29 giugno 2020

RIMONTE DI LAZIO E INTER, LE RINCORSE DI NAPOLI E MILAN: LA 28° GIORNATA DI SERIE A

40 gol in un solo turno, tante emozioni ma in testa vincono tutte tranne una Roma uscita a pezzi da San Siro, così come la Samp in zona salvezza 

© SS Lazio Twitter Official Page

Prosegue la tendenza di questa altalenante Serie A post-Covid: in mancanza dei tifosi sugli spalti le emozioni non mancano tra gol, ribaltoni e, come sempre, polemiche arbitrali. Nonostante tutto, le prime quattro vincono conservando l'una sull'altra un margine di 4 punti.


Juve sul velluto, la Lazio tiene affannosamente la scia

I bianconeri chiamano, i biancocelesti rispondono (seppur all'ultimo). La banda Sarri, che a fine stagione saluterà Pjanic e troverà Arthur, risolve la pratica Lecce nel secondo tempo, favorita dall'espulsione di Lucioni a fine primo tempo. Dopo gol mangiati e parate di Gabriel, nella ripresa segna e diverte con i tre diamanti. I grandi gol di Dybala e Higuain, più un Ronaldo che, oltre ad aver trasformato il rigore, ha brillato anche in versione assistman. Il poker firmato da De Ligt ha completato una serata che doveva essere tranquilla e così è stato.

Più complicato era l'ostacolo della Lazio, costretta a vincere sabato contro una Fiorentina arcigna. La Viola, passata in vantaggio con un grande gol di un ritrovato Frank Ribéry, ha tenuto bene il campo rischiando un paio di volte di raddoppiare. I biancocelesti hanno mostrato la versione appannata apparsa nel lungo periodo a Bergamo ed hanno provato a rimettere le cose a posto più con la tenacia che con le idee, prima dell'arrivo di un pizzico di fortuna. Il rigore su Caicedo, che sembra cadere prima del contatto con Dragowki, ha spianato la strada all'Aquila, prima con la trasformazione di Immobile e poi con il match-winner Luis Alberto, con progressione da metà campo e tiro da fuori su rimpallo di Igor.


L'Inter la risolve con la testa, ma deve guardarsi dall'Atalanta

Discorso molto simile per l'Inter, che nel posticipo di ieri sera al Tardini ha ottenuto una vittoria non meritatissima ma pesante. Il gol di Gervinho, che ricorda quello di Ribéry di 24 ore prima, ha messo l'Inter sotto pressione. Si sono così creati i binari migliori per il Parma, vera scheggia impazzita di questa Serie A, molto pericoloso in contropiede in una ripresa che ha visto i nerazzurri stabili nella metà campo avversaria ma senza quelle combinazioni giuste viste contro la Sampdoria.

Nell'ultimo quarto d'ora l'Inter ne è venuta a capo grazie alla testa: prima da calcio d'angolo De Vrij, dopo 120 secondi un indisturbato Bastoni su cross al bacio di Moses. Per Conte (in tribuna al Tardini) una vittoria preziosa, venuta fuori anche grazie ai cambi. Ma la sensazione è che da ora in poi ogni punto fatto non sia per avvicinare le prime due ma per tenere a distanza la lanciatissima Atalanta.

La Dea è l'unica squadra che non sembra essersi fermata con il lockdown, e detto alla squadra di Bergamo fa un certo effetto. La sesta vittoria consecutiva lancia definitivamente i nerazzurri al quarto posto, ora con 9 punti di vantaggio sulla Roma. È stata sbancata anche la Dacia Arena di Udine grazie ad una panchina stellare, con Luis Muriel che quando entra a partita in corso il più delle volte è disarmante: punizione capolavoro sotto l'incrocio e botta da fuori all'angolino, per un totale di 9 gol da subentrato, record in Serie A. Per Gasperini non è tutto oro quel che luccica, perché c'è una difesa da registrare (5 gol subiti nelle 3 giornate post-Covid), ma con un attacco così...


Zona Europa: la presenza del Milan, l'assenza della Roma, la rincorsa del Napoli

A 10 giornate dalla fine, sembra chiaro il quadro delle 4 italiane qualificate alla prossima Champions League. Per questo la bagarre si accende dietro grazie alla vittoria del Milan nello scontro diretto contro la Roma. I rossoneri hanno ripreso il campionato al meglio con due vittorie su due e, anche senza Ibrahimovic, sembrano muovere passi importanti dal punto di vista della personalità. Vittoria dal peso specifico enorme, la prima contro una big quest'anno, soprattutto al termine di un secondo tempo dominato. La Roma, in partita solo per un tempo e poi sparita dal campo, deve ringraziare Mirante per essere rimasta in partita fino agli ultimi minuti. Un passo indietro preoccupante rispetto al match infrasettimanale con la Samp, in virtù di ritmi bassissimi (il caldo del pomeriggio milanese è una giustificazione solo parziale) e pochissime idee, con un Zappacosta disastroso ed un Dzeko che, se appannato, penalizza tutta la squadra. Per Fonseca la corsa al quarto posto termina qui, anzi: il Napoli (-3) e lo stesso Milan (-6) sono le rivali su cui fare la corsa e mantenere il quinto posto.

Napoli che prosegue la sua marcia sulla scia della Coppa Italia: quinta vittoria consecutiva in Serie A per Gattuso che batte una Spal volenterosa, alla ricerca di punti salvezza, che non ha potuto colmare il gap tecnico presente. È evidente come le due squadre, rispetto al match di andata di fine ottobre (terminato 1-1 al Mazza di Ferrara) sia completamente diverso. Insigne, Callejon, Mertens e Fabian Ruiz quando azzeccano tutte le geometrie ad alta velocità rendono il tutto più facile e gli azzurri mettono nel mirino la Roma.


Zona Salvezza: nell'immobilismo generale, il rimpianto (con polemica) del Brescia

Se in testa vincono tutte, in coda, come prevedibile, scarseggiano punti. Era difficile fare punti in questo turno per Lecce (all'Allianz Stadium con la Juve) e Spal (al San Paolo di Napoli). Torino e Fiorentina, sconfitte rispettivamente a Cagliari e Roma, non si allontanano dalla zona rossa, distante 7 punti. Se a Marassi la Samp continua a perdere punti preziosi, con un Claudio Ranieri furioso per la gestione arbitrale, l'altra genovese era impegnata a Brescia per lo scontro salvezza della settimana. La vittoria era necessaria per entrambe ma in particolare per le rondinelle, passate in doppio vantaggio dopo nemmeno un quarto d'ora. Ma la rimonta su rigore di Iago Falque e Pinamonti condanna la squadra di Diego Lopez (anche lui contrariato per gli episodi arbitrali) ad un pareggio amaro: un'occasione persa, forse l'ultima per riavvicinare il quart'ultimo posto occupato proprio dal Grifone. Spal e Brescia, a -8 con 10 partite al termine, hanno un piede in B.

Fiorentina31
Torino31
Udinese28
Genoa26
Sampdoria26
Lecce25
Brescia18
Spal18
La classifica

Ci Piace e Non Ci Piace: Sassuolo-Verona e il Var (ancora una volta)

Non catalogata come sfida salvezza, visto che il Verona è dalla parte sinistra della classifica ed il Sassuolo viaggia con 9 punti di vantaggio dal Lecce, la sfida più divertente della giornata. Dalle zero emozioni del primo tempo ai sei gol della ripresa, molti dei quali di pregevole fattura. La squadra di De Zerbi, con un andamento in questa stagione spesso da montagne russe, ha acciuffato il secondo 3-3 consecutivo dopo quello di San Siro contro l'Inter. E Boga cresce sempre di più, lievitando il valore di mercato. Per il Verona, avanti fino al 97', il piccolo rammarico di non aver riavvicinato la zona Europa League.

Ennesimo giro sul banco degli imputati per il Var, reo di aver scatenato polemiche un po' in ogni dove. Tre questioni su tutte: il rigore di Caicedo a Roma, il primo penalty concesso al Genoa e quello non concesso alla Sampdoria con la manata evidente su La Gumina. Episodi seppur non nettissimi a velocità naturale, facilmente smascherabili al Var, sia esso da chiamare oppure con l'arbitro "di sedia" che richiama quello in campo. Tre episodi che, a conti fatti, hanno cambiato la partita di tre sfide con punti pesanti in palio in testa e soprattutto in coda. Ancora una volta non ci siamo.

25 giugno 2020

SERIE A: LA RIPARTENZA AGRODOLCE DI LAZIO E ROMA. RIMONTE DAL SAPORE OPPOSTO

Biancocelesti che escono da Bergamo con il rammarico di aver dilapidato due gol di vantaggio ed ora a -4 dalla Juventus. Giallorossi che si aggrappano ad un sontuoso Dzeko per coltivare speranze Champions

Lazio e Roma erano le ultime due squadre del campionato a ripartire e destavano particolare interesse. I biancocelesti erano impegnati in una delle trasferte più difficili del campionato per ricominciare l'inseguimento alla Juve, la Roma per avvicinare proprio l'Atalanta impegnata con i cugini. Risultati opposti, con rimonte fatte e subite, che pesano in classifica.

Il rammarico della Lazio a Bergamo: vetta della Serie A a -4

Era il primo big match di Serie A post-Covid, dal peso specifico enorme: la finale della Coppa Italia dello scorso anno con due tra le squadre più belle in campo. In effetti, lo spettacolo non è mancato, ed in queste prime partite l'andamento "otto volante" ha insegnato che i risultati possono essere facilmente ribaltabili, vedasi il 3-3 dell'Inter nel pomeriggio.

La Lazio, dopo 116 giorni dinattività, è partita come meglio non poteva: autogol di De Roon su cross basso di Lazzari dopo una rapida ripartenza e destro preciso da fuori di Milinkovic-Savic. Dopo 11 minuti è 0-2, con la Dea che non prendeva due gol nel primo quarto d'ora addirittura dal 2012. La pecca della banda Inzaghi è stata quella di aver permesso ai bergamaschi di accorciare le distanze prima dell'intervallo (ottavo gol quest'anno di Gosens).

I biancocelesti hanno avuto altre occasioni per fare il tris, ma poi è (comprensibilmente) calata alla distanza. Anche il pareggio è avvenuto con un grande colpo di un singolo, il missile terra-aria di Malinovskyi. Il ribaltone firmato Palomino invece grida ancora vendetta, visto il cross da corner sul secondo palo con Strakosha che rimane a mezza via. La prima partita da affrontare dopo quasi 4 mesi è sempre complicata, specialmente contro una squadra che s'intende a meraviglia e che aveva già 90 minuti nelle gambe, ma il vantaggio di due gol dilapidato in questo modo fa male. Nulla è precluso, ma la Juventus adesso ha un "break" di vantaggio.

La Roma crea, soffre, sbanda e alla fine rimonta con un super Dzeko

Contemporaneamente all'Olimpico la Roma rimane ancorata alla speranza di un posto Champions, nonostante l'Atalanta abbia superato indenne uno scoglio notevole. Tuttavia la ripresa dei giallorossi è stata molto altalenante. Fonseca ha schierato una formazione con diverse sorprese (Ibanez al centro e Carles Perez-Pastore-Mkhitaryan sulla trequarti) ed ha iniziato col piglio giusto, grazie ad un Dzeko da subito pericoloso. Nel primo quarto d'ora uno strepitoso Audero ha impedito alla Roma di passare in vantaggio prima di andare sotto, con un errore da matita blu di Ibanez trasformato in oro da Gabbiadini.

Una Roma propositiva ma con evidenti svarioni difensivi ha rischiato di subire il raddoppio, ma con il passare del tempo è cresciuta. Ha cercato e trovato il pari con uno splendido sinistro al volo di Dzeko (imbeccato dal neo entrato Pellegrini) e al minuto 85 ha ribaltato la contesa sempre col bosniaco, sempre al volo ma col destro (su lancio lungo di un altro subentrato, Cristante). Per Edin una doppietta speciale: il numero 104 in giallorosso vale il quinto posto all time nella storia della società capitolina, superando Manfredini.

Per la Roma è un sospiro di sollievo, che non avvicina l'Atalanta ma tiene a distanza il Napoli. La Sampdoria dell'ex Ranieri, invece, ha subito la seconda sconfitta in quattro giorni: preoccupante ma indolore in ottica salvezza, viste le sconfitte delle inseguitrici.


23 giugno 2020

LE FOLLIE DEL TENNIS SUL COVID: ANCHE DJOKOVIC POSITIVO DOPO UN TORNEO

Dopo i colleghi Dimitrov, Coric e Troiki, è contagiato anche il numero uno serbo, reo di aver promosso un torneo nato con intenzioni benefiche ma rivelatosi scellerato (con annesso focolaio)

© Novak Djokovic Official Twitter Page

L'epilogo più temuto è arrivato, e così il mondo del tennis alza un polverone inimmaginabile sulla questione Covid e ripartenza. Ed il protagonista è il numero 1 del mondo, il serbo Novak Djokovic, che ha appena annunciato la sua positività al virus assieme alla moglie.

"Sono risultato positivo, come mia moglie Jelena, mentre i miei figli sono negativi. Tutto ciò che abbiamo fatto nell'ultimo mese lo abbiamo fatto con le migliori intenzioni. Il nostro torneo era stato pensato per unire e mandare un messaggio di solidarietà, lo abbiamo organizzato quando il virus era diventato meno aggressivo. Sfortunatamente è ancora presente e dovremo imparare a conviverci. Sono davvero dispiaciuto per tutte le persone che sono state colpite. Io rimarrò in auto-isolamento per 14 giorni e poi ripeterò il test tra cinque giorni."

Queste le parole del campione serbo, che in ordine di tempo è il quarto tennista contagiato dopo il bulgaro Grigor Dimitrov, il croato Borna Coric ed il serbo Viktor Troicki, senza considerare partner e membri degli staff tecnici dei giocatori (come la moglie incinta di Troicki, l'allenatore di Dimitrov ed il preparatore atletico di Nole).


Un torneo di tennis per il Covid trasformatosi in pro-Covid

Tutti i contagiati in questione derivano dall'Adria Tour, al centro delle polemiche di questi giorni. Organizzato dal serbo in favore delle vittime del Covid (con annesso incasso dedicato), prevedeva tappe in tutta la penisola balcanica: Belgrado, Zara (Croazia), Montenegro e Banja Luka (Bosnia-Erzegovina). Dato il minor impatto del Coronavirus in quelle zone, la scelta è stata quella di far giocare le partite senza alcuna limitazione (pubblico sugli spalti, raccattapalle, nessun distanziamento sociale tra i giocatori), ma quello che ha destato ancora più scalpore è rappresentato dalle manifestazioni di contorno, su tutte la festa in discoteca al termine della prima tappa nella capitale serba.

Musica, divertimento e tennisti seminudi (oltre ai già citati ci sono l'austriaco Thiem, il croato Cilic ed il tedesco Zverev, tutti finora negativi). Dopo la notizia della positività di Dimitrov è avvenuto l'annullamento del torneo, a cui mancava solo l'atto finale della tappa di Zara. In successione gli altri giocatori, fino ad oggi. Senza considerare le persone accorse ad assistere, il cui numero sarà più chiaro solo nei prossimi giorni.


Novak Djokovic, un campione di solidarietà ma anche no-vax

Inevitabile dunque che ora si sollevino le polemiche, con destinatario Nole Djokovic. Al netto di diverse figure istituzionali che comunque hanno dato l'ok al torneo in forma pubblica, colpisce la leggerezza di un campione nell'affrontare l'argomento. Soprattutto dopo che nei mesi scorsi aveva donato per l'emergenza sia a Belgrado che nella nostra Bergamo (Djokovic, amico di Fiorello, è da sempre amante del nostro Paese).

Le posizioni molto vicine ai no-vax poi, esplicitate più volte e ribadite in tempo di Covid, non fanno che aumentare il rumore per ciò che è successo e che si è scatenato.

Djokovic, uno dei tennisti più forti della storia e con un seguito di oltre 16 milioni di followers considerando tutti i social, non è un personaggio qualunque: le posizioni no-vax possono essere opinabili, ma non è questo il punto. L'aver organizzato un torneo di tennis a favore del Covid, diventato poi propagatore del virus, è la dimostrazione di una grave mancanza di tatto che un personaggio del genere non può permettersi in una situazione del genere. Con il rischio concreto di diventare il "Boris Johnson dello sport mondiale", l'esempio dato è il più sbagliato possibile, visti gli oltre 150mila contagi giornalieri nel mondo.

22 giugno 2020

LE VITTORIE DELLA LOMBARDIA DEL PALLONE E GEORGE FLOYD: È RIPARTITA LA SERIE A

Lukaku-Lautaro già a pieno regime, mentre Atalanta e Verona riprendono da dove avevano lasciato. Sensazioni sparse sui recuperi che hanno sancito il ritorno della Serie A


© Inter FC Official Site 

Dopo 103 giorni, e dopo l’aperitivo di Coppa Italia, è arrivata anche la Serie A, o meglio il suo antipasto, con i 4 recuperi della 25° giornata che hanno sancito la ricandidatura dell’Inter nella lotta scudetto e non solo.


Lukaku-Lautaro-Eriksen: Conte torna in pista

In Coppa Italia è sembrata la squadra più in forma di tutte, nonostante l’eliminazione in semifinale. E nel recupero contro la Sampdoria sono arrivate anche le prestazioni individuali che mancavano. Per l’Inter era necessario vincere, per tornare a credere nella possibilità di vincere lo scudetto, nessun altro risultato era concesso. L’obiettivo è stato raggiunto, ma non senza qualche patema. Le previsioni delle settimane scorse sembrano essere confermate: ritmi bassi e molto altalenanti durante le partite, per una maggiore imprevedibilità. Per questo la leggera sofferenza finale, dopo che la Samp è rientrata in partita con Thorsby, è giustificata.

Ma i segnali che ha dato l’Inter non sono da sottovalutare: l’approccio è stato di stampo contiano, la ripartenza per il primo gol con la triangolazione in area tra Eriksen e Lukaku stupenda, e con il gol di Lautaro sono 2 reti avvenute con il giocatore davanti la porta. Forse c’è qualche demerito della retroguardia blucerchiata, però quando gira Eriksen (ed ora sembra davvero arrivato il suo momento) i nerazzurri possono essere devastanti.


Atalanta e Verona riprendono con le candidature europee

Per l’Atalanta quella contro il Sassuolo non era una partita come le altre. Dopo l’euforia post-Valencia la città ha vissuto uno dei momenti più terribili della propria storia: i contagi, le terapie intensive al collasso e le bare trasportate con i camion militari sono immagini che rimangono indelebili per tutta Italia, in particolare per il popolo bergamasco. Per questo, rivedere subito la Dea meravigliosa degli ultimi tempi pre-Covid, fa piacere per il mondo del calcio ma anche per la città in sé. Con un Duvan Zapata mattatore, l’Atalanta riprende la marcia di consolidamento del quarto posto, con sei punti di vantaggio sulla Roma. Uniche pecche nella domenica da poker l’espulsione di Gasperini e la squalifica di Pasalic per il big match di mercoledì contro la Lazio.

Altra squadra che gioca, piace e vince come a febbraio è il Verona di Juric, che al Bentegodi stende il Cagliari e si porta al settimo posto solitario scavalcando Parma e Milan, a -1 dal Napoli sesto. Mattatore della serata Samuel di Carmine, autore di una splendida doppietta (una perla la seconda marcatura con una botta dai 20 metri sotto l’incrocio). L’espulsione di Borini prima dell’intervallo ha condizionato i gialloblu ma il Cagliari è solamente riuscito ad accorciare le distanze con Simeone senza impattare. Non entusiasmante il ritorno in Serie A di Walter Zenga.


Il ricordo della Serie A a George Floyd: le reti e i gesti di N’Koulou e Lukaku

La serata di San Siro, oltre a ricordare Mario Corso scomparso sabato, è stata anche teatro della protesta silenziosa di Romelu Lukaku. Il centravanti belga, insieme al difensore del Torino N’Koulou andato in rete il giorno prima, ha voluto ricordare George Floyd. In Italia quindi, dopo alcune proteste andate in scena nelle piazze italiane, anche gli sportivi vogliono testimoniare la vicinanza per un argomento caldissimo nelle ultime settimane, soprattutto oltreoceano. Ma il gesto proprio di Lukaku, vittima pochi mesi fa di cori razzisti a Cagliari, dimostra come, anche nel nostro Paese, la strada da fare sia ancora moltissima.

20 giugno 2020

DAL CONSIGLIO MONDIALE RIMANE LO STALLO SUL CALENDARIO WRC

La FIA prende ancora tempo sulle date e i luoghi per terminare un mondiale che al momento vede tre tappe fatte e tre ancora in calendario. Decise limitazioni per diminuire i costi e una bozza per il mondiale 2021

© Toyota Gazoo Racing WRC Facebook Page

Dopo il Consiglio Mondiale della FIA vengono fuori solo pochi dettagli sul prosieguo del mondiale WRC, fermo alla vittoria di Sebastien Ogier in Messico di metà marzo.

Sono state decise alcune limitazioni delle componenti, per ridurre i costi in previsione della ripartenza del mondiale. Qualora ci fossero otto o meno tappe nel 2020 (soluzione possibile a questo punto), ci sarà la riduzione del numero di motori utilizzati dai team, che scenderanno da tre a due. Limitazioni anche per i test pre-evento, ridotti a un giorno per ogni pilota per le case iscritte ai round europei del WRC.

Al netto di queste misure regolamentari, rimane assoluto mistero riguardo il calendario per terminare il WRC 2020. Dopo gli annullamenti in serie nell'ultimo mese di (nell'ordine) Kenia, Finlandia, Nuova Zelanda e Galles, e quello precedente del Portogallo, rimangono in calendario le tappe in Turchia (24-27 settembre), Germania (15-18 ottobre) e Giappone (19-22 novembre). Ci sono alcuni silenzi "conservatori" nei comitati organizzatori, tra reali difficoltà organizzative e timori di possibili nuove ondate di contagio in autunno.

Rispetto agli altri eventi del Motorsport, il mondiale Rally aveva già completato tre appuntamenti (Monte Carlo, Svezia e Messico) ma più di altri farà fatica a ripartire, visti i grandi spostamenti a cui sarebbero chiamate le case automobilistiche. E dopo il Consiglio Mondiale di ieri, la sensazione che emerge da questo temporeggiamento è di un leggero pessimismo dei vertici mondiali.

Tuttavia la FIA si è portata avanti per l'anno prossimo, stilando una bozza provvisoria del calendario per il 2021, che prevederebbe le tappe nel Principato di Monaco, Finlandia, Svezia, Kenia, Spagna, Italia, Giappone e Australia.

19 giugno 2020

LE (MINI)SENTENZE DI COPPA ITALIA: IL TRIONFO DI GATTUSO, LA SCONFITTA DI SARRI

Nella prima finale post-Covid, tra prestazioni individuali mediocri e alcune incoerenze nei festeggiamenti, emergono i momenti opposti dei due allenatori

© SSC Napoli Official Twitter Page


In un Olimpico deserto, la finale di Coppa Italia non regala un grande spettacolo (com'era prevedibile) ma emozioni e qualche sentenza.

Sia chiaro: bisogna ancora aspettare per la vera condizione delle squadre, tutte in fase di rodaggio. Arriveranno le partite di alto livello: per questo, giudicare la prestazione dei singoli non sarà argomento centrale di questa analisi. È presto per fare processi ai vari CR7 (quanto meno prematuro) e Pjanic (sottotono anche prima del Coronavirus). Da sottolineare invece che un 42enne è riuscito a portare la Juventus ai rigori.

È innegabile quindi che queste prime semi-sentenze (semi, vista la modalità particolare di questa "Final Four") non possono che riguardare le squadre più in generale. Soprattutto in una serata a reti bianche, è stata la serata degli allenatori che avevano di fronte un bivio importante, c'era il primo trofeo nazionale personale in palio.


La Coppa Italia ha consacrato Gattuso, una vittoria meritata per l'allenatore e per l'uomo

Bisogna riavvolgere brevemente il nastro all'11 dicembre 2019 quando, poche ore dopo la qualificazione agli ottavi di Champions League, Aurelio De Laurentiis chiama Rino Gattuso per prendere il posto di Carlo Ancelotti. Un ambiente che, nonostante la qualificazione, è a pezzi: giocatori contro la società, Insigne e Mertens irriconoscibili, un settimo posto lontano dalle prime posizioni. Gattuso ha raccolto una situazione complicatissima e non ci ha messo poco a carburare: le prime sei partite sono state 4 sconfitte, di cui ben 3 al San Paolo.

Ma partendo dalla Coppa Italia Rino ha cominciato a trovare la quadra con una ripresa evidente partita da fine gennaio. Vittoria nei quarti contro la lanciatissima Lazio e nella semifinale d'andata a San Siro contro l'Inter, il successo proprio sulla Juventus in campionato ed il pareggio in Champions col Barcellona dopo una grande prestazione. La pausa ha fermato la rincorsa del Napoli ma soprattutto ha fermato la vita di Francesca, la sorella minore dell'allenatore, morta a soli 37 anni.

E l'emozione di Gattuso, tra la semifinale di ritorno e la finale, non è potuta passare inosservata. Il suo primo trofeo da allenatore, ottenuto battendo le prime tre in classifica in campionato, è più che mai meritato, soprattutto al termine di una partita di cuore e sacrificio, che solo per un colpo di reni di Buffon è stata portata ai rigori. Con gli accadimenti fuori dal campo che hanno reso il tutto più profondo: è la vittoria di un grande uomo, prima di un grande allenatore.


La sconfitta di Maurizio Sarri, un allenatore già con le spalle al muro

Dall'altra parte del campo però, di fronte ad una vittoria meritata, emerge la sconfitta della squadra sulla carta favorita che è già arrivata alla seconda finale di fila persa. Dopo la Supercoppa italiana andata alla Lazio a dicembre, per la Juventus è una sconfitta amara: una Coppa Italia, sfuggita in queste circostanze, non può comunque andare giù ad un'ambiente la cui filosofia è "la vittoria è l'unica cosa che conta". E questo fattore, per Maurizio Sarri, rischia di diventare un grande pericolo, anche alla luce del nervosismo emerso in quella risposta nella conferenza stampa della vigilia.

La Juventus aveva approcciato il match come nella partita di venerdì contro il Milan, cioè con il piglio giusto. Ritmi buoni e pressing alto, che hanno portato subito all'occasione di Ronaldo, sventata ottimamente da Meret. Dopodiché, la sterilità assoluta. Possesso palla lento e soluzioni offensive affidate solo a innumerevoli cross al centro che si sono rivelati inutili, con Koulibaly e Maksimovic maestri del gioco aereo. Uniche note liete le prestazioni di Dybala e Buffon, che però hanno peccato nella lotteria dei rigori.

Squadra e allenatore allo sbando? Non è detto, ma alla Juventus basta poco per essere con le spalle al muro. Il computo parziale recita due trofei sfuggiti, un campionato dove non c'è alcun margine da gestire, ed una Final 8 di Champions da conquistare con una rimonta. Un ambiente esigente che non lesina critiche, una condizione fisica da recuperare in fretta, una pressione enorme: Sarri è sul banco degli imputati.

14 giugno 2020

GATTUSO, MERTENS, CR7 E LE POLEMICHE ARBITRALI: MOMENTI DEL RITORNO DEL CALCIO

Dopo 95 giorni, torna lo sport ed il calcio giocato con le semifinali di Coppa Italia. La finale di mercoledì sarà Napoli-Juve, ma sono tanti gli spunti di queste prime partite post-lockdown.

95, lunghi giorni dopo Sassuolo-Brescia ed l'"Andrà tutto bene" di Ciccio Caputo, con la Coppa Italia è ripreso il calcio ed i generale lo sport "sul campo". L'attesa era molta, testimoniata dai dati auditel di Juve-Milan venerdì (8.277.000 spettatori pari al 34% di share) e di Napoli-Inter sabato (7.119.000 spettatori e 32.3% di share). Prima dei match si diceva che "nulla sarà come prima", ma quali sono state le cose che hanno colpito di più del calcio post-quarantena?


Le sentenze della Coppa Italia: la finale più probabile

Dopo oltre tre mesi di inattività, gli esordi delle squadre destavano particolare curiosità, per partite molto equilibrate sulla carta. Non a caso sono stati i risultati delle partite di andata delle semifinali (il pareggio fuori casa della Juventus all'ultimo e la vittoria del Napoli a San Siro) a fare la differenza.

Due pareggi, di cui il primo a reti bianche, hanno decretato la finale più prevedibile, che vedrà di fronte Sarri contro il suo passato, il Napoli guidato di Rino Gattuso. Sarà il primo trofeo "post-Covid" in assoluto ed il primo trionfo nella competizione per uno dei due allenatori.


Dopo la prima mezz'ora una Juventus a corrente alternata, un Milan volenteroso non basta

La Juventus, grazie al pareggio di San Siro conquistato con il discusso rigore di Cristiano Ronaldo, va in finale per la 19° volta nella storia della competizione. Lo 0-0 dell'Allianz Stadium però ha dato molti spunti interessanti in diverse fasi del match. La prima mezz'ora di partita ha mostrato una Juventus sul piede dell'acceleratore, che voleva chiudere da subito il discorso qualificazione e che ha fatto arretrare un Milan molto timido nelle fasi iniziali. I primi 15 minuti, giocati ad una sola metà campo, hanno alla prodotto le emozioni più grandi, tutte concentrate in 120 secondi. Fallo di mano di Conti, l'arbitro che non vede, ricorso al VAR, rigore, palo di CR7, rinvio, fallo scomposto di Rebic, espulsione diretta.

Da lì in poi, un Milan già molto difensivista, per forza di cose ha continuato l'atteggiamento volto a "non prenderle" nonostante il bisogno di fare almeno un gol. Sul finale di tempo però, scesa l'intensità della squadra di Sarri, i rossoneri hanno provato a fare il colpaccio con qualche sortita in avanti. Senza Ibrahimovic, Theo Hernandez e Castillejo squalificati e con Rebic sotto la doccia, in 10 il Milan ha mostrato grande cuore ma poche armi a disposizione per far male. Una gestione più o meno tranquilla dei bianconeri è bastata per ottenere il pass per la finale di Coppa Italia in programma mercoledì.


Napoli con cuore e cinismo, rammarico Conte

Al San Paolo è andata in scena una partita più imprevedibile e di ritmo, favorita anche dalla rete arrivata al terzo minuto con Eriksen direttamente da calcio d'angolo. Anche qui lo spartito ha visto un'Inter volitiva, che ha giocato e creato, con l'approccio giusto al match. Solo un grande Ospina, colpevole sul gol ma autore di tre interventi prodigiosi su Lukaku, Candreva ed Eriksen, ha impedito il raddoppio.

Portiere fondamentale anche per il contropiede magistrale azzurro, guidato da Insigne e finalizzato da Mertens, che ha portato al pareggio il Napoli a 5 minuti dall'intervallo. L'arrembaggio a tratti dei nerazzurri nella ripresa non sono bastati e così il Napoli giocherà la decima finale di Coppa Italia, la seconda contro la Juventus dopo la vittoria nella finale del 2012.


Gli uomini: Bentancur, Eriksen, Ospina sugli scudi, CR7 e Lautaro appannati, disastro Rebic

La ripresa agonistica dopo 3 mesi è difficile per chiunque. Così, in virtù di ritmi di squadra non elevati, era prevedibile che alcuni giocatori potessero fare di più la differenza. Nella Juventus vista venerdì, c'è stata una delle conferme più importanti: Rodrigo Bentancur ha ripreso da dove lo avevamo lasciato a marzo, ossia da nuovo leader del centrocampo bianconero. Possesso, ritmo e pressing importantissimi nella prima mezz'ora di gioco: insieme a Dybala le note più liete per Sarri.

Così come per Conte Christian Eriksen, che con tutta probabilità potrà finalmente diventare il direttore d'orchestra nerazzurro, così come fu presentato a gennaio. Dalle qualità balistiche indiscutibili, mostrate ieri nei corner e nelle punizioni, è stato al centro di quasi tutte le manovre interiste, con giocate di prima ed altre occasioni sotto porta, ad un passo dalla doppietta al minuto 81.

Per sua sfortuna ha trovato davanti a sé un Ospina decisivo: l'altro giocatore salito in cattedra nella serata napoletana. È vero, ha le sue colpe sul corner velenoso del danese, forse disorientato da leggere deviazioni sul primo palo. Ma il colombiano si è riscattato con tre interventi miracolosi, nel primo tempo sul colpo di testa di Lukaku e sulla sventola di Candreva, nella ripresa nella già citata occasione di Eriksen. Fondamentale la seconda parata, visto che dopo 40 secondi, grazie anche ad un suo rinvio veloce e preciso, il Napoli ha raggiunto il pareggio in contropiede. Ammonito, salterà la finale di Roma.

Le note negative riguardano due tra i più attesi, ossia Cristiano Ronaldo e Lautaro Martinez. Il primo, appannato e colpevole del secondo rigore mancato da quando è arrivato in Italia (il primo realmente sbagliato, visto che il precedente fu parato da Stefano Sorrentino), il secondo apparso in ritardo di condizione. Non che il suo partner d'attacco, Lukaku, sia stato molto più attivo, ma la presenza in area di rigore è ugualmente garantita da un fisico che per forza di cose non poteva essere tirato a lucido sin da subito. L'argentino invece, non è mai entrato in partita: un guizzo della sua versione invernale avrebbe potuto portare la Beneamata in finale.

Disastro completo invece per Ante Rebic. Il croato, andato in gol nella partita d'andata, aveva su di sé tutte le aspettative milaniste, vista la mancanza di Ibrahimovic, spesso suo ispiratore. Ma la sciocchezza pochi secondi dopo il rigore di Ronaldo ha condannato il Milan ad una partita complicatissima, in 10 uomini senza punte là davanti per quasi un'ora. Né un Bonaventura riadattato, né il suo sostituto Leao hanno inciso.


La serata speciale di Mertens e Gattuso

Record di segnature all-time del Napoli in una serata particolare. Grande merito di Ospina ed Insigne, va detto, ma la marcatura numero 122 di Dries Mertens nella presenza numero 310 vale il sorpasso definitivo a Marek Hamsik per entrare nella storia partenopea. Il tutto in un periodo che, tra ipotesi di cessione (proprio alla vittima di ieri sera) e probabile rinnovo, non era certo facile per il belga.

Ancora più complicato invece il momento di Gennaro Gattuso, anche lui protagonista. Sua la scelta di schierare Ospina e a fine partita la dedica per la sorella Francesca, morta lo scorso 2 giugno a 37 anni. La vittoria di un allenatore ma anche di un grande uomo.


Oltre il risultato: uno spettacolo (comprensibilmente) di basso livello

La curiosità per i tanti appassionati ha probabilmente riguardato il contesto di questa Coppa Italia, oltre agli aspetti del campo. Le formazioni urlate dallo speaker che risuonano in uno stadio vuoto, gli ingressi in campo scaglionati, i divieti di strette di mano, le urla di Conte nel San Paolo, le esultanze più (Inter) o meno (Napoli) contenute. Bellissimo l'omaggio dei giocatori a medici, infermieri ed operatori socio-sanitari.

Con i ritmi che si sono rivelati a tratti molto bassi, lo spettacolo complessivo non poteva essere elevato. Tre mesi d'inattività con zero amichevoli si sono fatti sentire. In più uno stadio vuoto non favorisce l'intensità e la concentrazione dei giocatori, ma la situazione non potrà che migliorare. Il calcio è ripartito, in maniera diversa, e per qualche mese dovremo farcene una ragione. 

09 giugno 2020

LE DECISIONI DEL CONSIGLIO FIGC: PLAYOFF O ALGORITMO IN CASO DI NUOVO STOP

Bocciata la proposta della Lega Serie A, che escludeva scudetto e retrocessioni se non già aritmetiche. Stessa procedura per la B, solo playoff e playout per la Lega Pro. Stop definitivo alla Serie A femminile

© FIGC Official Site

Col Consiglio FIGC in via Po, sono ufficiali i cosiddetti piani B e C in caso di stop definitivo al campionato. Com'era prevedibile alla vigilia, sono state ribaltate le volontà votate in Lega Serie A la settimana scorsa. Ufficiali anche i destini di Lega Pro e LND, con 12 promozioni e 39 retrocessioni in totale.


Playoff e algoritmo: una vittoria di Gravina e della FIGC

Da calendario la Serie A ripartirà il prossimo 20 giugno, ma cosa succederà nel caso di un nuovo stop, tutt'altro che impossibile vista la quarantena obbligatoria ancora vigente? Nel Consiglio federale si sono decisi i piani B e C voluti da Gravina: playoff/playout (se ci saranno date utili per disputarli) e il famoso algoritmo. L'assemblea ha votato la decisione con 18 voti contro 3: in sostanza tutti gli organi del calcio italiano contro i rappresentanti della Serie A, che avevano proposto scudetto e retrocessioni solo se già aritmetici.

Una vittoria su tutta la linea per Gabriele Gravina che, alla stampa, spiega la deadline tra piano B e piano C. "Si parte per chiudere il campionato, la data ultima è il 2 agosto. Sappiamo benissimo che ci possono essere dei rischi, dobbiamo valutarli e tenere conto che compatibilmente con i tempi del 2 agosto, quindi fino al 10-15 luglio, nel momento in cui dovesse intervenire un blocco dei campionati e in assenza di condizioni per concluderlo, si ricorrerà ad un format diverso, ossia playoff e playout".


Finita la stagione regolare in Lega Pro: Monza, Vicenza e Reggina in Serie B

Mentre la procedura per la serie B sarà la medesima della sorella maggiore, in Lega Pro sono finiti qui i campionati, e di conseguenza sono arrivati i primi verdetti ufficiali: salgono direttamente in Serie B le prime di ogni girone. Ossia il Monza di Berlusconi, più il ritorno di Vicenza e della Reggina, prima nel girone C davanti al Bari.

Contestualmente, scendono direttamente in Serie D le ultime in classifica, Gozzano, Rimini e Rieti. L'ultimo posto in palio per la cadetteria verrà deciso dai playoff, che vedranno 28 squadre affrontarsi dal primo al 22 luglio. I playout, con le sfide quintultima-penultima e quartultima-terzultima di tutti i gironi, si giocheranno tra il 27 ed il 30 giugno.


Stop Serie D e Serie A femminile: il Palermo torna tra i pro, per la Juventus in rosa niente scudetto

Chiusi invece definitivamente, senza playoff o playout, tutti gli altri campionati al di fuori dei professionisti. Così le prime di ogni girone di Serie D salgono direttamente in Lega Pro: si tratta del ritorno tra i pro di una nobile decaduta, il Palermo, insieme ad altre realtà importanti come Mantova e Grosseto, più Lucchese, Pro Sesto, Turris e le prime volte dei veneti del Campodarsego, i marchigiani del Matelica e i pugliesi del Bitonto. Retrocesse automaticamente le ultime 4.

Chiusa quindi anche la stagione della Serie A femminile, in attesa che la categoria arrivi al tanto ambito professionismo. Qui scudetto non assegnato per la prima in classifica, la Juventus, mentre la seconda in classifica, nonché alla Champions League, la Fiorentina, è stata decisa attraverso l'algoritmo. Retrocesse Orobica e Tavagnacco.

04 giugno 2020

LE DATE DELLA SERIE B: RIPARTENZA IL 20 GIUGNO, FINALE PLAYOFF IL 20 AGOSTO

Unico recupero (Ascoli-Cremonese) fissato il 17 giugno. Tre i turni infrasettimanali, approvate le 5 sostituzioni

© Lega B Official Facebook Page

Anche la Serie B è pronta a ripartire. Nel weekend che vedrà la ripartenza della Serie A anche la cadetteria riaprirà le danze. Farà da "trailer" Ascoli-Cremonese, l’unico recupero causa Coronavirus, programmato il 17 giugno.

101 partite da recuperare, playoff e playout a metà agosto

L’assemblea di Lega B ha deliberato, attraverso un comunicato stampa, i punti cardine per la ripartenza. Oltre ad Ascoli-Cremonese, sono esattamente 10 turni e 100 partite quelle rimanenti per decidere le tre promosse in Serie A e le quattro retrocesse in Lega Pro. Inizio e fine coincidenti con la A, in quanto l’ultima giornata di campionato si giocherà nel primo weekend di agosto. Saranno tre i turni infrasettimanali (30 giugno, 14 luglio e 28 luglio), per un calendario leggermente meno fitto ma ugualmente impegnativo.

Anzi, per alcune squadre lo sarà anche di più con i playoff ed il playout. Se a fine campionato non ci saranno più di 14 punti di distacco tra la terza e la quarta, le sei squadre arrivate in classifica dal 3° all’8° posto si giocheranno l'ultimo posto per salire in A. L'inizio dei playoff è previsto il 4 agosto, con in serie turno preliminare, semifinale e finale, il cui ritorno sarà disputato il 20. Chi salirà indirettamente in Serie A farà 14 o 15 partite in 61 giorni. I playout tra quartultima e quintultima, si giocheranno in andata e ritorno tra 7 ed il 14 agosto.

Tra le altre novità di regolamento, anche in Serie B c'è il via libera alle cinque sostituzioni da distribuire in un massimo di tre momenti durante la gara: un mix per far riposare più giocatori senza interrompere troppo il gioco.

Così il 20 giugno ripartirà la caccia al massimo campionato, con il Benevento di Inzaghi già virtualmente promosso, che deve amministrare 20 punti di margine sulle inseguitrici che si daranno, loro sì, grande battaglia per l'unico posto diretto realmente disponibile. Su tutte, si prevede una grande lotta tra il Crotone ed il Frosinone di Alessandro Nesta, con Chievo ed Empoli, due delle favorite ad agosto, al momento fuori dalla zona playoff.

02 giugno 2020

SERIE A: SI RIPARTE IL 20 GIUGNO CON I RECUPERI DELLA 25° GIORNATA. IL CALENDARIO

Si partirà sabato 20 con Torino-Parma e Verona-Cagliari e domenica 21 con Atalanta-Sassuolo e Inter-Sampdoria. Domenica 2 agosto il verdetto finale

© AIC | Assocalciatori Official Twitter Page

Adesso è realtà: dopo (colpi di scena permettendo) l'epilogo della Coppa Italia tra il 13 ed il 17 giugno, torna la Serie A da sabato 20 giugno, stando al calendario pubblicato dalla Lega.

Dopo vari tentennamenti, che hanno fatto pensare ad un rinvio delle decisioni al 3 giugno, nella serata di ieri è uscito il calendario ufficiale della Serie A. Due erano i punti di snodo: se recuperare immediatamente le 4 partite della 25° giornata, rinviate per le prime chiusure regionali causa Covid-19 e se confermare la fascia oraria delle partite delle 16.30, a cui molti si sono dichiarati contrari.

Calendario Serie A: dal 20 giugno una volata fino al 2 agosto

Si è deciso di ripartire con le 4 partite "in arretrato" nel weekend del 20-21 giugno, per poi proseguire con l'intera 27° giornata a partire da lunedì 22. Riaprirà ufficialmente il campionato Torino-Parma, in programma sabato 20 alle 19.30 seguita alle 21.45 da Hellas Verona-Cagliari. Domenica agli stessi orari prima Atalanta-Sassuolo e poi Inter-Sampdoria.

Sarà un autentico tour de force, con 6 turni nei weekend e altrettanti infrasettimanali. Le fasce orarie saranno tre: alle 17.15, alle 19.30 e alle 21.45, con la fascia pomeridiana presente solo in otto partite (durante il week end), ma giocate solo in regioni del centro-nord. Le Lega Serie A ha pubblicato il calendario fino alla 35° giornata, la quartultima, perché come di consueto negli ultimi turni si metteranno le partite in contemporanea di quelle squadre che avranno gli stessi obiettivi di classifica.

Ecco il calendario completo, con i big match in grassetto.

27° giornata (22-24 giugno)

  • lunedì 22 giugno, 19.30 Lecce-Milan
  • lunedì 22 giugno, 19.30 Fiorentina-Brescia 
  • lunedì 22 giugno, 21.45 Bologna-Juventus 
  • martedì 23 giugno, 19.30 Hellas Verona-Napoli 
  • martedì 23 giugno, 19.30 SPAL-Cagliari 
  • martedì 23 giugno, 21.45 Genoa-Parma 
  • martedì 23 giugno, 21.45 Torino-Udinese 
  • mercoledì 24 giugno, 19.30 Inter-Sassuolo 
  • mercoledì 24 giugno, 21.45 Atalanta-Lazio 
  • mercoledì 24 giugno, 21.45 Roma-Sampdoria

28° giornata (26-28 giugno)

  • venerdì 26 giugno, 21.45 Juventus-Lecce 
  • sabato 27 giugno, 17.15 Brescia-Genoa 
  • sabato 27 giugno, 19.30 Cagliari-Torino 
  • sabato 27 giugno, 21.45 Lazio-Fiorentina
  • domenica 28 giugno, 17.15 Milan-Roma 
  • domenica 28 giugno, 19.30 Napoli-SPAL 
  • domenica 28 giugno, 19.30 Sampdoria-Bologna 
  • domenica 28 giugno, 19.30 Sassuolo-Hellas Verona
  • domenica 28 giugno, 19.30 Udinese-Atalanta 
  • domenica 28 giugno, 21.45 Parma-Inter

29° giornata (30 giugno-2 luglio)

  • martedì 30 giugno, 19.30 Torino-Lazio 
  • martedì 30 giugno, 21.45 Genoa-Juventus 
  • mercoledì 1° luglio, 19.30 Bologna-Cagliari 
  • mercoledì 1° luglio, 19.30 Inter-Brescia 
  • mercoledì 1° luglio, 21.45 Fiorentina-Sassuolo 
  • mercoledì 1° luglio, 21.45 Hellas Verona-Parma
  • mercoledì 1° luglio, 21.45 Lecce-Sampdoria 
  • mercoledì 1° luglio, 21.45 SPAL-Milan 
  • giovedì 2 luglio, 19.30 Atalanta-Napoli 
  • giovedì 2 luglio, 21.45 Roma-Udinese 

30° giornata (4-6 luglio)

  • sabato 4 luglio, 17.15 Juventus-Torino 
  • sabato 4 luglio, 19.30 Sassuolo-Lecce 
  • sabato 4 luglio, 21.45 Lazio-Milan 
  • domenica 5 luglio, 17.15 Inter-Bologna 
  • domenica 5 luglio, 19.30 Brescia-Hellas Verona 
  • domenica 5 luglio, 19.30 Cagliari-Atalanta 
  • domenica 5 luglio, 19.30 Parma-Fiorentina 
  • domenica 5 luglio, 19.30 Sampdoria-SPAL 
  • domenica 5 luglio, 19.30 Udinese-Genoa 
  • domenica 5 luglio, 21.45 Napoli-Roma 

31° giornata (7-9 luglio)

  • martedì 7 luglio, 19.30 Lecce-Lazio 
  • martedì 7 luglio, 21.45 Milan-Juventus 
  • mercoledì 8 luglio, 19.30 Fiorentina-Cagliari 
  • mercoledì 8 luglio, 19.30 Genoa-Napoli 
  • mercoledì 8 luglio, 21.45 Atalanta-Sampdoria
  • mercoledì 8 luglio, 21.45 Bologna-Sassuolo
  • mercoledì 8 luglio, 21.45 Roma-Parma 
  • mercoledì 8 luglio, 21.45 Torino-Brescia 
  • giovedì 9 luglio, 19.30 SPAL-Udinese 
  • giovedì 9 luglio, 21.45 Hellas Verona-Inter 

32° giornata (11-13 luglio)

  • sabato 11 luglio, 17.15 Lazio-Sassuolo
  • sabato 11 luglio, 19.30 Brescia-Roma 
  • sabato 11 luglio, 21.45 Juventus-Atalanta 
  • domenica 12 luglio, 17.15 Genoa-SPAL 
  • domenica 12 luglio, 19.30 Cagliari-Lecce 
  • domenica 12 luglio, 19.30 Fiorentina-Hellas Verona 
  • domenica 12 luglio, 19.30 Parma-Bologna 
  • domenica 12 luglio, 19.30 Udinese-Sampdoria 
  • domenica 12 luglio, 21.45 Napoli-Milan 
  • lunedì 13 luglio, 21.45 Inter-Torino

33° giornata (14-16 luglio)

  • martedì 14 luglio, 21.45 Atalanta-Brescia
  • mercoledì 15 luglio, 19.30 Bologna-Napoli 
  • mercoledì 15 luglio, 19.30 Milan-Parma 
  • mercoledì 15 luglio, 19.30 Sampdoria-Cagliari 
  • mercoledì 15 luglio, 21.45 Lecce-Fiorentina 
  • mercoledì 15 luglio, 21.45 Roma-Hellas Verona 
  • mercoledì 15 luglio, 21.45 Sassuolo-Juventus 
  • mercoledì 15 luglio, 21.45 Udinese-Lazio 
  • giovedì 16 luglio, 19.30 Torino-Genoa 
  • giovedì 16 luglio, 21.45 SPAL-Inter 

34° giornata (18-20 luglio)

  • sabato 18 luglio, 17.15 Hellas Verona-Atalanta 
  • sabato 18 luglio, 19.30 Cagliari-Sassuolo 
  • sabato 18 luglio, 21.45 Milan-Bologna 
  • domenica 19 luglio, 17.15 Parma-Sampdoria 
  • domenica 19 luglio, 19.30 Brescia-SPAL 
  • domenica 19 luglio, 19.30 Fiorentina-Torino 
  • domenica 19 luglio, 19.30 Genoa-Lecce 
  • domenica 19 luglio, 19.30 Napoli-Udinese 
  • domenica 19 luglio, 21.45 Roma-Inter
  • lunedì 20 luglio, 21.45 Juventus-Lazio 

35° giornata (21-23 luglio)

  • martedì 21 luglio, 19.30 Atalanta-Bologna 
  • martedì 21 luglio, 21.45 Sassuolo-Milan 
  • mercoledì 22 luglio, 19.30 Parma-Napoli 
  • mercoledì 22 luglio, 21.45 Inter-Fiorentina 
  • mercoledì 22 luglio, 21.45 Lecce-Brescia 
  • mercoledì 22 luglio, 21.45 Sampdoria-Genoa 
  • mercoledì 22 luglio, 21.45 SPAL-Roma 
  • mercoledì 22 luglio, 21.45 Torino-Hellas Verona 
  • giovedì 23 luglio, 19.30 Udinese-Juventus 
  • giovedì 23 luglio, 21.45 Lazio-Cagliari 

36° giornata (25-26 luglio)

  • Bologna-Lecce
  • Brescia-Parma
  • Cagliari-Udinese
  • Genoa-Inter
  • Juventus-Sampdoria
  • Milan-Atalanta
  • Napoli-Sassuolo
  • Roma-Fiorentina
  • SPAL-Torino
  • Hellas Verona-Lazio

37° giornata (28-29 luglio)

  • Cagliari-Juventus
  • Fiorentina-Bologna
  • Inter-Napoli
  • Lazio-Brescia
  • Parma-Atalanta
  • Sampdoria-Milan
  • Sassuolo-Genoa
  • Torino-Roma
  • Udinese-Lecce
  • Hellas Verona-SPAL

38° giornata (1-2 agosto)

  • Atalanta-Inter
  • Bologna-Torino
  • Brescia-Sampdoria
  • Genoa-Hellas Verona
  • Juventus-Roma
  • Lecce-Parma
  • Milan-Cagliari
  • Napoli-Lazio
  • Sassuolo-Udinese
  • SPAL-Fiorentina