31 maggio 2018

ROLAND GARROS, DAY4. EN PLEIN AZZURRO, PASSANO A FATICA ZVEREV E DIMITROV. TUTTI I RISULTATI

E' grand'Italia a Parigi. Tre su tre per gli azzurri in questa giornata di secondi turni al Roland Garros. Marco Cecchinato, Matteo Berrettini e Camila Giorgi approdano tutti al terzo turno, e lo fanno con prestazioni convincenti. Tra i big, passa con relativa tranquillità Nole Djokovic, mentre faticano più del previsto Dimitrov, Zverev e Nishikori.

Gli italiani
Il primo a conquistare il pass per il terzo turno è stato Marco Cecchinato che ha avuto la meglio sull'argentino Marco Trungelliti per 6-1, 7-6, 6-1. Una partita dominata per larghi tratti, complicatasi solo nel secondo set in cui, dopo essere stato sotto di un break e dopo aver discusso a lungo col giudice di sedia, riesce a vincere il tie break per 7-1. Da lì in poi non c'è stata più partita - chiusa in 1h58 - contro un'avversario che aveva già fatto tanto per arrivare al secondo turno (infatti, ripescato all'ultimo istante, dopo 9 ore di macchina, firmò appena in tempo per poi il mattino seguente scendere in campo e vincere al primo turno con Tomic). Quindi il palermitano continua la sua ottima stagione sul rosso che l'ha portato a vincere il suo primo titolo Atp a Budapest, entrare tra i primi 60 al mondo e ottenere la sua la prima vittoria in uno slam. Dopodomani affronterà lo spagnolo Pablo Carreno Busta, testa di serie n°10, in un match dove non ha nulla da perdere.
Grande prova e prima volta ad un terzo turno slam anche per Matteo Berrettini, che ha sconfitto il lettone Ernests Gulbis per 6-2, 3-6, 6-4, 6-3 in 2h45 di gioco. L'ex Next Gen azzurro è autore di una prestazione solida al cospetto di un giocatore che al momento è sì lontano dalle sue migliori annate (ex top 10, fu semifinalista proprio a Parigi nel 2014 quando battè anche Federer), ma che ha giocato una buona partita, al netto dei suoi proverbiali alti e bassi, come nel caso del terzo set quasi regalato al romano. La crescita del 22enne ormai è sotto gli occhi di tutti e lo dimostrano i risultati di questo 2018, con i primi main draw ad uno slam e la prima vittoria a Roma nei Masters 1000. Nel prossimo turno affronterà uno tra Dominic Thiem e Stefanos Tsitsipas, che in serata non hanno concluso il loro match (domattina si ripartirà con l'austriaco avanti due set a uno).
Al femminile, l'ultima portacolori azzurra, Camila Giorgi, ha battuto in 2 set (6-0, 6-3) la colombiana Mariana Duque-Marino in 1h29 di gioco. A dispetto del punteggio piuttosto netto, la maceratese, complice il servizio un po' appannato (57% di prime, zero aces e 6 doppi falli), non ha avuto vita facilissima contro la numero 112 al mondo. Però ha mantenuto la calma e vincendo 7 degli 8 game ai vantaggi, ha ottenuto una vittoria preziosa e accede al terzo turno, dove affronterà la statunitense Sloane Stephens, vincitrice degli ultimi US Open.

I big
Tra i pezzi grossi hanno sudato le cosiddette sette camicie Grigor Dimitrov, Alexander Zverev e Kei Nishikori. Tra i tre proprio il bulgaro, testa di serie n°4, ha rischiato di più. Contro lo statunitense Jared Donaldson, numero 57 al mondo, ha chiuso il match solo al quinto set, per 10 a 8, dopo 4h19 di battaglia e dopo essere stato sotto 2 set a uno. Anche Sascha Zverev, finalista a Roma, è stato ad un set dall'eliminazione contro il serbo Dusan Lajovic, prima di sfruttare un calo fisico dell'avversario e chiudere il match per 6-2 al quinto. Invece il giapponese, in ripresa dopo svariati problemi fisici, sul Philippe Chatrier è riuscito a battere il padrone di casa e sempre imprevedibile Benoit Paire, sempre al quinto set.
Avanza al terzo turno anche Novak Djokovic. Il serbo, ancora a corrente alternata, batte l'allievo di Nadal, Jaume Munar, per 7-6, 6-4, 6-4.
Tra le teste di serie avanzano anche Goffin, Monfils, Verdasco e Bautista Agut, mentre come detto l'austriaco Thiem domani terminerà la sua fatica contro il Next Gen greco Tsitsipas.
Nel femminile anche Simona Halep ha avuto qualche problemino. La numero uno, nel match di primo turno posticipato ad oggi, ha battuto solo in tre set la statunitense Allison Riske. Avanzano senza patemi invece Wozniacki (6-1 6-0 alla Garcia Perez), Svitolina (6-3 6-4 alla Kuzmova), Petra Kvitova (6-0 6-4 alla Arruabarrena) e la giapponese Osaka (6-4 7-5 alla Diyas). Corinne Parmentier vince il derby transalpino con la Cornet, mentre Carla Suarez Navarro è eliminata dalla greca Sakkari.

Qui di seguito tutti i risultati di questa quarta giornata.

2° Turno maschile
Carreno Busta (10) b. Delbonis 7-6(0), 7-6(2), 3-6, 6-4.
Cecchinato b. Trungelliti 6-1, 7-6(1), 6-1.
Djokovic (20) b. Munar 7-6 (1), 6-4, 6-4.
Berrettini b. Gulbis 6-2, 3-6, 6-4, 6-3.
Bautista Agut (13) b. Giraldo 6-4, 7-5, 6-3.
Nishikori (19) b. Paire 6-3, 2-6, 4-6, 6-2, 6-3.
Goffin (8) b. Moutet 7-5, 6-0, 6-1.
Zverev (2) b. Lajovic 2-6, 7-5, 4-6, 6-1, 6-2.
Monfils (32) b. Klizan 6-2, 6-4, 6-4.
Dimitrov (4) b. Donaldson 6-7(2), 6-4, 4-6, 6-4, 10-8.
Simon b. Querrey (12) 1-6, 7-6(3), 6-4, 6-1.
Khachanov b. Garcia-Lopez 6-2, 7-6(7), 6-7(0), 6-3.
Verdasco (30) b. Andreozzi 6-3, 6-2, 6-2.
Dzumhur (26) b. Albot 6-3, 6-3, 5-7, 1-6, 7-5.

2° Turno femminile
Kvitova (8) b. Arruabarrena 6-0, 6-4.
Buzarnescu (31) b. Peterson 6-1, 6-2.
Svitolina (4) b. Kuzmova 6-3, 6-4.
Stephens (10) b. Frech 6-2, 6-2.
Osaka (21) b. Diyas 6-4, 7-5.
Keys (13) b. Dolehide 6-4, 6-1.
Parmentier b. Cornet (32) 6-7(2), 6-4, 6-2.
Strycova b. Makarova 6-4, 6-2.
Kontaveit b. Dulgheru 7-5, 6-2.
Wozniacki (2) b. Garcia Perez 6-1, 6-0.
Giorgi b. Duque-Marino 6-0,6-3.
Siniakova b. Kozlova 6-7(4), 6-4, 6-4.
Putintseva b. Brady 6-4, 6-3.
Wang b. Martic 6-1, 6-1.
Kasatkina (14) b. Flipkens 6-3, 6-3.
Sakkari b. Suarez Navarro (23) 7-5, 6-3.

1° Turno maschile
Benneteau b. Mayer 2-6, 7-6(4), 6-2, 6-3.
Chardy b. Berdych (17) 7-6(5), 7-6(8), 1-6, 5-7, 6-2.
Herbert b. Polansky 6-3, 4-6, 6-2, 6-2.

1° Turno femminile
Halep (1) b. Riske 2-6, 6-1, 6-1.

25 maggio 2018

GIRO. CHRIS FROOME NELLA LEGGENDA: RIBALTA TUTTO E PRENDE LA MAGLIA ROSA A BARDONECCHIA

Chris Froome alza le braccia all'arrivo di Jaffreau (Ph. Giro d'Italia)
Una tappa d’altri tempi. Una classifica generale stravolta. Un’impresa che passerà alla storia. Era auspicabile che la tappa regina del Giro, la diciannovesima, da Venaria Reale a Bardonecchia (Jafferau) di 185 km, potesse regalare spettacolo, ma probabilmente non fino a questo punto. Chris Froome, vincendo la sua seconda tappa, ha ribaltato completamente questo Giro d’Italia e adesso si candida come il vero favorito. Il quattro volte vincitore del Tour de France ha fatto un’attacco come non si vedeva da anni, partendo nel tratto in sterrato del Colle delle Finestre, a 80 km dal traguardo. Da lì in poi un assolo che ha sgretolato la concorrenza, dalla maglia rosa Yates (naufragato fin dalle prime rampe della Cima Coppi di questo Giro) fino a Pozzovivo e Dumoulin, che però non ha rinunciato del tutto alle ambizioni di vittoria finale. Ma andiamo con ordine.

La cronaca
Non è stata una tappa normale fin dalla partenza dalla Reggia di Venaria. Si pensava ad una fuga “tattica”, con uomini mandati in avanscoperta da Dumoulin, Pozzovivo e Froome per dar manforte ai probabili attacchi nei tratti di falsopiano che intervallavano la grandi salite di oggi (nell’ordine Colle del Lys, Colle delle Finestre – Cima Coppi, Sestriere e Jafferau) Niente di tutto questo, perché la Mitchelton-Scott di Simon Yates non ha lasciato spazio. L’unica notizia degna di nota nella prima parte della corsa è il ritiro al killometro 41 di Fabio Aru, al termine di un Giro disastroso.

Così ai piedi del tremendo Colle delle Finestre (18,5 km al 9%, di cui gli ultimi 7 in sterrato), solo Luis Leon Sanchez ha una manciata di secondi di vantaggio su un gruppo che, nel frattempo, vede il Team Sky di Froome prendere in mano le operazioni. Puccio, Henao, De La Cruz, Poels e Elissonde fanno un ritmo folle, ed il primo a farne immediatamente le spese è la maglia rosa, che a 86 km dal traguardo e a 13 dal GPM, perde le ruote dei migliori. La leggera difficoltà di ieri a Prato Nevoso si è trasformata in un crollo verticale. Simon Yates, a fine giornata, perderà non solo la maglia rosa, ma anche le velleità di podio, arrivando a più di mezz’ora dal vincitore.

Il Team Sky, imperterrito, continua a fare un ritmo infernale e la selezione da dietro fa un’altra vittima eccellente, ossia Domenico Pozzovivo. Ma appena inizia la sterrato, arriva l’azzardo decisivo di Froome: a 80 km dal traguardo e 7 dalla cima, grazie ad una sua proverbiale frullata, fa il vuoto lasciando sul posto Dumoulin, Pinot, Carapaz e Miguel Angel Lopez. Allo scollinamento della Cima Coppi, ai 2178 metri di un Colle delle Finestre coperto ai lati da due muri di neve e tantissimi tifosi, il britannico ha un vantaggio di 40 secondi sui quattro, più di due minuti su Pozzovivo e oltre un quarto d’ora sulla maglia rosa in crisi nera.

Froome dimostra tutto il suo coraggio e tutta la sua determinazione nella lunga discesa, tecnica e con pericolosi rigagnoli d’acqua che attraversano la strada. Prendendosi non pochi rischi guadagna ben un minuto sul gruppetto di Dumoulin che, ritrovandosi in maglia rosa virtuale, è il principale responsabile dell’inseguimento. Su di loro riesce a rientrare Reichenbach, compagno di squadra di Thibaut Pinot, che dà una mano solo parziale all’olandese, mentre i sudamericani Carapaz e Lopez – in lotta tra di loro per la maglia bianca – rimangono costantemente a ruota. Più indietro, anche Pozzovivo non ottiene molta collaborazione in un gruppetto con gregari dell’Astana, Sky e Sunweb che, naturalmente, devono rimanere a ruota. Il solo Bennett della Lotto NL – Jumbo dà una mano al lucano, ma lo svantaggio, dalla fine della discesa in poi, aumenterà inesorabile.

Nella salita pedalabile di Sestriere, il corridore della Sky continua a gadagnare sugli inseguitori. Sul GPM, a 45 dall’arrivo, ha quasi colmato il gap che aveva stamattina dal vincitore del Giro 2017 (2’54”). Ed è qui che inizia la battaglia, di nervi oltre che di gambe, dell’olandese della Sunweb, costretto a tirare quasi da solo lungo il falsopiano verso Bardonecchia, tra la maglia rosa che gli viene virtualmente sfilata via e la passività di Lopez e Carapaz (più volte sia lui che Pinot chiedono invano un sostegno).

Sull’ultima, durissima salita dello Jafferau (7 km al 9% di pendenza media), Froome ne ha ancora per rosicchiare ulteriori secondi e trionfare a braccia alzate, per un’impresa d’altri tempi che rimarrà nella storia del ciclismo. Dopo lo Zoncolan, fa suo anche il Colle delle Finestre, a coronamento di una cavalcata studiata nei minimi dettagli, partita da lontanissimo e fatta tutta da solo, per ribaltare la classifica e andarsi a prendere la maglia rosa. In seconda posizione arriva Richard Carapaz a tre minuti, e poco più dietro Pinot completa il podio di giornata, Mentre Dumoulin, costretto a fare il ritmo anche su buona parte della salita, cede nell’ultimo kilometro ai più fresci rivali e arriva quinto a 3’23”, dietro anche a Lopez. Pozzovivo, arrivato ad oltre 8 minuti e mezzo di ritardo, perde il podio, mentre uno sfinito Simon Yates arriva, scortato dai compagni di squadra, a quasi 39 minuti.

Per una classifica stravolta, che ora vede Froome con 40 secondi di vantaggio su Dumoulin e più di 4 minuti su Pinot e Lopez, con Pozzovivo sesto a 8’03”. I verdetti definitivi, tuttavia, arriveranno domani al terminedi un’altra tappa durissima, la Susa-Cervinia di 214 km, che prevede negli ultimi 80 ben 3 gpm di prima categoria con 4000 metri di dislivello.


Classifica di tappa:
1) Chris Froome   in 5h12'26"
2) Richard Carapaz   a 3'00"
3) Thibaut Pinot   a 3'07"
4) Miguel Angel Lopez Moreno   a 3'12"
5) Tom Dumoulin   a 3'23"
6) Sebastien Reichenbach   a 6'13"
7) Davide Formolo   a 8'22"
8) Sam Oomen   a 8'23"
9) Patrick Konrad   a 8'23"
10) Pello Bilbao Lopez de Armienta   a 8'23"

Classifica generale:
1) Chris Froome   in 80h21'59"
2) Tom Dumolin   a 40"
3) Thibaut Pinot   4'17"
4) Miguel Angel Lopez Moreno   a 4'57"
5) Richard Carapaz   a 5'44"
6) Domenico Pozzovivo   a 8'03"
7) Pello Bilbao Lopez de Armienta   a 11'08"
8) Patrick Konrad   a 12'19"
9) George Bennett   a 12'35"
10) Sam Oomen   a 14'18"

17 maggio 2018

GIRO: IL PRINCIPE YATES OTTIENE UN ALTRO FEUDO A OSIMO

Un'altra dimostrazione di forza. Così si può riassumere la vittoria della maglia rosa Simon Yates nell'undicesima tappa della corsa rosa, la Assisi-Osimo di 156 km.


Nella "tappa dei muri", dedicata al ricordo di Michele Scarponi, dopo la partenza dalla basilica di San Francesco la fuga non parte con facilità. Il gruppo rintuzza diversi tentativi per una prima ora di corsa velocissima (45.800 km/h di media). Ma quando la fuga parte, al km 31, non poteva mancare un uomo dell'Astana. Si tratta di Luis Leòn Sanchez (ex compagno di squadra e grande amico di Scarponi), che insieme ad Alessandro De Marchi (BMC), raggiunti più tardi da Fausto Masnada dell'Androni (squadra andata sempre in fuga nelle tappe in linea), Mirco Maestri (Bardiani) e Alex Turrin (Wilier Triestina), riescono ad avere il via libera.

Lungo i saliscendi dell'Appennino umbro-marchigiano (con 2 GPM di terza categoria nella prima parte di gara) raggiungono un vantaggio massimo di 4 minuti e 25. Ma il forcing di Lotto Fix All e LottoNL Jumbo, rispettivamente per Tim Wellens ed Enrico Battaglin, non permettono ai fuggitivi di prendere realmente il largo.

Ai -30 la corsa arriva sul Muro di Filottrano, e per un attimo la corsa perde d'interesse di fronte al fortissimo ricordo dei compaesani di Michele Scarponi: un intero paese addobbato con striscioni e foto, per un grande ciclista ed una grande persona. Sul traguardo volante, manco a dirlo, s'impone Sanchez, ma dietro il gruppo ha già dimezzato lo svantaggio.

Così la fuga si esaurisce appena prima del movimentato finale di Osimo. A 5 dall'arrivo, nel primo strappo (300m in pavé al 16%), partono Wellens e Stybar che però non fanno la differenza: ai piedi dell'ultimo dentello hanno una manciata di secondi. Ed è qui che il capitano della Mitchelton - Scott prende in mano la situazione. Ai 1600 metri dall'arrivo, nel tratto più duro, si adopera in una progressione che piega la resistenza di Pozzovivo, Bennett e Pinot. L'unico in grado di rispondere, seppur con un attimo di ritardo, è uno straordinario Tom Dumoulin. L'olandese all'inizio dell'ultimo chilometro, quando la strada spiana leggermente, ha solamente una trentina di metri. Pochi ma incolmabili. Dopo aver spinto un lunghissimo rapporto negli ultimi tratti in pavé della cittadina di Osimo, il britannico può festeggiare la seconda vittoria a questo Giro. Un arcigno Dumoulin arriva a soli due secondi, mentre terzo posto per un Davide Formolo che ha chiuso in gran crescendo a 5". Per gli altri pretendenti alla vittoria finale arrivo alla spicciolata con distacchi più o meno contenuti: Pozzovivo e Pinot a 8", Dennis a 18", Aru a 21", Bennett a 23", Lopez a 30", e un affaticatissimo Chris Froome a 40".

Complici anche i 10 secondi di abbuono per la vittoria, la maglia rosa accumula ulteriore vantaggio sulla concorrenza. Ma oggi ha battuto anche un importante colpo psicologico. Si muove da padrone indiscusso e ha dimostrato la sua superiorità in tre occasioni differenti: col cambio di ritmo su una lunga salita come quella dell'Etna, con uno sprint sulle arcigne pendenze finali del Gran Sasso e con lo scatto in uno strappetto "da classica" qui ad Osimo. E' in uno stato di forma eccezionale e appena può ne approfitta per guadagnare sugli avversari. E non è da sottovalutare l'apporto che potrà fornirgli Chaves, che dopo la crisi a Gualdo Tadino è uscito di classifica.

L'unico difetto di questo dominio è rappresentato da Dumoulin, al momento secondo in classifica generale con 47" di ritardo. Ha limitato i dè ancora lui il faro della corsa, alla luce della cronometro di Rovereto dove potrebbe guadagnare più di un minuto su Yates.
anni al meglio, anche in un arrivo non adatto alle sue caratteristiche. Nonostante tutto

Guardando gli altri pretendenti al "Trofeo senza fine", Pozzovivo e Pinot corrono da protagonisti ma perdono costantemente secondi dai primi due, attestandosi al momento al terzo e al quarto posto con poco più di un minuto di ritardo. Fabio Aru, perde ancora secondi ma risale al decimo posto con 3'10": la condizione dopo Campo Imperatore sembra lentamente migliorare, ma serve una prova convincente sullo Zoncolan - in programma sabato - per riavvicinarsi alla zona podio. Potrebbe essere tardivo aspettare la terza settimana per recuperare.

Chi invece continua nel momento di crisi e comincia ad avere un ritardo pesante nella generale, è Chris Froome. In difficoltà fin dalle prime rampe di Osimo e assistito dalla squadra, il campione in carica di Tour e Vuelta perde 40 secondi in una tappa non di alta montagna. La classifica è impietosa: 3'20" di ritardo. Ha dalla sua la crono, è vero, ma se non torna a frullare il suo Giro per le posizioni che contano potrebbe terminare già sullo Zoncolan. Da segnalare infine anche la prova non brillante di Miguel Angel Lopez, che ora deve recuperare anche lui più di tre minuti al leader.

Ed è proprio il Monte Zoncolan, "la salita più dura d'Europa", il prossimo, fondamentale, banco di prova per gli scalatori. Lì in cima, in molti dovranno dire addio alle loro ambizioni di vittoria.

Nel frattempo spazio ai velocisti con gli arrivi all'Autodromo di Imola e a Nervesa della Battaglia. Sarà ancora Elia Viviani contro Sam Bennet.






 

12 maggio 2018

GIRO: I BIG ALLA PROVA ETNA. YATES IMPRESSIONANTE, ARU E FROOME ARRANCANO MA SI SALVANO

Dopo le prime scaramucce in Terra Santa e negli strappetti siciliani di Caltagirone e Santa Ninfa, il Giro D'Italia numero 101 è entrato nel vivo con il primo vero arrivo in salita, che ha messo allo scoperto la reale condizione dei pretendenti al trofeo senza fine. Passiamo quindi in rassegna le sensazioni che i big hanno dato scalando l'Etna.

Sul vulcano più alto d'Europa (salita di 15 km con pendenza media del 6.5% e punte massime del 15) c'è stata una sola grande vincitrice, ossia la Mitchelton - Scott, che ha fatto la cosiddetta accoppiata "Tappa e maglia". Ciò grazie ad un'ottima tattica, mandando in fuga oltre al vincitore Esteban Chaves (forse il gruppo non avrebbe dovuto permetterglielo) E il passista Jack Haig che ha fatto il "lavoro sporco" fino ai piedi della salita. Lavoro finalizzato poi grazie alla condizione dei suoi due capitani, col colombiano che si è imposto sul traguardo dell'Osservatorio Astrofisico, ma soprattutto con Simon Yates, l'unico nel gruppo maglia rosa a fare davvero la differenza. In un certo equilibrio tra gli uomini di classifica, dopo aver risposto agevolmente ai tentativi di Lopez e Pozzovivo, è riuscito a guadagnare nell'ultimo chilometro e mezzo, tra l'altro nel tratto di salita più facile, ben 26 secondi. E avrebbe ottenuto di più se non avesse avuto il compagno di squadra in testa, che gli ha impedito di scattare solo quando era diventato imprendibile per la concorrenza.
Adesso per la squadra australiana c'è l'onere di controllare la corsa, con Yates in maglia rosa, ma con la possibilità di lottare per la vittoria con due pedine (Chaves è terzo a 26"). Nel fine settimana, con la scalata al Santuario di Montevergine ma soprattutto con la tappa di Campo Imperatore, scopriremo qualcosa di più sull'atteggiamento di una squadra comunque completa e competitiva (con gregari scalatori come Kreuziger e Nieve e passisti come Haig e Tuft).

Tra i big indicazioni positive sono arrivate da due scalatori che in Israele erano dati come outsider: Domenico Pozzovivo e George Bennett. Il lucano ha dimostrato un'ottima condizione, sia sugli arrivi in cima agli strappetti siciliani, sia a cronometro - tabù storico del corridore della Bahrain Merida, dove è arrivato decimo - ma negli scatti sull'Etna non è riuscito a fare la differenza sulla concorrenza. Il primo a rispondere ai suoi scatti è stato George Bennett, che ha provato anche a dar man forte alle azioni del piccolo scalatore italiano.

Prestazioni altalenanti per i capitani del Team Astana e dell'FDJ, Miguel Angel Lopez e Thibaut Pinot. Il giovane colombiano, già piuttosto in ritardo in classifica per un prologo non all'altezza e il dritto nel finale di Santa Ninfa, ha provato più volte a fare selezione - anche con la squadra nella prima parte di salita -, però è sembrato pagare le accelerazioni di Pozzovivo. Il francese invece, non ha risposto sempre celermente, però nella volata per il terzo posto ha fatto valere il suo spunto veloce conquistando così quattro secondi sulla concorrenza.

Passando ai meno positivi invece, troviamo i tre favoriti principali del Giro: Tom Dumoulin, Chris Froome e Fabio Aru. Se per l'olandese c'è stato un timido tentativo, per gli altri due si è giocato solamente in difesa. Tuttavia la loro condizione è data in crescendo e nel loro programma ci sarà una terza settimana al top.

Nonostante i vari tentativi, quindi, nulla di fatto tranne per Yates che ha conquistato la leadership. Appuntamento nel weekend, dove sicuramente non si saprà chi vincerà il Giro (lo Zoncolan e il Colle delle Finestre sono ancora lontani), ma potremo scoprire se qualcuno di questi lo perderà.