23 settembre 2018

MONDIALI CICLISMO INNSBRUCK 2018: CRONOSQUADRE INAUGURALE ALLA QUICKSTEP

Con le cronometro a squadre riservate ai club sono cominciati i 91esimi Campionati mondiali di ciclismo su strada, in scena a Innsbruck (Austria).
Nell'ultima edizione di questo format, visto che dall'anno prossimo non verrà più proposto, questa mattina, nella cronosquadre femminile, il titolo è andato alla Canyon//SRAM Racing, mentre questo pomeriggio nella prova maschile, la QuickStep-Floors ha vinto il titolo di "squadra campione del mondo".


Mondiali Ciclismo Innsbruck 2018: la QuickStep-Floors vince la cronosquadre maschile

Il giusto epilogo al termine di una stagione straordinaria. La QuickStep-Floors, dopo un'annata record con quasi 70 vittorie, ha vinto anche il titolo mondiale nella cronometro a squadre. Il sestetto belga, composto da Kasper Asgreen, Laurens De Plus, Bob Jungels, Yves Lampaert, Maximilian Schachmann e Niki Terpstra, completando la prova in 1h07'25"29, ha conquistato l'oro per la quarta volta in sette anni, periodo nel quale è stato reintrodotto questa prova.
È stata una partenza intelligente della formazione in maglia blu, che ha gestito al meglio i complessi 62,4 km del percorso austriaco. Al primo intermedio, dopo 22 km, la Mitchelton-Scott è davanti con 7 secondi sulla BMC e 12 proprio sui belgi. Quarto il Team Sky, quinto il Team Sunweb. Nel punto clou del tracciato, la salita di Axoms (4 km al 6,1%), mentre la squadra australiana perde ritmo, s'infiamma la lotta tra la QuickStep e la Sunweb di Tom Domoulin: la formazione olandese sfrutta al meglio la presenza in squadra di buoni scalatori e al secondo rilevamento, posto in cima alla salita, si ritrova in testa, con solamente 71 centesimi di vantaggio sul sestetto belga.
Tuttavia il forcing degli olandesi, campioni uscenti, si rivela eccessivo e nell'ultima parte la QuickStep fa valere una migliore gestione delle energie, completando la prova a una media spaventosa: 55,5 km/h di media, notevole considerando la durezza e la lunghezza del tracciato. La Sunweb conquista l'argento solamente per 1 secondo e 9 centesimi sulla BMC (dov'era impegnato anche l'azzurro Damiano Caruso). Quarta la Sky di Moscon, quinta la Mitchelton di Matteo Trentin, in netto calo dopo il primo parziale record.
L'unica formazione italiana al via è stata la Sangemini - Mg K. Vis, squadra continental composta esclusivamente da italiani (Gaffurini, Gazzara, Scartezzini, Totò, Salvietti e Puccioni), che ha concluso in 19° posizione, con un ritardo di 7'05".

Classifica finale:
1) QuickStep-Floors (Bel), in 1h07'25"
2) Team Sunweb (Ola), +18"
3) BMC Racing Team (USA), +19"
4) Team Sky (Gbr), +44"
5) Mitchelton-Scott (Aus), +56"
6) Team Movistar (Spa), +1'31"
7) Trek-Segafredo (Ger), +2'03"
8) Bora-Hansgrohe (Ger), +2'07"
9) CCC Sprandi Polkowice (Pol), +2'37"
10) Astana Pro Team (Kaz), +2'53"
19) Sangemini-Mg K. Vis (ITA), +7'05"

Mondiali Ciclismo Innsbruck 2018: cronosquadre femminile alle tedesche della Canyon//SRAM Racing

Questa mattina, il club tedesco Canyon//SRAM Racing ha vinto il titolo mondiale riservato alle squadre femminili. Lungo il percorso totalmente pianeggiante di 54,1 km, la formazione teutonica, composta dall'azzurra Elena Cecchini, la tedesche Trixi Worrack e Lisa Klein, la bielorussa Alena Amialiusik,  e le britanniche Hannah e Alice Barnes, ha ottenuto la medaglia d'oro con il tempo di 1h01'46" andando alla velocità media di 52,5 km/h.
Le ragazze della Canyon erano passate in seconda posizione nell'unico intermedio, al 23° km, staccate di 11 secondi dalla formazione britannica Wiggle High5. Rimanendo sempre compatte, hanno alzato il ritmo nella seconda parte di gara e hanno battuto di 21 secondi le olandesi della Boels Dolans Cyclingteam e di 28 un'altra formazione olandese, le campionesse in carica del Team Sunweb. La Wiggle High5 ha forzato eccessivamente nella prima parte ed è rimasta con soli quattro elementi troppo presto: infatti si è dovuta accontentare della quarta piazza, con quasi un minuto di ritardo.
Sono state tre le squadre italiane impegnate, e sono arrivate lontane dalle posizioni da podio ma tutte molto vicine tra loro: la Valcar BPM è ottava (con un ritardo di 3'35"), la Bepink è nona (+3'36") e la Ale Cipollini è decima (+3'53").

Classifica finale:
1) Canyon//SRAM Racing (Ger), in 1h01'46"
2) Boels Dolmans Cyclingteam (Ola), +21"
3) Team Sunweb (Ola), +28"
4) Wiggle High5 (Gbr), +57"
5) Mitchelton Scott (Aus) +1'29"
6) Team Virtu Cycling (Dan) +2'06"
7) BTC City Ljubljana (Slo) +3'08"
8) Valcar BPM (ITA) +3'36"
9) Bepink (ITA) +3'36"
10) Ale Cipollini (ITA) +3'53"

22 settembre 2018

MONDIALI CICLISMO INNSBRUCK 2018: LE LISTE DEI CONVOCATI DI TUTTE LE NAZIONALI

Manca poco all'evento clou per il ciclismo su strada, ossia i 91esimi Campionati mondiali di Innsbruck. L'inizio è previsto per questa domenica, con le cronometro a squadre per club, maschili e femminili, ma le attenzioni principali saranno a rivolte a domenica 30 con la prova in linea maschile. Proprio in questi giorni i c.t. stanno definendo le formazioni che affronteranno uno dei Mondiali più difficili della storia. In considerazione dei 260 km e dei 4670 metri di dislivello, le nazionali saranno composte prevalentemente da passisti-scalatori, per coronare come campione del mondo un corridore completo, di fondo e che sappia resistere e attaccare in salita.
Ecco di seguito l'elenco (in continuo aggiornamento) con tutti i convocati dai vari commissari tecnici. Alcune formazioni sono già definitive, altre sono la lista dei pre-convocati con la scrematura finale che sarà fatta a breve.

Mondiali Ciclismo Innsbruck 2018: i convocati di tutte le nazionali


Algeria (1 posto)
Azzezine LAGABE
Youcef REGUIGUI

Argentina (1 posto, definitivo)
Eduardo SEPULVEDA

Australia (8, definitivo)
Simon CLARKE
Rohan DENNIS
Jack HAIG
Christopher HAMILTON
Damien HOWSON
Richie PORTE
Robert POWER
Rory SUTHERLAND

Austria (6, definitivo)
Patrick KONRAD
Michael GOGL
Felix GROβSCHARTNER
Gregor MÜHLBERGER
Lukas PÖSTLBERGER
Georg PREIDLER

Azerbaijan (1, definitivo)
Kiril POZDNYAKOV

Belgio (8, definitivo)
Tiesj BENOOT
Laurens DE PLUS
Ben HERMANS
Xandro MEURISSE
Serge PAUWELS
Dylan TEUNS
Gerg VAN AVERMAET
Tim WELLENS

Bielorussia (4)
Stanislau BAZKHOU
Vasil KIRYIENKA
Ilya KOSHEVOY
Andrei Krasinlikau
Aleksandr RIABUSHENKO
Nikolai SHUMOV
Yahuen SOBAL

Brasile (1, definitivo)
Nicolas SESSLER

Canada (4, definitivo)
Robert BRITTON
Antoine DUCHESNE
Hugo HOULE
Micheal WOODS

Colombia (8, definitivo)
Winner ANACONA
Rodrigo CONTRERAS
Miguel Ángel LOPEZ MORENO
Sebastian HENAO GOMEZ
Sergio HENAO MONTOYA
Daniel MARTINEZ
Nairo QUINTANA
Rigoberto URAN

Corea del Sud (1, da definire)

Costa Rica (1, definitivo)
Roman VILLALOBOS

Croazia (1, definitivo)
Josip RUMAC

Danimarca (8, definitivo)
Kasper ASGREEN
Matti BRESCHEL
Niklas EG
Jakub FUGLSANG
Jesper HANSEN
Mads SCHMIDT
Michael VALGREN
Emil VINJEBO

Ecuador (2+2 da definire)
Richard CARAPAZ
Jonathan NARVAEZ

Emirati Arabi Uniti (0+1)
Yousif MIRZA (posto di diritto in quanto campione asiatico)

Eritrea (1+1)
Amanuel GEBREIGZABHIER (posto di diritto in quanto campione africano)
Merhawi KUDUS

Estonia (4)
Alo JAKIN
Tanel KANGERT
Martin LAAS
Alges MAASIKMETS
Mihkel RAIM
Rein TAARAMAE
Norman VAHTRA

Francia (8, definitivo)
Julian ALAPHILIPPE
Romain BARDET
Tony GALLOPIN
Alexandre GENIEZ
Rudy MOLARD
Thibaut PINOT
Pierre ROLLAND
Anthony ROUX

Germania (6, definitivo)
Emanuel BUCHMANN
Marcus BURGHARDT
Nico DENZ
Simon GESCHKE
Paul MARTENS
Maximilian SCHACHMANN

Giappone (1)
Takeaki AMEZAWA
Hideto NAKANE

Gran Bretagna (8, definitivo)
Hugh CARTHY
Tao Geoghegan HART
Peter KENNAUGH
James KNOX
Ian STANNARD
Connor SWIFT
Adam YATES
Simon Philip YATES

Grecia (1, definitivo)
Stylianos FARANTAKIS

Hong Kong (1)
King Lok CHEUNG
Ho San Chiu

Iran (1, definitivo)
Mohammadesmaeil CHAICHIRAGHIMI

Irlanda (4+2 da definire)
Conor DUNNE
Daniel MARTIN
Ryan MULLER
Nicholas ROCHE

ITALIA (8)
Fabio ARU
Gianluca BRAMBILLA
Damiano CARUSO
Dario CATALDO
Alessandro DE MARCHI
Davide FORMOLO
Gianni MOSCON
Vincenzo NIBALI
Franco PELLIZZOTTI
Domenico POZZOVIVO
Davide VILLELLA
Giovanni VISCONTI

Kazakistan (4, definitivo)
Danil FOMINYKH
Bakhtiyar KOZHATAYEV
Nikita STALNOV
Andrey ZEITS

Lettonia (4)
Emils LIEPINS
Viesturs LUKSEVICS
Krists NEILANDS
Aleksej SARAMOTINS
Toms SKUJINS

Lituania (1)
Gediminas BAGDONAS
Ignatas KONOVALOVAS

Lussemburgo (6, definitivo)
Laurent DIDIER
Jempy DRUCKER
Ben GASTAUER
Bob JUNGELS
Alex KIRSCH
Tom WIRTGEN

Marocco (1, da definire)

Norvegia (6, definitivo)
Sven Erik BYSTRØM
Edvald BOASSON HAGEN
Odd Christian EIKING
Carl Fredrik HAGEN
Markus HOELGAARD
Vegard Stake LAENGEN

Nuova Zelanda (4, definitivo)
George BENNETT
Patrick BEVIN
Sam BEWLEY
Dion SMITH

Olanda (8, definitivo)
Tom DUMOULIN
Wilco KELDERMAN
Steven KRUISWIJK
Bauke MOLLEMA
Sam OOMEN
Wouter POELS
Antwan TOLHOEK
Pieter WEENING

Polonia (6)
Marcin Bialoblocki
Maciej BODNAR
Pawel CIESLIK
Michal GOLAS
Michal KWIATKOWSKI
Rafal MAJKA
Tomasz MARCZYNSKI
Lukasz OWSIAN
Maciej PATERSKI
Pawel POLJANSKI
Lukasz WISNIOWSKI

Portogallo (4, definitivo)
Alberto RUI COSTA
Ruben GUERREIRO
Tiago MACHADO
Nelson OLIVEIRA

Romania (1, da definire)

Repubblica Ceca (6, definito)
Josef CERNY
Jan HIRT
Karel HNIK
Roman KREUZIGER
Michael KURKLE
Zdenek STYBAR

Ruanda (1, da definire)

Russia (6)
Ildar ARSLANOV
Sergei CHERNETSKY
Pavel KOCHETKOV
Ivan ROVNY
Pavel SIVAKOV
Dmitry STRAKHOV
Ilnur ZAKARIN

Spagna (8, definitivo)
Jonathan CASTROVIEJO
David DE LA CRUZ
Omar FRAILE
Jesus HERRADA
Ion IZAGUIRRE
Enric MAS
Mikel NIEVE
Alejandro VALVERDE

Slovacchia (6+1)
Erik BASKA
Marek CANECKY
Jan Andrej CULLY
Martin HARING
Martin MAHDAR
Robert MALIK
Lubos MALOVEC
Juraj SAGAN
Peter SAGAN (posto di diritto in quanto campione del mondo)
Patrik TYBOR

Slovenia (8, definitivo)
Grega BOLE
Matej MOHORIC
Domen NOVAK
Luka PIBERNIK
Jan POLANC
Primoz ROGLIC
Simon SPILAK
Jan TRATNIK

Sudafrica (3+1 da definire)
Nicholas DLAMINI
Louis MEINTJES
Willem Jakobus SMIT

Svezia (1)
Tobias LUDVIGSSON
Kim MAGNUSSON

Svizzera (6, definitivo)
Mathias FRANK
Kilian FRANKINY
Steve MORABITO
Sebastien REICHENBACH
Michael SCHAR
Patrick SCHELLING

Turchia (1, da definire)

Ucraina (1)
Anatolii BUDIAK
Andrey GRIVKO

USA (4, definitivo)
Brent BOOKWALTER
Benjamin KING
Sepp KUSS
Peter STETINA

Venezuela (1)
Yonathan MONSALVE

18 settembre 2018

JUVENTUS, EFFETTO CRISTIANO RONALDO: PER IL FINANCIAL TIMES POSSIBILE +235 MILIONI DAGLI SPONSOR

L'effetto Cristiano Ronaldo". Da luglio se ne parla sotto tanti punti di vista e qualche volta anche a sproposito, ma se chi ne parla è il Financial Times, allora non si può che attestare la portata del cosiddetto "trasferimento del secolo".


Infatti in un lungo approfondimento apparso sul sito, il giornale economico-finanziario britannico ha spiegato nel dettaglio il modello di business della società bianconera e ciò che comporta l'arrivo di CR7. Per il Financial Times la Juventus, investendo sul campione portoghese, potrebbe aumentare notevolmente i guadagni della società, nonostante i 100 milioni di euro spesi per il cartellino e i 30 annui (netti) per 4 anni derivanti dall'ingaggio. Ciò è possibile attraverso molte dinamiche: senza accennare ai premi della Champions in caso di vittoria e ai diritti TV (di cui potrebbe trarne giovamento anche l'intera Serie A), la stima dell'aumento del fatturato deriva fin d'ora da un sensibile incremento del merchandising, derivante dalle vendite delle magliette col numero 7 sulle spalle, e degli incassi allo stadio, con l'aumento del 30% circa sugli abbonamenti.

Ma la testata britannica si concentra su un altro aspetto, forse non immediato ma che potrà essere determinante ai fini del bilancio bianconero negli anni avvenire. Il riferimento è sul valore economico delle sponsorizzazioni legate al marchio Juve, che la società intende ridiscutere con i propri partner, soprattutto i main sponsor. L'articolo del FT spiega che "In generale il valore degli affari commerciali bianconeri potrebbe salire entro tre stagioni dai 114 milioni dell'anno scorso a 235 milioni. Il club sta già discutendo un rinnovo al rialzo dell'accordo con Adidas, secondo fonti vicine alle trattative che sostengono la stessa possibilità per quanto riguarda il contratto con Jeep".
Ciò sembra coincidere con le parole di Giorgio Ricci, co-chief revenue officer e responsabile delle partnership globali della Juventus, rilasciate sempre al quotidiano inglese: "C'è una correlazione molto forte e chiara tra il numero di magliette vendute in un anno in tutto il mondo e il valore del tuo accordo". La mossa secondo il report è quella di dichiarare il record di vendita di magliette in questa stagione e, sulla base di questi numeri, ridiscutere i contratti di sponsorizzazione.

Sotto questo profilo l'obiettivo è ridurre il gap tra la Juventus e i top club europei: "Una parte importante delle entrate di un club è rappresentato dalla sponsorizzazione tecnica e da quella commerciale sulla maglia", spiega la testata. "Nel caso della Juventus (...) Adidas e Jeep secondo KPMG garantiscono 40 milioni di euro all'anno. Al contrario, gli accordi del Manchester United, con Adidas e Chevrolet portano nelle casse dei 'Red Devils' 156 milioni."
In questo senso il ruolo di Ronaldo può essere fondamentale "grazie anche al seguito combinato di 330 milioni di utenti sulle piattaforme social. Numeri che hanno consentito alla Juventus di guadagnare più di 10 milioni sui follower sui social media solo a luglio".

A tutte queste dinamiche è particolarmente attento Andrea Agnelli, che è stato abilissimo ad aumentare il prezzo degli abbonamenti quando stava trattando segretamente il portoghese, per poi annunciare l'accordo e registrare il "tutto esaurito" in tempi record, con 29.300 abbonamenti venduti ed oltre 30 milioni di incassi.
Lo stesso presidente della Juve ha rilasciato al FT dichiarazioni sul modello di business bianconero, lanciando una vera e propria sfida: "Dobbiamo essere in grado di conquistare il prossimo Cristiano, ma all'età di 25 anni. Pianificheremo, uno dopo l’altro, gli ultimi passi rimanenti per diventare i numeri uno"

Quindi CR7 potrebbe far salire definitivamente la Juventus nell'élite del calcio mondiale, non solo dal punto di vista sportivo ma anche finanziario. D'altronde, è "l'effetto Cristiano Ronaldo".

17 settembre 2018

VUELTA 2018, LE PAGELLE. YATES, MAS E VIVIANI SUGLI SCUDI, ARU E QUINTANA ANCORA DELUDENTI. INCOGNITA NIBALI

Il Day after della Vuelta, con ancora davanti agli occhi le immagini della sontuosa volata di Elia Viviani è il momento dei bilanci. In 3250 km di gara diversi corridori si sono messi in luce per traguardi di tappa e classifica generale, altri hanno sofferto in funzione dei Mondiali(uno su tutti il nostro Vincenzo Nibali). Per questo è opportuna un'ampia analisi di queste tre settimane di gara, anche alla luce della prova in linea iridata, in programma tra 13 giorni a Innsbruck (Austria). Ovviamente non si può non partire dalla maglia roja Simon Yates.



Simon Philip Yates (1° classificato)
Il principe ha conquistato il suo primo regno. E la sensazione è che non sarà l'ultimo. A 26 anni è arrivata la consacrazione per il britannico, all'apice di una crescita vertiginosa negli ultimi 14 mesi: dalla maglia bianca di miglior giovane al Tour 2017, al Giro da protagonista di maggio, fino alla vittoria finale di ieri. Che il ragazzo avesse stoffa si era capito, ma è pur vero che apprende in fretta dai propri errori. Al Giro d'Italia è stato il grande mattatore, con 3 vittorie di tappa e lo spettacolo di vedere una maglia rosa raramente così all'attacco, ma sul Colle delle Finestre si è spenta la luce e ha perso tutto. In questa Vuelta ha cambiato registro, mostrandosi un po' più accorto nelle fasi iniziali: dopo aver preso la maglia rossa al termine della prima settimana, l'ha lasciata qualche giorno a Herrada e se l'è ripresa di forza a Les Praeres. Da lì in poi il braccio di ferro con Valverde, che sembrava dover perdere all'Alto del Balcón de Bizkaia (unica giornata difficile per il britannico) e con i successivi giochi di squadra della Movistar. Ma Simon, che stavolta non è arrivato a corto di energie nelle ultime due tappe, ne è venuto fuori con testa e gambe, da grande campione, attaccando in faccia i rivali e costringendoli alla resa.
Forte in salita lunghe e corte, si difende molto bene a cronometro e ha la personalità giusta per potersi giocare con i connazionali Froome e Thomas i grandi giri della prossima stagione. E con la squadra britannica al suo servizio, non è escluso che lo possa fare con la maglia iridata addosso... VOTO 10


Enric Mas Nicolau (2° classificato)
Il "premio rivelazione" della Vuelta 2018, visto che la maglia per il miglior giovane alla corsa spagnola non è prevista (c'è il numero rosso). Però lo spagnolo, considerando i 23 anni, ha impressionato per completezza, coraggio e tenuta. Ad eccezione della tappa di Mañón, il classe '95 è stato sempre davanti, l'unico a guadagnare su Yates a cronometro e nell'ultima tappa, insieme a Lopez, ha costruito un capolavoro, conquistato la vittoria parziale ed il secondo posto finale. Il tutto con una Quick Step attrezzata quasi esclusivamente per le volate di Viviani. Dopo la generazione degli Heras, Sastre, Rodriguez, Contador e Valverde, la Spagna ha trovato un nuovo corridore per le corse a tappe. VOTO 10

Miguel Ángel López Moreno (3° classificato)
Il giovane colombiano si è dimostrato uno degli scalatori più forti del panorama internazionale. Grazie all'attacco in coppia con Mas ha preso il podio all'ultimo, però in una Vuelta così equilibrata ha rischiato di pagare dazio nei secondi persi a cronometro sulla concorrenza. Manca in brillantezza in alcuni momenti: non è riuscito sempre a concretizzare il lavoro fatto dall'Astana, di gran lunga la migliore squadra in salita di questa Vuelta. Ma nel 2018 il bottino è soddisfacente per un classe '94, con due podi in due grandi giri. E non finisce qui: tra due settimane c'è la grande possibilità di un Mondiale adatto alle sue caratteristiche, con una squadra di prim'ordine come quella colombiana e i gradi di capitano conquistati (almeno sulla carta) a discapito di Quintana. VOTO 8,5



Alejandro Valverde (5° classificato)
La sofferenza sul Col de la Gallina, con Quintana a voltarsi di continuo per aspettarlo, non è stata la fine che si meritava l'Embatido. Si può dare l'insufficienza ad un 38enne che vince due tappe, attacca appena ne ha la possibilità ed è stato l'unico a contendere seriamente la roja a Yates? Purtroppo il calo delle ultime due tappe deve fare i conti con una carta d'identità che si fa sentire, ma in una corsa spesso bloccata e attendista, il murciano ha regalato ancora momenti di grande classe. VOTO 8

Nairo Quintana (8° classificato)
Un altro grande giro deludente per Nairoman. Partito anche stavolta con il ruolo di "uomo da battere", non riesce a brillare nel campo che lui predilige, ovvero le salite dell'ultima settimana. "Declassato" a luogotenente per il capitano Valverde, ha tentato di correre in maniera più aggressiva ma senza successo, per un altro risultato negativo ottenuto dalla Movistar (voto 5): nessun corridore a podio nei tre grandi giri stagionali. Serve una scossa, magari al Mondiale: Landa e il giovane Carapaz vogliono scalare le gerarchie in squadra e lui deve difendere uno status (e uno stipendio) da leader. VOTO 5


Vuelta 2018, le pagelle degli italiani

Elia Viviani
I numeri parlano chiaro: con la vittoria di Madrid sono tre le vittorie in questa Vuelta, 18 quelle stagionali. Nella corsa spagnola ha battuto in tutti gli sprint sia il campione del mondo Peter Sagan (voto 5,5 per lui: la caduta di fine Tour ha lasciato il segno) che un positivo Giacomo Nizzolo (7). Grazie anche ai meccanismi oliati di una QuickStep dominatrice quest'anno (67 vittorie stagionali), ma il veronese ha saputo anche vincere senza un treno (vedi Madrid appunto). Non è ancora infallibile come Cipollini o il Cavendish dei tempi d'oro, ma ad oggi è il velocista più forte in circolazione, senza troppe discussioni. Sette vittorie nei grandi giri e la maglia di campione italiano conquistata in un percorso non da velocisti. Davanti ai microfoni a RaiSport ha detto "è stata una stagione incredibile". Come dargli torto? VOTO 9

Fabio Aru
Vedere Quintana. Doveva essere la Vuelta del riscatto per il sardo dopo le difficoltà che lo hanno costretto al ritiro dal Giro, invece niente. Sempre in ritardo negli arrivi in salita, con la caduta (sfortunata a dire il vero) della diciassettesima tappa è definitivamente uscito di classifica. Unico sussulto d'orgoglio nell'ultima frazione pirenaica, dove ha provato ad attaccare da lontano senza successo. La speranza è che non abbia ancora superato pienamente i problemi alimentari, perché altrimenti ci troveremmo di fronte ad una crisi inspiegabile per colui che doveva essere il presente ed il futuro italiano delle corse a tappe. Cassani lo ha convocato per il Mondiale, vediamo se riuscirà a ripagare la fiducia del ct. VOTO 4,5

Alessandro De Marchi
La nota più confortante in ottica Innsbruck. Il rosso di Buja è tornato a vincere - esattamente a due anni dall'ultima volta - e a convincere, con diverse fughe all'attivo e prestazioni ottime anche a cronometro, specialità dove sarà impegnato ai Mondiali. E per la corsa in linea, vista la condizione di Nibali e Aru, potrà essere una carta importantissima. VOTO 9

Vincenzo Nibali
Dare il voto allo Squalo non è facile. Ma l'analisi non può prescindere da ciò che ha detto ieri, al termine della corsa: "È stato già un miracolo fare questa Vuelta". Ed effettivamente la prima settimana è stata di sofferenza pura, con la schiena che faceva male e le gambe che non giravano. Abbiamo visto anche un Vincenzo nervoso con i giornalisti, che voleva essere lasciato in pace. Poi con l'andare dei giorni è stato prima al servizio dei compagni poi a caccia di gloria personale, ma anche in fuga non è riuscito a giocarsi la vittoria di tappa fino all'ultimo. La sensazione è che di testa sia pronto per il Mondiale, ma sperava di uscire dalla Vuelta con una condizione migliore. La caduta del Tour ne ha minato pesantemente la preparazione a livello di potenza, e - lui in primis - sa che non sarà mai al 100% a Innsbruck. Urge per Cassani un piano B: che sia Moscon-Caruso? VOTO 7

16 settembre 2018

VUELTA 2018, OGGI TAPPA 21: LA "PASSERELLA" DI MADRID IN DIRETTA TV E STREAMING, PERCORSO E FAVORITI. TRIS VIVIANI?

Dopo tre settimane di salite, scatti, crisi e imprese, oggi si chiuderà la 73° edizione della Vuelta a España, con la classica "passerella" al crepuscolo che terminerà in Plaza Cibeles a Madrid.

Oltre all'ultima sfida tra i velocisti, sarà la grande giornata per Simon Yates, che conquisterà definitivamente la maglia roja e di conseguenza il suo primo grande giro in carriera, dopo aver tenuto quest'anno la maglia rosa fino alla terz'ultima tappa del Giro. Tra l'altro il corridore inglese ha stabilito un record unico: con Chris Froome, vincitore del Giro d'Italia, e Geraint Thomas, maglia gialla al Tour de France, la Gran Bretagna ha vinto tutti e tre i grandi giri della stagione con tre corridori diversi. Lo scalatore della Mitchelton-Scott inoltre, sarà uno scomodo cliente per tutti al Mondiale di Innsbruck.

Con lui saliranno sul podio Enric Mas e Miguel Angel Lopez. Podio conquistato nella tappa di ieri con un'azione congiunta che ha ribaltato la situazione a discapito di Alejandro Valverde e Steven Kruijswijk, secondo e terzo prima dell'ultima tappa pirenaica. Per lo spagnolo della Quick Step-Floors, a soli 23 anni, si tratta dell'esplosione di un talento da tenere d'occhio per i prossimi anni; per il colombiano è la definitiva conferma dopo il terzo posto conquistato anche al Giro scorso.

Per l'Italia è non è stata una Vuelta indimenticabile: tre vittorie di tappa e nessun uomo nella top10 della classifica generale, col primo azzurro, Gianluca Brambilla, 16° a mezz'ora dal vincitore. Le uniche note positive provengono dai vincitori di tappe, Elia Viviani e Alessandro De Marchi. Il velocista veronese può oggi fare il tris e dimostrare una volta di più di valere l'élite dello sprint, mentre il Rosso di Buja, tornato alla vittoria dopo due anni di astinenza, può rivelarsi una delle carte più importanti in chiave iridata. Altro grande giro da dimenticare per Fabio Aru, che non è mai stato al passo con i migliori, mentre per Vincenzo Nibali, dopo l'operazione alla vertebra, è stata una prima parte di Vuelta molto difficile, poi è andato in crescendo di condizione.

Vuelta 2018, tappa 21: percorso, altimetria e favoriti

La tappa di oggi, la Alcorcón-Madrid, di 100,9 km, sarà la classica passerella, che prevede un arrivo allo sprint, il quinto di questa Vuelta. Infatti sarà totalmente piatta e non sono previsti GPM. Dopo la partenza da Alcorcón, 32 km "di trasferimento" porteranno i corridori nel centro di Madrid, dove inizierà il tradizionale circuito di 5,9 km da ripetere 11 volte. Da segnalare solamente lo sprint intermedio al secondo passaggio sulla linea d'arrivo, a 59 km dal traguardo. La partenza da Alcorón è fissata per le 17.15, mentre l'arrivo è previsto tra le 19.50 e le 20.07.
Quindi probabilmente sarà l'ultima occasione per i velocisti che hanno superato indenni i 3148 km di gara fatti finora. Tuttavia lo sprint non è scontato, come la diciottesima tappa ha dimostrato: quando il gruppo entrerà nel circuito madrileno sarà gara vera, e le formazioni degli sprinter dovranno tenere cucita la corsa. Quest'onere spetterà soprattutto alla QuickStep-Floors per Elia Viviani, alla Trek-Segafredo per Giacomo Nizzolo, e alla Bora-Hansgrohe per Peter Sagan. Sono loro tre i favoriti principali per la vittoria, anche se non bisogna dimenticare l'olandese Van Poppel ed il campione europeo Matteo Trentin.


Vuelta 2018, tappa 21: info diretta tv e streaming

Per gli appassionati che vogliono seguire la tappa, è possibile vederla in tv, ma sono tramite servizi in abbonamento e a pagamento: infatti la Vuelta è live e in esclusiva solo su Eurosport. La diretta della ventunesima frazione inizierà alle 16.52 su Eurosport 1.
Invece per quanto riguarda lo streaming, è possibile seguire la tappa integralmente sulla piattaforma Eurosport Player, a partire dalle 16.35. Ricordiamo che Eurosport Player è visibile con l’abbonamento a Sky o Mediaset Premium (tramite SkyGo e Premium Play) oppure con uno specifico abbonamento.

15 settembre 2018

VUELTA 2018, TAPPA 19: SUI PIRENEI VINCE PINOT DI FORZA. YATES SECONDO IPOTECA LA MAGLIA ROSSA

Grande battaglia nella prima tappa pirenaica della Vuelta 2018: un grande Thibaut Pinot vince sul traguardo di Andorra (Naturlandia) ma Simon Yates, secondo al termine di una salita interpretata da vero leader, guadagna oltre un minuto in classifica su un Valverde in difficoltà, rafforzando la maglia rossa: Madrid non è mai stata così vicina.



Vuelta 2018, tappa 19: la cronaca

Un percorso più classico oggi alla Vuelta: la Lleida-Andorra (Naturlandia), di 154,4 km, ha un profilo che di solito si vede di più al Giro o al Tour. Una tappa con un falsopiano leggermente a salire nella prima parte e finale contraddistinto dalla salita secca del Col de la Ribassa: 17 km al 6,6% di pendenza media, con pendenze a doppia cifra concentrate nella parte iniziale e arrivo ai 2025 metri slm di Naturlandia.
Così come nella tappa scorsa, parte una fuga ridotta, ma a differenza di ieri, con Wallays che ha resistito al ritorno del gruppo, il destino per gli attaccanti è segnato fin dall'inizio. Non sono un caso gli oltre 60 km che sono serviti per far andare in fuga dei corridori: oggi la Movistar, impostando un controllo ad oltre 50 orari di media, fa sul serio per attaccare la maglia rossa. In questa battaglia sul filo dei secondi anche gli abbuoni possono far la differenza per Alejandro Valverde.
Ci provano diversi corridori di spessore: Kwiatkowski, De Marchi, Rolland, Anton, Zakarin e Clarke su tutti, ma vengono sempre ripresi. A metà tappa una fuga viene fatta andare: si tratta di Jonathan Castoviejo (Team Sky), Benjamin Thomas (Groupama-FDJ) e Tom Van Asbroeck (Education First-Drapac), con quest'ultimo che però dopo una quindicina di chilometri si fa riassorbire dal gruppo.
Gruppo sempre comandato dalla Movistar che tiene a tiro i due per tutta la tappa (massimo vantaggio intorno ai due minuti e mezzo) e, complice il traguardo volante alla base della salita, a Sant Julià de Lòria, il vantaggio dei fuggitivi all'inizio della salita è ridotto a un centinaio di metri.
Movistar che prende di petto anche l'erta finale, scremando il gruppo ad una trentina di unità. Ai -14 Nibali lascia la compagnia del gruppo della maglia rossa: oggi non era la giornata ideale per testarsi, visto il controllo che si è generato. Invece per Fabio Aru, che si stacca poco dopo, è il sintomo di una condizione tutt'altro che buona, anche alla luce della caduta di due giorni.
La tappa, impostata come una sfida a scacchi tra i big, a 12 km dalla vetta si trasforma in una corsa parallela tra due gruppetti. Il primo gruppo lo porta via la Lotto NL Jumbo, che con il lavoro di Bennett lancia all'attacco Steven Kruijswijk. L'olandese è seguito da Nairo Quintana e in seconda battuta da Thibaut Pinot.

La maglia rossa sembra schiacciata dalla tattica Movistar, ma ne esce con classe e ribalta la situazione: ai -10 con un allungo (colpevolmente non seguito da Valverde) si riporta sui tre di testa ed imposta un ritmo che lo porta a guadagnare costantemente sul gruppo composto da Valverde, Lopez, Uran, Kelderman e Mas.
Quintana, al traino di Yates, Pinot e Kruijswijk, viene fatto rallentare per dare una mano al capitano che perde secondo su secondo: dai 20" dei -8,5 km, ai 30" dei -7, fino al minuto di svantaggio dei -4 km, nonostante il colombiano che tira, poi fora e ritorna sul gruppetto a fare l'andatura.
Tutti attendono l'attacco dell'Embatido ma il murciano non ne ha oggi: Kelderman, Mas e Lopez se ne accorgono e cercano di recuperare sui tre di testa, che però hanno trovato un buon accordo e si giocheranno in esclusiva la tappa. All'ultimo kilometro perde contatto Kruijswijk e così è lotta a due: Pinot parte a 300 metri dall'arrivo e può alzare le braccia al cielo per la seconda volta in questa Vuelta. Per Simon Yates, arrivato a 5 secondi, è il secondo posto migliore che poteva ottenere: adesso Madrid è davvero ad un passo. Domani, nel tappone pirenaico, dovrà gestire 1'38" su Valverde e 1'58" su Kruijswijk, terzo oggi, che sale sul podio virtuale a scapito di Enric Mas.
Per Valverde, arrivato a 1'12" dal vincitore, e per tutta la Movistar, è una sconfitta durissima: domani servirà un'attacco da lontano per fare il ribaltone. Di terreno ce n'è, ma servono le gambe che oggi sono mancate.
Appuntamento a domani, con la tappa numero 20, la Andorra. Escaldes-Engordany - Coll de la Gallina. Santuario de Canolich, di 97 km, che con i suoi 5 GPM deciderà la 73° ediizione della Vuelta a España.


Vuelta 2018, tappa 19: la classifica di tappa

1) Thibaut Pinot (Gruopama-FDJ), in 3h42'05"
2) Simon Yates (Mitchelton-Scott), +5"
3) Steven Kruijswijk (Lotto NL Jumbo), +13"
4) Rigoberto Uran (Education First-Drapac), +52"
5) Miguel Angel Lopez (Astana), +52"
6) Enric Mas (Quick - Step Floors), +52"
7) Wilco Kelderman (Sunweb), +1'03"
8) Alejandro Valverde (Movistar), +1'12"
9) Tony Gallopin (AG2R La Mondiale), +1'15"
10) Nairo Quintan (Movistar), +1'49"


Vuelta 2018, tappa 19: la classifica generale

1) Simon Yates (Mitchelton-Scott), in 76h44'41"
2) Alejandro Valverde (Movistar), +1'38"
3) Steven Kruijswik (Lotto NL Jumbo), +1'58"
4) Enric Mas (Quick - Step Floors), +2'15"
5) Miguel Angel Lopez (Astana), +2'29"
6) Nairo Quintana (Movistar), +4'01"
7) Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), +5'22"
8) Rigoberto Uran (Education First-Drapac), +5'29
9) Ion Izaguirre Insausti (Team Bahrain-Merida), +6'30"
10) Tony Gallopin (AG2R La Mondiale), + 7'21"

14 settembre 2018

ROMA, TOTTI PRESENTA LA SUA AUTOBIOGRAFIA AL COLOSSEO IL 27 SETTEMBRE

27 settembre. Una data che per i tifosi romanisti non è mai stata un semplice giorno di fine settembre. Ma adesso il 27 settembre si lega ad un altro avvenimento da ricordare nella Roma giallorossa. Infatti il prossimo compleanno di Francesco Totti verrà celebrato con la presentazione della sua autobiografia intitolata "Un capitano", scritta con il giornalista Paolo Condò, in uscita in tutte le librerie.


Francesco Totti, la sua autobiografia: data e luogo della presentazione

Dopo mesi di anticipazioni ed aneddoti "in pillole" sui profili social, l'ex capitano della Roma, in un video apparso su Facebook, ha svelato la copertina del libro - chiedendo ai suoi follower "Come sto?" - preannunciandone l'uscita ufficiale. Quindi l'appuntamento per la presentazione è in occasione del suo 42° compleanno, il prossimo 27 settembre, nella location che non poteva essere più suggestiva ed esclusiva: il Colosseo. E per l'occasione la Rizzoli, casa editrice del testo, contribuirà al restauro di 12 statue marmoree degli Orti Farnesiani all'interno del Parco Archeologico del Colosseo.
Tutti i dettagli saranno svelati nei prossimi giorni, tuttavia si dà già per certa la presenza di spazio per la beneficenza, da sempre tema a cuore dell'ex calciatore, da anni Ambasciatore Unicef: su invito parteciperà anche l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, istituzione a cui Totti e la stessa casa editrice destineranno un contributo sotto forma di donazione per proseguire l'attività di assistenza e ricerca.

Francesco Totti, la sua autobiografia: i particolari

L'autobiografia è stata scritta dalla leggenda giallorossa, aiutato dalla firma della Gazzetta dello Sport Sky Sport Paolo Condò, ed è edita dalla casa editrice Rizzoli. Sarà un'opera davvero importante, visto che il libro ha ben 512 pagine: si parlerà dell'intera vita del Pupone, dall'infanzia a Porta Metronia al Mondiale vinto (con tanto di notte insonne), passando per i 25 anni passati con la maglia della Roma sul petto.
Rizzoli ha comunicato il prezzo di vendita (21 euro) e ha pubblicato la descrizione del libro: "L'infanzia in via Vetulonia, i primi calci al pallone, la timidezza e la paura del buio, la vita di quartiere in una Roma che forse non esiste più. Gli amici che resteranno gli stessi per tutta la vita. Gli allenamenti a cui la mamma lo accompagnava in 126, asciugandogli i capelli con i bocchettoni in inverno. L'esordio in Serie A a 16 anni in un pomeriggio di marzo del 1993 a Brescia, con i pantaloni della tuta che al momento di entrare in campo si impigliano nei tacchetti; il primo derby, il primo gol, il rischio di essere ceduto alla Sampdoria prima ancora che la sua favola in giallorosso possa cominciare. [...] Con l'espressione eternamente stupita del ragazzo che una città ha eletto a simbolo e condottiero, oggetto di un amore senza eguali. Fino al giorno del ritiro dal calcio giocato, e di un addio che ha emozionato non solo i tifosi romanisti ma gli sportivi italiani tutti. Perché Francesco Totti è la Roma, ma è anche un pezzo della vita di ognuno di noi".
Il libro, oltre che in tutte le librerie, sarà acquistabile su rizzoli.eu, Amazon, Mondadori, laFeltrinelli e ibs.it.

13 settembre 2018

NUOTO, SIMONA QUADARELLA GIA' CARICA: "AL LAVORO PER I MONDIALI IN COREA. LEDECKY? UNO STIMOLO PER MIGLIORARE"


Tre volte campionessa europea nella stessa manifestazione. Una tripletta (400-800-1500 sl) che nemmeno la leggenda del nuoto azzurro, Federica Pellegrini, è riuscita a fare nella sua carriera, senza dimenticare anche i due ori (sui 400 e gli 800) ai Giochi del Mediterraneo di Terragona. È stata la donna copertina degli Europei di Glasgow. Simona Quadarella ha cambiato la sua dimensione quest'estate. Oltre alla gloria in piscina, come di norma accade, è arrivata l'attenzione dei media. Il quotidiano La Repubblica infatti, l'ha inserita tra le trenta candidate al premio "Donna D 2018", un'iniziativa che permette ai lettori di scegliere l'italiana che nell'ultimo anno si è contraddistinta per forza, passione e talento.

Ma per ora, la 19enne romana, non sembra distrarsi troppo di questa nuova dimensione: dopo una settimana di vacanza in Messico, è tornata ad allenarsi all'"Aquaniene Sport Club" di Roma, agli ordini del coach Christian Minotti. Il rientro alle fatiche è stato dolce, al termine di un'estate che l'ha vista crescere come atleta, grazie alle certezze arrivate dalla vasca britannica e non solo. Infatti, al termine dei Giochi Asiatici di Giacarta e dei Campionati Panpacifici di Tokyo, solamente la super campionessa americana Katie Ledecky, negli 800 e nei 1500, ha fatto un crono migliore di lei, per un secondo posto mondiale nel ranking 2018 che rende l'idea delle performance della tesserata al Circolo Canottieri Aniene.

Simona, intervistata da OASport, è consapevole del livello raggiunto quest'anno, ma allo stesso tempo non vuole "dormire sugli allori". Ha dichiarato: "Gli Europei sono stati una tappa importante del mio percorso che mi ha aiutato a maturare una consapevolezza diversa in me stessa. Ora il prossimo obiettivo saranno i Mondiali 2019 in vasca lunga dove l’intenzione è di confermarsi e fare meglio ovviamente dal punto di vista cronometrico".

Il focus quindi, è sulla rassegna iridata in vasca lunga - dov'è tra l'altro detentrice del bronzo sui 1500 - in programma a Gwangju, in Corea del Sud, nel luglio 2019. Prima ancora dei mondiali coreani, a fine anno - dal 7 all'11 dicembre - ci saranno anche i medesimi campionati in vasca corta, che si svolgeranno in Cina, ad Hangzhou. Tuttavia la romana non sembra puntarci troppo e li vede più come tappa di avvicinamento: "Sarà un evento di transizione in quanto nella piscina da 25 metri faccio sempre un po’ di fatica ad esprimere la mia nuotata. Tuttavia sarò al via ma il mio evento clou sarà il Mondiale in lunga". 

Tornando alla Ledecky, la Quadarella da un lato ammette che sarà un avversario molto difficile da battere, ma dall'altro non le fa perdere gli stimoli, anzi: "Avvicinarsi a lei sarà molto complicato ma ci si allena per questo anche perché l'ambizione è quello che porta a raggiungere traguardi importanti". Ed è proprio l'ambizione l'ingrediente principale della crescita dell'azzurra, ma anche dei giovani che si sono messi in mostra a Glasgow, come Alessandro Miressi, Margherita Panziera, Arianna Castiglioni, Federico Burdisso e Andrea Vergani. “Siamo giovani e vogliamo centrare obiettivi prestigiosi" ha affermato, "questo è un bene per la crescita del movimento anche perché poi gli atleti di maggior esperienza sono sempre lì (su tutti la Pellegrini e Gregorio Paltrinieri, ndr) e questo aiuta a mantenere uno standard elevato che può portarci lontano“.

12 settembre 2018

VUELTA 2018, TAPPA 17: MICHEAL WOODS VINCE SULL'ALTO DE BIZKAIA, YATES MANTIENE LA MAGLIA ROSSA. NIBALI CI PROVA, ARU CADE

Il canadese Michael Woods (Education First-Drapac) ha vinto la la 17° tappa, la Getxo - Alto del Balcón de Bizkaia, di 157 km. Al termine di una tappa e una salita durissima (dove anche il nostro Vincenzo Nibali ha cercato la vittoria), la maglia rossa è rimasta sulle spalle del britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott).


Vuelta 2018, tappa 17: la cronaca

Dopo il giorno di riposo e la crono di ieri di Torrelavega, che ha visto il dominio dell'australiano Rohan Dennis (BMC), oggi i pretendenti alla maglia roja avevano un'altra occasione per muovere la classifica generale e attaccare Simon Yates, che a cronometro ha difeso egregiamente la propria leadership. Ma la dura tappa di oggi, con ben 6 GPM e l'arrivo in cima all'Alto del Balcón de Bizkaia (salita di 1° categoria, con 7,3 km al 9,7% di pendenza media e punte addirittura al 23%), si prestava anche ad una fuga numerosa.

E così è stato: dopo 16 km di attacchi, sulla prima salita di giornata, l'Alto de la Arboleda, si sono staccati 21 corridori, raggiunti nella discesa successiva da altri cinque. Note positive per il ct Cassani, perché Vincenzo Nibali, in un evidente crescendo di condizione, è stato uno dei promotori dell'attacco ed è riuscito ad entrare in una fuga per la seconda volta in questa Vuelta, dopo la dodicesima tappa. Oltre allo Squalo per l'Italia anche il suo compagno di squadra, l'eterno Franco Pellizzotti, Alessandro De Marchi, già vincitore in questa Vuelta a Luintra e Valerio Conti (UAE Emirates), che proprio da queste parti (i Paesi Baschi) ha conquistato la sua unica tappa alla corsa iberica, nel 2016.
Una fuga anche con molti elementi di qualità, vista la presenza tra i tanti di Geniez (AG2R-La Mondiale), Fraile (Astana), Teuns (BMC Racing Team), De Gendt (Lotto-Soudal), Majka (Bora-hansgrohe), Zakarin (Katusha-Alpecin), De La Cruz (Team Sky), Woods (Education First-Drapac), Mollema (Trek-Segafrego) e l'ex maglia rossa Jesus Herrada (Cofidis).

La Mitchelton-Scott lascia andare la fuga, che accumula più di 8 minuti (8'17" il vantaggio massimo). Davanti è soprattutto Pellizzotti a fare l'andatura, facendo intuire che Nibali abbia la gamba giusta per giocarsi la tappa. L'elemento più attivo della fuga tuttavia è il belga Thomas De Gendt, che passando in testa ai primi 3 GPM, conquista la maglia a pois a discapito di Luis Angel Maté, in sofferenza a fondo gruppo.

Sulla terzultima salita, l'Alto de Santa Eufemia di 3° categoria, comincia a saltare l'accordo tra i fuggitivi ed avviene la prima scrematura con il forcing di Simon Clarke (Education First-Drapac). Dietro, dopo il blando forcing della squadra di casa, la Euskadi-Murias, prende in mano la situazione il Team Astana di Miguel Angel Lopez, riducendo il vantaggio della fuga fino a 5 minuti ai -20. Un ottimo Nibali tiene bene le ruote della testa della corsa e prova una timida sortita dopo lo scollinamento, senza però riuscire a fare la differenza.

In gruppo, uno sfortunatissimo Fabio Aru cade in discesa insieme all'austriaco Pernsteiner, lamentando in lacrime di rabbia e di dolore un problema al cambio. Riprende la corsa con brutte abrasioni e ferite sanguinanti al fianco e al gluteo destro, ma non rientrerà più sul gruppo principale.
Alla base dell'ultima durissima asperità di giornata, l'Alto del Balcón de Bizkaia, una quindicina di fuggitivi (con Nibali e De Marchi) conservano quasi 4 minuti di margine sul gruppo che, con l'Astana in testa, viaggia a gas spalancato. Saranno loro a giocarsi la tappa.

Subito Clarke riprova ad uscire dal gruppetto, ma De Marchi (al servizio di  Teuns) e Amador chiudono. In un tratto al 13% Nibali perde il contatto da Woods, Majka, Fraile, Zakarin, Herrada, De La Cruz e Teuns.
Nel gruppo della maglia rossa perdono terreno Pinot e Uran, e  ai -4 Valverde accende la miccia, con un brillantissimo Yates che lo segue e riporta sotto tutti i big. Ma lo scatto del murciano fa male al suo compagno di squadra, Quintana, che perde contatto poco dopo.
Vista la situazione Simon Yates mette il fratello Adam in testa al gruppetto dei migliori, che imposta un ritmo sostenibile solo da Valverde, Mas, Kuijswijk e Lopez.
Staccatosi definitivamente Nibali, davanti la lotta per la vittoria di tappa rimane affare per 4: De La Cruz, Teuns, Majka e Woods. Nell'ultimo chilometro, con pendenze intorno al 16-18% e in una nebbia fittissima, ci provano a ripetizione tutti e quattro i contendenti, ma l'attacco vincente è di Woods ai 400 metri dal traguardo. Secondo Teuns e terzo De La Cruz. Nibali è decimo a 1'48" dal vincitore: manca ancora qualcosa al siciliano, però vederlo all'attacco per l'intera giornata è senza dubbio una nota positiva.
Nel gruppo maglia rossa ci prova Miguel Angel Lopez ma non fa la differenza. Dietro continua e perdere tempo Quintana e anche l'olandese Kuijwijk, dopo l'ottima crono di ieri, si stacca. Sembra un agile controllo per Yates, ma negli ultimi 100 metri un altro grande attacco di Valverde, seguito dal giovane Mas, mette a dura prova l'inglese, che però arriva al traguardo con pochi secondi di ritardo (otto per la precisione) e conserva la maglia roja. Un dolorante Fabio Aru arriva a 14 minuti dal vincitore: la speranza è che la botta abbia solo provocato qualche escoriazione perché il sardo, nonostante una condizione altalenante, può essere una pedina importante per Nibali al mondiale.

In sostanza Yates ha perso i secondi guadagnati ieri nella cronometro: adesso il margine è di 25 secondi sul murciano, rinfrancato dall'ottima prova di oggi che tra l'altro gli ha consegnato i pieni poteri di capitano in casa Movistar. Infatti Quintana, arrivato con più di un minuto di ritardo dal compagno, ora è sesto a 2'11" dal leader. Sale in terza posizione il sempre più sorprendente Mas. 

Vuelta 2018, Tappa 17: la classifica di tappa

1) Michael Woods (Education First-Drapac), 4h 09' 48"
2) Dylan Teuns (BMC), +5"
3) David De La Cruz (Sky), +10"
4) Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), +13"
5) Ilnur Zakarin (Team Katusha Alpecin), +38"
6) Alessandro De Marchi (BMC),+44"
10) Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), +1'48"

Vuelta 2018, Tappa 17: la nuova classifica generale

1) Simon Yates (Mitchelton-Scott), 69h 05' 34"
2) Alejandro Valverde (Movistar), +25"
3) Enric Mas (Quick Step-Floors), +1'22"
4) Miguel Angel Lopez (Astana), +1'36"
5) Steven Kruijwijk (Lotto NL Jumbo), +1'48"
6) Nairo Quintana (Movistar), +2'11
7) Ion Izaguirre Insausti (Bahrain-Merida), +4'09"
8) Rigoberto Uran (Education First-Drapac), +4'36"
9) Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) +5'31"
10) Tony Gallopin (AG2R La Mondiale) +6'05"

11 settembre 2018

ROMA, EL SHAARAWY ATTENDE L'INCONTRO PER IL RINNOVO: LE PRETENDENTI NON MANCANO


In casa Roma è tempo di rinnovi. Una situazione ancora più delicata, in virtù del negativo avvio di stagione dei giallorossi che, dopo la vittoria di Torino all'esordio, hanno pareggiato in casa con l'Atalanta e perso all'ultimo secondo a Milano, lasciando critiche anche nei confronti della società.
Per questo Monchi, ancora più sotto pressione dopo la discussa chiusura del mercato - che ha portato alla partenza last minute di Strootman verso il Marsiglia dell'ex Rudi Garcia -, sta iniziando a valutare una lunga lista di rinnovi. Nel brevissimo periodo scadrà "solo" il contratto del capitano Daniele De Rossi, ma nel giugno 2020 andranno in scadenza giocatori importanti: da Dzeko a Kolarov passando per Stephan El Shaarawy.

Proprio la situazione del calciatore di origine egiziana sarà da valutare attentamente, in quanto - come la squadra - non ha avuto un buon avvio di stagione. Titolare per 60 minuti all'esordio (poi sostituito da Cristante), in panchina con l'Atalanta e subentrato nel secondo tempo contro la sua ex squadra, il Milan: prestazioni mediocri, con Under e il nuovo arrivato Kluivert spesso preferiti a lui. Inoltre la mancata convocazione da parte del c.t. Mancini per le prime partite ufficiali del nuovo corso della Nazionale.

Il Faraone, come riporta La Gazzetta dello Sport, attende da tempo un appuntamento con la società per parlare del prolungamento del suo contratto. Il giocatore da sempre ha ribadito la volontà di rimanere a Roma, si trova bene con i compagni e con la città, ma le pretendenti italiane e straniere non mancano, in particolare provenienti dal campionato inglese. Qualora non dovesse trovare spazio in un reparto molto affollato, potrebbe valutare l'ipotesi di andar via, anche nell'ottica di tornare a vestire la maglia azzurra.

E' ipotizzabile che Monchi voglia vedere anche delle prestazioni confortanti sul campo . Il ds spagnolo, d'altronde, ha fatto vedere come i cosiddetti "incedibili" siano merce rara nella Capitale. "Lavoriamo prima di tutto per trovare una sostenibilità economica, che ci permette di decidere chi vendere e quando vendere", ha affermato ad un'intervista a Sport Illustrated, "Siamo sulla buona strada, ma non significa che non venderemo nel futuro perché vendere non è un male, ma è una cosa normale se poi investi in strutture, allenatori e giocatori. Si è sempre venduto nella storia del calcio».

Quindi presumibilmente il suo futuro lo deciderà il campo e, nell'immediato, l'Olimpico, dove la Roma nell'anticipo delle 12.30 affronterà il Chievo. Sarà fondamentale ottenere una vittoria convincente, per calmare le critiche e preparare con serenità l'esordio in Champions del 19 settembre, al Santiago Bernabeu, contro il Real Madrid. Per El Shaarawy sarà un'ottima opportunità per far bene, alla luce di un possibile posto da titolare, a causa degli acciacchi di Schick (problema all'inguine accusato con la nazionale ceca) e Pastore, alle prese con un affaticamento muscolare. Anche l'almanacco dà fiducia all'italo-egiziano: il Chievo è la vittima preferita dal Faraone, con 5 reti all'attivo, e in undici confronti con i clivensi non ha mai perso (1o vittorie ed un pareggio). In più nelle ultime due partite all'Olimpico contro i gialloblu ha sempre timbrato il cartellino.

VUELTA 2018. TAPPA 14, ALTRO ARRIVO IN SALITA: LIVE STREAMING E DIRETTA TV, ALTIMETRIA FAVORITI


Altra tappa, altro arrivo in salita. Oggi, sabato 8 settembre, andrà in scena la tappa numero 14 della 73° edizione della Vuelta a España. Si tratta della Cistierna-Les Praeres de Nava, di 171 km. I corridori affronteranno un'altra tappa impegnativa, la seconda del trittico di questo durissimo fine settimana nel nord-ovest della Spagna. Su La Camperona, nella durissima tappa di ieri - vinta dallo spagnolo Oscar Rodriguez - c'è stata grande battaglia tra i big della classifica generale: Nairo Quintana e Simon Yates hanno guadagnato qualche secondo sulla concorrenza, mentre Fabio Aru, che sta cercando la condizione ottimale, non è riuscito a tenere le ruote dei migliori ed è ora 17° in classifica. La maglia rossa è per il secondo giorno di fila sulle spalle dello spagnolo Jesus Herrada (Cofidis).

Vuelta 2018, tappa 14: il percorso e i possibili favoriti

Come detto, la quattordicesima frazione della Vuelta a España sarà un'ulteriore occasione a disposizione dei pretendenti alla maglia roja per guadagnare tempo sui diretti rivali. Si partirà da Cistierna per arrivare nelle Asturie, sulla salita inedita dell'Alto Les Praeres, per un totale di 171 km e 5 GPM che cambieranno il volto alla classifica generale. Sarà una prima parte di gara tutta in altura, con i primi 60 km sì in falsopiano ma sempre sui 1000 metri di quota. Dopo aver affrontato il primo GPM, il Puetro di San Isidro (un 2° categoria, per 11 km al 3% di pendenza media), ci sarà una lunga discesa che porterà i corridori alla zona di rifornimento, prima di imboccare la prima vera asperità, l'Alto de la Colladona (salita di 1° categoria, 5,3 km all'8,1%). Al termine della discesa, un breve tratto pianeggiante precederà gli ultimi 60 km, che saranno senza respiro: in successione il gruppo scalerà l'Alto de la Mozqueta (1° categoria, 6,5 km all'8,7%), l'Alto de la Falla de Los Lobos (3° categoria, 5,3 km al 6,4%) e per ultimo il temibile Alto Les Praeres, GPM di 1° categoria con 4 km di salita al 12,5% di pendenza media e punte che raggiungono il 17%.
Una tappa per scalatori puri in cui è probabile che i big tengano chiusa la corsa, vista anche la possibilità di conquistare la maglia rossa. E' difficile che Herrada riesca a conservare il simbolo del primato, dopo che sulla Camperona ha perso quasi due minuti. La partenza del gruppo è fissata alle 12.55, mentre l'arrivo è previsto tra le 17.25 e le 17.56.
Viste le pendenze arcigne dell'ultima ascesa, i favoriti principali sono i colombiani Nairo Quintana e Miguel Angel Lopez, oltre a un Simon Yates apparso in grande forma sulla Camperona che tenterà di riprendersi la maglia di leader. Attenzione anche a Alejandro Valverde, Wilco Kelderman, Ion Izaguirre e Rigoberto Uran, nella speranza di vedere un Fabio Aru più brillante rispetto a ieri. Qualora dovesse arrivare una fuga i protagonisti potrebbero essere De Gendt, Mollema, Woods, Fraile e Rolland. In casa Italia è una buona occasione per Formolo, De Marchi, Villella e sopratutto Vincenzo Nibali, alla caccia della migliore condizione possibile in vista dei Mondiali di Innsbruck.

Vuelta 2018, tappa 14: info diretta tv e live streaming

Per gli appassionati che vogliono seguire la tappa, è possibile vederla in tv, ma sono tramite servizi in abbonamento e a pagamento: infatti la Vuelta è live e in esclusiva solo su Eurosport. La diretta della quattordicesima frazione inizierà dalle 16 su Eurosport 1. Invece, per quanto riguarda lo streaming, è possibile seguire la tappa integralmente sulla piattaforma Eurosport Player, a partire dalle 12.30. Ricordiamo che Eurosport Player è visibile con l’abbonamento a Sky o Mediaset Premium (tramite SkyGo e Premium Play) oppure con uno specifico abbonamento.