31 agosto 2019

FORMULA 2: A SPA-FRANCORCHAMPS MUORE ANTHOINE HUBERT

Il pilota francese, 22enne, non è sopravvissuto ad un terribile incidente avvenuto nel secondo giro della gara.


Tragedia a Spa-Francorchamps. Questo pomeriggio, a seguito di un gravissimo incidente durante la gara di Formula 2, è morto Anthoine Hubert, pilota francese di 22 anni.

L'incidente è avvenuto al secondo giro di Gara 1 della serie cadetta della Formula 1, andato in scena pochi minuti dopo le qualifiche della categoria maggiore. La dinamica, ripresa solamente da telecamere amatoriali nei primi momenti, è stata chiarita dopo molti replay: in uscita da curva 4 (la curva Radillon), Giuliano Alesi ha è andato in testacoda e Hubert, che lo seguiva, per non tamponarlo è scartato bruscamente verso destra, andando a sbattere contro le barriere di protezione. Tornato però in pista dopo l'urto, è stato centrato in pieno dallo statunitense Juan Manuel Correa, causando la distruzione di entrambe le vetture, la bandiera rossa e poco dopo l'annullamento della gara.

Intuita immediatamente la gravità della situazione, i soccorsi si sono precipitati sul luogo dell'incidente, ma non c'è stato niente da fare. Secondo il comunicato emesso dalla FIA (la Federazione Internazionale dell'Automobile), il pilota della BWT Arden è morto alle 18:35, mentre Correa è stato portato all'ospedale di Liegi cosciente, ma con la possibile rottura dei piedi.

Questo il comunicato della FIA:

Statement: Incident during FIA Formula 2 Feature Race, Spa Francorchamps
The Federation Internationale de l’Automobile (FIA) regrets to advise that a serious incident involving cars #12, #19 and #20 occurred at 17:07 on 31/08/19 as a part of the FIA Formula 2 Feature Race at Spa-Francorchamps, round 17 of the season.
The scene was immediately attended by emergency and medical crews, and all drivers were taken to the medical centre.
As a result of the incident, the FIA regrets to inform that the driver of car #19, Anthoine Hubert (FRA), succumbed to his injuries, and passed away at 18:35.
The driver of car #12, Juan-Manuel Correa (USA), is in a stable condition and is being treated at the CHU Liège hospital. More information on his condition will be provided when it becomes available.
The driver of car #20 Giuliano Alesi (FRA) was checked and declared fit at the medical centre.
The FIA is providing support to the event organisers and the relevant authorities, and has commenced an investigation into the incident.

ANCORA FERRARI NELLE FP3 CON LECLERC DAVANTI A VETTEL, HAMILTON A MURO



Le Rosse sono le candidate principali alla pole, anche se perdono nel secondo settore. Insolito errore di guida per l'inglese, che costringerà i meccanici ad una corsa contro il tempo 


Altra dimostrazione di forza della Ferrari a Spa-Francorchamps, almeno per quanto riguarda il giro secco. Entrambe le Rosse infatti, sono davanti a tutti anche nella terza sessione di prove libere, e si candidano prepotentemente alla prima fila nelle qualifiche, che scatteranno alle 15.

Così come ieri pomeriggio, a dettare il passo è Charles Leclerc. Il monegasco ha fermato il cronometro in 1:44.206, tempo di qualche centesimo più lento rispetto a ieri pomeriggio. Dietro di lui il team mate Sebastian Vettel, staccato di 4 decimi e mezzo, appena davanti a Valtteri Bottas, che accusa mezzo secondo da Leclerc. Così come nelle libere di venerdì, la Mercedes si dimostra velocissima nella parte più guidata del circuito, il T2, mentre nel primo e nel terzo settore prevale la potenza del motore Ferrari.

Alle loro spalle, notevole le prestazione della Renault di Daniel Ricciardo, quarto a soli sette decimi dal leader, davanti anche a Max Verstappen sulla Red Bull motorizzata Honda. Sesta posizione per Sergio Perez, fresco di rinnovo per altri tre anni con la Racing Point.

Ma la notizia del giorno riguarda Lewis Hamilton, andato a muro a 13 minuti dalla termine della sessione e settimo a fine turno. Dopo Pouhon, in curva 12, il cinque volte campione del mondo ha perso la sua W10 ed è andato per la tangente, provando più volte a recuperare la vettura, invano, fino a che non ha battuto contro le barriere di protezione. L'impatto non è stato violentissimo, ma i meccanici Mercedes dovranno sudare le proverbiali sette camicie per rimettere in sesto tutta la parte anteriore, danneggiata pesantemente nell'urto.

Dopo Lewis, seguono le due Alfa Romeo di Raikkonen e Giovinazzi, mentre chiude la Top10 Pierre Gasly con la Toro Rosso. In fondo alla classifica invece, dopo le due Williams, il sostituto del francese in Red Bull, Alexander Albon, concentrato esclusivamente sul passo gara, visto che partirà dal fondo a causa delle penalità (stesso destino per Kvyat e Stroll).


Classifica Tempi FP3



30 agosto 2019

GLI OSTACOLI BARCELLONA E LIVERPOOL, LE INSIDIE BORUSSIA E ATLETICO: L'ANALISI DEI GIRONI DELLE ITALIANE IN CHAMPIONS

Nel dettaglio tutte le avversarie di Juventus, Napoli, Inter e Atalanta verso gli ottavi di finale.


Sorridono Juventus (a metà) e Napoli, trema l'Inter, spera l'Atalanta. I sorteggi di Montecarlo hanno regalato qualche sorpresa e molti replay per le tre italiane in cerca di riscatto e con la Dea, "in gita" nel salotto dei grandi, ma che può far sentire la propria voce. Ma andiamo a vedere nel dettaglio tutte le avversarie delle squadre del Bel Paese.

La Juventus ritrova l'Atletico 6 mesi dopo, ma non è l'unica insidia

Poteva andare peggio, ma anche meglio. La Juventus formato europeo, con rinnovate ambizioni di vittoria ed in panchina l'ultimo vincitore dell'Europa League, è stata inserita nel gruppo D e dovrà fare i conti ancora una volta con l'Atletico Madrid, 6 mesi dopo l'ottavo di finale che ha visto la rimonta capeggiata da CR7. L'11 di Simeone è cambiato molto rispetto all'anno scorso: con un Griezmann in meno e un Joao Felix in più, pagato 126 milioni di euro. In estate hanno salutato anche il capitano Godin, Juanfran, Filipe Luis, Lucas Hernández e Rodri, mentre sono arrivati Trippier, Felipe, Hermoso, Llorente e Renan Lodi. Un grande ricambio per una squadra che però non ha perso la proverbiale filosofia tattica del suo allenatore.

Come squadra in terza fascia è venuto fuori il Bayer Leverkusen, arrivato quarto nell'ultima Bundesliga. In una formazione cambiata molto ma senza grandi individualità, spicca solo la stella del classe '99 Kai Havertz, uno dei prospetti più interessanti del calcio tedesco.

Completa il quadro la Lokomotiv Mosca. L'insidia maggiore è rappresentata dalla partita in Russia, ad inizio novembre, in un clima tradizionalmente ostico. A centrocampo spicca il polacco Krychowiak, mentre nel mercato i russi si sono rinforzati con due conoscenze italiane: Howedes, per migliorare la difesa e Joao Mario, appena arrivato dall'Inter.

Napoli, Liverpool a parte il girone è abbordabile

Anche il Napoli ritrova una squadra affrontata l'anno scorso: così come 12 mesi fa la squadra di Ancelotti affronterà il Liverpool. "Squadra che vince non si cambia" per la detentrice del titolo, una squadra che negli anni è stata forgiata ad hoc da Jurgen Klopp. L'unica aggiunta è l'eroe della Supercoppa Europea, il secondo portiere Adrian. La partita di Anfield, fatale l'anno scorso agli azzurri per la qualificazione, sarà anche quest'anno lo scoglio più difficile.

Da non sottovalutare nel girone E il Salisburgo. Anche i campioni austriaci, alla seconda partecipazione in Champions, sono stati affrontati l'anno scorso dal Napoli, nei sedicesimi di finale di Europa League. Il centrocampo è il punto forte, con Minamino ed il talento Szoboszlai, ma la difesa è ballerina e bisognerà passare indenni la partita in Austria per assicurarsi la qualificazione agli ottavi.

La squadra di quarta fascia è il Genk. I belgi non rappresentano un grosso pericolo, visto e considerato che nelle due precedenti apparizioni non la squadra allenata da Felice Mazzù non è riuscita a vincere alcuna partita (5 pareggi e 7 sconfitte). Da tenere d'occhio l'attaccante tasmaniano Samatta.

Inter, torna il Barcellona nel girone di ferro

Così come l'anno scorso, urna di Montecarlo maligna con i nerazzurri, inseriti nel gruppo F. Anche per i nerazzurri c'è la rivincita della sfida dei gironi dell'anno scorso, con i blaugrana rinforzati dall'arrivo di Griezmann e dal - probabile - ritorno del figliol prodigo Neymar. Una corazzata, che però negli ultimi anni in Champions è stata fatta fuori subendo clamorose rimonte: quando si spegne la luce di Leo Messi può succedere di tutto.

Se possibile è andata peggio con la squadra di seconda fascia, la diretta rivale per la qualificazione. Il Borussia Dortmund di Lucien Faivre, dopo aver conteso per metà stagione la Bundesliga al Bayern, si è rinforzata molto in estate, con l'arrivo di Paco Alcacer ed il ritorno di un altro figliol prodigo, Mats Hummels, a puntellare la difesa ballerina, unico punto debole dei gialloneri, devastanti in attacco con Reus e la stellina Sancho. L'Inter di Conte si giocherà gran parte della sua Champions al Signal Iduna Park, nella quarta giornata del girone.

Più abbordabile lo Slavia Praga. Arrivati in Champions passando per la porta di servizio dei playoff, i cechi sono alla loro seconda partecipazione nella massima competizione europea, dopo essere arrivati ai quarti di finale di EL, battuti dal Chelsea di Sarri. Una squadra che pecca d'inesperienza, destinata a soccombere in un girone di ferro.

La corazzata City ma per l'Atalanta c'è speranza

Per la prima in Champions della Dea poteva andare peggio, visto che partiva dalla quarta fascia. Certo, come testa di serie il Manchester City, non è il massimo. Anche gli uomini di Pep Guardiola sono una corazzata, completi in ogni reparto, con campioni del calibro di Aguero, De Bruyne, Sterling e Sanè, solo per citarne alcuni. Non esente da errori nel reparto arretrato, l'Atalanta non parte per giocarsela all'Etihad Stadium.

A parte la favoritissima del girone, in ottica qualificazione lo Shakhtar Donetsk non rappresenta un ostacolo insormontabile. I campioni ucraini, senza Fonseca in panchina, non hanno cambiato di molto la linea tattica, con il nuovo allenatore Luis Castro. Le squadre italiane conoscono bene la filosofia ucraino-brasiliana, con una trequarti pericolosa, composta da Taison, Marlos e Tetè, ma con una fase difensiva attaccabile per Zapata, Ilicic e Gomez.


La Dinamo Zagabria invece, può rappresentare per la squadra di Gasperini una diretta rivale con cui partire alla pari, quanto meno per il terzo posto utile alla qualificazione all'Europa League. Squadra che ha sempre preso batoste nelle ultime apparizioni in Champions, i croati arrivano dalla lunga trafila dei preliminari, in cui hanno battuto Sarbutalo, Ferencvaros e Rosenborg. Attenzione al talento Dani Olmo, trequartista campione europeo U21 con la Spagna.

26 agosto 2019

COSA CI HA DETTO LA PRIMA GIORNATA DI SERIE A

Dalle vittorie sofferte di Juve e Napoli, alle difficoltà di Roma e Milan, passando per i colpi esterni di Lazio e Atalanta. Gli errori del Var e il coraggio di Mihajlovic, in attesa dell'Inter di Conte



La premessa è d'obbligo: ogni valutazione che troverete qui sotto è più che mai parziale. Siamo alla prima giornata, al 26 di agosto, e nessuna sentenza è definitiva fin da ora. Ma il campionato è ricominciato e con i primi tre punti in palio è opportuno analizzare ciò che è successo in questa prima giornata, lasciando in stand-by l'Inter della nuova era targata Antonio Conte, impegnata alle 20.45 a San Siro contro il neopromosso Lecce.

Juve e Napoli, vittorie di misura in attesa dello scontro diretto

Non si può non partire dalle partite del sabato e dalle squadre che in questa gara chiamata "campionato" partono, come si suol dire in Formula 1, "in prima fila". La Juventus di Sarri (di cui Martusciello ne ha fatto le veci) ha battuto il Parma di misura, "alla Allegri", ma il primo tempo ha dato segnali interessanti in fase offensiva: i bianconeri hanno cercato di manovrare meglio, soprattutto con Douglas Costa e Higuain, note positive della partita. Tuttavia l'unico a tirare in porta è stato CR7 ed il gol-partita è arrivato sugli sviluppi da palla inattiva con un tocco sotto misura di Chiellini, che attaccante non è. Il calo nella ripresa è fisiologico, visto il caldo e la forma di fine agosto. In attesa di capire il futuro di Dybala e Mandzukic e di vedere meglio il "sarrismo", la Vecchia Signora non dimentica il concetto principale, cioè vincere.
Ben altro tipo di vittoria è stata quella del Napoli. Anch'essa di misura, ma al termine di una partita spettacolare al cospetto di una Fiorentina coriacea, sintomo di un'aria totalmente cambiata rispetto al melodramma del finale di stagione scorso. Al netto delle decisioni arbitrali - di cui parleremo in un secondo momento - i centravanti di Ancelotti sono stati stellari, con lo splendido destro a giro di Mertens, i due gol e i due assist di Insigne, e la prestazione solida (con gol da fuori area) di Callejon. Da registrare la fase difensiva, con la coppia Manolas-Koulibaly e Di Lorenzo a destra balbettanti. Sabato, nello scontro diretto all'Allianz Stadium, ne vedremo delle belle.

I colpi esterni di Lazio e Atalanta, nel segno di Immobile e Muriel

Nella presentazione di sabato avevamo parlato dei biancocelesti e dei nerazzurri come alternative pericolose, ed effettivamente squadre così stabili nella rosa e nelle idee di gioco ad inizio campionato possono avere una marcia in più. La Lazio ha dominato la Sampdoria a Marassi, e solo grazie ad un super Audero i romani non hanno chiuso la pratica già nel primo tempo. Più difficile è stato l'esordio dell'Atalanta a Ferrara: andata sotto 2-0 per colpa di alcune amnesie difensive e per merito dell'ex Petagna, la Dea alla fine ne è venuta a capo.
Buone prestazioni di squadra (meglio la squadra di Inzaghi rispetto a quella di Gasperini) ma coronate dalle grandi prestazioni individuali di Ciro Immobile e Luis Muriel. Il primo, con due splendidi gol, ha superato quota 100 gol in Serie A, terzo italiano in attività a riuscirci, mentre il colombiano, da subentrato e all'esordio con la maglia nerazzurra ha capovolto la partita con due destri chirurgici da fuori. Potrebbero essere loro due il quid in più per una stagione da protagonisti (in attesa di Milinkovic-Savic da una parte e del Papu Gomez dall'altra).

I cantieri di Giampaolo e Fonseca per una partenza da freno a mano tirato

Due controprestazioni differenti per le squadre di élite che hanno più bisogno di ricostruzione. Davvero da dimenticare la prima del Milan: più che la sconfitta alla Dacia Arena di Udine, il dato più preoccupante è il numero di tiri in porta, zero. Fraseggio prevalentemente orizzontale, scarsa chiarezza tattica e condizione atletica davvero pessima. Troppi giocatori fuori ruolo (da Calhanoglu regista a Castillejo seconda punta, passando per Suso trequartista) e l'idea di abbandonare immediatamente il 4-3-2-1 per il 4-3-3. "Testa alta e giocare" aveva detto Marco Giampaolo nella conferenza stampa di presentazione. Così non si può fare: la bocciatura è stata totale.
Discorso diverso per l'esordio ufficiale in Italia di Paulo Fonseca. Partita con qualche certezza in più - forse non è stato un caso che i migliori in campo siano stati i tre giocatori blindati, Under, Dzeko e Zaniolo - la Roma davanti ha brillato con discrete combinazioni, anche se i gol arrivati da iniziative personali. Crea profonde preoccupazioni invece la fase difensiva, con due gol presi su dormite della difesa ed il rigore causato da Juan Jesus - bocciata la coppia di centrali con Fazio. Lo stesso Fonseca ha detto che serve un difensore: il possibile arrivo di Rugani sarà sufficiente?

La conferma del Toro e l'inizio sprint del Brescia

Per quanto riguarda le cosiddette medio-piccole, il Torino (che piccola non è) con un ritrovato Simone Zaza batte il Sassuolo e si prepara al ritorno dei playoff di Europa League, dove servirà un'impresa per superare il Wolverhampton di Cutrone. Ottimo inizio anche per il neopromosso Brescia che, orfano di Balotelli in queste prime quattro giornate (per una squalifica comminata in Francia), ha dato a Cagliari una sensazione di sfrontatezza e aggressività che potrebbe creare problemi a molti. Da salvare anche l'esordio dell'Hellas Verona che, sotto di un gol e di un uomo contro il Bologna, ha acciuffato il pari grazie ad una punizione proverbiale di Miguel Veloso.

Partenza "all'inglese"

Aspettando Inter-Lecce di stasera, in nove partite sono state segnate 29 reti, 3.2 a partita: forse i ritmi di agosto sono più permissivi, però la Serie A è ricominciata in maniera scoppiettante e divertente, le partite di Firenze, Roma e Ferrara ne sono una dimostrazione.

Ci piace e non ci piace: la forza di Sinisa Mihajlovic, le prime incongruenze del Var

Nella sezione dedicata ai punti più alti e a quelli più bassi, non si può non parlare di Sinisa Mihajlovic. Una settimana fa, da queste parti, parlavamo di come il tecnico serbo seguisse il più vicino possibile il suo Bologna tramite streaming e videoconferenze. Oggi tutta Italia si è commossa quando ha saputo che Sinisa, per la prima di campionato a Verona, ha lasciato per qualche ora il Sant'Orsola di Bologna e si è presentato in panchina al Bentegodi. Indiscrezioni parlavano di commozione anche tra i suoi giocatori, a testimonianza dell'attaccamento col proprio allenatore. La battaglia è ancora lunga, ma è l'emblema di un uomo, che con il coraggio e la determinazione può vincere su tutto: un'immagine che fa bene al mondo del calcio e ai migliaia di malati che devono trovare la forza di combattere.

Tra le note negative, ahinoi, finisce il Var. L'esordio stagionale della classe arbitrale, è stato da dimenticare: una su tutti la svista clamorosa di Massa (dal campo) e Valeri (dal monitor) in Fiorentina-Napoli di sabato, con il "tuffo" di Mertens sanzionato con la massima punizione. Anche Nicchi alla Domenica Sportiva ha ammesso l'errore. Il nuovo regolamento sui falli di mano ha poi dato vita a interpretazioni incoerenti: dal rigore fischiato a Cerri e Zielinski, al tocco di mano di Samir non visto a Udine. Urge chiarezza, nelle interpretazioni e nelle consultazioni.

25 agosto 2019

PETRUCCI: "SAPEVO CHE SAREBBE STATA UNA GARA DIFFICILE"

Le parole del pilota ternano della Ducati, anche lui danneggiato dall'incidente che ha coinvolto Dovizioso, che ha terminato la gara al settimo posto.


Domenica disastrosa per la Ducati. Pronti via e dopo soli 400 metri la caduta di Fabio Quartararo ha causato un bruttissimo incidente per Andrea Dovizioso che nell'immediato è sembrato confuso a tal punto che ha perso la memoria per qualche istante. Poi in un secondo momento è stato portato all'ospedale di Coventry, non riportando tuttavia fratture.


La carambola della prima curva ha messo sì fuorigioco Dovizioso, ma ha condizionato anche la gara del suo compagno di squadra Danilo Petrucci che, accreditato di un passo non esaltante, non ha poi recuperato molte posizioni. "Sapevo che quello di oggi sarebbe stato un GP difficile" ha detto a fine gara il pilota ternano. "L’incidente alla prima curva ha condizionato la mia gara, perché avevo deciso di restare all’esterno ma mi sono trovato davanti le moto di Andrea e Quartararo ed ho perso tante posizioni. Ho poi iniziato la mia rimonta e non è stato per niente facile superare gli altri piloti, però negli ultimi dieci giri sono stato veloce e ho fatto segnare il mio giro veloce al penultimo giro. Certo che senza l’incidente sarei potuto finire più avanti, ma quando parti così indietro può succedere di tutto. Mi dispiace per questa occasione persa ma soprattutto per Andrea, e spero che non si sia fatto nulla di grave".

VINALES: "ABBIAMO OTTENUTO IL MASSIMO". ROSSI: "MI ASPETTAVO DI LOTTARE PER IL PODIO"

Le parole dei piloti Yamaha, a podio con lo spagnolo. Per Valentino una gara garibaldina per la prima metà, in sofferenza nella seconda parte


Podio per la Yamaha ufficiale a Silverstone. Dopo aver evitato la carambola della prima curva innescata da Quartararo, i due centauri della casa dei tre diapason hanno tenuto le prime posizioni, con Rossi che ha seguito Marquez nelle prime battute di gara, e Vinales che con la sua proverbiale rimonta ha recuperato la coppia formata dallo stesso Marquez e Rins, non riuscendo però ad attaccare i due per la vittoria.

Maverick Vinales può dirsi soddisfatto, anche se è arrivato a soli decimi dalla vittoria: "Non so se sarei stato in grado di fare un attacco se fossi stato più vicino ai primi, perché è sempre difficile", ha dichiarato Top Gun a riguardo. "Stavo chiudendo il gap giro per giro, solo uno o due decimi, ma non riuscivo a colmare il grande gap in un solo giro. Ho fatto del mio meglio e penso che oggi abbiamo ottenuto il massimo e forse anche di più dalla nostra moto. Ci sono lunghi rettilinei qui e su questa pista si va molto di motore, quindi siamo contenti del terzo posto. Abbiamo perso un po' di trazione e velocità massima. In molte curve ero molto più veloce, ma in altre sopravvivevo al meglio che potevo. Penso che abbiamo migliorato molto la moto durante il fine settimana e questa è la cosa più importante. Al test di Misano lavoreremo per migliorare il grip. Saremo molto concentrati, faremo un buon test, poi gareggeremo ancora e vedremo cosa possiamo fare".


Valentino Rossi invece, dopo una brillante partenza, ha subito il sorpasso da parte del compagno di squadra nel corso del settimo giro e nella seconda metà di gara ha accusato molto sul passo, terminando a 11 secondi da Rins: “È un altro quarto posto, ma siamo un po' delusi", ha dichiarato il Dottore"Ci aspettavamo di più da questa gara, perché sono partito dalla prima fila e durante le sessioni di prove ho sempre avuto un buon ritmo. Purtroppo oggi ho sofferto di più, soprattutto con la gomma posteriore. Già dall'inizio della gara avevo meno grip. Sono riuscito a mantenere un buon ritmo fino a metà gara, ho sofferto molto nella seconda metà, ho dovuto rallentare molto. È un peccato, ci aspettavamo di lottare per il podio. Volevamo fare la gara come Maverick, ha fatto un ottimo lavoro, ma sfortunatamente siamo stati un po' più lenti".

24 agosto 2019

ROSSI E VINALES SODDISFATTI: "BUONA QUALIFICA, SIAMO A POSTO ANCHE PER LA GARA"

C'è ottimismo in casa Yamaha dopo le qualifiche di Silverstone: il Dottore è in prima fila 133 giorni dopo l'ultima volta, mentre Vinales è in seconda fila insieme a Quartararo.


Ottima sessione di qualifica in casa Yamaha. La casa giappponese ha piazzato nell eprime due file ben sei piloti.

Chi sorride di più è Valentino Rossi, secondo, che torna in prima fila 133 giorni dopo l'ultima volta in quel di Austin. "Sono molto contento, perché partire dalla prima fila è importante ora, è cruciale per la gara", ha detto Rossi, che ha analizzato il suo Q2. "Abbiamo lavorato bene, mi sento bene con la moto e anche il ritmo è abbastanza buono. Ho beccato un po' di traffico e ho dovuto aspettare, c'era un po' di confusione, ma poi mi sono detto 'Non posso iniziare da dietro, devo fare tutto il possibile in un giro' e mi sono divertito molto, è stato un grande giro. Mi sento bene su questa pista.

Poi VR46 ha spiegato i miglioramenti che stanno facendo progredire la M1: "Per la seconda parte della stagione abbiamo cambiato qualcosa sulla moto e mi sento meglio, gara per gara sto diventando più competitivo. Ho un buon ritmo, dobbiamo fare la scelta giusta per le gomme, ma sto bene con la moto e voglio fare una buona gara. Speriamo di avere anche bel tempo domani, e cercheremo di essere pronti".

Maverick Vinales è nel gruppone capeggiato da Valentino: dopo i 4 decimi su Marquez, lo spagnolo fa parte dei sei piloti racchiusi in poco più di un decimo e mezzo.


Così Top Gun, archiviando positivamente la qualifica, terminata in sesta posizione, è già concentrato per la gara, dove necessita di un altro piccolo step da fare al Warm Up del mattino. "Finora è stato un buon fine settimana. Ci siamo preparati davvero bene per la gara e mi sento molto fiducioso per domani, quindi farò del mio meglio dal 1° giro. In qualche modo riesco a raggiungere tempi sul giro molto buoni alla fine di una gara, il che significa che sarà uno dei nostri punti di forza. Proverò il massimo alla fine. L'inizio della gara è ciò su cui dobbiamo migliorare, anche lì dobbiamo essere al massimo livello. Penso che sarà importante fare un altro passo nel Warm Up domani se vogliamo lottare per la vittoria. Il podio è molto aperto, quindi cercheremo di essere lì, all'inizio, e poi vedremo".

DOVIZIOSO: "PER LA GARA SIAMO COMPETITIVI". PETRUCCI: "BRUTTA QUALIFICA"

Le parole dei piloti Ducati al termine delle qualifiche di Silverstone. Domani Dovizioso partirà settimo e Petrucci undicesimo.

AL VIA LA SERIE A: GLI ASSALTI DI NAPOLI E INTER ALLA JUVE DI SARRI, LE RIVOLUZIONI DI ROMA E MILAN

Riprende il campionato tra cambi di panchina, benvenuti eccellenti e cavalli di ritorno: bianconeri ancora favoriti per vincere il nono scudetto consecutivo?


Sono passati esattamente 90 giorni dal quel 26 maggio thrilling, che ha visto l'Atalanta andare in Champions League per la prima volta nella storia insieme all'Inter, che con il gol di Nainggolan ha estromesso il Milan dall'élite d'Europa - prima che i rossoneri "rinunciassero" anche all'Europa Juve, tra Sarri e le grane Dybala,\nMandzukic e HiguainLeague - e mandando in Serie B l'Empoli.
Stasera riparte la Serie A, e nel vortice di pronostici e previsioni ad ogni latitudine, le prime risposte ce le daranno le due antagoniste principali per il titolo: la Juventus campione in carica aprirà le danze alle 18 al Tardini di Parma contro i gialloblu condotti da Gervinho, bestia nera dei bianconeri l'anno scorso, mentre battesimo ancor più di fuoco per il Napoli, atteso alle 20.45 al Franchi di Firenze da una squadra ed una piazza estasiata dal recente arrivo di Franck Ribery.

Juventus, tra Sarri e le grane Dybala, Mandzukic e Higuain

Ovviamente chiunque deve fare i conti con la "nuova" Juventus di Maurizio Sarri - assente in queste prime due giornate d'agosto a causa di una polmonite. Con l'arrivo di De Ligt in difesa, il ritorno di Buffon e la conferma di Ronaldo la Vecchia Signora non può essersi certo indebolita, ma è possibile un inizio più a rilento visto il netto cambio di filosofia, dopo 5 anni di gestione Allegri.
Tuttavia la questione esuberi con Dybala, Mandzukic e Higuain in bilico tiene ancora banco, e staremo a vedere se ciò nei prossimi giorni può avere ripercussioni negative. Di certo nella gara verso il nono Scudetto consecutivo, i bianconeri partono in pole position, ma probabilmente il margine sulla concorrenza si è rimpicciolito.

Chi l'anti-juve? Napoli o Inter?

Proprio questa concorrenza è ristretta a Napoli e Inter, almeno sulla carta. I partenopei, gli unici che hanno provato a contrastare il dominio bianconero negli ultimi anni, hanno mantenuto l'ossatura principale con l'aggiunta di Manolas al centro della difesa - al posto di Albiol, occhio all'accoppiata con Koulibaly - e Lozano in avanti dopo una lunghissima trattativa. La squadra di Ancelotti, se ritrova un Mertens formato 2018, può essere pericolosissima.
Così come la nuova Inter di Antonio Conte, puntellata in difesa ma molto cambiata dalla metà campo in su a causa degli "epurati" dal tecnico salentino (Nainggolan, Icardi e Perisic). Vedremo se il quid in più dell'allenatore saprà essere determinante, al netto di qualche aggiustamento sul mercato ancora possibile.

Le rivoluzioni di Milan e Roma

Mancando entrambe la qualificazione in Champions, i rossoneri e i giallorossi in estate hanno avuto due tipi di "anno zero" molto differenti. Il Milan di Marco Giampaolo, sanzionato dal TAS di Losanna con l'esclusione dall'Europa League, ha puntato su molte scommesse come Theo Hernandez, Krunic, Bennacer e Leao. Qualora non dovessero andare a buon fine, tutto il peso tornerà sulla "vena artistica" di Suso: forse ci sono troppi azzardi.
Per la Roma invece, si tratta della prima stagione "deromanizzata", senza le bandiere Totti e De Rossi, e con un allenatore straniero tutto nuovo per l'Italia, Paulo Fonseca. Con un mercato che ha avuto i suoi picchi più nei rinnovi di Dzeko, Under e Zaniolo che negli arrivi di Mancini, Veretout e Diawara, sembra mancare qualcosa ancora in difesa, dove l'arrivo di Rugani potrebbe definitivamente tappare la falla pesantissima di Manolas. Senza la Champions di mezzo e con un inizio simil Rudi Garcia, i giallorossi potrebbero stupire.

Quale rivelazione? Atalanta, Lazio o Fiorentina?

A proposito di sorprese. Le due finaliste di Coppa Italia possono recitare un ruolo da protagonista perché, come solo il Napoli, hanno un tecnico e una rosa consolidate rispetto alla passata stagione.  La Dea ha fatto un mercato oculato e con il gioco di Gasperini è capace di tutto, come abbiamo visto negli ultimi due anni, però la Champions League inevitabilmente farà perdere delle energie preziose. Discorso simile per la Lazio, che ha il merito più grande nell'aver trattenuto (fino ad ora) Milinkovic-Savic, vero "crac" della squadra di Inzaghi. Se il serbo, Immobile e Luis Alberto riscatteranno la stagione scorsa, la Lazio potrebbe ambire ad un piazzamento Champions.
Per il ruolo di vera e propria outsider, oltre al Torino di Mazzarri, non possiamo non considerare la Fiorentina di Commisso, che ha trattenuto Chiesa ed ha preso Boateng, Pulgar e soprattutto Franck Ribéry, con una piazza ringalluzzita rispetto al semidrammatico finale di stagione.

Toto-retrocesse: più Verona che Lecce e Brescia di Balo

Per quanto riguarda la lotta salvezza, sembra compito molto arduo per due neopromosse su tre. Sia Verona che Lecce infatti sembrano avere qualcosa in meno delle altre, anche rispetto all'omologo Brescia. La squadra di Corini, con il promettente Tonali in mediana e l'enfant du pays Mario Balotelli in avanti, potrebbe davvero stupire, soprattutto se SuperMario saprà ritrovarsi come giocatore e come uomo a casa sua. La vincitrice della scorsa Serie B dovrebbe giocarsi la permanenza in A con Udinese, Spal e Sassuolo. Cagliari, Sampdoria, Genoa e Bologna sembrano essere più tranquille.

Capocannoniere: la logica dice Ronaldo

Dopo un primo anno di "adattamento", con 21 gol all'attivo, CR7, complice il gioco di Sarri, sembra essere destinato a vincere questa speciale classifica. Attenzione a Dzeko, Piatek, il nuovo arrivato Lukaku e l'intramontabile Fabio Quagliarella.

Questo è il menu, anche se non definitivo vista la chiusura del mercato fissata al 2 settembre. Siamo sicuri che il divertimento non mancherà. E come diceva Maurizo Mosca, buon campionato a tutti!

21 agosto 2019

LA SECONDA VITA DI DANIELE DE ROSSI IN ARGENTINA: "MI SENTO COME A CASA"

Dall'accoglienza dei tifosi all'esordio con gol: DDR ha trovato il suo habitat ideale al Boca Juniors


Ha detto che sarebbe stato un sogno, adesso si sta realizzando. Daniele De Rossi, dopo essere arrivato al Boca Juniors, ci ha messo davvero poco ad ambientarsi a Buenos Aires, a 11.145 km dalla sua casa madre, Roma.

L'esordio con gol in Coppa d'Argentina contro l'Almagro una settimana fa, la prima volta da brividi alla Bombonera - con vittoria - in campionato domenica scorsa e questa notte i quarti di finale di Copa Libertadores in Ecuador contro la LDU Quito. Non male come inizio.

Dopo le parole nella conferenza stampa di presentazione lo scorso 29 luglio, la parola è passata al campo ed ai fatti, luogo in cui De Rossi ha sempre dato il 100%. Ed ai microfoni di Fox Sports, l'ex capitano della Roma ha spiegato come tutte le attese positive su questa nuova avventura siano state rispettate in pieno.

"Non dimenticherò mai nella mia vita come mi ha accolto lo spogliatoioVolevo sentirmi felice come a Roma e il Boca è stata la risposta", ha detto De Rossi. "Sono state tre settimane piene di emozioni, di cose nuove. Mi sento felice, mi sento a casa. E’ cambiato tutto per me, casa, paese, lingua. Ero un po’ spaventato ma ora sono felicissimo per la gente, per il debutto e per come la squadra mi ha accolto. Ora l’importante è vincere”.

Gran parte del merito va dato ai tifosi xeneizesche l'hanno accolto da eroe al suo sbarco nella capitale argentina ma soprattutto alla "prima" alla Bombonera. Una serata che Daniele non scorderà mai: “È stato qualcosa di magico, bellissimo, qualcosa che ho sempre sognato. (...) Gli argentini per strada mi rispettano, anche i tifosi delle altre squadre, è una cosa che apprezzo molto". 


Ma DDR pensa subito al campo e a vincere, quindi alla partita d'andata dei quarti di Libertadores in Ecuador, con l'insidia dell'altitudine e la possibilità di affrontare il River Plate in semifinale: Mi è capitato solo una volta, 20 anni fa.Era in estate, con la Roma, in amichevole. Nessuno però si preoccupava di cosa potesse succedere con l’altezza. Questa partita sarà totalmente diversa per la nostra squadra. Sono due partite, quindi 180 minuti e non 90. Non si deciderà tutto a Quito. Semifinale con il River? Se così succederà, sarà una partita indimenticabile come lo è stata la finale dello scorso anno. Una sfida caldissima seguita in tutto il mondo, quando si gioca Boca-River anche in Europa la gente va a letto tardi per vederla. Però pensare già alla semifinale è un errore, non bisogna sottovalutare la LDU”.

19 agosto 2019

LA BATTAGLIA DI SINISA MIHAJLOVIC, CHE COMBATTE LA LEUCEMIA SEGUENDO IL BOLOGNA IN STREAMING E VIDEO CONFERENZA

Il tecnico serbo, ad un mese dall'inizio della chemioterapia, ha seguito così la squadra in Coppa Italia. Destino simile per David Blatt, coach dell'Olimpiakos di basket, a cui è stata diagnosticata la sclerosi multipla.

Non sono lacrime di paura. La malattia la rispetto, ma so che la vincerò. La affronto come ho sempre fatto, col petto di fuori guardandola dritto negli occhi e vado avanti. Prima comincio prima finisco. È una malattia in fase aggressiva ma attaccabile. Ci vuole un po' di tempo ma si guarisce. Questa sfida la vincerò, non ci sono dubbi.
Sinisa Mihajlovic
L'aveva detto in una conferenza stampa indetta il 13 luglio scorso, con la schiettezza e la sincerità che contraddistinguono una persona forte, ma che sa mostrarsi fragile all'occorrenza. Un uomo con la U maiuscola.

Sinisa Mihajlovic ha iniziato le cure pochi giorni dopo quell'"arrivederci" con il campo, il 18 luglio. Con l'inizio delle cure e con la ripresa del calcio giocato, arrivano le prime notizie, i primi segnali della lotta alla leucemia diagnosticatagli pochi mesi fa.

Come riporta l'Ansa, il tecnico serbo, che sta concludendo il primo ciclo di chemio presso il reparto di ematologia dell'Istituto Seragnoli del policlinico Sant'Orsola di Bologna, è riuscito comunque a preparare la squadra per la sfida di domenica in Coppa Italia, vinta dai rossoblu per 3-0 sul Pisa.

Parola del suo collaboratore, Emilio De Leo, che nel dopo partita ha spiegato la presenza di Mihajlovic grazie ai moderni strumenti digitali: "Il tecnico ha fatto il discorso pregara alla squadra collegato in video conferenza. L'ho sentito durante l'intervallo e alla fine, ed ha assistito in tempo reale alla partita collegato in streaming e via microfono con il nostro collaboratore video, che a propria volta comunicava con me in diretta".

Una prova generale - per squadra e per tecnico - in vista dell'esordio in campionato del Bologna, a Verona domenica prossima. Prima di campionato a cui Sinisa non potrà presenziare fisicamente, ma che certamente lo farà in un diverso modo, trasmettendo ai suoi calciatori il carattere e la determinazione che al mister non sono mai mancati, e che ora sono un'ulteriore spinta aggiuntiva per dare il meglio.

Il caso di David Blatt

Oggi il caso (ed il messaggio) di Mihajlovic risuonano ancora più forte, con la notizia che David Blatt, coach dell'Olimpiakos di basket, ex coach dei Cleveland Cavaliers di Lebron James, in un comunicato pubblicato dalla società ha rivelato di avere la sclerosi multipla. Questa la sua lettera:

A volte la tua vita ti sbatte di fronte cose che in realtà non hanno spiegazione, significato o ragione. Questi sono i momenti che ti costringono a riconoscere che devi fare delle scelte che metteranno alla prova il tuo carattere.

Qualche mese fa mi è stata diagnosticata la PPMS (sclerosi multipla progressiva primaria). Questa malattia ha molte forme e si manifesta in modi diversi in ogni persona. È una malattia autoimmune, che può e cambia davvero in molti modi la qualità e la capacità di svolgere anche le funzioni di base in modi che ti sono sempre sembrati normali.


Quando ho superato lo shock iniziale e il dolore di
capire come questo avrebbe potuto e cambiato la mia vita da oggi in poi, decisi che non avrei rinunciato a nulla. Tutto ciò che avrei dovuto fare sarebbe adattarmi e trovare nuovi modi per continuare la mia vita nel modo più naturale possibile.

La prima cosa che ho fatto è stata esaminare la metodologia di allenamento del basket in termini di come risolvere e superare le difficoltà. Il mio processo prevede tre passaggi. 1) Qual è il problema? 2) Perché è successo? 3) Come lo ripariamo?
Bene, il problema è il PPMS, che nel mio caso e alla mia età si manifesta con debolezza alle gambe. La fatica, l'equilibrio e la forza sono problemi reali per me. Ho iniziato un allenamento speciale per la forza e l'equilibrio, nonché esercizi di nuoto, al fine di migliorare le mie condizioni fisiche generali e aiutare la mia flessibilità e mobilità muscolare. Cerco di essere più attivo che mai, anche quando si tratta di movimenti semplici, in modo da non permettere ai muscoli di contrarsi. Sfido me stesso a svolgere funzioni semplici che sono facili per la maggior parte ma che ora a volte sono molto faticose per me.
Io lavoro. Mantengo e chiedo sempre uno sforzo in più da me stesso che uno in meno.

Perché è successo? Il motivo per cui si può soffrire di questa malattia non è noto. Poiché non è stata fornita alcuna motivazione o spiegazione specifica, ciò che resta è accettare ciò che è e concentrarsi su come fare il meglio che può con le "risorse" disponibili per migliorarne le condizioni. Da oggi e nel futuro … È facile cadere in depressione e letargia fisica. Questa battaglia è reale, continua e ininterrotta, poiché non esiste una cura per questa malattia. Ma non è letale. Ci sono persone che devono affrontare sfide molto più grandi e devono combattere le proprie battaglie. Tutti devono avere il coraggio e la determinazione di non arrendersi, di andare avanti e di vivere una vita della massima qualità possibile. Dimentica il "perché" in questo caso. Non è una domanda a cui si può rispondere. Concentrati sulle conseguenze.

Come lo ripariamo? Andiamo a lavorare. Facciamo un piano. Lavoriamo sodo ogni giorno. Teniamo la testa alta. Adattiamo, differenziamo e cerchiamo modi per migliorare o mantenere. Ci stiamo allenando. Troviamo persone che possono condividerlo e aiutarci. Siamo aperti e onesti con noi stessi e con coloro che lottano per acquisire conoscenza. Non ci nascondiamo o evitiamo la percezione della sensibilità. Sono benedetto con il sostegno di così tante persone buone e care. Quelli che supportano e assistono e almeno comprendono che mentre guardo e funziono in modo leggermente diverso, sono sempre la stessa persona. E non mi lasciano dimenticare questo fatto anche quando sono un po' giù o scoraggiato. L'autocommiserazione non fa altro che favorire e incoraggiare a scivolare verso il basso, dal quale cui è più difficile alzarsi.
Sono un allenatore e il mio lavoro è guidare, insegnare e ispirare molte persone. Non essere agile o attivo non influisce sulla mia capacità mentale di fare queste cose. Sono fortunato Ho grandi medici, allenatori, fisioterapisti e dirigenti che accettano le mie disfunzioni e mi aiutano a superarle. Come posso lamentarmi?
Non posso assolutamente e non lo farò. Sarebbe uno spreco di energia e non appena chiederò ai miei giocatori e al mio staff di essere la migliore versione di se stessi, devo chiedere e persino chiedere a me stesso di fare lo stesso.

Il grande John Wooden una volta disse: "Le cose vanno meglio per le persone che fanno il meglio, qualunque cosa accada". La mia situazione non è un … picnic,
ma potrebbe essere più dura. È mia responsabilità essere un esempio per tutti nel continuare a vivere la mia vita nel miglior modo possibile senza arrendermi mai".
David Blatt, coach dell'Olimpiakos

18 agosto 2019

FELICE GIMONDI, L'ANTI-MERCKX CHE HA FATTO SOGNARE UNA GENERAZIONE DI ITALIANI

La storia di Nuvola Rossa, uno dei grandi del ciclismo mondiale che ci ha lasciato da poco.

© Giro d'Italia Official Facebook Page
“Stavolta perdo io. Perdo prima di tutto un amico e poi l’avversario di una vita. Abbiamo gareggiato per anni sulle strade l’un contro l’altro ma siamo diventati amici a fine carriera. L’avevo sentito due settimane fa così come capitava ogni tanto. Che dire, sono distrutto. Felice è stato prima di tutto un grande uomo, un grande campione, purtroppo ce lo hanno portato via. È una grande perdita per il ciclismo. Mi vengono in mente tutte le lotte che abbiamo fatto insieme... Un uomo come Gimondi non nasce tutti i giorni, con lui se ne va una fetta della mia vita. È stato tra i più grandi di sempre”.
Eddy Merckx su Felice Gimondi (fonte Ansa)
Parola del "Cannibale", il più grande di tutti i tempi. Spesso nel mondo dello sport la grandezza di alcuni personaggi si costruisce in base alla grandezza (e alla riconoscenza) dei rispettivi avversari.
Felice Gimondi, spentosi ieri a seguito di un malore nel mare di Giardini Naxos, in Sicilia, può essere considerato uno dei grandissimi del ciclismo, italiano e non solo. Dopo Alfredo Binda negli anni '20-'30, Coppi, Bartali e Magni negli anni pre e post Guerra, Gimondi è stato il campione che ha fatto appassionare migliaia di italiani a cavallo tra gli anni '60 e '70.

Il palmarès parla chiaro, soprattutto una statistica lo fa rientrare nell'èlite del ciclismo: Gimondi è uno dei sette corridori ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri - insieme ad Anquetil, Merckx, Contador, Hinault, Nibali e Froome. Tra questi solo lui, il belga e Hinault hanno vinto anche il Mondiale.

Ma il bergamasco della Val Brembana, professionista dal 1965 al 1979, è stato un corridore completo, capace di vincere in salita, a cronometro e anche in volata. Ne sono una prova le vittorie nelle classiche monumento conquistate: una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia, per un totale di 118 vittorie tra i professionisti.

Tutto ciò negli anni contrassegnati dal dominio del rivale poi amico Eddy Merckx. Il Cannibale ha avuto in Gimondi il suo principale avversario per gran parte della carriera. E se possibile, sono ancora più belle le vittorie sul belga, come il Mondiale di Barcellona nel '73 in volata su Freddy Maertens, lo stesso Merckx e Luis Ocana.

In un'Italia che si riversava nelle strade ogni mese di maggio, Nuvola Rossa (epiteto dato da Gianni Brera) era l'uomo su cui i tifosi italiani facevano affidamento e che, con le sue imprese, ha fatto appassionare migliaia di bambini. Come nel '65, quando a soli 23 anni e al suo primo Tour de France da professionista, resistette a Poulidor e conquistò il suo primo successo in un grande giro; nel '67, in cui nella tappa con il Tonale, l'Aprica e l'arrivo a Tirano, ha sfilato a Jacques Anquetil la maglia rosa; oppure nel '76, dato per sfavorito all'età di 33 anni vince il suo terzo ed ultimo Giro d'Italia davanti a giovani rampanti come Moser e De Muynck.

Detentore di alcuni record ancora imbattuti, come quello del numero di podi al Giro (9), è rimasto nel cuore degli italiani per l'acume tattico, la voglia di attaccare sempre e di non mollare mai, come nel Mondiale di Mendrisio nel '71, dove ottenne l'argento, battuto in una volata a due da Merckx: in quell'occasione per resistere agli attacchi del belga si slogò la mandibola.

Grazie Felice, l'"eterno secondo" più vincente della storia che ha fatto appassionare al ciclismo un'intera generazione.

17 agosto 2019

DYBALA ED ICARDI, I NODI DI UN CALCIOMERCATO CHE BLOCCA LE BIG

I due argentini sono le pesanti pedine che potrebbero cambiare Juventus, Inter e Napoli ad una settimana dall'inizio del campionato.


Tutto ruota intorno a loro due. Il calciomercato estivo, ancora lungi dal concludersi qui in Italia, è condizionato dallo stallo di due assi della nostra Serie A sul quale si muovono interessi, soldi, sentimenti e tifo di grandi squadre.


Icardi, l'esubero di lusso che fa gola a tutti

Partendo dalla situazione più statica, occorre iniziare da Mauro Icardi, dichiarato da Conte - insieme a Nainggolan, accasatosi poi al Cagliari - "fuori dal progetto tecnico". Fin dall'arrivo del tecnico salentino l'argentino, autore di una tribolatissima stagione tra ritiro della fascia di capitano, litigi, problemi fisici - più o meno veri - e rinnovo di contratto, si allena da separato in casa. Con l'agente-moglie Wanda Nara sempre al centro della scena con dichiarazioni soggette a interpretazioni ambigue.

Naufragata la trattativa per il rinnovo Icardi, nonostante l'amore per l'Inter dichiarato spesso anche durante la scorsa stagione, ha in testa un'unica destinazione: la Juventus. Ma la società nerazzurra è di tutt'altro avviso: vendere Icardi tranne che alla Vecchia Signora. A tal punto che, come riporta Il Corriere dello Sport, nell'ipotetico scambio tra l'argentino e Dzeko - con la trattativa per portare il bosniaco all'Inter in ballo da più di due mesi ma conclusasi in queste ore con il rinnovo alla Roma fino al 2022 - ci sarebbe stata una clausola antijuve che avrebbe impedito ai giallorossi di rivendere l'anno successivo Maurito ai bianconeri. Anche il Napoli è spettatore molto interessato della vicenda e meta gradita a Marotta. Le volontà di giocatore e società sono agli antipodi, ma sembra molto improbabile allo stato delle cose un anno da "separato in casa" con l'Inter.


Dybala, l'idolo dei tifosi sacrificabile in nome del bilancio

Se Icardi blocca il mercato dell'Inter, sia in entrata che in uscita, discorso simile per Paulo Dybala, anche se con diverse premesse. La Joya ha sì passato anche lui un'annata complicata, ma non è stato messo fuori per ragioni tecniche dal nuovo allenatore Sarri, ma per ragioni economiche, visto l'acquisto di De Ligt e l'esigenza per la Juventus di fare cassa, togliendosi anche un pesante ingaggio (7 milioni a stagione, così come l'altro argentino in bilico, Gonzalo Higuain).

Le trattative con il Manchester United per scambiarlo con Lukaku (e soffiarlo all'Inter) e con il Tottenham l'ultimo giorno di mercato inglese, sfumate rispettivamente per le eccessive richieste del giocatore e per il "no" last minute della Juve, confermano la volontà di Paulo di voler rimanere in bianconero. Volontà ribadita nella tradizionale amichevole in famiglia a Villar Perosa, in cui l'argentino è stato accolto come un vero e proprio idolo dal tifo bianconero.


Proprio lo scambio tra i due potrebbe essere una soluzione che accontenterebbe molti, ma non Dybala. La storia di mesi sulla graticola mediatica che sta anche logorando due campioni della nostra Serie A, dal lato economico e psicologico, ad una settimana dall'inizio del campionato.

12 agosto 2019

IN AUSTRIA IL CAPOLAVORO DI ANDREA DOVIZIOSO, L'UNICA KRYPTONITE DI MARQUEZ

Nella rivincita di due anni fa il risultato non è cambiato: il forlivese è lo spauracchio dello spagnolo nel corpo a corpo dell'ultimo giro. 


Un capolavoro. Un Gran Premio tirato come non mai quest'anno in MotoGP, ci riconsegna i picchi massimi che può regalare solo questo sport: i sorpassi, i controsorpassi, le derapate e le staccate "a vita persa" negli ultimi giri e nelle ultime curve, alla ricerca di vittorie che hanno sempre un sapore speciale.

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Il paragone tra l'ultima curva del 2017 e quella del 2019 (Credits: MotoGp Official Twitter Page)
E tra queste possiamo collocare il successo di ieri di Andrea Dovizioso, autore di un sorpasso magistrale all'ultima curva su Marc Marquezche è ha ricordato l'epilogo del 2017 in cui Dovi ha incrociato in uscita per rispondere all'attacco del Cabroncito, sempre all'ultima curva del Red Bull Ring.


E questa vittoria, la 14° in MotoGP, potrebbe tranquillamente esse inserita come una delle più belle per il ducatista. Vuoi perché Marquez nelle ultime settimane sembrava imbattibile, vuoi perché alcune prestazioni della Desmosedici non erano state all'altezza (come ad Assen e al Sachsenring). Insomma, il binomio Honda-Marquez era pronto a conquistare anche l'Austria, che da quando è tornata nel calendario del motomondiale è stata sempre terreno fertile di vittorie Ducati, con i successi di Iannone, Dovizioso e Lorenzo.

Fin dalle libere lo spagnolo aveva fatto vedere un passo invidiabile, con tanto di pole position al sabato. Appena spenti i semafori però, Dovizioso ha risposto colpo su colpo a qualsiasi accelerazione del fenomeno di Cervera, in un corpo a corpo che si era capito si sarebbe risolto all'ultimo giro. E per la quinta volta su 6, il forlivese ne è uscito vincitore con un sorpasso pieno di cattiveria, istinto e pazzia, aggiungendo particolarità: in tutti i duelli finiti al fotofinish tra i due, questa è la prima volta che chi era dietro all'ultima curva è riuscito a spuntarla.

Si conclude con un trionfo un weekend non semplice per Andrea, visti i rumours di paddock che vedevano un incontro tra Lorenzo e Dall'Igna per un ritorno di Jorge a Borgo Panigale. Ma alla fine le voci più belle sono quelle proprio del Dovi - "la vittoria più bella della carriera" - e di Valentino Rossi, che sanno di stima, ammirazione e consacrazione:

Secondo me è un campione, perché ha vinto tante gare, anche in MotoGP. Gli manca il mondiale in MotoGP, però negli ultimi anni è sempre riuscito a lottare con Marquez. Dovizioso è un grande.

11 agosto 2019

ROSSI: "BUON QUARTO POSTO, LA PARTENZA HA AIUTATO". VINALES: "HO SBAGLIATO IL SET UP"

Le dichiarazioni dei piloti Yamaha al termine della gara austriaca, che ha evidenziato notevoli progressi rispetto alle ultime gare qui.


Gara positiva per la Yamaha in Austria. La casa dei tre diapason ha ottenuto il podio - il terzo stagionale - col Team Petronas di Fabio Quartararo ed i piloti ufficiali arrivati alle sue spalle, con Rossi davanti a Vinales.

Dopo un weekend in continua crescita, Valentino Rossi è giunto quarto al traguardo, confermando le buone sensazioni del sabato nonostante la decima posizione in qualifica: “Il quarto posto è un buon risultato dopo un fine settimana abbastanza buono. Sulla carta avremmo dovuto soffrire di più a Spielberg, ma già venerdì mattina eravamo più competitivi rispetto al passato. La gara è stata buona perché all'inizio sono riuscito a recuperare alcune posizioni, arrivando dalla decima posizione in griglia. Sfortunatamente, quelli davanti a me erano un po' più veloci. Comunque, il quarto posto è buono. Anche Maverick e Rins stavano riprendendo slancio, ma sono stato in grado di stare davanti a loro, quindi è stata una buona gara”.

Maverick Vinales non è soddisfatto a pieno del suo quinto posto, avendo riscontrato in gara alcune difficoltà di set up: “Ho fatto una buona partenza, ma alla curva 3 ho avuto uno scarto con Jack Miller e siamo andati un po' larghi, aprendo la porta a molti piloti. Abbiamo usato un set-up completamente diverso rispetto ad altre gare, cercando di ridurre il wheelspin, ma ha funzionato diversamente rispetto alle nostre previsioni perché la pista era cambiata molto da ieri. Non penso che sia stato il miglior set-up, ma l'abbiamo scelto pensando che potremmo forse risolvere alcuni problemi. Il consumo della gomma è stato molto elevato, così ho distrutto la gomma molto rapidamente. Ad ogni modo, sono soddisfatto della quinta posizione, perché siamo migliorati molto rispetto allo scorso anno e continueremo a lavorare e cercare di trovare un modo per andare più veloci. Questo fine settimana è stato solo una prova. A Silverstone non voglio prestare troppa attenzione a quello che è successo a Brno e in Austria. È un tracciato che mi piace molto, e ci proverò al 100%".

LA REDENZIONE DI ROMANO FENATI IN MOTO3! DALLA PORTA TORNA IN TESTA AL MONDIALE

Dopo il fattaccio di Misano, l'esclusione dal motomondiale e tutte le critiche ricevute, Fenati torna al successo davanti ad un ottimo Arbolino e a McPhee. Dalla Porta è di nuovo primo in classifica, con un punto di vantaggio su Canet.

© motogp.com

Romano Fenati è tornato
. Il pilota di Ascoli completa nel weekend austriaco la sua completa redenzione e dopo la pole di ieri è tornato alla vittoria in Moto3, a quasi due anni dall'ultima gioia (nel 2017 a Motegi) ma soprattutto a quasi un anno dal bruttissimo episodio di Misano con Stefano Manzi, che sembrava porre fine alla sua carriera da motociclista. Completano il podio Arbolino e McPhee, mentre Lorenzo Dalla Porta, sesto, risorpassa nella lotta per il mondiale Canet, oggi 10°.

La cronaca della gara

In una pista umida a causa della pioggia, che presentava in partenza un solo binario asciutto, la gara si è rivelata di resistenza anziché di gruppo, come succede solitamente in questa categoria. Pronti via e Arbolino, complice un lungo di Fenati, si mette in testa a fare selezione, portando via un terzetto con McPhee e lo stesso pilota ascolano.

Fatto il buco nelle prime battute di gara, il podio sembrava già fatto con il gruppetto inseguitore, composto da Vietti, Dalla Porta, Masia e Ramirez, che accusava un margine di quasi tre secondi.
Poco prima di metà gara Fenati lascia i compagni di fuga e decimo dopo decimo guadagna su McPhee e Arbolino, che ha provato invano a tenere il ritmo del connazionale e compagno di squadra alla Snipers Racing. Per il 23enne di Ascoli Piceno è l'11° vittoria in carriera, il nono vincitore diverso quest'anno in Moto3.

Alle sue spalle, la grande rimonta negli ultimi giri di Vietti e Masia ha reso avvincente la lotta per un podio che a metà gara sembrava ristretta ai primi tre. Al penultimo giro un tentativo troppo aggressivo dello spagnolo causa la caduta e l'estromissione dalla podio, mentre la volata finale si è risolta al photofinish con Arbolino secondo - al quarto podio nelle ultime sei gare - e McPhee che ha beffato Celestino Vietti per soli 15 millesimi.

Dalla porta, giunto sesto dietro al team mate Ramirez, è stato autore di una gara giudiziosa soprattutto nella seconda metà e dopo il weekend austriaco si ritrova in testa al mondiale, sopravanzando Aron Canet che, partito dalla quattordicesima casella, non è stato agevolato dal ritmo imposto dai primi ed ha ottenuto solamente il decimo posto, dietro anche a Niccolò Antonelli. Ora i due contendenti sono separati da un solo punto. Per l'Italia a punti anche Denis Foggia (Sky Racing
Team VR46), 14°.


Zeltweg, Gran Premio d'Austria - Classifica Gara Moto3

10 agosto 2019

VINALES: "BENE OGGI MA DOBBIAMO ANCORA MIGLIORARE". ROSSI: "SPERAVO DI PARTIRE PIÙ AVANTI"

C'è ottimismo tra le Yamaha ufficiali dopo le qualifiche austriache, nonostante Vinales sia quarto, mentre Rossi partirà dalla decima casella.

© motogp.com

Maverick Vinales, nonostante non sia in prima fila, è molto contento di come sta proseguendo il suo weekend, anche se sente il bisogno di migliorare ulteriormente il proprio setup: "Onestamente, sono davvero felice perché abbiamo lavorato bene oggi, ma comunque dobbiamo continuare a provare perché perdiamo qualche decimo sui rettilinei che dobbiamo recuperare in frenata e sulla velocità in curva. Dobbiamo continuare a lavorare sodo per vedere se possiamo migliorare. Il modo in cui la moto lavora in curva è davvero buono, quindi il telaio funziona davvero bene. Non so che tempo farà domani, faremo del nostro meglio e poi vedremo. Dopotutto, le condizioni sono le stesse per tutti, quindi dobbiamo continuare a lavorare per capire come essere veloci quando c'è meno grip".

Valentino Rossi invece domani aprirà la quarta fila. Una risultato che non soddisfa a pieno il Dottore, che però è abbastanza fiducioso con il passo gara: "Soprattutto la FP3 di questa mattina è stata una buona sessione di prove, perché con una gomma da gara ho un buon ritmo. Nella FP4 ho sofferto di più, perché abbiamo usato pneumatici molto vecchi per capire se il nostro livello non è poi così male alla fine della gara. Per questo motivo, la mia posizione era piuttosto negativa, ma non era realistica. Molte persone hanno messo le gomme nuove mentre lavoravamo con quelle molto vecchie. Ma non sono molto contento della mia decima posizione in griglia, avevo sperato di fare di meglio. In quali ho commesso degli errori e non ho guidato al massimo. Il problema è che da P5 a P12 siamo tutti molto vicini. A partire dalla quarta fila sarà difficile, ma il mio ritmo è abbastanza buono, non sono poi così male. Ma anche per la gara, molti piloti sono veloci, quindi domani dobbiamo capire le condizioni e poi vedremo".

VINALES: "OTTIMO FEELING CON LA MOTO". ROSSI: "ABBIAMO UNA PASSO MIGLIORE RISPETTO ALLO SCORSO ANNO"

Top Gun secondo, Il Dottore undicesimo: c'è ottimismo in casa Yamaha rispetto alle difficoltà trovate l'anno scorso in Austria.


Due venerdì piuttosto diversi per i piloti Yamaha. Vinales è secondo, a pochi centesimi dal leader Marquez, mentre Rossi è fuori dalla Top 10 provvisoria, e domani dovrà lottare per evitare il Q1.

Maverick Vinales è molto soddisfatto delle prime libere: “Il feeling è stato abbastanza positivo. Abbiamo lavorato molto sulla moto, cercando di capire in quale direzione dovremmo andare. Penso che avremmo potuto trovare qualcosa di buono per migliorare il mio ritmo, ma dobbiamo ancora migliorare. Abbiamo perso il primo posto, ma mi sento positivo. Essere secondi nella FP2 qui è davvero positivo per noi, questa è una pista in cui soffriamo molto. Quest'anno sembra andare meglio, quindi siamo nella giusta direzione e cercheremo di continuare a migliorare le cose domani. Cercheremo di essere in prima fila e poi vedremo. Oggi abbiamo provato le gomme e abbiamo più o meno alcune idee per domani, quindi lavoreremo molto duramente".

Valentino Rossi ha avuto qualche difficoltà in più, ma sembra lo stesso molto fiducioso ottimista in vista nelle terze libere e della qualifica: “Stamattina non è stato così male e anche questo pomeriggio il ritmo è stato abbastanza buono, ma alla fine, con la gomma soft, non ho guidato molto bene. Ero bloccato nel traffico e non sono stato in grado di migliorare. Come sempre, ci sono molti piloti che sono molto veloci, ma sembra che siamo più competitivi rispetto allo scorso anno, perché il nostro ritmo è leggermente migliore. Non sono tra i primi 10 per pochissimo. A parte questo, il feeling non è poi così grave e sembra che le previsioni siano buone per domani mattina, quindi penso che lotteremo per il secondo trimestre nelle FP3”.

08 agosto 2019

LA DIATRIBA CONI-CIO-GOVERNO CHE POTREBBE METTERE IN DISCUSSIONE MILANOCORTINA 2026

Dalla lettera del Comitato Olimpico Internazionale alla risposta della maggioranza sulla riforma dello sport che mette in pericolo i giochi conquistati il 24 giugno scorso.


L'allarme "olimpico" è arrivato poche ore fa con la lettera inviata dal CIO a Giovanni Malagò, numero uno del Coni con scritto:
"Saremmo grati se lei, nel suo ruolo di presidente del Coni ma anche nel suo ruolo di Membro Cio che rappresenta il Cio il Italia, potesse portare queste serie preoccupazioni all’attenzione urgente delle più alte autorità di Governo e lavorare insieme con loro per perfezionare le disposizioni in questione del Disegno di Legge e renderle completamente compatibili con i principi fondamentali e con le Regole che governano il Movimento Olimpico, prima che il testo definitivo sia presentato alle autorità competenti per l’approvazione".
In poche parole, il Comitato Olimpico Internazionale invita a Malagò ed il Governo a modificare delle norme riguardanti la nuova riforma dello sport - il disegno di legge n. 1372 dal titolo "Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione" - in quanto alcune di esse non rispettano la Carta Olimpica.

Sempre nella lettera, vengono ricordate le possibili sanzioni ex articolo 27.9, tra cui l'esclusione dai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo (e gareggiare come Atleti Olimpici Indipendenti, come la Russia a PyeongChang, quindi senza bandiera né inno) e, cosa non espressamente detta ma supposta, l'annullamento delle Olimpiadi Invernali che si svolgeranno in Italia nel 2026.


La risposta del Governo

La risposta del Governo giallo-verde (che, ricordiamolo, ha emanato una legge delega, ossia una legge formale approvata dal Parlamento, che delega il Governo a esercitare la funzione legislativa su di un determinato oggetto) non si è fatta attendere, ma non si è posta su un piano "comprensivo e collaborativo" come auspicato dal Cio al termine della stessa missiva.

La maggioranza ha infatti dichiarato:
"Sorprende tutto questo interesse del Cio per una singola parte del provvedimento che riguarda il potere politico del Coni. La lettera, forse scritta da funzionari del Cio, il cui contenuto il governo ha appreso dai giornali, è stata forse un po’ frettolosa visto che molte risposte non solo sono già contenute nelle norme della stessa riforma ma anche negli ordini del giorno del relatore preannunciati ieri sera in commissione cultura su cui il governo darà parere favorevole"

Un atteggiamento che per gli ottimisti è votato alla calma, per gli scettici sa di risposta arrogante.
Occorre aspettare gli sviluppi della vicenda, ma in questa sede si possono fare due considerazioni: la prima riguarda proprio il Presidente del Coni Malagò, che già qualche giorno prima dell'approvazione del testo aveva espresso delle perplessità su alcuni articoli; la seconda è che il Cio fa sul serio: sulla base di quello che è successo con la Federazione Russa sul cosiddetto "doping di Stato", una lettera di questo genere non vuol dire nulla di compromesso, ma che il limite è diventato molto sottile e fragile.

L'incontro tra le due parti, proposto durante questa settimana come "se necessario" dal Comitato Olimpico, potrebbe essere un primo ma decisivo passo per ricucire un principio di strappo che avrebbe una posta in gioco troppo alta: oltre alla credibilità di una Nazione stabilmente tra le prime 10 in ambito olimpico, soprattutto le possibile perdita di un evento planetario come i Giochi Olimpici di MilanoCortina 2026.

06 agosto 2019

LE SPALLATE MONDIALI DI HAMILTON E MARQUEZ ALLA CONCORRENZA

In Ungheria e in Repubblica Ceca due dimostrazioni di forza incontrovertibili che segnano il dominio di due fenomeni dei motori.


Stavolta niente rivoluzioni. A distanza di un paio d'ore, in una domenica di inizio agosto, il dominio (sovietico) delle due e quattro ruote non è stato scalfito da nessun ribelle, anzi ha rinvigorito la strapotere di Marc Marquez e di Lewis Hamilton in MotoGP e Formula 1, che ormai si avviano entrambi alla conquista del loro sesto titolo mondiale.

Marquez e un dominio in tutte le condizioni atmosferiche

Iniziando in ordine temporale, a Brno è terminato un weekend per il motomondiale che ha visto un dominio netto e incontrastato, altro che Primavera di Praga. L'unica primavera è stata quella del meteo, che ha reso la qualifica e (in parte) la gara terreno di incertezza e di insidie per tutti tranne che per Marc Marquez. Il Cabroncito ha stravinto in ogni condizione meteorologica: sul bagnato delle libere, sull'umido delle qualifiche e sull'asciutto della gara.

Rimarrà memorabile soprattutto la pole position al sabato, che ha visto lo spagnolo girare con le gomme d'asciutto quando nell'ultimo settore della pista andava in scena un vero e proprio diluvio, e che nonostante ciò ha fatto segnare il miglior tempo con 2.5 secondi di vantaggio sul secondo, nell'occasione Jack Miller. In gara poi, era evidente come il "93" abbia gestito nella prima metà di gara in condizioni insidiose - visto che la pista presentava dei tratti umidi fuori traiettoria - per poi salutare la compagnia a 10 giri dalla fine ed andare a conquistare la sua 50° vittoria nella Top Class, il quarto nella storia a riuscirci e pareggiando uno come Mick Doohan in termini di pole, ma con sette anni d'anticipo rispetto all'australiano.

Se non bastassero questi numeri, possiamo parlare della sesta vittoria del 2019, il nono podio in 10 gare e, ad eccezione della caduta di Austin, quest'anno è arrivato sempre o primo o secondo. 63 punti di vantaggio su Dovizioso, secondo ieri, e l'ottavo mondiale - il sesto in MotoGP - messo virtualmente in bacheca. Un mostro.


La zampata di Hamilton a Budapest che sa di iride

Discorso simile per Hamilton un paio d'ore più tardi. Un po' più ad est, in Ungheria, per la verità c'è stato il tentativo di rivoluzione come nel '56, ma le velleità di Verstappen si sono dovute arrendere ai giri da qualifica in successione con cui The Hammer ha recuperato 20 secondi in poco più di 10 giri. Dopo la battaglia di metà gara in cui l'olandese si è difeso strenuamente, a quattro giri dal termine Hamilton è passato definitivamente, archiviando il suo ottavo successo in 12 gare. È partito il countdown (-10) verso il record di Michael Schumacher. La classifica dice 62 punti di vantaggio su Bottas (in crisi nera ieri) e 69 su un Verstappen in crescita ma che ha tenuto a bada alla grande. Senza considerare lo sprofondo rosso-Ferrari, relegata a più di un minuto di distacco: nella F1 di oggi un abisso.


Per questo, in una domenica d'estate, i due dominatori del motorsport dell'era moderna hanno (se possibile) rinsaldato un inverno, freddissimo per i suoi avversari. Alla caccia di record per diventare i migliori di tutti i tempi.

04 agosto 2019

ROSSI: "LA MIGLIORE GARA DELL'ULTIMO PERIODO". VINALES: "ABBIAMO PERSO TANTO GRIP RISPETTO AL MATTINO"

Le parole dei piloti Yamaha, che hanno terminato il weekend ceco al sesto posto con Rossi ed al decimo con Vinales.


Gara piuttosto incolore per le Yamaha a Brno. Valentino Rossi è arrivato sesto, e se può guardare il bicchiere mezzo pieno al netto dei problemi di setting avuti per tutto il fine settimana fino al warm up, discorso leggermente diverso per Maverick Vinales che, accreditato di un buon passo al venerdì, è stato autore di una brutta partenza e di una  difficile difficile, conclusasi solamente con un decimo posto finale.

Il Dottore ha commentato così le vicissitudini nel pre gara a causa dello scroscio di pioggia avvenuto poco prima della partenza: "Iniziare la gara alle 14:00 sarebbe stato molto pericoloso, soprattutto con il primo settore completamente bagnato, perché tutti avrebbero usato le slick e sarebbero arrivati alla prima curva tutti insieme. Per me questa è una delle cose più pericolose. Quindi ho chiesto se fosse possibile ritardare, e penso che sia stata la scelta giusta perché alla fine abbiamo disputato una vera gara, completamente asciutta". Rossi ha poi spiegato la sua gara e gli obiettivi della giornata di test che andrà in scena domani: "Sicuramente non siamo contenti del sesto posto, ma ero in grado di guidare la mia moto al meglio e alla fine non è andata così male. I piloti che mi sono arrivati davanti erano più veloci di me, ma è stata la migliore delle ultime gare, quindi è abbastanza positivo. Abbiamo alcune cose che vogliamo provare domani: abbiamo una nuova specifica del motore e anche alcune altre cose, quindi come sempre sarà un test importante e vedremo".

Maverick Vinales ha avuto invece una gara complicata fin dall'inizio, quando al termine del primo giro è scivolato in 15° posizione a causa di una brutta partenza che spiega così: "Sono partito dalla parte umida della pista e sicuramente era un piccolo svantaggio, ma Álex è partito davanti a me, dalla stessa parte della griglia, e non ha avuto problemi." Poi Top Gun ha detto cosa non ha funzionato nel tentativo di rimonta: "Penso che abbiamo perso molto grip rispetto al mattino, una cosa con cui spesso lottiamo con la nostra moto, quindi c'è qualcosa che dobbiamo migliorare. Domani, durante il test, non voglio iniziare a pensare al 2020, è troppo lontano. Voglio essere davanti in Austria, quindi questo sarà un test importante per migliorare la moto per il prossimo fine settimana".



MAX VERSTAPPEN SODDISFATTO: "ABBIAMO DATO IL MASSIMO, CI STIAMO AVVICINANDO"

L'olandese contento nonostante il finale di gara. Gasly, sesto: "Da sabato in poi ho lottato con il grip, non era il risultato che ci attendevamo"


Altra grande domenica per la Red Bull di Max Verstappen, che ha tenuto testa per tutta la gara a Lewis Hamilton, dicendo addio ai sogni di gloria solo a 4 giri dalla fine, mentre un'altra gara complicata per Gasly, sesto al traguardo doppiato però dal vincitore e lontano anni luce dal suo compagno di box.

Max Verstappen, nonostante gli sia sfuggita la vittoria per poco, dopo aver condotto tutta la gara in testa, è soddisfatto della sua gara, convinto di aver resistito il possibile. "Abbiamo dato il massimo, ma Lewis è stato chiaramente un po' più veloce di noi oggi", ha dichiarato l'olandese. "È stato bello vedere che avevamo un divario così grande con gli altri e il secondo posto è ancora un buon risultato. Non è stata la nostra giornata in termini di ritmo, ma nel complesso è stato un buon fine settimana e ottenere la pole position è stato un grande passo. Certo, quando parti in testa vuoi vincere, ma bisogna anche essere realistici e arrivare secondo con il giro più veloce è stato il massimo che potevamo fare. Ho provato a tenere Lewis alle mie spalle quando eravamo sulle stesse gomme, ma a causa del gap con il terzo, ha avuto la possibilità di fare una seconda sosta, strategia che ha funzionato. Stavo cercando di spingere le mie gomme ma quando si stava avvicinando con il ritmo di uno o due secondi al giro non c'era molto che potessi fare. Ha chiuso il gap così rapidamente con le gomme nuove che non mi ha sorpreso che sia riuscito a superarmi. Abbiamo quindi cercato di ottenere il giro più veloce, ed il punto extra, e ovviamente sono felice di farlo. Nessun rimpianto, abbiamo provato tutto il possibile. È stato un buon fine settimana per noi e vado in pausa con la bella sensazione che ci stiamo avvicinando continuamente".

Di ben altro stato d'animo Pierre Gasly, intruppato nelle prime battute di gara a centro gruppo e sesto alla bandiera a scacchi, ma distanziato di molto dagli altri piloti dei Top Team: "È stata una gara difficile fin dall'inizio. Abbiamo avuto una brutta partenza che non ci ha reso la vita facile, e dopo ho solo cercato di attaccare il più possibile, ma scivolavo dappertutto e lottavo con il grip. Ero in un po' a sandwich in curva 1, poi ero abbastanza vicino a Kimi in curva 2: in partenza ho perso molto tempo. Il fine settimana è iniziato abbastanza bene e venerdì è stato buono, siamo stati contenti del FP1 e FP2, ma da sabato ho dovuto lottare con il grip. Abbiamo terminato la gara in sesta posizione e segnato alcuni punti ma di sicuro non era ciò che volevamo. Fa bene a tutti fare una pausa e staccare la spina. Mi rilasserò e rivedrò la prima metà della stagione, guarderò cosa è andato bene e cosa avrebbe potuto essere migliore, quindi tornerò più forte per la seconda metà per segnare più punti."

03 agosto 2019

YAMAHA | ROSSI: "PER ME ERA TROPPO BAGNATO". VINALES: "LE SLICK NON HANNO FUNZIONATO"

Le parole dei piloti Yamaha, che in una situazione intermedia asciutto-bagnato nella Q2 sono riuscite ad ottenere solamente una terza fila.


Giornata complicata per le Yamaha a Brno. Nelle particolari condizioni del Q2, con asfalto umido che si andava asciugando e con un leggero scoscio di pioggia negli ultimi minuti, gli yamahisti non si sono trovati a loro agio e nella gara di domani partiranno entrambi dalla terza fila.

Valentino Rossi è settimo, ha insistito con le gomme da bagnato per il time attack finale ed alla fine vede il bicchiere mezzo pieno: “È stata una giornata molto difficile, soprattutto per le qualifiche. Abbiamo sempre avuto condizioni di metà e metà e volevamo provare a usare le slick all'inizio, ma le condizioni non erano abbastanza buone. Prima della mia seconda manche ho visto molti uscire con le slick, ma per me era troppo bagnato. Per noi non c'era abbastanza tempo per mettere le slick. Queste condizioni sono sempre difficili per noi, quindi partire dalla terza fila non è poi così male. Spero in una gara asciutta domani e anche per un warm up asciutto, perché abbiamo molte cose da provare, in particolare per fare la scelta giusta per le gomme”.
 
Maverick Vinales, che in queste condizioni storicamente fa fatica, partirà domani dalla nona casella: "Le slick non hanno funzionato per noi. Ho cercato di uscire con quelle gomme, perché ho notato l'opportunità, ma alla fine penso che sia stata una decisione sbagliata. Avremmo dovuto seguire il nostro piano per uscire con la gomma da bagnato media alla fine, penso che la nostra posizione sarebbe stata molto migliore. Bisogna prendere gli aspetti positivi. È stato un fine settimana ottimo, sto andando veloce sia sul bagnato che sull'asciutto, quindi dobbiamo mantenere questa positività per domani".