerà così l'esperienza di Seb alla fine di una stagione monca, con mille incertezze ma con lo scetticismo attorno alla possibilità di conquistare il mondiale all'ultimo tentativo. Una storia anche d'amore, con un pilota tedesco ma molto mediterraneo in alcuni atteggiamenti, che da subito si è legato alla squadra, diventando oltre che lavoratore un vero e proprio tifoso della Rossa. Anche per questo il suo addio fa ancora più male, oltre ad un investimento che evidentemente non è andato a buon fine.

Dopo cinque anni di Fernando Alonso, cinque (più uno) di Sebastian Vettel: due cicli di pluricampioni del mondo portati a Maranello per vincere ma che, per diversi motivi, non ci sono riusciti. Il tassametro corre: l'ultimo titolo piloti (Raikkonen) è datato 2007, l'ultimo titolo costruttori 2008. Al sostituto di Vettel (sia esso Sainz o Ricciardo, i nomi più caldi al momento) ma soprattutto a Charles Leclerc il compito di riportare l'iride in rosso.

13 maggio 2020

OK AGLI ALLENAMENTI DI GRUPPO DAL 18 MAGGIO. IL CTS CHIEDE MODIFICHE AL PROTOCOLLO FIGC

Ripresa sì, ma con grande prudenza. Il ministro Spadafora al TG1: "In caso di giocatore positivo, squadra e staff tecnico in quarantena. In una settimana la decisione sul campionato"

© Genoa CFC Official Twitter Page


Via libera sì, seppur con qualche importante postilla, agli allenamenti di gruppo. Questo il verdetto finale del Comitato tecnico-scientifico che da un lato permette gli allenamenti dal 18 maggio, ma che da un altro chiede un ulteriore compromesso alla FIGC.

La nota congiunta di Speranza e Spadafora sul via libera agli allenamenti di gruppo

Nel pomeriggio di ieri è arrivato il (tirato) via libera degli esperti con l'annuncio in una nota congiunta del Ministero della Salute e dello Sport. "Il parere richiesto dal Governo sul protocollo presentato dalla FIGC è stato espresso oggi dal Comitato Tecnico Scientifico e conferma la linea della prudenza sinora seguita dai ministeri competenti", si legge. "Le indicazioni del Comitato, che sono da considerarsi stringenti e vincolanti, saranno trasmesse alla Federazione per i doverosi adeguamenti del Protocollo in modo da consentire la ripresa in sicurezza degli allenamenti di squadra a partire dal 18 maggio".

Spadafora: "In caso di positività, squadra e staff tecnico in quarantena"

In serata, in un'intervista al TG1, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha spiegato ancor più nel dettaglio i termini di questo via libera e i relativi punti sui quali la FIGC dovrà adeguarsi. "Il Comitato tecnico-scientifico chiede delle modifiche vincolanti al protocollo della FIGC. Per esempio garantire che se durante gli allenamenti dovesse emergere un positivo, che la squadra e tutto lo staff tecnico restino in quarantena senza nessun contatto esterno. Che siano i medici delle società ad assumersi tutte le responsabilità dell'attuazione del protocollo oppure che i numerosi test molecolari previsti per i calciatori non vengano fatti a discapito di tutti gli altri cittadini. Se la FIGC accetterà tutte queste indicazioni, gli allenamenti potranno riprendere sicuramente il prossimo 18 maggio".

In più, alla domanda sulla ripresa del campionato, il ministro prende tempo, perseverando sull'idea di massima prudenza: "Dalle indicazioni del Comitato tecnico-scientifico emerge che la linea di prudenza che abbiamo avuto fino ad oggi sia quella giusta. Credo che avremo bisogno di almeno un'altra settimana per vedere la curva dei contagi e poter decidere sul campionato".

Ora tocca alla FIGC, ma per vedere i giocatori in campo la strada è ancora ardua

Alla fine della giornata di ieri, la sensazione è di quelle agrodolci. Dopo l'incontro della scorsa settimana il Cts non ha fatto grandi passi in avanti verso la riapertura, ed il Governo ha avvallato questa linea. Delle due strade percorribili non si è scelta la strada tedesca, in cui si isolano solo i contagiati e si prova ad andare avanti, ma la linea più dura, con l'equilibrio molto precario che un solo positivo può ribloccare tutto, e stavolta definitivamente. Con in più la "spada di Damocle" sui medici delle società. Ora si attendono risposte sia dalla categoria in questione che dalla FIGC. Ma la speranza di terminare la stagione 2019/2020 è più che mai appesa ad un filo sottilissimo.


DOPO GIORNI DI LOTTA È MORTO ANDREA RINALDI, GIOVANE CENTROCAMPISTA DEL LEGNANO

Il 19enne giocatore di scuola Atalanta, dopo il malore di venerdì scorso, non ha sconfitto l'aneurisma. Il cordoglio da parte di tutto il mondo del calcio


Andrea Rinaldi non ce l'ha fatta. Il giovane centrocampista classe 2000, dopo tre giorni in rianimazione, è deceduto quest'oggi presso l'ospedale di Varese dove era ricoverato a causa di un malore. Troppo forte l'aneurisma celebrale che l'ha colpito venerdì mentre era a casa, a Cermenate (Como). Immediato il cordoglio da parte dell'intero mondo del calcio espresso via social, in particolare l'Atalanta, società che ha fatto crescere calcisticamente Rinaldi e attualmente ancora proprietaria del cartellino.

"Un ragazzo straordinario, un esempio per tutti. Andrea arrivava agli allenamenti e come prima cosa veniva a salutarmi. A nome della società esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia", questo il ricordo in una nota del presidente della società, Giovanni Munafò.

Centrocampista centrale, Andrea Rinaldi il 23 giugno prossimo avrebbe compiuto 20 anni: è cresciuto nel vivaio dell'Atalanta, società che lo acquistò all'età di 13 anni. Attualmente era in forza al Legnano, in Serie D dopo essere passato, sempre tramite prestiti, per Imolese (Lega Pro) e Mezzolara (Serie D). Quest'anno con la squadra lombarda, tra campionato e Coppa Italia, aveva totalizzato 25 presenze realizzando una rete.


07 maggio 2020

MANCA L’ACCORDO SUL PROTOCOLLO SANITARIO: NULLA DI FATTO ALL’INCONTRO CTS-FIGC

Dopo un'ora e mezza circa di colloquio, manca ancora l'accordo: gli esperti dovranno fare una relazione al Ministero della Salute, che prenderà la decisione definitiva insieme a tutto il Governo. Due i nodi da sciogliere

© FIGC Official Site

Si è concluso da poco l'attesissimo incontro tra Cts e FIGC sulla ripresa degli allenamenti di gruppo e, di conseguenza, del campionato di Serie A. La ripartenza della Bundesliga, annunciata ieri dalla Merkel e calendarizzata oggi, con il primo turno già nel weekend del 16-17 maggio, rappresenta uno spiraglio per l'intero mondo del calcio: anche per questo il confronto odierno destava grande interesse. 

I due nodi del protocollo sanitario: tamponi e giocatori positivi

Il colloquio, durato un'ora e mezza in via telematica, ha visto come protagonisti venti membri del Comitato tecnico-scientifico che hanno posto diverse questioni ai rappresentanti della Federazione, uno su tutti il Presidente Gravina. Il nocciolo della questione è rappresentato dal protocollo sanitario, che permetterebbe alle squadre di allenarsi in gruppo dal 18 maggio: dopodiché sarà possibile programmare la ripresa delle partite.

Due sono le problematiche ancora da risolvere: la disponibilità di tamponi e cosa fare in caso di positività di un giocatore. Nel primo caso alcune squadre si stanno impegnando autonomamente, ma ci sono problemi nel reperimento di tamponi stessi (soprattutto in Lombardia). La seconda problematica, invece, è la più importante, vista la notizia di ieri della positività di un giocatore del Torino e di oggi di sei tesserati della Fiorentina (tre giocatori più tre membri dello staff). Due possono essere le strade percorribili: la strada "tedesca", che prevede la quarantena esclusivamente dei giocatori positivi, oppure la linea più dura che vuole la quarantena di tutte le persone che sono state a contatto. A quel punto tuttavia, sarebbe quasi certa la quarantena dell'intera squadra e l'impossibilità di terminare il campionato in maniera regolare.

Incontro Cts-FIGC con la "fumata nera". Ora tocca al Governo decidere

Insomma, il protocollo sanitario chiaro e condiviso, necessario per poter ripartire, non c'è ancora. In queste ore gli esperti del Cts faranno una relazione che arriverà al Ministero della Salute, con Speranza che a quel punto, deciderà le sorti del campionato con il Premier Conte e con il Ministro dello Sport Spadafora. L'iter quindi sembra essere lo stesso che ha prodotto i Dpcm di questi mesi, con una decisione politica basata sul consiglio (molto ascoltato) degli esperti del Cts. Nei prossimi giorni è attesa la sentenza definitiva.


06 maggio 2020

C’È IL SÌ DELLA MERKEL, LA BUNDESLIGA RIPARTIRÀ A MAGGIO. DOMANI VERTICE FIGC-GOVERNO

La cancelliera tedesca dà l'ok per la ripresa di Bundesliga e Zweite Liga (la Serie B tedesca). Uno spiraglio anche per la Serie A, in attesa dell'incontro sul protocollo sanitario

© DFL Deutsche Futball Liga Official Twitter Page

Una prima buona notizia per la ripartenza dello sport e del calcio in particolare: la Bundesliga verrà portata a termine. Dopo l'incontro con i rappresentanti dei 16 Länder tedeschi, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha dato il suo benestare alla ripartenza del massimo campionato e della Zweite Liga (la Serie B tedesca). La data non è ancora certa e sarà comunicata a breve, ma sarà entro la fine del mese: difficile la prossima settimana, più presumibile il weekend tra venerdì 22 e domenica 24.

L'AD della Bundesliga: "Occorre una grande responsabilità dei club"

Christian Seifert, amministratore delegato della Federcalcio tedesca (DFL, Deutsche Fußball Liga), ha dichiarato: "La decisione di oggi è una buona notizia per la Bundesliga e la Zweite Liga. È collegata ad una grande responsabilità da parte dei club e i loro dipendenti nell'applicazione dei requisiti medici e organizzativi in ​​modo disciplinato. Le partite senza spettatori allo stadio non sono la soluzione ideale per nessuno. Tuttavia, in una crisi che minaccia l'esistenza stessa di alcuni club, è l'unico modo per mantenere le leghe nella loro forma attuale. In questo giorno vorrei ringraziare i decisori politici dei governi federali e statali per la loro fiducia". Sono 82 le partite da completare, nove turni interi più Werder Brema - Eintracht Francoforte della 24° giornata. Un mini-campionato con il Bayern Monaco in testa, che dovrà difenderà 4 punti di vantaggio dal Borussia Dortmund, e 5 dal Lipsia.

Serie A: domani incontro FIGC-Governo per l'intesa sul protocollo sanitario

La decisione del governo tedesco può aprire uno spiraglio anche per gli altri Paesi che stanno discutendo sulla possibile riapertura delle competizioni. In Italia con molta probabilità domani, nell'incontro tra FIGC e Governo, si giocherà una partita fondamentale: l'intesa tra le parti per un protocollo sanitario condiviso sugli allenamenti di gruppo, in programma dal 18 maggio. Il Ministro dello Sport e delle Politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, intervenuto questo pomeriggio in Parlamento ad un Question Time, ha ribadito: "Auspico la ripresa dei campionati ma allo stesso tempo ad oggi è impossibile definire una data certa perché dobbiamo verificare come reagirà la curva dei contagi nelle prossime due settimane. Dovremo ricevere anche le valutazioni del comitato tecnico-scientifico e solo allora il Governo potrà decidere".


05 maggio 2020

IL CALENDARIO PARZIALE DELLA RIPRESA DEGLI ALLENAMENTI IN SERIE A

Da ieri in campo Lecce e Sassuolo, in settimana certa la ripartenza di 11 squadre tra cui Roma, Lazio e Milan. Inter, Juve e Napoli in attesa di date certe e del ritorno degli stranieri. Cagliari, Brescia e Spal non ripartiranno senza protocollo

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Dopo le prime aperture regionali, ed il conseguente ok del Viminale dato domenica, tutte le squadre di Serie A dal 4 maggio possono autorizzare ai propri tesserati la ripresa degli allenamenti in forma individuale. Così si stanno riaprendo le porte dei centri sportivi delle società, seppur con forti limitazioni di strutture e di personale, in attesa del via agli allenamenti di gruppo, previsto teoricamente per il 18 maggio. Tuttavia la situazione di stallo attorno alle decisioni politiche ha fatto sì che, nonostante questa apertura, le società abbiano avuto un approccio molto diversificato. L'ago della bilancia in questo senso riguarda il protocollo sanitario, vero e proprio oggetto di trattativa tra FIGC e Governo. A cascata dipenderanno i vari DPI, distanziamenti, tamponi e test sierologici. Anche qui nell'attesa ognuno ha previsto un proprio iter.

Il calendario delle date certe sulla ripresa degli allenamenti in Serie A

Data
Squadra
lunedì 4 maggio
Sassuolo, Lecce
martedì 5 maggio
Atalanta, Bologna, Udinese
mercoledì 6 maggio
Sampdoria, Lazio
giovedì 7 maggio
Roma, Milan
venerdì 8 maggio
Fiorentina, Torino

Da ieri sono rientrate in campo Sassuolo e Lecce. I neroverdi, che possono usufruire in maniera volontaria del Mapei Football Center, si sono allenati a due a due su 4 campi, a rotazione per tutta la giornata. Non è presente alcun membro dello staff tecnico ed i giocatori si allenano in completa autonomia: arrivati al centro sportivo già pronti per allenarsi, con le borracce d'acqua e integratori personali, finita la seduta risalgono nella propria auto per fare la doccia a casa propria. Discorso simile per i giallorossi che, sempre individualmente e facoltativamente, utilizzano esclusivamente il manto erboso del Via del Mare e la pista di atletica, nel pieno rispetto delle norme di distanziamento sociale.

Da oggi hanno ripreso ad allenarsi individualmente l'Atalanta a Zingonia, il Bologna a Casteldebole e l'Udinese al Centro sportivo "Dino Bruseschi". In più a sorpresa, anche alcuni giocatori della Juventus (Ramsey e Bonucci) hanno avuto in giornata la possibilità di accedere ai campi della Continassa.

Domani sarà la volta della Sampdoria a Bogliasco e della Lazio a Formello, mentre giovedì toccherà rispettivamente a Roma e Milan, con quest'ultima impegnata in questi giorni a fare visite mediche molto approfondite (al momento però senza tamponi). Date certe anche per Fiorentina e Torino, che riprenderanno venerdì.

Rebus su Napoli, Inter e stranieri della Juventus

Per alcune big ci sono nodi e vuoti di comunicazione che rendono incerta la ripresa degli allenamenti individuali. Per l'Inter di Antonio Conte la prima data fissata era quella odierna, ma successivamente si è deciso di effettuare prima i test fisici. Probabile che le prime sedute di allenamento vengano effettuate verso il fine settimana, così come i giocatori del Napoli, i quali in queste ore si stanno sottoponendo a test sierologici per tutti e due tamponi a testa nello spazio di 72 ore. Per la Juventus come detto le porte del centro sportivo sono state teoricamente riaperte. Alla spicciolata nei prossimi giorni si alleneranno anche gli italiani e coloro rimasti in Italia a passare la quarantena. Tuttavia sono ben dieci gli stranieri tornati a casa e, dal loro rientro, dovranno osservare 14 giorni di isolamento. Tornato in queste ore Cristiano Ronaldo, mancano all'appello Higuain, Rabiot, Matuidi, De Ligt, Szczesny, Alex Sandro, Douglas Costa, Khedira e Danilo.

L'opposizione di Brescia, Cagliari e Spal senza un protocollo condiviso


Mentre non ci sono date certe per Genoa e Verona, c'è chi non è convinto di questa ripartenza. È il caso di Spal, Brescia e Cagliari, che tengono chiusi i rispettivi centri sportivi fino a che non ci saranno regole certe e condivise sugli allenamenti. Il riferimento è al protocollo sanitario già citato, oggetto di trattativa tra Governo (con il Comitato tecnico-scientifico) e FIGC (con la propria Commissione tecnico-scientifica, di cui fa parte anche Walter Ricciardi), che aveva già presentato un progetto 10 giorni fa sia bocciato dal Cts che da 17 medici su 20 di Serie A.