26 agosto 2019

COSA CI HA DETTO LA PRIMA GIORNATA DI SERIE A

Dalle vittorie sofferte di Juve e Napoli, alle difficoltà di Roma e Milan, passando per i colpi esterni di Lazio e Atalanta. Gli errori del Var e il coraggio di Mihajlovic, in attesa dell'Inter di Conte



La premessa è d'obbligo: ogni valutazione che troverete qui sotto è più che mai parziale. Siamo alla prima giornata, al 26 di agosto, e nessuna sentenza è definitiva fin da ora. Ma il campionato è ricominciato e con i primi tre punti in palio è opportuno analizzare ciò che è successo in questa prima giornata, lasciando in stand-by l'Inter della nuova era targata Antonio Conte, impegnata alle 20.45 a San Siro contro il neopromosso Lecce.

Juve e Napoli, vittorie di misura in attesa dello scontro diretto

Non si può non partire dalle partite del sabato e dalle squadre che in questa gara chiamata "campionato" partono, come si suol dire in Formula 1, "in prima fila". La Juventus di Sarri (di cui Martusciello ne ha fatto le veci) ha battuto il Parma di misura, "alla Allegri", ma il primo tempo ha dato segnali interessanti in fase offensiva: i bianconeri hanno cercato di manovrare meglio, soprattutto con Douglas Costa e Higuain, note positive della partita. Tuttavia l'unico a tirare in porta è stato CR7 ed il gol-partita è arrivato sugli sviluppi da palla inattiva con un tocco sotto misura di Chiellini, che attaccante non è. Il calo nella ripresa è fisiologico, visto il caldo e la forma di fine agosto. In attesa di capire il futuro di Dybala e Mandzukic e di vedere meglio il "sarrismo", la Vecchia Signora non dimentica il concetto principale, cioè vincere.
Ben altro tipo di vittoria è stata quella del Napoli. Anch'essa di misura, ma al termine di una partita spettacolare al cospetto di una Fiorentina coriacea, sintomo di un'aria totalmente cambiata rispetto al melodramma del finale di stagione scorso. Al netto delle decisioni arbitrali - di cui parleremo in un secondo momento - i centravanti di Ancelotti sono stati stellari, con lo splendido destro a giro di Mertens, i due gol e i due assist di Insigne, e la prestazione solida (con gol da fuori area) di Callejon. Da registrare la fase difensiva, con la coppia Manolas-Koulibaly e Di Lorenzo a destra balbettanti. Sabato, nello scontro diretto all'Allianz Stadium, ne vedremo delle belle.

I colpi esterni di Lazio e Atalanta, nel segno di Immobile e Muriel

Nella presentazione di sabato avevamo parlato dei biancocelesti e dei nerazzurri come alternative pericolose, ed effettivamente squadre così stabili nella rosa e nelle idee di gioco ad inizio campionato possono avere una marcia in più. La Lazio ha dominato la Sampdoria a Marassi, e solo grazie ad un super Audero i romani non hanno chiuso la pratica già nel primo tempo. Più difficile è stato l'esordio dell'Atalanta a Ferrara: andata sotto 2-0 per colpa di alcune amnesie difensive e per merito dell'ex Petagna, la Dea alla fine ne è venuta a capo.
Buone prestazioni di squadra (meglio la squadra di Inzaghi rispetto a quella di Gasperini) ma coronate dalle grandi prestazioni individuali di Ciro Immobile e Luis Muriel. Il primo, con due splendidi gol, ha superato quota 100 gol in Serie A, terzo italiano in attività a riuscirci, mentre il colombiano, da subentrato e all'esordio con la maglia nerazzurra ha capovolto la partita con due destri chirurgici da fuori. Potrebbero essere loro due il quid in più per una stagione da protagonisti (in attesa di Milinkovic-Savic da una parte e del Papu Gomez dall'altra).

I cantieri di Giampaolo e Fonseca per una partenza da freno a mano tirato

Due controprestazioni differenti per le squadre di élite che hanno più bisogno di ricostruzione. Davvero da dimenticare la prima del Milan: più che la sconfitta alla Dacia Arena di Udine, il dato più preoccupante è il numero di tiri in porta, zero. Fraseggio prevalentemente orizzontale, scarsa chiarezza tattica e condizione atletica davvero pessima. Troppi giocatori fuori ruolo (da Calhanoglu regista a Castillejo seconda punta, passando per Suso trequartista) e l'idea di abbandonare immediatamente il 4-3-2-1 per il 4-3-3. "Testa alta e giocare" aveva detto Marco Giampaolo nella conferenza stampa di presentazione. Così non si può fare: la bocciatura è stata totale.
Discorso diverso per l'esordio ufficiale in Italia di Paulo Fonseca. Partita con qualche certezza in più - forse non è stato un caso che i migliori in campo siano stati i tre giocatori blindati, Under, Dzeko e Zaniolo - la Roma davanti ha brillato con discrete combinazioni, anche se i gol arrivati da iniziative personali. Crea profonde preoccupazioni invece la fase difensiva, con due gol presi su dormite della difesa ed il rigore causato da Juan Jesus - bocciata la coppia di centrali con Fazio. Lo stesso Fonseca ha detto che serve un difensore: il possibile arrivo di Rugani sarà sufficiente?

La conferma del Toro e l'inizio sprint del Brescia

Per quanto riguarda le cosiddette medio-piccole, il Torino (che piccola non è) con un ritrovato Simone Zaza batte il Sassuolo e si prepara al ritorno dei playoff di Europa League, dove servirà un'impresa per superare il Wolverhampton di Cutrone. Ottimo inizio anche per il neopromosso Brescia che, orfano di Balotelli in queste prime quattro giornate (per una squalifica comminata in Francia), ha dato a Cagliari una sensazione di sfrontatezza e aggressività che potrebbe creare problemi a molti. Da salvare anche l'esordio dell'Hellas Verona che, sotto di un gol e di un uomo contro il Bologna, ha acciuffato il pari grazie ad una punizione proverbiale di Miguel Veloso.

Partenza "all'inglese"

Aspettando Inter-Lecce di stasera, in nove partite sono state segnate 29 reti, 3.2 a partita: forse i ritmi di agosto sono più permissivi, però la Serie A è ricominciata in maniera scoppiettante e divertente, le partite di Firenze, Roma e Ferrara ne sono una dimostrazione.

Ci piace e non ci piace: la forza di Sinisa Mihajlovic, le prime incongruenze del Var

Nella sezione dedicata ai punti più alti e a quelli più bassi, non si può non parlare di Sinisa Mihajlovic. Una settimana fa, da queste parti, parlavamo di come il tecnico serbo seguisse il più vicino possibile il suo Bologna tramite streaming e videoconferenze. Oggi tutta Italia si è commossa quando ha saputo che Sinisa, per la prima di campionato a Verona, ha lasciato per qualche ora il Sant'Orsola di Bologna e si è presentato in panchina al Bentegodi. Indiscrezioni parlavano di commozione anche tra i suoi giocatori, a testimonianza dell'attaccamento col proprio allenatore. La battaglia è ancora lunga, ma è l'emblema di un uomo, che con il coraggio e la determinazione può vincere su tutto: un'immagine che fa bene al mondo del calcio e ai migliaia di malati che devono trovare la forza di combattere.

Tra le note negative, ahinoi, finisce il Var. L'esordio stagionale della classe arbitrale, è stato da dimenticare: una su tutti la svista clamorosa di Massa (dal campo) e Valeri (dal monitor) in Fiorentina-Napoli di sabato, con il "tuffo" di Mertens sanzionato con la massima punizione. Anche Nicchi alla Domenica Sportiva ha ammesso l'errore. Il nuovo regolamento sui falli di mano ha poi dato vita a interpretazioni incoerenti: dal rigore fischiato a Cerri e Zielinski, al tocco di mano di Samir non visto a Udine. Urge chiarezza, nelle interpretazioni e nelle consultazioni.

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