08 dicembre 2020

CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE: INTER IN CORSA, MILAN QUALIFICATO, LAZIO QUASI

Ma anche le vittorie convincenti delle già qualificate Juventus e Roma, i pareggi sofferti di Napoli e Atalanta per la possibilità ancora viva di 7 passaggi su 7


Si chiude la quinta giornata di Coppe Europee con un bottino di 4 vittorie, 3 pareggi e zero sconfitte, una nuova qualificazione oltre a quelle già archiviate di Juventus e Roma ed una situazione generale molto positiva: tutte le italiane sono ancora in corsa per passare i gironi.

In Champions Inter aggrappata e Juve con agio

Le attenzioni maggiori erano sull'Inter, l'italiana più in bilico, appesa ad un filo sottile ma che dopo la vincente trasferta di Gladbach Conte può stringere un po' più forte. Una partita rocambolesca, 2-3 con brivido finale dato dal VAR, che rappresenta al meglio il girone di Champions più no sense degli ultimi decenni. I nerazzurri sono alla seconda buona prestazione di fila dopo la convincente vittoria di Reggio Emilia. Una squadra che sembra essersi unita attorno all'allenatore, ad uno spirito di gruppo ritrovato, con un comprimario diventato arma in più (Matteo Darmian) ed un centravanti che ancora una volta risolve problemi. Ora serve una vittoria con lo Shakthar ed un "non pareggio" tra Real e Borussia: si può fare.



Invece una Juventus già qualificata vince e convince con la Dinamo Kiev: un secco 3-0 per dimenticare Benevento con un Federico Chiesa MVP e al primo gol in Champions, un Alvaro Morata sempre killer e la cifra tonda mostruosa toccata da Cristiano Ronaldo. Con il tap-in agli ucraini il 750° gol da professionista è la certificazione della fame che ha ancora il portoghese, che può tornare utile nel derby di Torino ma anche nella sfida con Messi al Camp Nou, dove i bianconeri possono ancora artigliare il primo posto.

Lazio e Atalanta con due risultati su tre per andare avanti

Ancora un piccolo passo per la Lazio verso gli ottavi. I biancocelesti pareggiano al Signal Iduna Park di Dortmund e con il Brugge la settimana prossima hanno due risultati su tre per superare la prima fase della Champions dopo 20 anni. Un pari che sa anche di rammarico visto il secondo tempo e le parate di Burki: partita sfavorita, l'Aquila ha accarezzato l'idea di battere ancora i gialloneri e qualificarsi con un turno d'anticipo.



Spartito simile in sostanza per l'Atalanta, che però ha corso il rischio opposto con il Midtylland: con i danesi fuori da tutto l'approccio della "banda del Gasp" non è stata degna di una partita di Champions. Con la zampata di Romero nella ripresa la Dea si garantisce la doppia nello scontro diretto con l'Ajax ad Amsterdam per passare il turno per la seconda volta consecutiva. Servirà però la vera Atalanta ammirata in questi anni che negli ultimi periodi va troppo a corrente alternata.

Milan qualificato, Napoli quasi, Roma prima

Milan vincente e qualificato. Il 4-2 sul Celtic e la contemporanea vittoria del Lille danno la matematica qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Gli scozzesi però non sono stati docili: con due brutti errori difensivi al 7' al 13' il Milan è stato protagonista di un inizio da incubo ma nei secondi 13 minuti del match pareggiano con la splendida punizione di Cahlanoglu e la zampata di Castillejo. Nella ripresa la prodezza di Hauge, il volo di Donnarumma su punizione e il tocco sotto di Diaz assicurano a Pioli, rientrante sulla panchina rossonera, vittoria e qualificazione. Più complicato il primo posto nel girone.

Qualificazione a cui si è avvicinato il Napoli nella trasferta olandese di Alkmaar. Contro l'Az gli azzurri escono indenni e con il pareggio a sorpresa del Real Sociedad col Rjeka è primo nel girone ma non ancora qualificato. Match in discesa dopo il tocco ravvicinato di Mertens dopo 5 minuti ma poi i partenopei non raddoppiano e nella ripresa rischiano. Pareggio al minuto 52, rigore sventato da Ospina e occasioni sprecate da Petagna nell'ultimo quarto d'ora per un pari che non mette al sicuro la qualificazione ma con gli spagnoli sarà sufficiente non perdere, che potrebbe diventare primo posto in caso di vittoria.

Primo posto del girone conquistato dalla Roma con la vittoria all'Olimpico sullo Young Boys. Per la squadra di Fonseca c'è stata la reazione dopo il testacoda di Napoli, seppur sia andata sotto nel primo tempo. Il pareggio di Mayoral prima dell'intervallo ha consentito ai giallorossi di accelerare nella ripresa, quando il primo, splendido gol nei professionisti di Riccardo Calafiori e la girata di Dzeko regalano alla Roma una vittoria netta che riporta tranquillità dopo lo scivolone inspiegabile del San Paolo. Aritmetica vittoria del girone e ultima sfida ininfluente.


20 novembre 2020

MIGUEL OLIVEIRA PROFETA IN PATRIA NELLE FP1 DI PORTIMAO, APRILIA SUGLI SCUDI

All'esordio assoluto della classe regina nel circuito dell'Algarve, il padrone di casa della KTM è davanti per 4 centesimi su Viñales. Ottimi Aleix Espargaro e Lorenzo Savadori. Mir 7°

© motogp.com


Dopo 3120 giorni
, torna il Motomondiale in Portogallo, e per la prima volta alla scoperta delle "montagne russe" del circuito di Portimao. Per questo, nonostante la maggior parte dei piloti abbia familiarizzato col circuito qualche settimana prima di Le Mans, le prove libere del venerdì della MotoGP sono state allungate a 70 minuti a turno: non sono mancate delle indicazioni rilevanti.

In condizioni ideali per girare (cielo sereno e 20° nell'aria e sulla pista) il migliore non a caso è stato il padrone di casa, Miguel Oliveira che conosce più di chiunque altro i saliscendi e le linee giuste del Circuito Internazionale dell'Algarve. Il pilota della KTM Tech3 ha fermato il cronometro in 1:40.122, di poco davanti ad un ottimo Maverick Viñales, in cerca di riscatto dopo un pessimo doppio appuntamento di Valencia. 40 millesimi separano i due, mentre alle loro spalle troviamo un'accoppiata insolita per i piani alti: quella dell'Aprilia.

Aleix Espargaro e Lorenzo Savadori sono lontani appena un decimo da Oliveira e mostrano un ottimo adattamento della casa di Noale al circuito portoghese. Dopo i primi 4 (in 177 millesimi) i distacchi sono molto più elevati: quinto Pol Espargaro con mezzo secondo di ritardo, che precede Crutchlow e Joan Mir, settimo alla prima uscita ufficiale da campione del mondo.

Completano la Top10 Quartararo, Nakagami con l'altra LCR e Stefan Bradl con la Honda HRC. In difficoltà Ducati e molti piloti italiani al primo assaggio ufficiale di Portimao: Dovizioso è 12° davanti a Morbidelli, mentre Bagnaia, Petrucci e Rossi occupano in serie la 17°, 18° e 19° posizione. Chiude la classifica Mika Kallio, che con la stessa moto del leader mattutino sostituisce Iker Lecuona nell'ultima gara dell'anno.

08 settembre 2020

TEGOLA ITALIA E ROMA: ROTTURA DEL CROCIATO DEL GINOCCHIO SINISTRO PER ZANIOLO

Per il classe 1999 gli esami strumentali confermano le preoccupazioni di ieri: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, la seconda in meno di 9 mesi.

Il 2020 è stato un anno da dimenticare per molti, ma per Nicoló Zaniolo ancora di più. Il gioiellino di Roma e Nazionale, uscito al 42' nella partita di ieri di Nations League contro l'Olanda, ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, la seconda in meno di 9 mesi dopo la rottura di quello destro patita il 12 gennaio scorso durante Roma-Juventus.

Zaniolo, titolare nel match contro l'Olanda ad Amsterdan, al 42° minuto del primo tempo, dopo un contrasto con l'olandese Van De Beek, si è subito accasciato chiedendo l'intervento dello staff medico azzurro. Chiara da subito la necessità della sostituzione, è uscito sulle proprie gambe ma con il viso tirato e preoccupato, con il labiale "il sinistro" che lasciava presagire qualcosa di serio non al ginocchio rotto 8 mesi fa. A fine partita il medico della Nazionale Andrea Ferretti, ai microfoni di Rai Sport, ha parlato di una "distorsione al ginocchio importante" in attesa degli esami strumentali.

Esami strumentali effettuati questa mattina a Villa Stuart che hanno confermato il sospetto diagnostico, ovvero la rottura del legamento crociato anteriore. Il giocatore giallorosso, che si sottoporrà all'intervento chirurgico già nella giornata di domani, sarà costretto a fermarsi per altri sei mesi, ed ha ringraziato tutti per il sostengo attraverso un post su Instagram di qualche minuto fa.

Per Zaniolo il ritorno di un incubo

Un anno davvero maledetto per il classe '99, che ha subito la rottura del legamento del ginocchio destro il 12 gennaio scorso nella partita Roma-Juventus. Da lì la quasi certezza di dover saltare l'Europeo con la maglia azzurra, ma in questo senso la pandemia da Covid-19 è venuta "in aiuto" a Zaniolo, che è riuscito anche a rientrare per il finale di campionato, il 5 luglio in Napoli-Roma. Un recupero graduale e senza intoppi lungo 175 giorni, che gli ha permesso anche di segnare due gol con la Roma, di cui uno bellissimo contro la Spal. Ora, a distanza di poco un nuovo, pesantissimo infortunio, che però è più distante rispetto a Euro 2021, con la possibilità di recuperare pienamente ed essere a disposizione del c.t. Roberto Mancini.

31 agosto 2020

IL WEEKEND NERO DELLA FERRARI: UNA DOLOROSA RESA ALLA VIGILIA DI MONZA E MUGELLO

La Rossa esce dal Belgio lontana dalla zona punti e con le ossa rotte. Il rischio concreto ora è quello di fare figuracce in casa propria, per macchiare una storia gloriosa

© ferrarif1.com


Che questa fosse un'annata complicata lo si era capito fin dall'inizio. Nonostante il podio alla prima gara (GP d'Austia) di Charles Leclerc, già nel replay della settimana successiva (GP di Stiria) si erano viste le grandi falle nella SF1000. In sei gare due podi in totale (quello ancora del monegasco a Silverstone) ma a Spa-Francorchamps, nella cosiddetta "università dell'automobilismo" della Formula 1, la Ferrari ha toccato il fondo.

Non due ritiri per incidente, come successo in Stiria o in Brasile l'anno scorso, peggio. Un weekend dove, tra qualifiche e gara, la Rossa di Maranello è stata, prestazioni alla mano, la settima macchina in pista. Al sabato un record negativo ritoccato dopo oltre 10 anni, ossia quello di non aver passato il Q2 con entrambe le macchine in condizioni standard (senza pioggia o problemi tecnici). In gara l'onta di essere sverniciati da macchine come Alpha Tauri (la sorella minore della Red Bull) e addirittura dal team "clienti", ossia l'Alfa Romeo, in possesso della stessa motorizzazione.

Un disastro rispetto all'anno scorso, quando la Ferrari a Spa monopolizzava la prima fila in qualifica e in gara otteneva la prima vittoria in carriera di Charles Leclerc. Un passo indietro evidente anche rispetto alle prestazioni stagionali, che vedevano le Ferrari ai limiti della Top 10 al sabato e leggermente migliore nel passo gara alla domenica. Solo un grande sussulto di Charles Leclerc al via ha consentito al monegasco di guadagnare 4 posizioni al primo giro, prima di avere problemi di potenza e tornare indietro. 13° e 14° posizione al via, 13° e 14° posizione al traguardo. È mancato tutto: potenza, gestione gomme, grip, carico aerodinamico. Oltre ai problemi di motore dopo l'accordo segreto con la FIA, anche evidenti defezioni a livello di set-up nel weekend belga. Il tutto concentrato nel team radio sfuggito a Leclerc dopo il pit stop ("Putain de sa race") al quale Charles ha chiesto scusa.


Festa per i 1000 GP della Ferrari che potrebbe diventare un incubo

Così, dopo la "disfatta delle Ardenne", con un calendario così compresso (17 gare in poco più di 5 mesi), arrivano immediatamente due tra le gare più attese, il Gran Premio d'Italia a Monza ed il millesimo GP della Ferrari, nella pista di proprietà al Mugello. L'incubo di finire disintegrati nelle gare di casa (e di festa) è più vivo che mai, visto il periodo di crisi tra i peggiori nel terzo millennio. Parola 'crisi' che non viene presa in considerazione da parte di Mattia Binotto, che parla di tempesta non risultando molto credibile in quanto a metafore.

Stamattina nei social della scuderia è apparso un messaggio che invita ai tifosi a sostenere la squadra. Ma la pazienza è al lumicino e si attende presto un forte segnale dall'alto, un messaggio da parte di una dirigenza che sembra più tenere d'occhio l'animo commerciale rispetto a quello sportivo.



18 agosto 2020

AL VIA L'ERA FRIEDKIN IN CASA ROMA. OBIETTIVO RIAVVICINARE I TIFOSI E ... TOTTI

 L'arrivo del magnate americano, per 591 mln di Euro, segna un cambio di passo che i tifosi giallorossi aspettano. A patto però, che la nuova proprietà non replichi gli errori di Pallotta

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo dieci giorni dalla firma del contratto preliminare, è arrivato puntuale il closing per il passaggio dell'AS Roma da James Pallotta a Dan Friedkin, Amministratore Delegato e Presidente di "The Friedkin Group".

Come si legge nel comunicato ufficiale del club, le cifre e le percentuali di azioni sono quelle previste nel contratto preliminare:

"Il Friedkin Group ha annunciato l’acquisizione, attraverso la Romulus and Remus Investments LLC, di circa l’86,6% del capitale sociale del Club e, inoltre, lancerà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni ordinarie rappresentative di circa il 13,4% del capitale sociale."

La cifra finale parla di 591 milioni di euro che comprendono l’accollo del debito, l’acquisizione delle quote azionarie in mano al gruppo di James Pallotta e la ricapitalizzazione del club che le condizioni finanziarie attuali rendono indifferibile.

Una trattativa iniziata negli ultimi mesi del 2019, che con il post-Covid ha ripreso ad accelerare, seppur con cifre notevolmente ridimensionate (le cifre allora si aggiravano sui 750 milioni), ma dopo quasi 8 anni, la Roma cambia proprietario, sperando in un futuro migliore.


Il bilancio di Pallotta: plusvalenze, cruccio stadio e 'zeru tituli'

L'era Pallotta, iniziata in pratica nel 2011, con l'entrata di Thomas Di Benedetto prima che lui lo sostituisse il 27 agosto dell'anno successivo, è fatta di nove lunghi anni ricchi di speranze iniziali trasformate in critiche, polemiche, alti e bassi in termini di risultati e una "deromanizzazione" mai digerita.

Spazio prima ai numeri: a livello finanziario la Roma dell'era Pallotta è cresciuta in valore dai 354 milioni di dollari del 2012 ai 622 del 2019 (dati Forbes): una crescita del 75% che ha collocato la Roma stabilmente nella Top20 europea in questa speciale classifica.

Una crescita fatta di diverse plusvalenze (da Marquinhos a Benatia, da Alisson a Salah, da Lamela a Pjanic, solo per citarne alcuni), usate spesso per "rimettere anche i conti a posto", fare mercato con nuovi giovani di prospettiva, ma che a lungo andare costruiscono una squadra incompiuta, che lascia andare i propri prezzi pregiati senza fare il definitivo salto di qualità.


Roma: nove allenatori in 10 anni

Nell'ultimo decennio nove allenatori (Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Rudi Garcia, Spalletti, Di Francesco, Ranieri e Fonseca) e tre direttori sportivi (Sabatini, Monchi e Petrachi, con l'ombra di Franco Baldini) portano la Roma ad un livello alto, ma mai così in alto da poter vincere un vero trofeo. Tre secondi posti e due terzi posti in campionato, e quattro partecipazioni in Champions (fondamentali per le casse giallorosse). Punto più alto la semifinale di Champions League del 2018, e la Coppa Italia sfiorata nel 2013 contro la Lazio, in una sconfitta che, subita da cugini, si è trasformata nel punto più basso per i tifosi.

Ma ciò che ha causato la gran parte delle critiche, feroci negli ultimi anni, è la cosiddetta "deromanizzazione" avvenuta con vicende ormai note: l'ultimo anno da giocatore di una bandiera come Francesco Totti, il successivo allontanamento dello stesso dalla società ed il mancato rinnovo di De Rossi, combinate con una lontananza anche fisica del patron americano con origini italiane. Una gestione della Roma da Boston che non si è rivelata compatibile con una delle tifoserie più identitarie dal punto di vista territoriale.


I nuovi obiettivi di Friedkin: stabilità, stadio e... il ritorno della romanità

Vista anche la questione stadio, fronte sul quale Pallotta ha sempre lavorato ma che da oltre tremila giorni non trova la posa della prima pietra, il patron ha deciso di vendere alla Friedkin Group.

Dan Friedkin, CEO di Gulf States Toyota Distributors, il detentore in esclusiva delle vendite di Toyota in cinque Stati americani, ha un patrimonio di oltre 4 Miliardi di dollari. Questo interessa relativamente ai tifosi giallorossi, ma il nuovo presidente (il 25° della storia della società capitolina), nelle parole di presentazione ha già espresso intenzioni interessanti:

"Il nostro impegno nei confronti della Roma è totale. Saremo molto presenti a Roma, una città che occupa un posto speciale nei nostri cuori, mentre ci imbarchiamo in questo emozionante viaggio. Riconosciamo che ci è stata affidata una squadra che rappresenta una parte vitale dell'anima di Roma, e questa è una responsabilità che prenderemo sempre molto sul serio e umilmente”.

Con il figlio e vicepresidente Ryan che si dovrebbe stabilire a Roma, la maggiore vicinanza alla squadra e alla città sembra essere la prima e necessaria condizione da rispettare. Da portare avanti anche la questione stadio, con l'inizio dei lavori da ottenere il prima possibile (viste anche le questioni politiche, tra meno di un anno potrebbe esserci il cambio al timone del Campidoglio).

Infine, al netto della volontà di portare ai vertici la squadra ed il brand (che un po' tutti dichiarano ad inizio avventura), la possibilità di riportare un po' di Roma all'interno della Roma, con Totti e De Rossi che probabilmente aspettano solo una telefonata. Perché l'identità e l'orgoglio di un popolo, di una tifoseria e di una città, nell'Urbe viene prima dei soldi e dei trofei e, anzi, può esserne la base. A Roma funziona così.