14 dicembre 2018

PRESENTAZIONE FERRARI 2019: IL 15 FEBBRAIO VERRA' SVELATA LA NUOVA ROSSA

Terminata la stagione 2018, è già tempo di 2019 per la Formula 1. In questi giorni arrivano notizie sulla data di presentazione delle nuove monoposto, e la Ferrari ha annunciato la sua. Si tratta del 15 febbraio, data che precede di tre giorni la prima giornata di test invernali, che si svolgeranno come da tradizione sul circuito del Montmelò, a Barcellona.

Lo ha annunciato ieri Maurizio Arrivabene ai microfoni di Sky Sport 24, in un'intervista a margine della cerimonia di premiazione di Caschi d'Oro Autosprint e Volanti ACI 2018, nella quale erano presenti anche Charles Leclerc, promosso a pilota del Cavallino per il prossimo anno, e Antonio Giovinazzi, che nella prossima stagione esordirà come titolare sul sedile dell'Alfa-Sauber.

Presentazione Ferrari 2019, le parole di Arrivabene

Il team principal della Ferrari ha parlato della nuova monoposto che avrà il compito di spezzare l'egemonia di Lewis Hamilton e della Mercedes. Nell'intervista si è concentrato sulle prime sensazioni degli ingegneri rispetto a quello che è stato soprannominato Progetto 670.
"La squadra, guidata da Mattia Binotto, sta lavorando al progetto da mesi – spiega Arrivabene -, il motore è già in funzione al banco e le altre parti della vettura sono già in fase di produzione. Tuttavia, le componenti che saranno più determinanti per le performance saranno pronte all’ultimo momento, con la tensione che aumenterà perché il tempo sarà sempre meno. Il 15 febbraio presenteremo la vettura e tutto dovrà essere pronto per quel giorno".

“Ovviamente è un po’ presto per analizzare il quadro generale della macchina. Però le simulazioni sembra stiano andando bene, stiamo lavorando molto al simulatore, ma il vero banco di prova saranno i test, sulla pista. Sarà là che capiremo, confronteremo i dati con quelli che abbiamo raccolto durante l’inverno, e sopratutto ci confronteremo con gli altri.”

“I tecnici stanno lavorando duramente per completare la macchina per il 15 Febbraio. Abbiamo alcune informazioni dai ragazzi che lavorano al simulatore, ma è troppo presto per parlare di performance.

Il bilancio sulla stagione 2018: "Siamo arrivati in semifinale"

Arrivabene, che ha confermato di aver già visto la monoposto 2019, ha inoltre tracciato un bilancio sulla stagione appena conclusa usando un paragone calcistico: "Abbiamo perso in semifinale quest'anno", ha dichiarato. "È stata una stagione dove nonostante varie vicissitudini, anche di carattere umano, la squadra non mai mollato, non ci siamo mai arresi. Cosa è mancato? Ci sono tanti elementi (...) Ci sono cose che vanno analizzate, ma tutto sommato è un esercizio che stiamo facendo e ci dovremo impegnare tutti, piloti e il resto del team per capire gli errori e soprattutto migliorarsi come una squadra."

"Vettel? Deve ancora dare il meglio di sé in Ferrari"

Infine il manager bresciano ha parlato sui piloti titolari l'anno prossimo, soffermandosi particolarmente su Sebastian Vettel. "Cosa mi aspetto da lui? Quello che mi aspetto da tutta la squadra. È un ragazzo che deve ancora esprimere il meglio di sé in Ferrari, ma sono sicuro riuscirà a farlo il prossimo anno. Seb può insegnare tanto a Leclerc. Charles lo conosco dal 2015 e abbiamo fiducia totale in lui, l'importante è che prenda il prossimo anno come un anno per imparare a conoscere la squadra. Deve imparare il più possibile dal Team e da Vettel, che ha vinto 4 titoli iridati".

La Formula 1 ricomincia a metà febbraio con due sessioni di test invernali a Barcellona - la prima dal 18 al 21 febbraio, la seconda dal 26 al primo marzo - mentre la prima gara sarà, come da tradizione, a Melbourne il 17 marzo.

30 novembre 2018

SCI COPPA DEL MONDO: ARRIVA IL SECONDO WEEKEND NORDAMERICANO. PRESENTAZIONE, CALENDARIO E ORARI DI TUTTE LE GARE

Dopo le gare dello scorso fine settimana, con le vittorie maschili di Jansrud e Franz a Lake Louise (Canada), e quelle femminili di Shiffrin e soprattutto Brignone a Killington (Stati Uniti), è in arrivo il secondo e ultimo weekend di gare nordamericane per la Coppa del Mondo di Sci Alpino. Per questo doppio trittico di gare, gli uomini andranno a Beaver Creek, negli States, mentre le donne saranno impegnate proprio a Lake Louise.
Per l'Italia si tratta di una buona possibilità, soprattutto al maschile, per provare a ripetere le buone cose fatte vedere nella velocità, mentre discorso a parte merita la spedizione femminile, falcidiata dagli infortuni, che si aggrappa a Federica Brignone, vincitrice nel gigante di Killington.

Sci Coppa del Mondo maschile: a Beaver Creek discesa, superG e gigante

Il Circo Bianco al maschile, arriva a Beaver Creek, dove peraltro ricorre il trentesimo anniversario dalla prima volta nel calendario di Coppa del Mondo. Sede dei Mondiali - insieme a Vail - del 1999 e del 2015, la città del Colorado ha ospitato ben 52 gare maschili. I recordman di vittorie sono atleti ancora in attività che possono ritoccare ulteriormente i loro numeri: soprattutto Aksel Lund Svindal, autore di 6 vittorie (di cui una in combinata, 4 in discesa e una in superG) che ha a disposizione due occasioni importanti per sbloccarsi in questa stagione, forse l'ultima della sua grande carriera. Scorrendo la lista dei plurivincitori, troviamo l'idolo di casa Ted Ligety (5), che è in gara nel gigante di domenica ma che rischia seriamente di essere raggiunto da Marcel Hirscher (4): entrambi hanno rinunciato al supergigante di venerdì per poter essere al meglio domenica.
Gli azzurri hanno all'attivo 5 vittorie, con Ghedina (1997), Rocca (2005), Blardone (2007) e la doppietta Innerhofer-Marsaglia nelle gare del 2012. Proprio Inner, insieme a Dominik Paris, sono le grandi carte a disposizione per la spedizione azzurra, dopo il doppio podio di sabato scorso nella discesa di Lake Louise. Attesi ad una prova incoraggiante anche un Peter Fill ancora in ritardo di condizione ed Emanuele Buzzi.

Per le prove veloci è difficile dare dei pronostici al di là dei soliti noti (Svindal, Jansrud, Paris, Mayer, Feuz), in quanto il cattivo tempo ha consentito lo svolgimento di una sola prova cronometrata su tre (davanti gli austriaci Striedinger e Kriechmayr). Invece domenica è in programma il primo gigante stagionale, dopo l'annullamento della gara inaugurale a Soelden: il favorito numero uno è, manco a dirlo, Hirscher ma attenzione al norvegese Kristoffersen e al francese Pinturault. Per l'Italia occhi puntati su Moelgg, De Aliprandini, Nani e Tonetti.
Di seguito il calendario e l'orario (italiano) delle gare maschili a Beaver Creek: a causa del maltempo, la FIS ha invertito l'ordine delle gare veloci, invariato invece il gigante:
  • Discesa libera: venerdì 30 novembre, ore 18.45;
  • SuperG: sabato 1 dicembre, ore 19;
  • Gigante: domenica 2 dicembre, prima manche ore 17.45, seconda manche ore 20.45.

Sci Coppa del Mondo femminile: a Lake Louise in pista le donne-jet

Al femminile è la volta di Lake Louise, la tappa canadese terra di dominio delle statunitensi. Lindsey Vonn è  l'autentica dominatrice, con ben 18 vittorie all'attivo, di cui sette consecutive tra il 2010 e il 2012. Ma la statunitense, al suo ultimo anno in Coppa del Mondo, non sarà della partita così come la nostra Sofia Goggia: entrambe sono ai box per infortunio. In particolare la squadra azzurra - che ha vinto 7 volte in terra canadese con Isolde Kostner (4), Karen Putzer e le sorelle Fanchini - è letteralmente falcidiata, a causa dei forfait ulteriori di Elena Fanchini, Johanna Schnarf e Roberta Midali. Sarà invece in pista Federica Brignone, fresca vincitrice del gigante di Killington, in specialità che l'hanno già vista vincere (superG) o andare sul podio (discesa).

Le prove cronometrate dei giorni scorsi hanno visto l'austriaca Schmidhofer come la più brillante, ma i favori del pronostico sono per Lara Gut (3 vittorie qui), Tina Weirather, ultima vincitrice l'anno scorso e Ilka Stuhec, che face doppietta nel 2016. Attenzione però anche a Mikaela Shiffrin, che ha vinto qui l'unica gara in una disciplina veloce (discesa libera dell'anno scorso) ed è andata bene nelle prove.
Il calendario delle gare:
  • Discesa libera, venerdì 30 novembre, ore 20.30
  • Discesa libera, sabato 1 dicembre, ore 20.30
  • SuperG, domenica 2 dicembre, ore 19

Dove vedere la Coppa del Mondo di sci

Tutti gli appuntamenti del fine settimana di Sci Alpino saranno trasmessi in diretta Tv sia da RaiSport+HD che da Eurosport, di conseguenza è possibile seguire in streaming le gare sulle piattaforme RaiPlay ed Eurosport Player.

29 novembre 2018

OLIMPIADI, PRESENTATA UFFICIALMENTE LA CANDIDATURA DI MILANO-CORTINA 2026. MALAGÒ: "IL SOGNO SARÀ REALTÀ"

Dopo mesi di organizzazione, trattative, progetti e diatribe (anche politiche), questa mattina è ufficialmente partita l'operazione Milano-Cortina 2026. A Tokyo, nel corso della XXIII Assemblea Generale dell'ANOC (Association of National Olympic Committees), è stato presentato il logo e il progetto italiano per ospitare la XXV edizione dei Giochi Olimpici Invernali, in programma nel 2026. Presenti per l'occasione in terra nipponica il presidente del CONI, Giovanni Malagò, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il governatore della regione Veneto Luca Zaia e Arianna Fontana, portabandiera azzurra agli ultimi Giochi di Pyeong Chang e otto volte medagliata olimpica nello short track.

Svelato il logo: tra il Duomo e le Dolomiti, tra tradizione e innovazione

Durante la presentazione è stato presentato il logo della candidatura: si tratta del Duomo di Milano stilizzato con la facciata tricolore che si trasforma in montagna, riecheggiando le Dolomiti. Dal punto più alto della guglia centrale scende una pista da slalom, anch'essa tricolore. Il logo quindi intende abbinare il simbolo per eccellenza della città meneghina con i monti di Cortina e della Valtellina, esaltando in entrambi i casi i colori della bandiera italiana: ciò a testimoniare una candidatura condivisa tra i territori ma con lo sguardo rivolto all'intero Paese.


Malagò: "Insieme per Milano-Cortina, il sogno sarà realtà"

Nello spiegare il progetto della candidatura italiana, il numero uno del CONI Giovanni Malagò ha dichiarato: " Noi crediamo che la chiave vincente del nostro progetto sia la parola INSIEME. Insieme perché uniamo il pubblico col privato, la tradizione con l'innovazione, l'efficienza di una grande metropoli col fascino incantevole della montagna. E' un grande gioco di squadra con un unico obiettivo: riportare i Giochi Olimpici in Italia. La nostra è una sfida avvincente. E' il sistema organizzativo dell'Italia che scende in campo. Sono le eccellenze del nostro Paese che sono pronte ad investire e a schierarsi al nostro fianco per far sì che questo sogno possa diventare realtà".

"Milano-Cortina 2026 è una candidatura che ha origine dai Territori, dalle Città di Milano e Cortina, qui rappresentate dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che nasce da due delle regioni più ricche e operose d'Italia, per non dire d'Europa, Lombardia e Veneto, qui rappresentate dal Governatore del Veneto, Luca Zaia. Saranno proprio le regioni a garantire il sostegno finanziario per organizzare i Giochi. È una candidatura che ha il pieno sostegno degli atleti e dei tecnici, qui rappresentati dalla plurimedagliata olimpica di Short track, Arianna Fontana, portabandiera dell'Italia a PyeongChang 2018, che viene dalla Lombardia".

Le parole di Sala, Zaia e Arianna Fontana

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è intervenuto dopo Malagò dicendo: "Il nostro progetto ha l’insita forza economica di una macro-regione tra le più prosperose e di successo d’Europa. Uno dei cosiddetti quattro “motori” del continente. La recente esperienza dell’Expo Milano 2015 ci ha insegnato come portare a compimento grandi eventi di tale portata (21 milioni di visitatori, per uno sforzo organizzativo di 6 mesi) grazie alla collaborazione significativa tra istituzioni pubbliche e private".

Il Presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha aggiunto: "Il maestoso scenario delle Alpi, e in particolare delle Dolomiti, patrimonio dell'UNESCO, con la ricchezza culturale di Milano saranno la forza dei Giochi del 2026. Per avanzare la nostra candidatura, siamo partiti dai commenti e dalle raccomandazioni del CIO: progetti a misura d'uomo, nessuna opera monumentale, nessuna cementificazione, nessuno spreco di denaro ed energia, nessuna cattedrale nel deserto che rimanga inutilizzata dopo la fine dei Giochi. In relazione a tali obiettivi, mi preme ricordare che 5 anni prima dei Giochi Olimpici, Cortina ospiterà i Campionati del Mondo di Sci Alpino 2021. Importanti lavori per nuove piste da sci, attrezzature e impianti per 242 milioni di euro sono in corso d'opera."

Infine Arianna Fontana è intervenuta come rappresentante degli atleti e dei tecnici, e le sue parole hanno portato grande carica e fiducia nel progetto: "Noi atleti ci crediamo, abbiamo visto che l'unione di due grandi regioni come la Lombardia e il Veneto può dare un grande slancio a questo progetto innovativo grazie all'agenda 2020 del CIO, dove gli atleti saranno al centro dell'attenzione e potranno gareggiare in impianti d'eccellenza in un contesto di bellezze naturali unico nel suo genere. Milano-Cortina è pronta! E noi atleti italiani, olimpici e paralimpici, siamo schierati al suo fianco!".

27 novembre 2018

RUGBY: ITALIA-ALL BLACKS 3-66. NEOZELANDESI DEVASTANTI, AZZURRI TRAVOLTI

Una lezione di rugby dei maestri Maori. Nell'ultimo Test Match la Nuova Zelanda asfalta gli azzurri per 66 a 3, mostrando ancora una volta una differenza enorme tra due scuole più che due nazionali. Nonostante una formazione per metà non titolare, gli All Blacks dominano il lungo e in largo per una partita mai in discussione. A nulla è valsa la buona volontà degli azzurri.

Per i ragazzi di O'Shea, si chiude con una batosta un mese di novembre agrodolce: oltre alla bella (e necessaria) vittoria contro la Georgia, le sconfitte con Irlanda prima, e Australia e Nuova Zelanda poi hanno fatto intendere che alcune belle cose ci sono (gioco alla mano in particolare), ma c'è ancora tanto da lavorare. Il tempo comincia a scarseggiare: a febbraio inizia un Sei Nazioni fondamentale in vista della Coppa del Mondo del prossimo settembre.

Italia-All Blacks: la cronaca del match

In un Olimpico in festa nonostante il cattivo tempo, con l'ovazione che ha seguito l'Haka neozelandese, le prime fasi di partita sono un po' confusionarie, a causa del terreno scivoloso. Così l'Italia sfrutta qualche imprecisione avversaria per provare a non fare lo sparring partner dei campioni del mondo in carica. Ma dopo la prima touche sbagliata dagli azzurri, la Nuova Zelanda non perdona: dopo otto minuti sul cronometro segna la prima meta con Perenara. Barrett sbaglia la trasformazione ed è subito 0-5. L'Italia reagisce e prova ad avanzare. Dopo una touche "furba" conquista un calcio piazzato che Allan mette in mezzo ai pali, per coloro che saranno gli unici punti a referto.

Gli All Blacks sembrano un po' distratti (soprattutto in mischia ordinata) e così gli azzurri quanto meno tengono il campo, ma le accelerazioni "nere" sono impressionanti. Al diciottesimo sfruttano un buco al centro e McKenzie va in meta appoggiando in mezzo ai pali. La partita continua su binari non elevati dal punto di vista tecnico, mentre la prima sostituzione del match, a sorpresa, riguarda il primo arbitro dell'incontro. L'irlandese Brace viene sostituito dal francese Gauzere, il fischietto che ha arbitrato (non senza dubbi) il match contro l'Australia di sabato scorso.
I Maori non danno la sensazione di essere al 100% ma danno spettacolo, con la terza meta dell'incontro: Bauden Barrett con il calcetto basso lancia in profondità McKenzie che marca per la seconda volta. Diminuiscono gli errori e continuano a segnare i "tuttineri", con la quarta meta segnata al 32' da Jeordie Barrett (3-24). Sfruttando il gioco al largo, l'ala "black" regala un'altra splendida meta prima dell'intervallo, con il punteggio che recita 3-31.

Nella ripresa gli azzurri, in sofferenza estrema nell'ultima parte di tempo, provano ad imbastire un'azione offensiva manovrata, ma la "marea nera" ricomincia a far male con le segnature in rapida successione di Laumape (44') e di Bauden Barrett (47'). Al cinquantesimo inizia la girandola di cambi da ambo le parti, ma l'inerzia non cambia, con la terza meta personale di McKenzie che vale il 3-52.

L'Italia cambia cabina di regia, con Palazzani per Tebaldi e Hayward avanzato all'apertura al posto di Allan, e all'estremo l'ingresso di Padovani. Nell'ultimo quarto di partita gli azzurri si affacciano nei 22 avversari alla ricerca della meta "della consolazione" e si avvicinano fino ai 5 metri, ma la Nuova Zelanda non fa sconti: a sette dalla fine anche Barrett, premiato come man of the match, fa la sua tripletta (3-59). Spinti dal pubblico dell'Olimpico, gli azzurri tornano avanti, ma a tempo scaduto arriva anche la quarta meta di Barrett, la decima in totale per gli All Blacks. Finisce 66 a 3 per la Nuova Zelanda una partita mai in discussione e giocata fino alla fine da parte dei campioni del mondo. Per gli azzurri rimane la sensazione di aver potuto fare di più per fermare il Dream Team della palla ovale.

Italia-All Blacks: il tabellino della partita

Italia: Hayward; Benvenuti, Campagnaro, Castello, Sperandio (51' Padovani); Allan (55' Morisi), Tebaldi (67' Palazzani); Steyn, Polledri, Negri (74' Meyer) ; Budd, Zanni (37' Fuser), Ferrari (60' Pasquali), Ghiraldini(c) (60' Bigi), Lovotti (48' Traorè).
Nuova Zelanda: McKenzie; Jordie Barrett, Lienert-Brown, Laumape, Naholo; Beauden Barrett (51' Mo'unga), Perenara (51' Tahuriorangi); Read(c), Savea (48' Papalii), Fifita; Scott Barrett (60' Retallick), Tuipulotu; Laulala, Coles (60' Harris), Tuungafasi (60' Tu'inukuafe).


Marcatori: 9' Perenara m. (0-5), 13' Allan c.p. (3-5), 18' McKenzie m. (3-10), B. Barrett tr. (3-12), 28' McKenzie m (3-17), 32' J. Barrett m. (3-22), B. Barrett tr. (3-24), 42' pt J. Barrett (3-29), B. Barrett tr. (3-31); 44' Laumape m. (3-36), B. Barrett tr. (3-38), 47' B. Barrett m. (3-43), B. Barrett tr. (3-45),  McKenzie m. (3-50), Mo'unga tr. (3-52), J. Barrett m. (3-57), Mo'unga tr. (3-59), 81' J. Barrett m. (3-64), Mo'unga (3-66).

22 novembre 2018

RUGBY ITALIA-NUOVA ZELANDA: LE FORMAZIONI DEGLI AZZURRI E DEGLI ALL BLACKS

Nell'ultima giornata dei Cattolica Test Match 2018 va in scena la partita con maggiore fascino del trittico autunnale dedicato alla Nazionale di Rugby: Italia-Nuova Zelanda. Il c.t. Connor O'Shea ha annunciato la formazione che affronterà gli All Blacks sabato allo stadio Olimpico di Roma (appuntamento alle ore 15, in diretta su DMAX, canale 52 del digitale terrestre).


Per terminare al meglio la "campagna di novembre", O'Shea mantiene la struttura portante della squadra vista sia contro la Georgia che contro l'Australia, alla ricerca di una maggiore confidenza tra i giocatori in campo per migliorare il gioco ma soprattutto le fasi statiche. Rispetto alla sconfitta patita contro l'Australia, sabato scorso a Padova, c'è il solo cambio all'ala, dove Mattia Bellini, autore dell'unica segnatura azzurra ma uscito infortunato, non è riuscito a recuperare. Al suo posto c'è Luca Sperandio, adattato all'estremo nelle partite contro Irlanda e Georgia, che torna nel suo ruolo originario.

Per fronteggiare i campioni del mondo quindi viene confermato l'intero pacchetto di mischia, con Leo Ghiraldini, ancora capitano in assenza di Parisse, che toccherà le 99 presenze in maglia azzurra. All'estremo confermato Hayward, insieme alla coppia di centri Campagnaro-Castello e a Benvenuti numero 14. Confermato anche Tommaso Allan all'apertura, insieme al compagno di Benetton Tito Tebaldi.
In panchina manca il calciatore Carlo Canna, sostituito dal rientrante Edoardo Padovani al numero 23.

Rugby Italia-Nuova Zelanda: la formazione titolare degli Azzurri

15 Jayden HAYWARD (Benetton, 11 caps)
14 Tommaso BENVENUTI (Benetton, 54 caps)
13 Michele CAMPAGNARO (Chiefs, 37 caps)
12 Tommaso CASTELLO (Zebre, 14 caps)
11 Luca SPERANDIO (Benetton, 4 caps)
10 Tommaso ALLAN (Benetton, 42 caps)
9 Tito TEBALDI (Benetton, 28 caps)
8 Abraham Jurgens STEYN (Benetton, 24 caps)
7 Jake POLLEDRI (Gloucester, 5 caps)
6 Sebastian NEGRI (Benetton, 11 caps)
5 Dean BUDD (Benetton, 15 caps)
4 Alessandro ZANNI (Benetton, 108 caps)
3 Simone FERRARI (Benetton, 16 caps)
2 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulousian, 98 caps) - capitano
1 Andrea LOVOTTI (Zebre, 29 caps)
A disposizione: 16 Luca BIGI (Benetton, 14 caps), 17 Cherif TRAORE’ (Benetton, 4 caps), 18 Tiziano PASQUALI (Benetton, 12 caps), 19 Marco FUSER (Benetton, 32 caps), 20 Johan MEYER (Zebre, 3 caps), 21 Gugliemo PALAZZANI (Zebre, 27 caps), 22 Luca MORISI (Benetton, 19 caps), 23 Edoardo PADOVANI (Zebre, 14 caps).

O'Shea: "Stesso approccio dell'Australia"

Il tecnico irlandese, nella conferenza stampa che ha visto l'annuncio della formazione, ha dichiarato: "Ci aspetta una grande sfida contro i campioni del mondo in carica. Bisogna avere lo stesso approccio avuto contro l’Australia in campo. Vogliamo chiudere con una bella prestazione i test match di Novembre giocando il nostro miglior rugby”.

Rugby Italia-Nuova Zelanda: la formazione degli All Blacks

Anche il c.t. neozelandese Steve Hansen ha annunciato la formazione dei "tutti neri" che, dopo la tradizionale e sempre suggestiva Haka, affronterà gli Azzurri a Roma sabato pomeriggio. Rispetto alla sconfitta rimediata a Dublino contro l'Irlanda, sono cinque gli elementi che sono stati dichiarati indisponibili e ben undici i cambi alla formazione titolare: cambia per intero la prima, la seconda linea e l'intero pacchetto arretrato, ad eccezione dell'estremo McKenzie. Confermato Kieran Read come numero 8 e capitano e il mediano d'apertura Beauden Barrett, mentre vengono promossi titolari i suoi fratelli Jordie all'ala e Scott in seconda linea.
Promossa titolare anche tutta la prima linea che è partita dalla panchina a Dublino, con Laulala, Coles e Tuungafasi pronti a riscattare la prova di sabato scorso.

Nuova Zelanda: 15 Damian McKenzie, 14 Jordie Barrett, 13 Anton Lienert-Brown, 12 Ngani Laumape, 11 Waisake Naholo, 10 Beauden Barrett, 9 TJ Perenara, 8 Kieran Read (c), 7 Ardie Savea, 6 Vaea Fifita, 5 Scott Barrett, 4 Patrick Tuipulotu, 3 Nepo Laulala, 2 Dane Coles, 1 Ofa Tuungafasi
A disposizione: 16 Nathan Harris, 17 Karl Tu’inukuafe, 18 Angus Ta’avao, 19 Brodie Retallick, 20 Dalton Papalii, 21 Te Toiroa Tahuriorangi, 22 Richie Mo’unga, 23 Rieko Ioane.

17 novembre 2018

RUGBY, ITALIA-AUSTRALIA: IL XV AZZURRO CHE AFFRONTERA' I WALLABIES. RIENTRA HAYWARD DALL'INFORTUNIO, PARISSE ANCORA OUT

Il ct Connor O'Shea ha annunciato la formazione che sabato alle 15, allo stadio Euganeo di Padova, affronterà i vice campioni del mondo dell'Australia (diretta tv su DMAX , canale 52 del digitale terrestre) nel secondo Test Match ufficiale dell'Italrgby.

Il tecnico irlandese ha optato per la continuità: infatti c'è un solo cambio rispetto alla formazione titolare che ha battuto la Georgia sabato scorso a Firenze. L'unica novità è rappresentata dalla posizione di estremo, occupata dal giovane Luca Sperandio contro Irlanda e Georgia. Al posto del giovane azzurro, che era un'ala adattata ad estremo per fare esperienza, c'è il rientro di Jayden Hayward, che ha recuperato dall'infortunio alla costola rimediato due settimane fa nell'ultimo match con la Benetton Treviso.
Per il resto nessuna novità, né in campo né in panchina. Anche per questa settimana non sarà della partita Sergio Parisse: O'Shea in conferenza stampa ha spiegato che il capitano è rientrato a Parigi, per cercare di recuperare dall'infortunio. Difficilmente lo vedremo in campo contro la Nuova Zelanda, "l'obiettivo è averlo al 100% per il Sei Nazioni" ha dichiarato, "non vogliamo che un piccolo problema si trasformi in un grande problema". Dunque Steyn, il man of the match contro i georgiani, rimane al numero 8, mentre Leo Ghiraldini, a -3 dal prestigioso traguardo dei 100 caps in nazionale, sarà ancora il capitano azzurro.
Come detto, la formazione azzurra di sabato è improntata alla continuità di rendimento,  per evitare alcuni errori emersi nella partita contro la Georgia. A cominciare dai migliori reparti visti sabato scorso, come la terza linea, formata da Negri, Polledri e Steyn, la mediana targata Benetton con Palazzani e Allan, e la prima linea, che ha sofferto la fisicità dei georgiani in mischia ordinata, ma che ha fatto ottime azioni di ball carrier. Confermata anche la seconda linea Zanni-Budd, che ha lavorato molto bene in touche, e il pacchetto arretrato, con Castello e Campagnaro al centro e Bellini e Benvenuti alle ali.

O'Shea: "Al massimo livello per 80 minuti"

A margine dell'annuncio della formazione titolare, O'Shea ha dichiarato: "l'Australia è una squadra dura da affrontare, ma noi abbiamo lavorato bene in questi giorni e per la prima volta dall'inizio dei test match abbiamo avuto una settimana "normale" di lavoro senza lunghi spostamenti. L'obiettivo è essere al massimo per tutti gli 80 minuti. Sappiamo che giocando il nostro miglior rugby possiamo metterli in difficoltà".


Rugby Italia-Australia: la formazione titolare azzurra

15 Jayden HAYWARD (Benetton, 10 caps)
14 Tommaso BENVENUTI (Benetton, 53 caps)
13 Michele CAMPAGNARO (Exeter, 36 caps)
12 Tommaso CASTELLO (Zebre, 13 caps)
11 Mattia BELLINI (Zebre, 16 caps)
10 Tommaso ALLAN (Benetton, 41 caps)
9 Tito TEBALDI (Benetton, 27 caps)
8 Abraham Jurgens STEYN (Benetton, 23 caps)
7 Jake POLLEDRI (Gloucester, 4 caps)
6 Sebastian NEGRI (Benetton, 10 caps)
5 Dean BUDD (Benetton, 14 caps)
4 Alessandro ZANNI (Benetton, 107 caps)
3 Simone FERRARI (Benetton, 15 caps)
2 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulousian, 97 caps) – capitano
1 Andrea LOVOTTI (Zebre, 28 caps)
A disposizione: 16 Luca BIGI (Benetton, 13 caps), 17 Cherif TRAORE’ (Benetton 3 caps), 18 Tiziano PASQUALI (Benetton, 11 caps), 19 Marco FUSER (Benetton, 31 caps), 20 Johan MEYER (Zebre, 2 caps), 21 Gugliemo PALAZZANI (Zebre, 26 caps), 22 Carlo CANNA (Zebre, 31 caps), Luca MORISI (Benetton, 18 caps).

Italia-Australia: il XV dei Wallabies  che affronterà gli azzurri

Michael Cheika, ct australiano, ha annunciato il XV australiano che giocherà contro l'Italia, per riscattare la sconfitta (9-6) patita sabato scorso contro il Galles a Cardiff. Debutto assoluto per il mediano di mischia Jake Gordon.
Formazione titolare: 15 Israel FOLAU; 14 Adam ASHLEY-COOPER, 13 Samu KEREVI, 12 Bernard FOLEY, 11 Marika KOROIBETE; 10 Matt TO’OMUA, 9 Jake GORDON; 8 David POCOCK, 7 Michael HOOPER(capitano), 6 Jack DEMPSEY; 5 Adam COLEMAN, 4 Izack RODDA; 3 Taniela TUPOU, 2 Folau FAINGA’A, 1 Scott SIO.
A disposizione: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 Jermaine Ainsley, 18 Sekope Kepu, 19 Rob Simmons, 20 Pete Samu, 21 Will Genia, 22 Kurtley Beale, 23 Dane Haylett-Petty.

RUGBY, ITALIA-AUSTRALIA 7-26. AZZURRI PROPOSITIVI MA AUSTRALIANI CINICI IN OGNI OCCASIONE

L'Italia viene sconfitta all'Euganeo di Padova dall'Australia col punteggio di 26-7, nel secondo Test Match ufficiale. È la diciassettesima sconfitta su 17 partite contro i Wallabies, ma non tutto è da buttare via: la prima mezz'ora azzurra è stata di altissimo spessore e le ultime offensive dell'ultimo quarto di partita fanno ben sperare per gli "80 minuti di alto livello" auspicati da O'Shea. C'è anche spazio per recriminazioni arbitrali, con una meta di Tebaldi annullata ingiustamente dopo 13 minuti. Ma gli errori in touche nel secondo tempo ed il grande cinismo australiano incanalano il match troppo facilmente dalla parte avversaria, che vive una fase non brillantissima della propria storia. Insomma, dopo la vittoria con la Georgia, una prova di maturità superata per metà.
Sabato prossimo, all'Olimpico di Roma contro gli All Blacks, si chiude la finestra di rugby internazionale: l'obiettivo e continuare a crescere e, se possibile, non sfigurare.

Test Match Italia-Australia: la cronaca del match

L'Australia, sconfitta nell'ultimo test in Galles, inizia la partita macchinosa e con qualche errore di troppo in fase di costruzione. Così gli azzurri ne approfittano impostando una partita coraggiosa e propositiva, e nel primo quarto d'ora hanno due occasioni enormi per marcare. Al sesto Hayward sfonda al centro del campo, Negri raccoglie il calcetto dell'estremo e va in meta, ma al TMO l'arbitro francese Gauzère annulla perché prima di schiacciare la terza linea azzurra viene portata fuori dal campo.
Al decimo gli australiani sbagliano un piazzato e poco dopo rischiano di andare sotto. Una touche lentissima viene letta in anticipo da Tebaldi che intercetta il passaggio di uscita e sta per involarsi verso la meta, ma Gauzère vede un fuorigioco molto dubbio ed il punteggio rimane fermo sullo 0-0.
Dopo questi due grandi spaventi, l'Australia inizia a carburare e a farsi vedere, ma l'Italia fa un'ottima partita sia in mischia ordinata, specie quella difensiva, sia nei placcaggi. Non appena scende il rendimento in difesa, i Wallabies, "sopravvissuti" alla prima parte di gara, ne approfittano come solo le grandi squadre sanno fare.
Alla mezz'ora l'Australia gioca al largo, rompe due placcaggi e permette all'ala Koroibete di appoggiare in mezzo ai pali. Dopo la facile trasformazione di To'omua (0-7) gli ospiti prendono fiducia e vanno a bissare nel giro di 5 minuti sempre con Koroibete.
Incassato l'uno-due, l'Italia prova a riaffacciarsi nei 22 avversari nell'ultimi minuti del primo tempo, ma riesce solamente ad avvicinarsi ai 5 metri prima di perdere il pallone in avanti. All'intervallo il punteggio recita un 14-0 per gli Aussie non veritiero della prestazione degli azzurri, al pari con gli australiani nella prima mezz'ora: il cinismo è stata la vera differenza.
Alla ripresa del gioco l'Italia non reagisce a dovere e la grande esperienza dei vice campioni del mondo è determinante per marcare immediatamente. Al minuto 43 Tupou sfonda di fisico e appoggia, To'omua dalla piazzola non sbaglia più (0-21) e la partita è virtualmente in ghiaccio.
La reazione azzurra avviene dopo la terza meta australiana, ed è Bellini ad approfittare di un'offensiva ospite senza mordente: intercetta il pallone vicino all'out di sinistra, e da metà campo corre verso la meta. Dopo la trasformazione di Allan è 21-7.
L'Italia, ringalluzzita dalla prima marcatura, continua a fare la partita ma errori in touche e al piede ne compromettono l'incisività. Gli azzurri tornano a pochi metri dalla segnatura e a 20 minuti dalla fine ne ricavano l'ammonizione del pilone sinistro australiano Sio.
Nei 10 minuti di superiorità gli azzurri hanno una colossale occasione per riaprire definitivamente la partita: per pochissimo Pasquali non raccoglie la palla a poco dalla meta dopo un'azione insistita di Castello. L'Italia, vista la touche in difficoltà, prova a sfondare in mischia ordinata, ma niente da fare: l'Australia regge ed il punteggio rimane invariato.
Profuso il massimo sforzo, gli azzurri perdono in lucidità e gli ultimi minuti sono costellati da errori per entrambe le squadre. All'ultimo minuto, l'Australia chiude il match con la quarta segnatura, ad opera del subentrato Will Genia.

Test Match Italia-Australia: il tabellino della partita

Italia. Hayward; Benvenuti, Campagnaro, Castello, Bellini (72' Morisi); Allan (65' Canna), Tebaldi (59' Palazzani); Steyn, Polledri, Negri (60' Meyer); Budd, Zanni (50' Fuser); Ferrari (50' Pasquali), Ghiraldini (63' Bigi), Lovotti (63' Traorè).
Australia. Folau; Ashley-Cooper, Kerevi, Foley (53' Beale), Koroibete; To'omua, Gordon (65' Genia); Pocock, Hooper, Dempsey (47' Samu); Coleman (50' Simmons), Rodda; Tupou (47' Kepu), Faina'a (47' Polota-Nau), Sio (77' Ainsley).
Arbitro. Pascal Gauzère (Fra)
Marcatori: 30' Koroibete m. (0-5); To'omua tr. (0-7); 35' Koroibete m. (0-12); To'omua tr. (0-14); 44' Tupou m. (0-19); To'omua tr. (0-21); 46' Bellini m. (5-21); Allan tr. (7-21); 79' Genia m. (7-26).

10 novembre 2018

RUGBY, ITALIA-GEORGIA 28-17: AZZURRI CONVINCENTI, QUATTRO METE PER UNA VITTORIA NECESSARIA

Una vittoria dal peso specifico enorme, per smentire i dubbi sul nostro posto al Sei Nazioni e per sorpassare i georgiani nel ranking. L'Italrugby non doveva sbagliare e così è stato: una prestazione convincente, macchiata solo da una sofferenza finale che però non ha messo in discussione il risultato. La distanza tra Italia e Georgia oggi si è vista eccome, e gli azzurri possono guardare alla sfida di sabato prossimo con l'Australia con la serenità di chi si merita il posto nel rugby che conta.

Italia - Georgia: la cronaca

Pronti via e la Georgia prova a fare la partita, ma sono gli azzurri a marcare per primi. Al 10' touche rubata e palla fino ai 5 metri, poi l'Italia conquista una punizione e Allan la mette in mezzo ai pali. I georgiani non ci stanno e rispondono marcando in maniera pesante: al quarto d'ora dopo una rimessa, Mchedlidze rompe il placcaggio di Campagnaro e appoggia in meta. Khmaladze trasforma (7-3), ma la reazione italiana è decisa, ed è proprio Campagnaro che si fa perdonare: dopo un'azione da più di dieci fasi, il centro azzurro rompe ben due placcaggi e va in meta. Con la trasformazione di Allan è 10 a 7.
La Georgia manca il pareggio con un piazzato largo e da lì gli azzurri prendono il largo. Il primo strappo del match arriva al 28', con il cartellino giallo di Tsutskiridze a causa di placcaggio in aria involontario ma grave ai danni di Sperandio. I dieci minuti di superiorità vengono affrontati all'arrembaggio, con gli azzurri vicinissimi alla marcatura sotto i pali dopo quasi venti fasi: alla fine il TMO dell'arbitro Jackson annulla la meta di Steyn per "mani usate nella ruck". L'Italia continua la pressione e al termine di un'altra azione infinita guadagna un piazzato che Allan non sbaglia (13-7).
Ma non appena si torna in parità numerica, gli azzurri vanno in meta con Bellini al termine di una touche preparata in maniera ottima: a fronte di una mischia non sempre perfetta, è stata la fase statica decisiva per gli azzurri oggi. Allan sbaglia la trasformazione da posizione molto defilata ma l'Italia chiude il primo tempo sopra il break (18-7), giocando bene e raccogliendo anche meno del dovuto.
Gli azzurri cominciano la ripresa come meglio non potrebbero. Di esperienza prendono il pallino del gioco, e grazie a due maul avanzanti da rimessa, vanno in meta con Budd (23-7).
I georgiani accorciano con un piazzato (23-10) ma al 57' arriva la quarta segnatura azzurra: Polledri ruba palla in mezzo al campo, Tebaldi allarga il gioco e Allan s'invola indisturbato per chiudere virtualmente la partita (28-10).
Dopo la girandola di cambi dell'ora di gioco, la Georgia rialza la testa e riapre il match, grazie ad una meta tecnica e al cartellino giallo di Benvenuti, su una situazione disperata della difesa azzurra.
Iniziano così dieci minuti di sofferenza, con la Georgia che attacca insistentemente ma la difesa azzurra regge e conserva il 28-17, punteggio con il quale termina il match.


Italia - Georgia: il tabellino del match

Italia: Sperandio; Benvenuti, Campagnaro, Castello, Bellini; Allan (76' Canna), Tebaldi (72' Palazzani); Steyn, Polledri, Negri (62' Meyer); Budd, Zanni (62' Fuser), Ferrari (56' Pasquali), Ghiraldini (72' Bigi), Lovotti (72' Traorè).
Georgia: Matiashvili; Koshadze (45' Kveseladse), Sharikadze (c), Mchedlidze, Dzeneladze; Khmaladze, Lobzhanidze (59' Aprasidze); Gorgadze, Tsutskiridze, Giorgadze (56' Bitsadze); Lomidze, Cheishvili; Kubriashvili (40' Chilachava), Bregvadze (59' Mamukashvili), Nariashvili (59' Zhvania).
Marcatori: 10' c.p. Allan; 15' m. Mchelidze tr. Khmaladze; 20' m. Campagnaro tr. Allan; 37' c.p. Allan; 39' m. Bellini; 43' m. Budd; 50' c.p. Khmaladze; 57' m. Allan; 63' meta tecnica Georgia.

08 novembre 2018

TEST MATCH RUGBY ITALIA-GEORGIA, IL XV AZZURRO: PARISSE DA' FORFAIT. IL C.T. O'SHEA: "SIAMO PRONTI"

Nella conferenza stampa appena conclusa, Connor O'Shea ha annunciato la formazione titolare che sabato, alle ore 15 (diretta tv su DMAX, canale 52 del digitale terrestre), affronterà all'Artemio Franchi di Firenze la Georgia nel primo Test Match ufficiale del mese di novembre.


Come prevedibile, sarà una formazione ben diversa dal XV che ha affrontato l'Irlanda a Chicago sabato scorso: con il rientro tra i convocati di importanti giocatori di Zebre e Benetton, il tecnico O'Shea cambia ben 10 elementi rispetto alla sfida di Chicago. Confermati Bellini all'ala, Campagnaro al centro, Tebaldi come mediano di mischia (Violi è infortunato), Sperandio come estremo (viste le assenze di lunga data di Minozzi e Padovani, più l'infortunio di Hayward di sabato scorso con Treviso) e Steyn, che da numero 7 si sposta a 8, nella zona che solitamente occupa Sergio Parisse.

Proprio il capitano azzurro è il grande assente: in dubbio fin dalla vigilia, non ce l'ha fatta a recuperare dal problema al polpaccio che lo aveva fermato per un mese a settembre e che lo ha costretto a saltare l'ultima partita di Top14 con lo Stade Francais. Addirittura il recordman di presenze in nazionale (con 136 caps) non figura nemmeno in panchina. Per questo, Steyn torna a n°8 come nei due Test Match di giugno, giocati in Giappone.

Dal primo minuto sulla trequarti torna il capitano delle Zebre Castello al centro e Benvenuti all'ala. La mediana sarà composta dalla coppia Tebaldi-Allan, che gioca insieme a Treviso. In terza linea i giovani e promettenti Negri e Polledri affiancheranno Steyn, mentre in seconda linea torna il veterano Zanni, affiancato da Dean Budd. Prima linea rivoluzionata rispetto alla sfida contro l'Irlanda, con Lovotti e Ferrari piloni e Ghiraldini, promosso capitano dopo il forfait di Parisse, tallonatore.
In panchina, la coppia dell'apertura alle Zebre Palazzani-Canna, più i titolari della partita di sette giorni fa Bigi, Pasquali, Fuser, Meyer e Morisi.

O'Shea: "La squadra ha recuperato: siamo pronti"

Il tecnico irlandese, dopo l'annuncio della formazione, ha dichiarato: “Conosciamo bene l’importanza della partitaLa squadra ha recuperato bene dalla trasferta negli USA e siamo pronti per affrontare la Georgia. Sarà una partita molto fisica. Vogliamo mostrare il nostro massimo livello per 80 minuti”.

Test Match Rugby Italia-Georgia: la formazione titolare azzurra

15 Luca SPERANDIO (Benetton, 3 caps)
14 Tommaso BENVENUTI (Benetton, 52 caps)
13 Michele CAMPAGNARO (Svincolato, 35 caps)
12 Tommaso CASTELLO (Zebre, 12 caps)
11 Mattia BELLINI (Zebre,15 caps)
10 Tommaso ALLAN (Benetton, 40 caps)
9 Tito TEBALDI (Benetton, 26 caps)
8 Abraham Jurgens STEYN (Benetton, 22 caps)
7 Jake POLLEDRI (Gloucester, 3 caps)
6 Sebastian NEGRI (Benetton, 9 caps
5 Dean BUDD (Benetton, 13 caps)
4 Alessandro ZANNI (Benetton, 106 caps)
3 Simone FERRARI (Benetton, 14 caps)
2 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulousian, 96 caps) - capitano
1 Andrea LOVOTTI (Zebre, 27 caps)
A disposizione: 16 Luca BIGI (Benetton, 12 caps), 17 Cherif TRAORE' (Benetton 2 caps), 18 (Tiziano PASQUALI (Benetton, 10 caps), 19 Marco FUSER (Benetton, 30 caps), 20 Johan MEYER (Zebre, 1 cap), 21 Guglielmo PALAZZANI (Zebre, 25 caps), 22 Carlo CANNA (Zebre, 30 caps), 23 Luca MORISI (Benetton, 17 caps).

Italia-Georgia: il XV caucasico che affronterà gli azzurri

Anche Milton Haig, il Commissario Tecnico della Georgia, ha scelto il XV che sabato affronterà l'Italia a Firenze.
Formazione titolare: 15 Matiashvili; 14 Koshadze, 13 Sharikadze (c), 12 Mchedlidze, 11 Dzeneladze; 10 Khmaladze, 9 Lobzhanidze; 8 Gorgadze, 7 Tsutskiridze, 6 Giorgadze; 5 Lomidze, 4 Cheishvili; 3 Kubriashvili, 2 Bregvadze, 1 Nariashvili.
A disposizione: 16 Mamukashvili, 17 Zhvania, 18 Chilachava, 19 Sutiashvili, 20 Bitsadze, 21 Aprasidze, 22 Malaguradze, 23 Kveseladze.

06 novembre 2018

NUOTO, MAGNINI E SANTUCCI SQUALIFICATI 4 ANNI PER DOPING. "SENTANZA SCRITTA PRIMA DEL PROCESSO"

I nuotatori Filippo Magnini e Michele Santucci sono stati squalificati per 4 anni dal Tribunale Nazionale Antidoping. È stata dimezzata la richiesta di otto avanzata in Procura, ma l'impianto accusatorio - la violazione dell'Articolo 2.2 del codice Wada "uso o tentato uso di sostanze dopanti" - è rimasto in piedi. I due ex velocisti azzurri pagano la frequentazione col nutrizionista Guido Porcellini, che a sua volta è stato condannato a 30 anni ed è a processo penale a Pesaro. Magnini, ritiratosi dalle competizioni un anno fa, era uscito assolto dal processo penale e si era dichiarato ottimista all'uscita dal processo di qualche settimana fa, dichiarandosi "totalmente estraneo ai fatti". Oggi però, la prima sezione del Tna di Roma, presieduta da Adele Rando, ha punito il sospetto di uso del doping.
Ora Magnini e Santucci potranno fare ricorso in appello, ed eventualmente in ultima istanza al Tas di Losanna.


Magnini non ci sta: "Sentenza ridicola, già scritta prima del processo"

Il pesarese, campione del mondo nei 100 sl a Montreal (2005) e Melbourne (2007), commentando la squalifica ha espresso tutto il suo dissenso: “Sono dispiaciuto e anche arrabbiato, ma me l’aspettavo. So che la sentenza era stata scritta già prima del 15 ottobre, prima che io venissi qui a parlare. Perché? Non lo so, ce lo stiamo chiedendo con gli avvocati, stiamo pensando a chi potrei aver pestato i piedi. Non ho fatto nulla, questa sentenza è ridicola. Il procuratore Laviani mi ha detto a processo sbattendo i pugni sul tavolo: “Basta, ormai è una questione personale”. Parliamo di un accanimento, di una forzatura. Non ci sono prove, anzi le prove dimostrano il contrario. Faremo sicuramente ricorso”.

E ancora: “Una cosa mi fa ridere, anzi mi fa rabbia: la Procura dice di pensare che noi abbiamo pensato di fare qualcosa, anche se poi non lo abbiamo fatto. È un processo alle intenzioni e non mi sarei mai immaginato una cosa del genere: sono incazzato nero. Io e Michele abbiamo fatto un record insieme: siamo gli unici atleti non positivi che vengono squalificati. Finché non sono morto non posso accettare una cosa del genere", ha concluso lasciando il Tribunale.

TEST MATCH RUGBY ITALIA - GEORGIA: I CONVOCATI DEL C.T. O'SHEA

È entrato nel vivo il novembre di fuoco dell'Italrugby. Dopo il match di sabato scorso contro l'Irlanda, Parisse e compagni da ieri pomeriggio sono a Firenze per affrontare sabato la Georgia all'Artemio Franchi. Gli incontri che completano il programma di questo mese di Test Match prevedono la sfida all'Australia (sabato 17 allo stadio Euganeo di Padova) e infine ai campioni del mondo in carica della Nuova Zelanda (sabato 24 all'Olimpico di Roma).

L'Italrugby non ha iniziato nel migliore dei modi la campagna autunnale: infatti la sconfitta di sabato, subita per mano dei verdi al Soldier Field di Chicago (54-7), non rappresenta un buon viatico. Tuttavia la partita affrontata sul suolo americano non va letta solo attraverso il risultato finale. Essendo stata una partita fuori dalla finestra riservata alle nazionali, mancavano molti titolari al c.t. O'Shea come Lovotti, Ferrari, Budd, Negri, Allan, Zanni, Castello e Benvenuti, impegnati con Zebre e Benetton, più gli "stranieri" Ghiraldini, Polledri e capitan Parisse. Una squadra quindi con poca esperienza, dove hanno esordito in maglia azzurra i flanker Johan Meyer e Jimmy Tuivaiti, più la prima volta da capitano del centro Michele Campagnaro. Proprio lui è stato autore dell'unica marcatura italiana, su un perfetto intercetto in fase difensiva, che ha fissato il punteggio sul 14-7 all'intervallo, sintomo di un primo tempo non giocato male dagli azzurri. Come spesso succede però, nella ripresa - ed in particolare nell'ultimo quarto di partita - il calo fisico, combinato con la maggiore profondità della panchina irlandese, ha fatto ampliare il margine, per un totale di otto mete subite.

Connor O'Shea, che a fine gara si è detto dispiaciuto per gli errori commessi dalla squadra, ha subito guardato oltre, focalizzando l'attenzione sulla necessità di trovare il giusto equilibrio in alcuni episodi e di recuperare le energie in vista della sfida di sabato prossimo contro la Georgia (ore 15, in diretta su DMAX, canale 52 del digitale terrestre). Partita che si preannuncia importantissima per gli azzurri, per una questione di ranking (la Georgia, tredicesima, precede l'Italia, ed in caso di vittoria avverrebbe il sorpasso) ma anche per zittire le voci che vogliono proprio i georgiani al Sei Nazioni al posto nostro.

Il c.t. irlandese ha diramato la lista dei 32 convocati per la partita del "Franchi" e giovedì alle 14, durante la conferenza stampa annuncerà i titolari. Da ricordare che rientrano i giocatori di Zebre e Benetton, impegnati lo scorso weekend nell'ottavo turno di Pro14, più Parisse, Ghiraldini e Polledri. Tuttavia mancano alcuni elementi di spessore, ai box per infortunio: in particolare l'estremo Minozzi, infortunatosi lo scorso settembre al legamento crociato anteriore del ginocchio destro, ed il mediano di mischia Violi, operato alla spalla sinistra appena una settimana fa. Oltre a loro fermi anche Gega, Licata, Mbandà, Sarto e Padovani.

Test Match Rugby Italia - Georgia, la lista dei 32 convocati

Piloni 
Simone Ferrari (Benetton, 14 caps)
Andrea Lovotti (Zebre, 27 caps)
Tiziano Pasquali (Benetton, 10 caps)
Cherif Traore' (Benetton, 2 caps)
Giosuè Zilocchi (Zebre, 2 caps)
Tallonatori 
Luca Bigi (Benetton, 12 caps)
Oliviero Fabiani (Zebre, 7 caps)
Leonardo Ghiraldini (Stade Toulousian, 96 caps)
Seconde linee
George Biagi (Zebre, 23 caps)
Dean Budd (Benetton, 13 caps)
Marco Fuser (Benetton, 30 caps)
Marco Lazzaroni (Benetton, 3 caps)
Alessandro Zanni (Benetton, 106 caps)
Flanker/n°8
Renato Giammarioli (Zebre, 3 caps)
Johan Meyer (Zebre, 1 cap)
Sebastian Negri (Benetton, 9 caps)
Sergio Parisse, capitano (Stade Francais Paris, 134 caps)
Jake Polledri (Gloucester Rugby, 3 caps)
Abraham Steyn (Benetton, 22 caps)
Jimmy Tuivaiti (Zebre, 1 cap)
Mediani di mischia
Guglielmo Palazzani (Zebre, 25 caps)
Tito Tebaldi (Benetton, 26 caps)
Mediani di apertura
Tommaso Allan (Benetton, 40 caps)
Carlo Canna (Zebre, 30 caps)
Centri
Giulio Bisegni (Zebre, 11 caps)
Michele Campagnaro (Exeter Chiefs, 35 caps)
Tommaso Castello (Zebre, 12 caps)
Luca Morisi (Benetton, 17 caps)
Ali/Estremi
Mattia Bellini (Zebre, 15 caps)
Tommaso Benvenuti (Benetton, 52 caps)
Jayden Hayward (Benetton, 10 caps)
Luca Sperandio (Benetton, 3 caps)

04 novembre 2018

GIRO D'ITALIA 2019, IL PERCORSO AI RAGGI X: CRONO, GAVIA E MORTIROLO I PUNTI CHIAVE



Da Bologna a Verona: 3518,5 km, 46.500 metri di dislivello, 3 cronometro impegnative e tantissime ricorrenze che onoreranno luoghi, campioni e personaggi del Bel Paese. Il percorso del 102° Giro d'Italia, svelato mercoledì scorso a Milano, rappresenta un tracciato duro ma equilibrato, che premierà un corridore moderno, abile in salita così come a cronometro. 6 tappe per velocisti, 7 di media difficoltà, 5 di alta montagna, 3 cronometro tutt'altro che piatte, con due arrivi in salita e l'ultima, che terminerà nell'Arena di Verona, decisiva per la conquista della maglia rosa.

Così come il Tour ha dato segni di cambiamento, anche Mauro Vegni ha disegnato un Giro atipico rispetto alla tradizione, che toccherà 13 regioni italiane (una pecca la mancanza integrale del sud, con il punto più basso toccato a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia), sconfinerà solo nella Repubblica di San Marino, in occasione della cronometro della nona tappa, e vedrà come prima maglia rosa sicuramente un pretendente alla vittoria finale, vista la cronoscalata al San Luca del prologo inaugurale. Proprio le crono disegneranno la classifica nella prima metà del Giro, ma dalla fine della seconda settimana in poi ci sarà ampio spazio per attaccare in salita.

Bologna torna ad ospitare la partenza del Giro dopo 25 anni. Verona vedrà l'arrivo della Corsa Rosa per la quarta volta nella storia - con vittorie italiane di Battaglin (1981), Moser (1984) e Basso (2010). In mezzo, passaggi storici che ricordano i grandi del passato: fin dalla seconda frazione, la "Tappa Bartali" con l'arrivo di Fucecchio, a casa di Indro Montanelli, nato 110 anni e "coetaneo" del Giro stesso (nacquero a due settimane di distanza); la partenza della terza tappa da Vinci, a 500 anni dalla morte di Leonardo; l'arrivo a San Giovanni Rotondo (tappa 6), in ricordo di Padre Pio; l'arrivo il giorno successivo a L'Aquila, a 10 anni dal terremoto; la due giorni dedicata a Fausto Coppi, con l'arrivo a Novi Ligure, a 400 metri da Villa Coppa e la riproposizione della Cuneo-Pinerolo, nel 70° anniversario della tappa del mito vinta dal Campionissimo.

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Giro d'Italia 2019: il dettaglio di tutte le tappe

Tappa 1, sabato 11 maggio: Bologna - Bologna (San Luca), 8,2 km, cronometro individuale
Inizio col botto, con la cronoscalata alla Basilica di San Luca, arrivo di tappa per la quarta volta (vittorie di Gaul in crono nel '56, Argentin nell'84 e Gerrans nel 2009): primi 6 km pianeggianti, gli ultimi 2,1 al 9,7% di pendenza media, con punta del 16 all'ultimo kilometro. I big si dovranno far trovare al top della forma sin dalla prima frazione, altrimenti potrebbero perdere diversi secondi: la prima maglia Rosa sarà uno scalatore.

Tappa 2, domenica 12 maggio: Bologna - Fucecchio, 200 km
La "tappa Bartali", prima frazione in linea mossa, attraversa l'Appennino tosco-emiliano e l'arrivo a Fucecchio, alla porte di Firenze, non è detto che sia uno sprint: negli ultimi 50 km il Montalbano e il San Baronto sorridono ad attaccanti da lontano.

Tappa 3, lunedì 13 maggio: Vinci - Orbetello, 219 km
La tappa che parte dalla città natale di Leonardo rappresenta la prima vera chance per i velocisti, che con le loro squadre potranno agevolmente controllare la seconda parte di gara, avara di difficoltà rilevanti.

Tappa 4, martedì 14 maggio: Orbetello - Frascati, 228 km
Frazione movimentata lungo la Maremma toscana, che vedrà un'arrivo insidioso a Frascati: gli ultimi 5 km al 4% sono adattissimi ai finisseur del gruppo.

Tappa 5, mercoledì 15 maggio: Frascati - Terracina, 140 km
Tappa breve e adatta ai velocisti, dopo la prima parte che attraverserà i Castelli Romani. La corsa sarà ancora più chiusa grazie al circuito finale di Terracina.

Tappa 6, giovedì 16 maggio: Cassino - San Giovanni Rotondo, 233 km
Altra tappa lunga e movimentata lungo l'Appenino molisano, verso il Santuario di Padre Pio: la salita di Coppa Casarinelle, ai -13 dal traguardo, se presa di petto potrebbe far restringere il discorso-vittoria ad una trentina di corridori.

Tappa 7, venerdì 17 maggio: Vasto - L'Aquila, 180 km
La tappa interamente abruzzese porterà il gruppo nel capoluogo a 10 anni dal terremoto: se negli anni scorsi vi era spazio per gli scalatori con arrivi in quota (come Blockhaus e Campo Imperatore), quest'anno saranno le fughe o i finisseur ad essere favoriti.

Tappa 8, sabato 18 maggio: Tortoreto Lido - Pesaro, 235 km
Una tappa molto lunga che risalirà l'Adriatico: all'inizio pianeggiante, mentre nell'ultima parte ci sono "dentelli" che potranno scombinare i piani dei velocisti.

Tappa 9, domenica 19 maggio: Riccione - San Marino, 34,7 km, cronometro individuale
Nell'unico sconfinamento del Giro, seconda prova contro il tempo non propriamente adatta agli specialisti. Dopo i primi 22 km sostanzialmente piatti, dopo l'abitato di Faeto ci saranno 12,2 km al 4,5%: la lunghezza della salita richiede una gestione ottimale dello sforzo per poter guadagnare sui diretti rivali.

Lunedì 20 maggio: riposo

Tappa 10, martedì 21 maggio: Ravenna - Modena, 147 km
Ripartenza soft per i corridori lungo la pianura emiliana: zero GPM per un "tappino" da marcare in rosso per le ruote veloci.

Tappa 11, mercoledì 22 maggio: Carpi - Novi Ligure, 206 km
Lunghezza diversa ma stesso profilo della tappa precedente, con un altro probabile sprint a pochi metri da Villa Coppi a Novi Ligure.

Tappa 12, giovedì 23 maggio: Cuneo - Pinerolo, 146 km
La tappa in ricordo della mitica impresa di Fausto Coppi, presenta un profilo ben diverso da quella di 70 anni fa, ma non mancano le difficoltà: il primo GPM di prima categoria del Giro (il Montoso) ai -30 ed il Muro di Via dei Principi di Acaja a 3 km dal traguardo garantiscono incertezza per un finale potenzialmente adatto a molti.

Tappa 13, venerdì 24 maggio: Pinerolo - Ceresole Reale (LAgo Serrù), 188 km
Si inizia a fare sul serio con la prima tappa di alta montagna: 4500 metri di dislivello e 3 GPM impegnativi per il primo arrivo in salita in linea. In sequenza il Colle del Lys, Plan del Lupo e il Col de Nivolet può far danni a molti, considerando anche l'arrivo a 2247 metri di quota.

Tappa 14, sabato 25 maggio: Saint Vincent - Courmayeur, 131 km
"Tappino" alpino in terra valdostana molto duro: in pochi kilometri si scalano 4000 metri di dislivello. Dei 5 GPM previsti, sulla penultima salita (il Colle San Carlo, 10,5 km al 9,8%) si può fare davvero la differenza, prima dell'arrivo in salita a Courmayeur.

Tappa 15, domenica 26 maggio: Ivrea - Como, 237 km
La seconda settimana si chiude con la tappa più lunga del Giro e con il pirotecnico finale che ricalca il Giro di Lombardia: Madonna del Ghisallo, Colma di Sormano (senza il Muro), Civiglio e San Fermo della Battaglia garantiranno spettacolo sulle orme della "Classica delle foglie morte". Tappa adatta - manco a dirlo - a corridori da classiche, ma non è escluso che i big possano rubarsi qualche secondo tra di loro.

lunedì 27 maggio: riposo

Tappa 16, martedì 28 maggio: Lovere - Ponte di Legno, 226 km
La terza settimana inizia con il tappone più atteso: previsti 5700 metri di dislivello e scintille tra gli scalatori. Partenza in salita, con il Passo della Presolana e la Croce di Salven che fanno da antipasto all'accoppiata cruciale per questo Giro: i 2618 metri di quota del Passo Gavia (Cima Coppi 2019: 16,5 km all'8% di pendenza media e punte del 16) e il Mortirolo, affrontato dal versante più duro, quello di Mazzo di Valtellina. Salita Pantani di questa edizione, misura 12,8 km al 10,1%. Gran finale con l'insidiosa discesa ed il falsopiano finale verso Ponte di Legno. Qui potrebbe decidersi un pezzo di Giro e in caso di cattivo tempo potrebbe venir fuori una tappa d'altri tempi.

Tappa 17, mercoledì 29 maggio: Commezzadura-Anterselva (Antholz), 180 km
Partenza in Val di Sole e arrivo inedito nell'Arena Alto Adige, lo stadio del biathlon che nel 2020 ne ospiterà i Mondiali. 3000 metri di dislivello con un altro arrivo in salita dopo - nell'ordine - Passo della Mendola, Naz e Terento.

Tappa 18, giovedì 30 maggio: Valdaora - Santa Maria di Sala, 220 km
Tappa lunga ma calma, si tratta dell'ultima possibilità a disposizione degli sprinter: una frazione "in discesa" prima del gran finale sulle Dolomiti.

Tappa 19, venerdì 31 maggio: Treviso - San Martino di Castrozza, 151 km
Tappa breve, mossa ma non proibitiva nella prima parte, ma che prevede un impegnativo arrivo in salita a San Martino di Castrozza dopo Santa Maria della Vittoria e Passo San Boldo.

Tappa 20, sabato 1 giugno: Feltre (Croce d'Aune) - Monte Avena, 193 km
Ultimi fuochi d'artificio sulle montagne delle Dolomiti: quasi 200 km con 5200 metri di dislivello, quattro grandi montagne con Passo Manghen (18,9 km al 7,6%), Passo Rolle (20,6 km al 4,7%) e l'ultima ascesa al Monte Avena (13,5 km al 6,3%) che saranno fondamentali per la classifica generale.

Tappa 21, domenica 2 giugno: Verona (Fiera) - Verona (Arena), 15,6 km cronometro individuale
Ultima e decisiva prova contro il tempo nel circuito delle Torricelle, teatro dei Mondiali del 2004: la suddetta salita, 4,5 km al 5%, potrà cambiare il nome del vincitore finale solo in caso di distacchi contenuti.

28 ottobre 2018

TOUR DE FRANCE 2019, IL PERCORSO AI RAGGI X: TANTA SALITA E POCA CRONOMETRO

La corsa più dura degli ultimi vent'anni. Il Tour de France 2019 svelato pochi giorni fa ha destato stupore fra gli addetti ai lavori: si tratta di un cambio di tendenza per la Grand Boucle. 3460 km di cui solamente 54 a cronometro (suddivisi equamente tra individuale e cronosquadre), sette tappe di montagna con cinque arrivi in salita - di cui tre oltre i 2000 metri d'altitudine - e sette/otto occasioni per gli sprinter.


Nel Tour delle ricorrenze - come il centesimo anniversario della maglia gialla, simbolo in un primo tempo deriso dai corridori, poi divenuto un totem del ciclismo - si partirà il 6 luglio fuori dalla Francia, a Bruxelles, per celebrare i 50 anni dal primo Tour de France di Eddy Merckx. Arrivo classico, domenica 28, con la passerella sugli Champs Elysées.

Il motto della corsa del 2019 è chiarissimo: "The yellow jersey will hit the heights", la maglia gialla toccherà le altezze. Per la prima volta in assoluto - ed controtendenza rispetto alla storia del Tour, solitamente meno "da grandi altezze" rispetto a Giro e Vuelta - il patron del Tour, Christian Prudhomme, ha pensato a ben tre arrivi in salita oltre i 2000 metri: i 2115 mt del Tourmalet (tappa 14), i 2089 di Tignes ed i 2365 dell'inedita e lunghissima ascesa a Val-Thorens, nelle ultime due tappe. Ma non sono solo queste le asperità, anzi: sarà decisiva anche La Planche des Belles Filles (terra di conquista di Nibali e Aru negli ultimi due passaggi) che alla sesta tappa presenta un arrivo inedito sullo sterrato con punte oltre il 20%, e la tappa della storia, la diciottesima, che prevedere la scalata di Vars, Izoard e Galibier.

Come detto, tanta salita ma anche poche cronometro: saranno solamente 27 i km dove i corridori saranno da soli contro il tempo, più altrettanti nella cronosquadre, prevista alla seconda tappa sempre nella capitale belga, in cui i big dovranno già mettere alla frusta i compagni di squadra per perdere il meno possibile. È quindi ipotizzabile che il percorso di quest'anno possa favorire di più scalatori non abilissimi nelle cronometro rispetto ai vari Thomas, Froome e Dumoulin, sul podio nell'ultima edizione.

Diversi spunti interessanti propone la Grand Boucle dell'anno prossimo: l'assenza della tappa sul pavè, piuttosto gettonata ultimamente, ma la presenza di una grande salita già dalla sesta tappa, che subito scremerà la lista dei pretendenti alla maglia gialla; le cronometro effettuate in mezzo ai Pirenei e prima delle Alpi, per un Tour che si deciderà esclusivamente sulle grandi montagne delle ultime tre frazioni; infine il primo giorno di riposo di martedì, per una prima parte di Tour che sarà di ben 10 giorni di gare consecutive.

Tour de France: il dettaglio di tutte le tappe

Di seguito la lista con tappa, giorno, partenza/arrivo, chilometraggio e tipo di tappa (in grassetto le tappe con arrivo in salita):
Tappa 1, sabato 6 luglio: Bruxelles - Charleroi (192 km), pianeggiante
Tappa 2, domenica 7 luglio: Bruxelles - Bruxelles (27 km), cronometro a squadre
Tappa 3, lunedì 8 luglio: Binche - Epernay (214 km), collinare
Tappa 4, martedì 9 luglio: Reims - Nancy (215 km), pianeggiante
Tappa 5, mercoledì 10 luglio: Saint Dié des Vosges - Colmar (169 km), collinare
Tappa 6, giovedì 11 luglio: Mulhouse - La Planche des Belles Filles (157 km), montagna
Tappa 7, venerdì 12 luglio: Belfort - Chalon sur Saône (230 km), pianeggiante
Tappa 8, sabato 13 luglio: Mâcon - Saint-Etienne (199 km), collinare
Tappa 9, domenica 14 luglio: Saint-Etienne - Brioude (170 km), collinare
Tappa 10, lunedì 15 luglio: Saint Flour - Albi (218 km), pianeggiante

Riposo, martedì 16 luglio ad Albi

Tappa 11, mercoledì 17 luglio: Albi - Toulouse (167 km), pianeggiante
Tappa 12, giovedì 18 luglio: Toulouse - Bagnères de Bigorre (202 km), montagna
Tappa 13, venerdì 19 luglio: Pau - Pau (27 km), cronometro individuale
Tappa 14, sabato 20 luglio: Tarbes - Tourmalet Barèges (171 km), montagna
Tappa 15, domenica 21 luglio: Limoux - Foix Prat d'Albis (185 km), montagna

Riposo, lunedì 22 luglio a Nîmes

Tappa 16, martedì 23 luglio: Nîmes - Nîmes (177 km), pianeggiante
Tappa 17, mercoledì 24 luglio: Pont du Gard - Gap (206 km), collinare
Tappa 18, giovedì 25 luglio: Embrun - Valloire (207 km), montagna
Tappa 19, venerdì 26 luglio: Saint Jean de Maurienne - Tignes (123 km), montagna
Tappa 20, sabato 27 luglio: Albertville - Val Thorens (131 km), montagna
Tappa 21, domenica 28 luglio: Rambouillet - Paris Champs Elysées (127 km), pianeggiante

27 ottobre 2018

FORMULA 1 GP MESSICO: MERCEDES CON CERCHI FORATI, LA FIA NE AUTORIZZA L'UTILIZZO

Buone notizie per la Mercedes e Lewis Hamilton alla vigilia del Gran Premio del Messico di Formula 1. Infatti, nel weekend che presumibilmente regalerà all'inglese il quinto titolo iridato (basterà il settimo posto),la Mercedes potrà riutilizzare i cerchi forati che evitano il surriscaldamento degli pneumatici posteriori.
L'inedita soluzione, che prevede 11 piccoli fori sui cerchi che favoriscono lo smaltimento del calore sulle gomme posteriori, è stata dichiarata conforme al regolamento della FIA, e potrà essere utilizzata (almeno) per questo Gran Premio.


La Federazione aveva inizialmente approvato l'uso dei cerchi forati, ma la Ferrari nel Gran Premio degli Stati Uniti aveva richiesto un chiarimento sul regolamento, mettendo in dubbio la liceità dei fori in quanto in movimento ciò crea una soluzione aerodinamica attiva, teoricamente vietata. I tecnici della FIA avevano valutato l'operazione dei fori conforme alle regole, ma la scuderia tedesca aveva comunque deciso di sigillare i fori con del silicone.
La misura è stata determinante nella gara di Austin, dove le Mercedes hanno accusato problemi di surriscaldamento (con relativo blistering) agli pneumatici posteriori.

In vista del GP del Messico, la Mercedes stessa ha chiesto agli steward di verificare la liceità della propria soluzione secondo il regolamento. Nel comunicato della FIA, viene specificato che "se la Mercedes dovesse utilizzare la componente così come descritta dalla corrispondenza tra Mercedes e il dipartimento tecnico della FIA, i commissari giudicherebbero questa soluzione conforme al regolamento, ma solo per quanto riguarda gli argomenti addotti nella richiesta della Mercedes".
Di conseguenza, i commissari hanno affermato che il raffreddamento di aree localizzate è ammissibile ed hanno attribuito alla componente la funzione di "distanziatore", specificando che "il fatto che distanziatore ruoti è inerente alla sua funzione, così come accade per le razze dei cerchi".

Tuttavia, la decisione riguarda esclusivamente il weekend di gara messicano, e tale misura potrà essere ridiscussa nelle prossime due gare, in Brasile e negli Emirati Arabi.

26 ottobre 2018

SCI, TEGOLA ITALIA: MALLEOLO ROTTO, SOFIA GOGGIA OUT FINO A GENNAIO 2019


Ad una settimana dall'inizio della nuova stagione, che prevede oltre alla Coppa del Mondo anche i Mondiali di Are, non poteva arrivare notizia peggiore per la nazionale italiana: Sofia Goggia, caduta in allenamento, non potrà tornare sugli sci prima dell'anno nuovo.

L'infortunio

Nella giornata di ieri, l'azzurra ha effettuato un controllo alla Commissione medica della Fisi a Milano, presso la clinica Physioclinic. I dottori Andrea Panzeri e Herbert Schoenhuber della Commissione Medica, hanno diagnosticato la frattura del malleolo peroneale destro. La prognosi è chiara quanto pesante: gamba ingessata e niente gare almeno fino a gennaio. Saltando tutta la prima parte di stagione, la campionessa olimpica di discesa non potrà competere per la Coppa del Mondo generale e vedrà compromessa la preparazione in vista dei Mondiali di inizio febbraio ad Are, in Svezia.

La caduta

La Goggia era impegnata con le compagne di nazionale - Federica Brignone, Francesca Marsaglia, Marta Bassino e Karoline Pichler - ad Hintertrux, in Austria, per preparare l'esordio in Coppa del Mondo della settimana prossima, nel gigante di Soelden.

Caduta nel corso di una manche di gigante, ha subito interrotto la seduta di allenamento, lamentando un forte dolore al malleolo destro. La speranza del clan azzurro era quella di saltare solamente il gigante inaugurale di Soelden, ma il responso degli esami fatti a Milano hanno riportato un quadro ben più grave: come detto, la frattura del malleolo peroneale destro. In accordo con Sofia, si è deciso di evitare l'operazione chirurgica e di optare per una terapia conservativa, che prevede l’applicazione di un gambaletto gessato, sostituito successivamente da un apposito tutore, per una durata complessiva di 4-5 settimane. La campionessa olimpica in carica di discesa potrà tornare in pista solamente nel mese di gennaio.

Sofia Goggia: "sono dispiaciuta"

Intervista da Fisi.org, la bergamasca non nasconde una certa delusione ma allo stesso tempo non sembra essere preoccupata per il futuro:Sono dispiaciuta per questo incidente di percorso", ha dichiarato. "Chiaramente mi costringe a ridimensionare un po’ gli obiettivi per i quali mi ero mossa finora, è un discorso che riguarda più il periodo a breve termine che a lungo termine. Non è una situazione facile, però è un infortunio abbastanza semplice nel senso che necessito solamente di rispettare i tempi di guarigione biologici dell'osso, devo essere brava a muoverlo un pochino per non far stare ferma completamente la caviglia. Avrò cinque giorni di stop completo in cui cerco di programmare al meglio la riabilitazione, cercherò di guarire nel miglior modo possibile e nel tempo giusto, dovrò avere un fisico perfetto quando rimetterò gli scarponi".

Molto dipenderà da come procederà la riabilitazione, ma è evidente come la stagione sia compromessa ancor prima di cominciare. A questo punto per l'azzurra il rientro potrebbe avvenire nelle prime gare di gennaio, oppure tra le gare di Plan de Corones e Cortina d'Ampezzo, previste a metà mese. Nonostante le sue grandi qualità, sarà dura essere al 100% ai nastri di partenza dei Campionati Mondiali, che inizieranno il 5 febbraio ad Are, in Svezia, per poter provare a diventare contemporaneamente campionessa olimpica e mondiale in discesa libera.

12 ottobre 2018

SCI, LINDSEY VONN ANNUNCIA IL RITIRO: "LA PROSSIMA STAGIONE SARA' L'ULTIMA"

Dopo molte voci e indiscrezioni è arrivata la conferma: Lindsey Vonn nel 2018-2019 disputerà la sua ultima stagione in Coppa del Mondo. La campionessa americana, che compirà 34 anni tra sei giorni, ha confermato l'intenzione di ritirarsi a fine marzo in un'intervista tv rilasciata a Nbc Sports.

La motivazione principale è legata ai gravi infortuni subiti durante l'arco della carriera: “Sono fisicamente arrivata ad un punto in cui non ha più senso continuare", ha dichiarato. "Ovviamente vorrò rimanere fisicamente attiva quando sarò più vecchia: questo mi porta a pensare più all’avvenire che al mio presente”.


Dopo 3 medaglie olimpiche, 7 mondiali, 4 Coppe del Mondo generali e 16 coppette di specialità, nella testa della statunitense quest'anno ci sono due obiettivi a cui ambire: i Mondiali di Are (dove ottenne la sua prima medaglia iridata nel 2007) e il record di successi all time in Coppa del Mondo, appartenente a Ingemar Stenmark, con 86 vittorie. La Vonn, al momento a quota 82, avrà a disposizione 9 discese libere e 8 superG per raggiungere (e superare) lo svedese.
Tuttavia non se ne farà un'ossessione: "Se riesco a battere quel record sarebbe un sogno che si avvera", ha spiegato. "Se non ci riuscirò, avrò comunque alle spalle una grandissima carriera, ricca di successi. E chiuderei restando comunque la sciatrice donna più vincente di tutti i tempi".

Lindsey Vonn: il futuro dopo le gare

A questo punto la curiosità riguarda la vita dopo le gare, visto il raggiungimento di una visibilità a livello mondiale. Ma anche su questo la nativa del Minnesota dimostra di avere le idee chiare: "Sicuramente mi occuperò della mia fondazione (la Lindsey Vonn Foundation, ndr) per aiutare le giovani sciatrici, poi cercherò di avviare una mia ulteriore attività in un settore".

La rincorsa di Wunder Woman al record di Stenmark sarà uno dei temi principali della prossima stagione del Circo Bianco, che inizierà il 27 ottobre con il tradizionale gigante inaugurale sulla Rettenbach di Soelden. Invece per l'americana l'appuntamento è fissato con la prima discesa libera di Lake Louise (Canada), il 30 novembre.

CICLISMO, SONNY COLBRELLI DOMINA IL GRANPIEMONTE NELLA PIOGGIA

Un'altra gara nervosa, un'altra corsa complicata per il maltempo, un'altra vittoria per Sonny Colbrelli. Il corridore della Bahrain Merida ha vinto il 102° GranPiemonte, seconda prova del Trittico d'Autunno. Il bresciano, favorito della vigilia, chiude il suo 2018 con la quarta vittoria stagionale, dominando la volata di Stupinigi davanti al francese Sénéchal e a Davide Ballerini dell'Androni Sidermec, squadra professional che con questo risultato conquista la Ciclismo Cup e la wild card per il Giro dell'anno prossimo.

GranPiemonte: la cronaca

Il percorso della 102esima edizione del GranPiemonte, con partenza da Racconigi (CN) e arrivo davanti alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, si è snodato su 191 km completamente pianeggianti attraverso le Reggie Sabaude: una grande occasione per le ruote veloci italiane e non. Ma la giornata molto autunnale con pioggia battente, vento e 14° di temperatura, non hanno reso agevole il lavoro delle squadre dei velocisti, soprattutto nelle ultime battute di gara.

I fuggitivi della prima ora (Matteo Sobrero della Dimension Data, Joseph Rosskopf della BMC, Filippo Ganna della UAE Emirates e Mikkel Frelich Honoré della QuickStep - Floors), raggiunti da un trenino della Lotto Soudal a metà gara, sono stati controllati bene dal gruppo, tirato da formazioni (Astana ed Education First) che non avevano uomini in avanscoperta. Dopo essere stati ripresi a 70 dall'arrivo, sono partiti nuovi attacchi con Breschel, Marcato, Hirt e Ballerini. Ma una caduta ha coinvolto questi ultimi tre, lasciando il danese della EF da solo. Ai meno 50 ci prova anche Andrey Grivko (Astana), che raggiunge Breschel e dopo qualche chilometro rimane da solo al comando. Raggiunge un vantaggio massimo di 1 minuto e 15, ma la Bahrain Merida (per Colbrelli) e la Bardiani CSF (per Andrea Guardini) controllano agevolmente l'ucraino.

A 37 dall'arrivo una caduta a centro gruppo coinvolge tra i tanti Juan José Lobato: lo spagnolo della Nippo Fantini, vincitore della Coppa Sabatini, era uno dei possibili favoriti. Raggiunto Grivko a 13 km dal traguardo, sembra prepararsi una classica volata, ma ai 1500 metri il tentativo da finisseur di Keukeleire (Lotto Soudal) sfilaccia il gruppo ed impedisce la formazione di trenini. Koren della Bahrain si sacrifica per il ricongiungimento, lasciando Colbrelli al vento ai -350 metri. Il Cobra lancia una volata lunghissima e nonostante ciò batte la concorrenza con una bicicletta di margine: si tratta della 22° vittoria in carriera, la quarta quest'anno, al termine di un'ottima stagione che l'ha visto realmente competitivo anche in gare World Tour. Secondo il francese Sénéchal della QuickStep, terzo posto per Ballerini nonostante sia caduto quando era in avanscoperta. Insieme al sesto posto di Belletti, l'Androni Sidermec può festeggiare la vittoria aritmetica nella Ciclismo Cup (ex Coppa Italia), che dà diritto alla squadra di Gianni Savio a partecipare al prossimo Giro d'Italia.
L'appuntamento col grande ciclismo è rinviato a dopodomani, quando sul lago di Como andrà in scena il Giro di Lombardia, classica monumento che chiude la stagione.

Gran Piemonte: la classifica finale

1) Sonny Colbrelli (Team Bahrain Merida), in 4h20'50"
2) Florian Sénéchal (QuickStep - Floors), s.t.;
3) Davide Ballerini (Androni Sidermec), s.t.;
4) Jhonathan Restrepo (Katusha Alpecin), s.t.;
5) Riccardo Minali (Astana), s.t.;
6) Manuel Belletti (Androni Sidermec), s.t.;
7) Christoph Pfingsten (Bora Hansgrohe), s.t.;
8) Andrea Guardini (Bardiani CSF), s.t.;
9) Barnabas Peak (QuickStep - Floors), a 2";
10) Simone Velasco (Wilier Triestina - Selle Italia), a 2".

11 ottobre 2018

CICLISMO, PINOT VINCE LA MILANO-TORINO. A SUPERGA BATTUTI LOPEZ E VALVERDE

La rivincita di Pinot, la beffa di Lopez. Questo è il riassunto della Milano-Torino, la più antica classica del mondo e gara di apertura del Trittico d'Autunno, che ha visto trionfare sul traguardo di Superga il francese, secondo ieri alla Tre Valli Varesine. Chi deve subire l'onta del secondo posto oggi è il colombiano, che ha il grande rimpianto di essere caduto nel momento clou, lasciando di fatto la vittoria a Pinot. Altrimenti la vittoria poteva essere sua. Terzo il neo campione del mondo Alejandro Valverde, che ha fatto le prove generali per il Giro di Lombardia di sabato.


Milano-Torino: la cronaca

Il percorso della 99esima edizione della Milano-Torino, con le uniche difficoltà rappresentate dalla doppia ascesa di Superga nel finale, non lasciava spazio al movimento che c'è stato ieri alla Tre Valli Varesine. Infatti lo svolgimento della prima parte della corsa è sembrato più quello di una corsa a tappe che quello di una classica. Dopo la partenza di Magenta, a provarci da lontano sono stati 4 corridori: Umberto Orsini (Bardiani CSF), Krists Neilands (Israel Cycling Academy), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Willem Jakobus Smit (Katusha - Alpecin).

Vantaggio massimo per loro di 5'35", prima che il gruppo iniziasse il forcing. Così all'imbocco della prima scalata di Superga (5 km di salita al 9,1% di pendenza media, con punte al 14%), dal gruppo da poco compatto sono iniziati gli scatti con Valverde, alla seconda gara con la maglia iridata, che ha provato a fare selezione con un paio di notevoli accelerazioni. Sempre molto attento Pinot, anche grazie al lavoro da stopper di Reichenbach e soprattutto Gaudu. Al primo scollinamento sono in 4 in testa (Valverde, Pinot, Gaudu e Majka), ma una discesa abbastanza cauta da parte dei primi permette il ricongiungimento di chi è rimasto attardato, tra i quali Aru e Pozzovivo (ma non Moscon), e l'attacco di outsider. All'inizio dell'ultima salita, stavolta verso la cima del colle di Superga dov'è presente la basilica, Gaudu, Fuglsang e Martinez hanno una quindicina di secondi sul gruppo, forte di una trentina di unità.

Simon Yates, a 3,5 km dal traguardo, fa scoppiare la bagarre e si riporta sui primi. Poco dopo è lo stesso Pinot a partire, il quale trova Gaudu davanti e lo esorta a tenere il ritmo, costringendo alla risposta sia Valverde che Lopez. A 1,5 km dalla vetta sono questi quattro a giocarsi la vittoria, con il francesino in completo appoggio al capitano. Ed è proprio nel momento in cui Gaudu si sposta che avviene l'incredibile: ai -1300 metri, mentre scarta verso destra, viene centrato in pieno da Lopez, che non lo vede perché girato all'indietro per controllare la posizione di Valverde. I due finiscono per terra, dando il la all'accelerata di Pinot, con Valverde che, già staccato di qualche metro, non riuscirà più a raggiungerlo. Lopez, rialzatosi e ripartito in un amen, salta Valverde e tenta un disperato inseguimento, ma ormai è troppo tardi.

Per la Groupama-FDJ è il giusto coronamento di una gara dominata tatticamente, mentre per Pinot è la quarta vittoria nel 2018, 25° in carriera. Il colombiano, arrivato a soli 10" nonostante la caduta, rimane con l'amaro in bocca per una possibilissima vittoria sfumata per un incidente del tutto fortuito. Completa il podio un Valverde che ha esagerato sulla prima salita di Superga, ma che forse si è voluto testare in vista del Lombardia di sabato. Per l'Italia segnali incoraggianti da un ottimo Mattia Cattaneo (4°), Domenico Pozzovivo (7°) e soprattutto Fabio Aru (9°), apparso in crescendo di condizione dopo le difficoltà di Giro e Vuelta.
Il Trittico d'autunno prosegue domani con il Gran Piemonte, riservato alle ruote veloci.

Milano-Torino: la classifica finale

1) Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) in 4h43’36";
2) Miguel Angel Lopez (Astana) a 10”;
3) Alejandro Valverde (Movistar) a 28”;
4) Mattia Cattaneo (Androni Sidermec) a 36”;
5) Sebastien Reichenbach (Groupama-FDJ) a 38”;
6) Wilco Kelderman (Sunweb);
7) Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida) a 41”;
8) Jakob Fuglsang (Astana);
9) Fabio Aru (UAE Emirates) a 43”;
10) Egan Bernal (Sky) a 45”;