16 marzo 2014

LA FORMULA 1 RIPARTE CON ROSBERG DOMINATORE, ALONSO 4° E RAIKKONEN 7°

Dopo cinque mesi di stop, cambi drastici al regolamento e test invernali incertissimi, riparte una nuova stagione di Formula 1, prima gara dell'era dei motori turbo, come sempre dall' Albert Park di Melbourne, in Australia.
Come da pronostico della vigilia vince la Mercedes, ma forse quella che ti aspetti di meno: Nico Rosberg, autore di una prestazione pressoché perfetta in una gara contraddistinta da molti ritiri (anche questo prevedibile) e pochi sorpassi (sorpresa negativa). Sul podio con lui il debuttante danese Kevin Magnussen e Jenson Button, entrambi su McLaren. Quarto Fernando Alonso e settimo Kimi Raikkonen, al suo ritorno in Ferrari. Ritirati Vettel e Hamilton, squalificato Daniel Ricciardo secondo al traguardo.
Prima partenza dell'anno (foto) tesissima: due giri di ricognizione (a causa delle Marussia che non partivano) e Vettel, l'unico a partire con le gomme più dure, che nel team radio già dice di avere problemi alla vettura. Pronti-via e Rosberg ipoteca la vittoria: parte dalla terza posizione come un razzo, supera il poleman Hamilton e Ricciardo e alla prima curva è già in testa seguito dall'australiano, il compagno di squadra, Magnussen, Hulkenberg e Alonso, Raikkonen recupera ben quattro posizioni (da undicesimo a settimo), Kobayashi tampona Massa (entrambi non arriveranno alla terza curva) mentre il campione in carica sprofonda 15°.
Già dopo 4 giri i primi ritiri eccellenti, perché mentre Rosberg prende il largo Lewis Hamilton, il favorito di oggi, torna ai box causa problemi tecnici. Stessa sorte per Vettel il giro dopo (infatti continuava a ripetere al team radio che non aveva potenza).
Primi brividi della stagione al giro 10: il finlandese Bottas, con una Williams che quest'anno sembra davvero competitiva, nel tentativo di recuperare posizioni fora la posteriore destra sbattendo al muro in uscita dalla curva 10 e perde lo pneumatico in mezzo alla pista causando così l'ingresso della safety car.
E' il momento giusto per il primo pit stop per tutti con Button (sempre molto abile nelle strategie) che rientra un giro prima e recupera fino al sesto posto mentre Raikkonen, in coda dietro ad Alonso ai box, perde tempo e rientra ottavo.
Pulita la pista si riparte con lo stesso copione con Rosberg che infila una serie di giri veloci dimostrando la superiorità della Mercedes e va via, mentre Hulkenberg (Force India) fa da tappo ad un gruppetto composto da Alonso, Button, Vergne e Raikkonen; intanto Bottas, dopo aver cambiato la gomma, recupera posizioni a suon di sorpassi ed è l'unico a dare un pò di spettacolo ad una gara noiosa (finirà quinto).
Al 33° giro seconda ondata si soste: mentre tutti mettono le medium ancora Button anticipa gli avversari e va quarto passando nel gioco dei pit stop sia Alonso che Hulkenberg che perde due posizioni. Da qui alla fine si registrano solo diversi ritiri, in particolare delle due Lotus di Maldonado prima e Grosjean poi.
Quindi vince Nico Rosberg grazie a una partenza da manuale e una superiorità schiacciante della Mercedes, secondo Daniel Ricciardo per il suo primo podio in carriera davanti al proprio pubblico ma cancellato per una squalifica
a causa di un eccessivo consumo di carburante, quindi al secondo posto ufficiale sale il sorprendente Kevin Magnussen che coglie al debutto un podio di spessore (così come fece Hamilton nel 2007 proprio sulla McLaren), terzo Button a dimostrazione della ripresa tecnica della scuderia di Woking dopo l'annus horribilis scorso, quarto Fernando Alonso dopo una gara solida e settimo Kimi Raikkonen, in difficoltà soprattutto in fase di frenata.
Ricapitolando: Mercedes, McLaren e Williams promosse, Ferrari rimandata, Lotus e Red Bull
bocciate in attesa della controprova fra due settimane in Malesia.

06 marzo 2014

CAPAREZZA, IL" RAPPER" PIU' ERETICO D'ITALIA NEI NEGOZI COL SUO NUOVO ALBUM

Michele Salvemini, in arte Caparezza, è tornato. Dopo varie smentite nel corso dell'inverno di una sua partecipazione al Festival di Sanremo e diverse foto sulla pagina Facebook che preannunciavano l'uscita di un nuovo album, ecco il video del nuovo singolo "Cover" che precede l'album "Museica" in uscita dal 22 aprile.
C'era tantissima attesa per il rapper di Molfetta: infatti viene dal grande successo dell'ultimo lavoro "Il sogno eretico", uscito nel 2011 e disco di platino, e dell' Eretico Tour, con 40 concerti sold-out in giro per l'Italia.
E non c'è da stupirsi di questa attesa perché, al di là di facili e stupide etichette dal punto di vista politico e ideale, Capa nel panorama musicale italiano si può considerare un unicum, cioè senza nessun altro che sia simile a lui: dai temi, che da dieci anni a questa parte danno uno splendido spaccato del Bel Paese in ambito politico e sociale, alla originalissima libertà di pensiero (lui stesso si dice "pronto a rivelare cazzutamente il mio pensiero sulle cose, senza compromessi"), fino all'inconfondibile voce nasale e alla testa riccia (in dialetto molfettese "Caparezza").
E nel nuovo singolo "Cover", uscito martedì e girato il gennaio scorso nel Mohave Desert in California, dà una personale interpretazione dei più grandi album della storia della musica, dai Queen ai Pink Floyd passando per i Metallica; e lo fa in una maniera sorprendente perché dopo il successo dell'ultimo album ci si attenderebbe una scelta discografica che tendesse più al commerciale che all'underground (come hanno fatto recentemente i vari Fedez e Emis Killa). Invece no: nel suo mix di rap, rock ed elettronica mai banale è sempre fedele alla scuola del "Sgt Pepper's", il più famoso concept album, ovvero un album discografico che in tutte le canzoni ruotano attorno a un unico tema o sviluppano complessivamente una storia. Adesso vi invito ad ascoltare il brano e vi sfido a trovare qualche collega "o presunto tale" con così tanti contenuti in un solo testo.

05 marzo 2014

WORLD TENNIS DAY, IL MIGLIOR SPOT PER QUESTO SPORT

Forse posso essere ripetitivo e monotematico ma a pochi giorni dal mio ultimo articolo su Roger Federer torno a riparlare del tennis. Non sono un praticante oppure un "fissato" di questo sport, però è una di quelle discipline a cui mi sono avvicinato di più non solo perché ho degli amici che ci giocano, ma anche e soprattutto perché la Federtennis ha creato dal 2008 un proprio canale sul digitale terrestre, SuperTennisTV, canale 64, che fa vedere  il tennis come nessun altro: circa cento tornei tra circuito ATP e WTA e tutto il meglio di Coppa Davis e Fed Cup per la migliore offerta free.
Detto questo la domanda esce spontanea: ma perché le altre federazioni non fanno lo stesso per pubblicizzare al meglio il loro sport?
Ma tornando al tennis in sè per sè ieri è stato il World Tennis Day, il giorno per la promozione del tennis in tutto il mondo, con diversi eventi correlati: da Hong Kong a New York passando per Londra, si sono susseguiti match d'esibizione tra cui l'eterna sfida (stavolta amichevole) tra Pete Sampras e Andre Agassi, con la vittoria di quest'ultimo, e la partita tra Novak Djokovic e Andy Murray nello splendido scenario del Madison Square Garden. Ed è questo che voglio farvi vedere: il meglio di questa sfida che tra scambi con i raccattapalle, teatrini divertenti e foto selfie tra i due (foto), è stato lo spot migliore per questo sport. (Da notare le grandi doti da show-man del serbo a fronte della serietà tipica dello scozzese) http://it.eurosport.yahoo.com/video/world-tennis-day-spettacolo-tra-090451498.html   

01 marzo 2014

IL SIGNORE DEL TENNIS E' TORNATO

Il Re del tennis è tornato. Roger Federer conquista il torneo ATP 500 di Dubai e si rilancia non solo nel circuito ma anche nella sua lunghissima e straordinaria carriera.
Dopo 9 mesi dall'ultima vittoria (Halle 2013) e l'annata scorsa, ricordata come la peggiore della carriera, lo svizzero ha ritrovato in questi ultimi tornei la brillantezza dei tempi migliori da tutti i punti di vista: tecnico, fisico e mentale. Tecnico, perché ha acquisito, anche grazie a coach Edberg, il miglior servizio e un gioco a rete quasi letale; fisico, in quanto ha ritrovato la freschezza e la rapidità di dieci anni fa; mentale, per la pazienza di chiudere il punto e la tenuta degne del Federer schiacciasassi di un tempo.
Tutta questa brillantezza, intravista agli Australian Open, è esplosa soprattutto ieri in semifinale contro un certo Novak Djokovic: un'impresa ancora più di spessore considerando che ha dovuto rimontare un set al numero 2 al mondo. Ma quello che impressiona è il modo in cui ha vinto: un tennis propositivo, una prima di servizio efficacissima, volée e demi-volée impeccabili che come risultato hanno creato il match più spettacolare dell'anno e mandato in completa confusione il serbo, il giocatore più solido mentalmente del mondo. Non male per uno a cui gli era stato consigliato di appendere la racchetta al chiodo.
E anche in finale contro Tomas Berdych, uno dei tennisti più fastidiosi degli ultimi tempi per Roger (gli ultimi due precedenti a favore del ceco), ha voluto alzare l'asticella perché sotto di un set e di un break ha recuperato la partita grazie a suoi marchi di fabbrica quali il servizio al centro e il rovescio lungo linea.
Così si riaggiornano i numeri da leggenda: sesto titolo a Dubai, il n°78 in carriera (staccando McEnroe al terzo posto all-time) e il quattordicesimo anno di fila vincitore di un torneo.
Ma questo è il minimo perché probabilmente abbiamo ritrovato, nella classe e nell'efficacia, quel Federer vincitore di 17 slam e in testa al ranking 302 settimane.
Quindi oggi dagli Emirati Arabi è partito un messaggio forte e chiaro: il Signore del tennis è tornato.