26 ottobre 2019

UN'INGHILTERRA SONTUOSA ABBATTE GLI ALL BLACKS 19-7 E VA IN FINALE

A Yokohama impresa dei Leoni inglesi, che dominano e battono per la prima volta della storia la Nuova Zelanda in un mondiale e approdano in finale per la quarta volta.

© Rugby World Cup Official Facebook Page

La storia è stata riscritta in Giappone: l'Inghilterra, al termine di una partita stellare, supera gli All Blacks e sabato prossimo si giocherà la possibilità di conquistare la sua seconda Webb Ellis Cup, dopo quella del 2003 contro l'Australia .

Storia riscritta perché la nazione dei creatori di questo gioco battono per la prima volta i maestri Maori in un Mondiale al quarto tentativo, e mettono fine alla striscia di 18 vittorie consecutive dei campioni uscenti nella rassegna iridata (statistica che non considera il pareggio a tavolino contro l'Italia di due settimane fa, ndr).

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Ma al netto dei numeri, la cosa più sorprendente è stata la prestazione di altissimo livello messa in campo dagli uomini di Eddie Jones, che ha preparato al meglio la partita dal punto di vista tecnico, tattico e caratteriale. Già dall'Haka Maori, infatti, si è vista la determinazione degli uomini in bianco, che hanno provato a circondare i neozelandesi durante la loro celebre danza: solo su ordine degli arbitri gli inglesi sono indietreggiati, ma cantando come sugli spalti la loro "Swing Low, Sweet Chariot".

E dopo l'Haka, il centro della scena è passato subito di mano, e dopo soli 100 secondi gli inglesi marcano pesantemente: le accelerazioni di Daly e Watson permettono l'ingresso nei 22, Ford e Youngs aumentano il ritmo, offload ed erosione di Sinclair e Courtney Lowes, così Manu Tuilagi con un raccogli e vai può appoggiare in meta. Trasformazione comoda per Farrell e dopo 3 minuti è già 7-0.

I bicampioni del mondo sembrano accusare il colpo: non riescono a fare il proprio gameplay ed è l'Inghilterra, che con touche rubate e seconde linee impetuose nella ruck, riescono a tenere possesso ma anche e soprattutto un dominio territoriale che toglie il fiato ai kiwi. Al 25' i bianchi vanno ancora in meta con Underhill, ma Nigel Owens rivede l'azione al TMO e annulla per un velo di Curry. Proprio Underhill sul finire del primo tempo ruba l'ovale e conquista una punizione fondamentale, che Ford converte in tre punti per arrivare al giro di boa sul 10-0.

Nel secondo tempo l'attesa reazione veemente da parte degli uomini di Steve Hansen non arriva ed incredibilmente lo spartito non cambia: gli uomini con la Rosa nel petto ripartono caricando a testa bassa per azzannare la preda tramortita. Così dopo soli 5 minuti gli inglesi vanno a segno con un'altra  meta, stavolta di Davies da maul viziata però da un leggero tocco in avanti causato dalla pressione di Retallick. Meta annullata anche in questo frangente.

Da quel momento in poi l'Inghilterra ha iniziato a sfruttare ogni occasione di indisciplina neozelandese per andare verso i pali e aumentare il vantaggio: Ford al 50' porta il risultato sul 13-0. Sette minuti dopo però, l'unico, minuscolo neo nella prestazione inglese costa carissimo agli uomini di Eddie Jones: da una touche ai 5 metri il tallonatore George sbaglia completamente il lancio, che supera i due ascensori della rimessa e atterra nelle mani di Ardie Savea per la più facile delle mete. Trasformazione di Mo'unga e partita riaperta sul 13-7.

Ma oggi non c'è spazio per ribaltoni e rimonte, e la Rosa mantiene saldamente il controllo della partita, tornando immediatamente sopra il break ancora con un calcio di Ford causato da un fuorigioco. Hansen anticipa il "pit-stop" degli avanti ma la situazione non migliora, anzi: ancora un fallo - stavolta di Retallick - ed il numero 10 inglese si ripete al 69' portando il punteggio sul 19 a 7 finale. Al fischio finale di Owens può iniziare la gioia inglese: l'Inghilterra batte dopo 7 anni gli All Blacks, la elimina per la prima volta ad un Mondiale e va in finale per la quarta volta in 9 edizioni. In più l'onore di mantenere il primo posto nel ranking, ma in questo momento conta poco. Sabato prossimo, contro la vincente di Sudafrica-Galles, l'obiettivo è quello di salire sul tetto del mondo per la seconda volta, 16 anni dopo l'indimenticabile drop di Jonny Wilkinson nei supplementari.

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