16 dicembre 2019

DA JUVE E INTER IN TESTA A BRACCETTO ALLA SPAL DESOLATAMENTE ULTIMA: TUTTI I TEMI DELLA 16° GIORNATA DI SERIE A

Ma anche la Roma che consolida il quarto posto, il Milan che rallenta ed un Napoli impantanato anche con Gattuso.

© Juventus Official Twitter Page


In attesa della sfida ad alta quota tra Lazio e Cagliari, che può portare i biancocelesti a -3 dal primo posto, l’analisi della penultima giornata del 2019 ci riconsegna il pareggio a quota 39 delle due capoliste: probabilmente le scorie europee hanno lasciato il segno.

La difficile settimana dell’Inter: una situazione che sta presentando il conto

Al minuto 92 della sfida del Franchi crolla il castello faticosamente costruito dall’Inter, con la rete di Vlahovic. Contro una Fiorentina coriacea, in cerca di riscatto dopo 4 ko consecutivi con tanto di panchina di Montella in bilico, sono emerse tutte le difficoltà dei nerazzurri di questo periodo. Merito anche di Dragowski, con due splendide parate su Lukaku (anche se sulla seconda il belga poteva fare meglio), ma l'Inter comincia lentamente ad andare in debito d'ossigeno, anche per la mancanza di ricambi a centrocampo. Il gol preso su lancio lungo di Dalbert a 120 secondi dalla fine con la squadra un po' troppo sbilanciata in avanti ne è la dimostrazione. Si chiude una settimana molto negativa con 2 pareggi in campionato e l'eliminazione dalla Champions League. A Conte l'obbligo di finire l'anno solare con una vittoria per ricaricare le pile in vista di un mese di gennaio tradizionalmente ostico per la Beneamata.

Col tridente pesante la Juventus fa paura

Da grandissima squadra qual è, la Vecchia Signora viene subito fuori dalla lunga notte di Roma. Passando per la vittoria infrasettimanale di Leverkusen, contro l’Udinese Sarri ha vinto sperimentando il tridente pesante con Higuain, Dybala e Cristiano Ronaldo. E per il tecnico toscano non c’è stato riscontro migliore di quello della prestazione odierna: al cospetto di una squadra che tuttavia non sta affrontando un buon momento di forma, i tre (pienamente recuperati fisicamente e mentalmente) hanno sfoggiato lampi di classe e di bel gioco, con una collaborazione che ha funzionato a meraviglia. Dietro altra grande prestazione per Demiral da non sottovalutare. L'aggancio in classifica c'è stato - per essere precisi sorpasso, in quanto a pari punti vale lo scontro diretto vinto a San Siro - e contro la Sampdoria a Marassi i bianconeri possono rimettere il naso avanti. Il testa a testa continua, ma sembra essere Sarri in vantaggio psicologico. Senza dimenticare una Lazio che potrebbe accorciare ancora di più questa sera nel Monday Night di Cagliari.

La Roma consolida il quarto posto, si stacca l'Atalanta

La lotta per il quarto posto passerà anche da Cagliari, ma nel frattempo la Roma supera la Spal 3-1 e aspetta il risultato della Sardegna Arena per vedere se può accorciare sui cugini biancocelesti oppure consolidare la propria posizione, fino a ieri in coabitazione con i sardi. Non è stata una passeggiata per la squadra di Fonseca che, nonostante un approccio migliore rispetto alla sfida di Europa League con il Wolfsberger, è andata sotto per l'ingenuità di Kolarov che ha regalato ai ferraresi il rigore trasformato da Petagna. Tuttavia dopo un'ora di gioco, i giallorossi grazie a qualche episodio - come il pareggio sul tiro di Pellegrini deviato da Tomovic ed il rigore conquistato da Dzeko e trasformato da Perotti - sono riusciti a ribaltare una situazione potenzialmente pericolosa e mostrano più carattere di quello mostrato contro gli austriaci giovedì: per il portoghese c'è ancora qualcosa da limare sul piano attitudinale.

Dalla lotta per il quarto posto si stacca momentaneamente l'Atalanta, che perdendo a Bologna scivola a -4 dai giallorossi. Anche per la Dea probabilmente un leggero calo di energie post-impresa ucraina, non aiutato dall'infermeria, che è costato caro al cospetto di un Bologna micidiale nelle ripartenze. Qualche rimpianto c'è per Gasperini in un finale di partita che stava per rimettere in sesto, ma il salvataggio di Danilo sul pallonetto di Barrow condanna i nerazzurri alla prima sconfitta in trasferta in campionato.

Milan a secco, Napoli a picco

Doveva essere una festa a San Siro, con i festeggiamenti per 120° compleanno del club. Per l'occasione sono tornati a San Siro grandi campioni del passato, ma la prestazione da campione è stata di Gianluca Pegolo, il secondo portiere classe '81 del Sassuolo autore di 4 grandi interventi. E quando non ci è arrivato Pegolo, ci si è messa la sfortuna con i due legni colpiti da Leao in 5 minuti che hanno condannato il Milan allo 0-0 casalingo. L'amarezza rimane ma la squadra è in crescita, con un gioco che comincia a farsi vedere ed un Piatek più coinvolto nella manovra (anche se ancora a secco in zona gol).

Chi invece non cresce è il nuovo Napoli di Rino Gattuso, che al 90' ha subito la beffa contro il Parma. Non gira niente per gli azzurri: il tecnico calabrese ha parlato di difficoltà dal punto di vista mentale, ma anche gli episodi non aiutano. Dopo una partita aggressiva, con un Sepe super ed un contropiede orchestrato da Gervinho il Napoli perde in casa per la terza volta in stagione contro squadre non di primissima fascia. Gattuso non poteva fare miracoli a tre giorni dal suo insediamento, ma occorre recuperare pienamente la testa dei suoi uomini, perché la classifica langue: col sorpasso degli emiliani, è ottavo posto in coabitazione con Torino e Milan e sono 11 i punti distacco dal quarto posto.

Ci Piace e Non Ci Piace: Mister Derby Ranieri e la Spal

La super rimonta del Verona col Torino (da 0-3 a 3-3 in un quarto d'ora) va sottolineata, così come la ripresa del Brescia ad opera del rientrante Corini, ma la "palma" di migliore questa settimana è di Claudio Ranieri, che inserendo Gabbiadini ha deciso il Derby della Lanterna. Prosegue il lavoro di risanamento del tecnico romano, che può vantare una statistica davvero positiva, ovvero l'imbattibilità nei derby: in 10 "allenati" ne ha vinti 9 con un pareggio.

De profundis invece per la Spal, uscita da Roma con zero punti ed alla terza sconfitta consecutiva. Andata in vantaggio ed in partita per un'ora, crolla nel finale e vede la zona salvezza distante sei punti. Ammirevole la scelta della società che ha dato fiducia allo storico tecnico spallino Semplici, in controtendenza con altre realtà (vedi Brescia), a Torino probabilmente l'ultima chance.


13 dicembre 2019

DALL'IMPRESA STORICA DELL'ATALANTA ALL'ENNESIMA DEBACLE EUROPEA DELL'INTER: TUTTE LE SENTENZE DELLE FASI A GIRONI PER LE ITALIANE

Ma anche il paradossale obiettivo raggiunto dal Napoli, la qualificazione della Roma e l'eliminazione della Lazio: 5 squadre su 6 rimangono in Europa, di cui 3 in Champions

© Atalanta Bergamasca Official Twitter Page

Con il bilancio di 3 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte si chiude questa prima fase di coppe europee per le squadre italiane. Oltre al mero dato "da schedina" però, stavolta contano le classifiche e le sentenze emesse, e ce ne sono di tutti i tipi: dal sogno quasi insperato che si avvera all'incubo che si materializza ancora.

La clamorosa qualificazione dell'Atalanta, simbolo di cuore, testa e gambe

Alzi la mano chi, al termine delle prime tre partite dava chance alla Dea non solo di passare il turno, ma anche di qualificarsi come terza per "retrocedere" in Europa League. Invece, dopo un inizio di ambientamento (il 4-0 di Zagabria su tutti), l'Atalanta ha insistito nel fare il calcio che predilige, e dopo essersi sbloccata col City ha iniziato la sua favola. Il capolavoro si è concretizzato a Kharkiv con una partita coraggiosa fatta di testa, cuore e gambe nonostante le assenze in attacco e un Muriel non al 100%. La prima storica partecipazione si è trasformata così nella prima storica partecipazione agli ottavi di finale, scatenando la gioia dei bergamaschi e l'ammirazione dell'Italia intera. Il sogno continua.

Rimpianti e infortuni: Inter ancora una volta fuori ai gironi

Da Spalletti a Conte, l'Inter formato europeo non cambia marcia e ancora una volta viene eliminata ai gironi: manca gli ottavi dal 2011/2012. Ci sono alcuni punti in comune rispetto ad un anno fa, come l'essere arrivati all'ultima partita artefice del proprio destino ed il pareggio interno contro la squadra sulla carta più debole. Proprio questo è il rimpianto più grande per i nerazzurri: il pareggio di settembre con lo Slavia Praga, ripreso col gol di Barella, è costato 2 punti pesantissimi in ottica qualificazione. Così come il secondo tempo di Dortmund, da 0-2 a 3-2, vera doccia fredda per una squadra che aveva sì delle attenuanti, come il girone di ferro ed il centrocampo falcidiato dagli infortuni, ma che in queste due circostanze poteva e doveva fare di più per una qualificazione che nel complesso era alla portata.

Ora, visto il campionato punto a punto sulla Juventus, l'Europa League sembra più un fastidio che una vera e propria opportunità, anche se i nerazzurri avrebbero la possibilità di andare avanti. Tutto dipenderà dalla situazione di classifica a metà febbraio, dopo che l'Inter sarà chiamata ad invertire la tendenza nefasta di gennaio, vera croce nelle stagioni precedenti.

Napoli, il paradosso di un'esonero dopo la qualificazione

Chi invece può sfruttare l'opportunità degli ottavi di Champions, vista la classifica di campionato deficitaria, è il Napoli, che si è assicurato comodamente la qualificazione con la larga vittoria sul Genk. Si è vista la bella copia della squadra azzurra, o meglio la copia europea, perché la partita del San Paolo ha dimostrato come ci siano altri giocatori in Serie A. Passaggio agli ottavi da seconda, alle spalle del Liverpool campione in carica che non è riuscita a battere (ex) banda Ancelotti. Diventata ex perché dopo poco più di due ore la società ne ha annunciato l'esonero: una situazione paradossale e grottesca, culmine di tutto ciò che è accaduto nell'ultimo mese e mezzo, tra ritiri annunciati e inadempiuti, multe e panni sporchi lavati "in pubblico". Toccherà a Gattuso ora ritrovare il sorriso e la compattezza in campionato e presentarsi a febbraio da possibile mina vagante degli ottavi di Champions: il Napoli ne ha tutte le possibilità, a patto che si presenti la bella copia.

Juve a passeggio a Leverkusen, con record di punti nel girone

Per l'unica squadra che non aveva nulla da chiedere in quest'ultimo turno, una facile vittoria alla Bay Arena di Leverkusen, che rappresenta un passo in avanti dopo la sconfitta di Roma. In piccolo la squadra di Sarri assomiglia al Napoli come differenza di prestazioni tra campionato e coppa: con 16 punti all'attivo (record di punti nella storia dei gironi) e l'unico intoppo a Madrid, al termine di un'ottima prestazione. Ora inizia il bello per la Juventus: prima in campionato con l'obiettivo di risuperare l'Inter, poi a partire dagli ottavi con alcune insidie che si possono nascondere nel sorteggio.

Pochi sorrisi per le romane in EL: Roma avanti a fatica, Lazio eliminata

Una serata che doveva essere tranquilla all'Olimpico, si è rivelata oltremodo sofferta per la Roma, che termina con un pareggio contro gli austriaci del Wolfsberger il proprio girone. Con il contemporaneo successo del Basaksehir sul campo del Borussia Monchengladbach, l'eliminazione per la squadra di Fonseca era appena ad un gol di distanza. Scampato pericolo sì, ma la Roma scesa in campo sembrava avere la mentalità di una squadra già qualificata: errori che in futuro potrebbero essere pagati carissimo. Sfumato il primo posto nel girone (seconda alle spalle dei turchi battuti 4-0 all'andata e 0-3 al ritorno), l'urna potrebbe nascondere brutte sorprese.

Chi invece deve salutare l'Europa definitivamente è la Lazio di Simone Inzaghi. L'impresa, va detto, era molto complicata, visto che i biancocelesti dovevano sperare nella vittoria del Celtic in Romania, ma a Rennes, al cospetto di una squadra che non aveva più nulla da chiedere, bisognava vincere. Nonostante abbia schierato la formazione titolare o quasi, la Lazio è sembrata da subito rassegnata al suo destino. D'altronde, la qualificazione è stata buttata al vento nelle prime partite del girone. Ora per Inzaghi all in sul campionato, dove la Lazio sta viaggiando a ritmi da record.

Photo Credits: Atalanta Bergamasca Calcio Official Twitter Page

11 dicembre 2019

DALLA PALLAVOLO SUL TETTO DEL MONDO A QUADARELLA-PILATO DA RECORD: UN GRANDE MOMENTO PER LO SPORT ITALIANO

Per la serie "Non Solo Calcio" grandi soddisfazioni per l'Italia sportiva, tra sport individuali e di squadra



Il fine settimana calcistico ha lasciato segni evidenti sul morale delle big: il pareggio dell'Inter che tiene la testa grazie alla sconfitta della Juventus sul campo di una lanciatissima Lazio. Ampliando lo sguardo è tuttavia un grande momento per i cosiddetti (impropriamente) "altri sport". Il primo risultato da urlo proviene dal terzo sport di squadra d'Italia per numero di praticanti, ovvero la pallavolo.

Civitanova e Conegliano campioni del mondo di pallavolo

A Shaoxing (Cina) e qualche ora dopo a Betim (Brasile), sedi dei mondiali per club di pallavolo, l'Italia ha riscritto la storia. Nell'ordine prima la Imoco Conegliano, poi la Lube Civitanova Marche hanno conquistato il titolo mondiale. Due cittadine, rispettivamente di 35 e di 42mila abitanti, sono sul tetto del mondo. Per la squadra veneta l'impresa è storica: è la prima volta dal 1992, dai tempi della Olimpia Ravenna, che una squadra italiana non conquistava il mondiale al femminile. Trascinata da una grande Paola Egonu, la Imoco ha battuto in finale per 3-1 (22-25, 25-14, 25-19, 25-21) in finale le turche del Eczacıbaşi (già campionesse nel biennio 2015-2016). Ma probabilmente rimarrà nella storia la semifinale, giocata sempre contro una squadra turca, la VakıfBank, terminata 23-21 al tie-break del quinto set. Un grande risultato per la squadra in cui militano anche le azzurre Sylla e De Gennaro, anche in virtù della rimonta compiuta in finale e della sconfitta in finale patita in Champions League lo scorso maggio.

Per la Lube invece, è il coronamento di un sogno agognato da ben tre anni, perché la prima vittoria mondiale è sfuggita sul più bello nel 2017 contro lo Zenit-Kazan e l'anno scorso nel derby con Trento. Impresa resa ancora più grande dalla vittoria in finale contro il Cruzeiro padrone di casa per 3-1 (25-23, 19-25, 31-29, 25-21), con il palleggiatore Bruninho MVP ed un Osmany Juantorena straordinario in attacco. Per i biancorossi di Fefé De Giorgi è la consacrazione definitiva: i marchigiani, dopo i trionfi in campionato e in Champions nella stagione scorsa, ora sono campioni di tutto.

Quadarella, Pilato, Paltrinieri e non solo: è Grand'Italia agli Europei di nuoto in vasca corta

Dopo i Mondiali di Gwanju della scorsa estate abbiamo avuto il sentore, al termine degli Europei di Glasgow in vasca corta abbiamo la conferma: il nuoto italiano gode di ottima salute, anche oltre Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri. Il secondo posto nel medagliere dietro la Russia ne è la testimonianza.

I risultati parlano chiaro, Simona Quadarella si sta velocemente avvicinando al livello dei due campionissimi del nuoto azzurro. Merito di una crescita esponenziale nel giro di 18 mesi, con inizio e fine proprio nella città scozzese. Un'estate fa aveva sbancato agli Europei in vasca lunga con la tripletta nei 400, 800 e 1500 stile libero, ai Mondiali di luglio l'argento negli 800 e l'oro sulla distanza più lunga ed ora doppietta nei 400 e negli 800 (non c'è la prova dei 1500 al femminile). In totale 6 ori e un argento in tre manifestazioni consecutive per la romana.
Martina Carraro e Benedetta Pilato 
© Federazione Italiana Nuoto Official Facebook Page

Ma la copertina non può che essere condivisa con la baby-fenomeno Benedetta Pilato, che dopo l'exploit dell'argento mondiale in Corea ha conquistato il primo oro assoluto a livello internazionale, vincendo i 50m stabilendo il record di precocità: 14 anni, 10 mesi e 16 giorni. Una piccola grande stella è nata. Delle 20 medaglie ottenute (6 ori, 7 argenti e 7 bronzi) non bisogna dimenticare il dominio nella rana femminile con le due doppiette Pilato-Carraro nei 50 e Carraro-Castiglioni nei 100, le conferme di Margherita Panziera nei 200 dorso (oro) e di Alessandro Miressi nei 100 stile (argento), più alle medaglie dei senatori Paltrinieri (di nuovo re nei 1500), Pellegrini (argento nei suoi 200), Detti (bronzo nei 400 stile) e Scozzoli (bronzi nei 50 e nei 100 rana).


Sport invernali garanzia di successi, tra prime volte e veterani

Dalle acque fino alle montagne, gli sport invernali danno altre soddisfazioni azzurre, anche quando i grandi volti non eccellono. Nelle discese libere nordamericane deludono gli attesi Goggia e Paris, ma ci pensa Francesca Marsaglia a salire sul podio per la prima volta in Coppa del Mondo: esempio di perseveranza, dopo 11 anni e 182 gare ad inseguire il dolce gusto della prima volta. Per la promessa Nicol Delago invece è la seconda già a 23 anni nel super-G. Restando in tema neve ma cambiando attrezzo, continua a vincere il veterano dello snowboard, Roland Fischnaller: il 39enne in una finale tutta italiana a Bannoye (Russia) con Matteo Felicetti, vince per la 16° volta in Coppa del Mondo, attestandosi come atleta in attività delle discipline olimpiche invernali con più successi insieme a Dominik Paris. Highlander.
I festeggiamenti della vittoria di Roland Fischnaller 
© Fisi Official Twitter Page

Sono pochi esempi di una pattuglia che in questo scorcio di stagione sta regalando soddisfazioni anche con Short Track (grazie al ritorno di Arianna Fontana più Martina Valcepina), Biathlon (staffette e Dorothea Wierer sugli scudi) e Pattinaggio velocità (con una vittoria nell'insegumento a squadre maschile che mancava addirittura dal 2005).

Crippa e Battocletti: anche in atletica gioie tricolori

Dalle nevi al fango di Lisbona, per gli Europei di cross, dove anche qui l'Italia ha visto spesso il podio, con due atleti ormai garanzie nella specialità. Bis d'oro per Nadia Battocletti, che conferma il titolo juniores dopo la vittoria l'anno scorso in Olanda, a Tillburg, mentre bronzo per l'italiano di origini etiopi Yeman Crippa: l'ex campione juniores e under23 ha confermato un'annata straordinaria, a poco meno di due mesi dall'ottavo posto ai Mondiali di atletica di Doha con tanto di record italiano sui 10000m, battuto dopo 30 anni.


Tante piccole realtà, ma grandi risultati per un movimento azzurro che in diversi sport continua ad ottenere risultati di grande spessore internazionale.

09 dicembre 2019

LE ROMANE RALLENTANO LA CORSA SCUDETTO DI INTER E JUVE, LA LAZIO SOGNA IN GRANDE: TUTTI I TEMI DELLA 15° DI SERIE A

Prima sconfitta stagionale per Sarri, ma Conte non ne approfitta a dovere. Prosegue la crisi del Napoli e la risalita del Milan

© S. S. Lazio Official Twitter Page

Giornata fondamentale per la corsa Scudetto con prima contro quarta e seconda contro terza. Risultati importanti anche per la zona retrocessione.

Conte rallenta, Sarri frena: clamorosa corsa a tre?

Il pareggio a reti bianche di venerdì sera ha restituito la cartina tornasole del momento dei nerazzurri, che mantengono la testa (anzi, allungano di un punto) grazie alla sconfitta della Juve a Roma. L'Inter vista contro i giallorossi, nonostante le assenze che ne hanno falcidiato il centrocampo (con soli tre mediani di ruolo) deve fare mea culpa per non aver portato a casa i tre punti. Le ghiotte occasioni concesse da Veretout e Mirante non sono state sfruttate a dovere, e la sensazione delle passate giornate sembra essersi confermata: se Lukaku e Lautaro non colpiscono, le soluzioni offensive scarseggiano. Ma la testa è mantenuta e Conte deve caricare a dovere la squadra per il primo turning point della stagione: martedì sera arriva il Barcellona e la partita perfetta è condizione necessaria (ma non sufficiente) per il passaggio del turno.

La Juventus 24 ore dopo non approfitta del pareggio dell'Inter ed incappa a Roma nella prima sconfitta stagionale dopo 20 partite di imbattibilità. Non tutti i mali vengono per nuocere in casa bianconera: Ronaldo è tornato a segnare su azione dopo quasi 50 giorni ed il primo tempo visto all'Olimpico è stato di alto livello, con un Bentancur in palla. Una partita equilibrata decisa dall'episodio chiave dell'espulsione (vista con Var) di Cuadrado: da lì la Lazio ha poi vinto la partita. Per Sarri una sconfitta che paradossalmente potrebbe aiutare per il futuro. Ma c'è un però.

Il però è rappresentato proprio dalla Lazio, che classifica alla mano è a -3 proprio dalla Vecchia Signora e a -5 dalla capolista. Ad impressionare è la prestazione della squadra (e di alcuni singoli) di Inzaghi, squadra più in forma del momento già prima della sfida di sabato. Per una volta non va a segno Immobile, ipnotizzato dal dischetto da Szczesny? Non c'è problema. Ad illuminare ci sono Correa (terzo rigore procurato in due partite), Milinkovic-Savic (autore del gol-partita) ma soprattutto Luis Alberto, che con i due splendidi assist messi a segno è salito a quota 11 in campionato, leader assoluto in Europa. Settima vittoria consecutiva, Juve battuta a Roma dopo 16 anni e tanto entusiasmo nell'ambiente. L'Aquila vola davvero e le prime della classe adesso si guardano le spalle.

Roma, Cagliari e Atalanta: corsa al quarto posto altrettanto intensa

Se da oggi possiamo vedere la Lazio candidata a qualcosa in più rispetto ad un "semplice" posto Champions, la Roma da par suo non ha sfigurato a San Siro ma rispetto ai cugini sembra avere una marcia in meno. La mancanza di Dzeko dall'inizio si è rivelata sanguinosa per la produzione offensiva della squadra di Fonseca: con l'esperimento fallito di Zaniolo falso nueve, i giallorossi hanno fatto solo un tiro in porta, nonostante abbia avuto il pallino del gioco più degli avversari. Alcuni errori "di distrazione" in disimpegno, risolti da due miracoli di Mirante, hanno macchiato in parte la solidità difensiva garantita da Smalling e Mancini, che hanno neutralizzato la coppia gol più prolifica d'Europa. Il processo di maturazione continua, ma urge una soluzione in mancanza del bosniaco.

Così come l'Inter, la Roma mantiene il quarto posto per frenate altrui. Il Cagliari, che ha impattato a quota 29, continua ad essere imbattuta da agosto, anche se mostra qualche segno di cedimento: altra rimonta, stavolta contro il Sassuolo. Sempre sotto di due gol, sempre con un guizzo oltre il 90', ma che stavolta vale un pari. Merito anche di un Joao Pedro in condizione smagliante, già in doppia cifra solo come Lukaku e Immobile. Graziato dal possibile 3-1 mancato da Berardi, il Cagliari mostra un grande carattere ma troppo spesso va sotto nel punteggio. Lunedì prossimo la sfida contro la Lazio si prospetta come il match più interessante della giornata. L'Atalanta si riavvicina e va a -1 con la rocambolesca vittoria sul Verona. Sotto 2-1 con doppietta di un Di Carmine on fire, prima un rigore di Muriel e poi il gol a tempo scaduto di Djimsiti regalano una vittoria che dà fiducia a Gasperini, anche in previsione della trasferta ucraina che deciderà le sorti della Dea in Champions League.


Il gol vittoria di Djimsiti. © Atalanta B.C. Official Twitter Page


Il Napoli non si sblocca, il Milan sì

Dei diversi rallentamenti nelle posizioni di vertice, non ne approfitta chi ha già tanti punti di ritardo. Il ritiro imposto da Ancelotti non sembra aver sortito grossi effetti per un Napoli che continua nel suo momento nero. 8 partite senza vittorie in campionato, gioco che non funziona, la bocciatura pesante di Insigne. A Udine il pareggio acciuffato da Zielinski a 20 minuti dalla fine non cambia nulla, anzi: il quarto posto dista sempre 8 punti, mentre da dietro arrivano Milan, Parma e Torino. Dalla partita di martedì contro il Genk passerà inevitabilmente il destino di buona parte della stagione azzurra e, di riflesso, il destino di Ancelotti.

A Bologna vittoria convincente del Milan di Pioli, che vede la parte sinistra della classifica dopo tanto tempo. I rossoneri, anche se non chiudono la partita per la coriaceità bolognese, con il ritrovato Bonaventura ed un Suso ispirato trovano la seconda vittoria consecutiva. I problemi non sono del tutto risolti, perché Piatek ha gli stessi gol del terzino Theo Hernandez (4), di cui solo uno su azione. Ma l'obiettivo di ritrovare tranquillità per il normalizzatore Pioli pian piano sta prendendo forma, aspettando (chissà) Ibrahimovic.

Ci Piace e Non Ci Piace: Eugenio Corini e l'accoltellamento a Bologna

Premiamo il rientrante tecnico dei lombardi dopo la vittoria fondamentale di Ferrara, che cede l'ultimo posto in classifica proprio agli spallini. Alcuni uomini in campo sono stati decisivi: il gol ritrovato da Balotelli dopo la vergogna di Verona e le discussioni con Grosso ed il portiere Joronen, che ha parato il rigore a Petagna. La riflessione però è di natura decisionale: che senso aveva lasciare la panchina a Grosso, perdere altre 3 partite e far tornare Corini?


Il premio negativo lo avremmo voluto dare alla Fiorentina e alla quarta sconfitta consecutiva, ma visto che è stato dato la settimana scorsa andiamo a Bologna, per il grave accoltellamento avvenuto tra due milanisti nel deflusso dal Dall'Ara dopo Bologna-Milan. Prognosi e cause da definire con precisione, certo, ma non possiamo ancora assistere a scene del genere nel 2019.

02 dicembre 2019

IL SORPASSO DELL'INTER SULLA JUVE, LA LAZIO METTE LA SESTA: TUTTI TEMI DELLA 14° DI SERIE A

In attesa di Cagliari-Sampdoria che può valere ai sardi il quarto posto, l'analisi di una classifica che vede adesso i nerazzurri in testa.



Giornata numero 14 con il cambio al vertice ma non solo: occorre analizzare anche il momento positivo di Lazio e Roma, la lenta ripresa del Milan e la crisi di risultati ufficialmente aperta a Napoli.

Ancora Lautaro e l'Inter supera la Juventus bloccata dal Sassuolo

Dopo 56 giorni, quando la Juventus ha sbancato San Siro, la Beneamata torna in testa alla classifica grazie alla vittoria contro la Spal. Non è stata una passeggiata per la squadra di Conte, che ha avuto il merito di incanalare subito il match con il solito Lautaro - killer nelle prime mezz'ore in campionato con 6 centri - ma che poi ha subito il ritorno di una Spal combattiva. Qualche tossina da smaltire dopo la trasferta di Praga, e i numerosi infortuni a centrocampo non aiuteranno, ma questa Inter è cattiva, compatta e cinica. Sempre più a immagine e somiglianza del suo condottiero in panchina. Venerdì sera il primo grande test da capolista: a San Siro arriva la Roma, quarta forza del campionato.

Inter in testa perché la Juventus è stata protagonista di un mezzo passo falso piuttosto inaspettato. Il Sassuolo di De Zerbi non ha rubato nulla, sia chiaro: è andata in vantaggio due volte, ha sbloccato la partita con una grande combinazione tra Caputo e Boga (ragazzo che sta esplodendo) ed ha sfruttato alla grande una topica collettiva della difesa bianconera tra De Ligt, Cuadrado e Buffon. La Juventus non ha fatto una pessima prestazione (a Bergamo, prima del super Higuain, ha giocato peggio per intenderci) ma ha sbattuto contro il baby-portiere Turati e non sempre i campioni riescono a risolverla. Il ritorno al gol di Ronaldo, seppur su rigore, può essere una nota positiva, ma non c'è troppo tempo per rilassarsi: a Roma, contro una Lazio lanciatissima, servirà qualcosa in più.

Lazio schiacciasassi, la Roma insegue

Proprio la Lazio, prossima avversaria dei bianconeri, è la peggiore possibile in questo momento. Dopo nemmeno 72 ore dal match contro il Cluj i biancocelesti hanno risposto subito presente, chiudendo la pratica Udinese già nel primo tempo e archiviando la sesta vittoria consecutiva. Tre gol che mostrano tutte le armi a disposizione di Simone Inzaghi: la straordinaria vena realizzativa di Ciro Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic sono in crescita e soprattutto un Correa imprendibile che ha causato i due rigori. Più un Acerbi in stato di grazia, l'Aquila è la candidata più seria per il terzo posto finale e, se dovesse vincere sabato, andrebbe a -3 dalla Juventus: sognare non costa nulla.

Dall'altra sponda del Tevere, la Roma tiene botta nel posticipo serale. Nel diluvio di Verona la squadra di Fonseca soffre un grande Verona che, non a caso, ricopre il nono posto, ma ne viene a capo mostrando una capacità di sofferenza notevole. L'assenza di Zaniolo (squalificato) ha pesato ma fino ad un certo punto: Dzeko trascinatore e Pellegrini ispiratore regalano ai giallorossi il quarto posto solitario in attesa del Cagliari. Contro l'Inter un'ulteriore prova di maturità da superare.

Sprofondo Napoli, risveglio Milan

In Europa squadra vicinissima alle big, in Italia una crisi senza precedenti nella storia recente. Il Napoli incappa nell'ennesima sconfitta, la quarta in campionato, e non vince da 8 partite di fila. Onore alla partita del Bologna, uscito anch'esso da un momento nero, rinvigorito anche dal ritorno di Mihajlovic, però fa scalpore la fragilità mentale di una squadra che oggi sembra addirittura subire il fattore casa. Il momento è delicato e bisogna risolverlo in fretta perché le altre corrono: dopo sole 14 giornate è a -17 dalla testa e a -8 dal quarto posto.

Chi invece sembra risalire la china è il Milan. La scorsa settimana, dopo la partita con gli azzurri, si vedeva una diversità di stati d'animo tra le due squadre, e i risultati di oggi lo hanno confermato. A Parma i rossoneri la risolvono negli ultimi minuti con un gol (anche piuttosto fortunoso) di Theo Hernandez, ma il Milan sembra più quadrato di fronte ad una squadra che tre settimane fa aveva messo sotto la Roma. La porta inviolata dà fiducia, ma l'astinenza prolungata di Piatek è un problema grosso da risolvere.

Ci Piace e Non Ci Piace: Stefano Turati e Firenze

Nello storico pareggio del Sassuolo all'Allianz Stadium è stata anche la giornata di Stefano Turati, che ha sfruttato al meglio l'occasione della vita capitatagli visti gli infortuni del primo portiere Consigli e del secondo Pegolo. All'esordio in Serie A a 18 anni e due mesi, 23 primavere in meno rispetto al suo omologo in campo, è stato autore di tante belle parate che hanno evitato la rimonta completa della Juventus. Dicasi Carpe Diem.

Per il capitolo "non ci siamo" non può che entrare la Fiorentina di Vincenzo Montella. La sanguinosa sconfitta del Franchi contro il Lecce è l'emblema di una situazione complicata quasi come quella di Napoli. Con un Chiesa malconcio ma in conflitto con l'ambiente (e la Juventus in agguato), piove sul bagnato con l'infortunio alla caviglia di Ribery. Dopo l'entusiasmo di agosto, sta tornando la depressione dello scorso maggio, e stavolta la piazza viola potrebbe averne abbastanza.