02 novembre 2019

SUDAFRICA CAMPIONE DEL MONDO PER LA TERZA VOLTA, A YOKOHAMA BATTUTA L'INGHILTERRA 32-12

Gli Springboks, con una fisicità dominante ed un sontuoso Pollard alla piazzola, guidano la partita e poi la spaccano nell'ultimo quarto d'ora. Inghilterra sottotono.

Il capitano Kolisi che alza la coppa (© rugbyworldcup.com)

A Yokohama il Sudafrica del ct. Rassie Erasmus si laurea per la terza volta nella storia campione del mondo, battendo l'Inghilterra, così come 12 anni fa a Parigi Saint-Denis, e raggiunge il numero di Webb Ellis Cup della Nuova Zelanda, con due partecipazioni in meno.
Una prova di forza da parte degli Springboks, dati per sfavoriti alla vigilia vista la stratosferica Inghilterra della semifinale, ma che sono stati più freddi, dominanti fisicamente in ruck e in mischia chiusa, e soprattutto hanno capitalizzato al meglio ogni opportunità con Handre Pollard al piede. In mezzo al campo decisive le terza linee du Toit e Vermeulen, nominato "Man of the match" della finale. Per l'Inghilterra di Eddie Jones la delusione è forte, con il rammarico di aver perso dopo due minuti il pilone Sinkler (e Cole costretto a giocare un'intera partita) ma che non è riuscita ad imporsi con il ritmo e con le seconde e terze linee, determinanti contro gli All Blacks.

La cronaca della gara

Pochi cambi per i due ct nel XV iniziale: Erasmus inserisce il piccolo Kolbe all'ala al posto di Nkosi, mentre Eddie Jones conferma i 15 che hanno fatto vedere i sorci neri alla Nuova Zelanda. Dopo il minuto di silenzio per le vittime del tifose Hagibis, si parte con un po' di tensione da ambo le parti: dopo 40 secondi Lowes non rotola via e Pollard, una sentenza contro il Galles, da 40 metri non trasforma.

Al secondo minuto già una prima indicazione importante: il pilone destro Sinkler, stordito da un placcaggio, deve uscire - non rientrerà più in campo - e così Cole è costretto a farsi un'intera partita in prima linea. Stavolta gli inglesi non hanno l'approccio assassino visto contro gli All Blacks, e sono i sudafricani a menare le danze, stanziandosi nella metà campo avversaria. Al nono Farrell viene "catturato" da Vermeulen sui 22 e per Pollard stavolta è molto più semplice sbloccare il punteggio: 3-0.

Handre Pollard © rugbyworldcup.com

Il fattore-finale continua ad incidere ma solo per la squadra di Eddie Jones, che è imprecisa alla mano e nel gameplay da effettuareSolo al giro di boa del primo tempo l'Inghilterra per la prima volta si riversa nei 22 avversari: non riesce ad avvicinarsi alla linea di meta, ma guadagna una punizione che Farrell non sbaglia. Partita in parità e Sudafrica che perde in un colpo solo Mbonami (anche lui protocollo per concussion) e de Jager, per seri problemi alla spalla sx. Ma la parità dura pochi minuti: Pollard converte in tre punti un fallo degli avanti inglesi sulla trequarti.

Owen Farrell © rugbyworldcup.com
Alla mezz'ora una partita contratta, con poco ritmo e alcune imperfezioni - come spesso succede nella finale dei Mondiali di rugby - si accende con un multifase inglese a pochi centimentri dalla linea di meta. Ritmo dell'Inghilterra da una parte, strenua difesa del Sudafrica dall'altra. Alla fine dell'assedio gli Springboks sventano la minaccia, ma un fallo di de Klerk dà la possibilità a Farrell di pareggiare nuovamente la partita. Il primo centro ringrazia ed impatta a quota 6.


Ancora una volta il Sudafrica reagisce e fa valere la fisicità nella ruck, come a 3 minuti dall'intervallo, quando un sontuoso Vermeulen forza il "tenuto a terra" di Vunipola, così Pollard da lontano centra i pali. Ma i sudafricani accelerano anche in mischia chiusa e a tempo scaduto un'altra punizione trasformata fissa il risultato all'intervallo sul 12-6.

Nella ripresa il ct sudafricano Erasmus cambia completamente la prima linea ed ha ragione: un'altra mischia vinta a metà campo viene ancora una volta trasformata in oro da parte di Pollard, che da ben 52 metri centra i pali. Al 51' però cambia l'inerzia in questo fondamentale e Farrell riporta l'Inghilterra sotto il break (15-9). Questo sembra cambiare psicologicamente il match e i giocatori in bianco appaiono più convinti, mettendo molta più pressione agli Spingboks: Curry imprigiona il calciatore sudafricano e conquista la possibile palla del -3, ma da quasi 50 metri Farrell manca di poco il bersaglio. È sempre più una battaglia tra i calciatori: al 57' sempre Handre Pollard riporta a +9 i suoi, ma un minuto dopo accorcia ancora il corrispettivo inglese. Ancora il sudafricano stavolta prova da ben 59 metri, ma il suo calcio non ha la forza necessaria.

Ma dopo una guerra di nervi, indisciplina e calci, al minuto 66 viene spezzato definitivamente l'equilibrio, con la prima marcatura pesante. Il Sudafrica riesce ad andare velocemente al largo e l'intesa perfetta tra Am e Mapimpi è letale per gli inglesi: il primo calcia per se stesso, riprende l'ovale e serve senza guardare il secondo, che va comodamente ad appoggiare in meta. Pollard non sbaglia e 25-12.

L'Inghilterra disperatamente si riversa in avanti. La partita perde ogni schema e può succedere di tutto. Per poco Kolbe non riesce a completare un'intercetto che avrebbe significato altri 5 punti, la cabina di regia inglese alza il ritmo il più possibile ma la partita è indirizzata. Ed è proprio Cheslin Kolbe, la piccola ala Springbok, a raccogliere i resti della difesa inglese e andare in meta per il delirio della panchina sudafricana. Con il puntello ancora una volta di Pollard a 5 dalla fine è 32-12, punteggio che rimarrà invariato fino all'80'.

Kolbe esulta dopo la meta che chiude la finale © rugbyworldcup.com

Jerome Garzes, primo francese della storia ad arbitrare una finale mondiale, fischia la fine e può partire la gioia sudafricana. Siya Kolisi è il primo sudafricano di colore a poter alzare la coppa da capitano, per il terzo trionfo degli Springboks. Per l'Inghilterra è un déjà-vu della finale di Parigi del 2007, con il capolavoro del quadriennio di Eddie Jones che si ferma sul più bello. Per la Nazionale della Rosa l'occasione di rivincita sarà tra 4 anni, proprio in Francia.

La gioia sudafricana al "gong" finale © rugbyworldcup.com

Il tabellino

Inghilterra: 15 Daly; 14 Watson, 13 Tuilagi, 12 Farrell (c), 11 May (69' Joseph); 10 Ford (49' Slade), 9 Youngs (75' Spencer); 8 B. Vunipola, 7 Underhill (59' Wilson), 6 Curry; 5 Lawes (40' Kruis), 4 Itoje; 3 Sinkler (2' Cole), 2 George (59' Cowan-Dickie), 1 M. Vunipola (45' Marler).
Sudafrica: 15 le Roux (67' Steyn); 14 Kolbe, 13 Am, 12 de Allende, 11 Mapimpi; 10 Pollard, 9 de Klerk (76' Jantjes), 8 Vermeulen, 7 du Toit, 6 Kolisi (c) (63' Louw); 5 de Jager (59' Snyman), 4 Etzebeth (21' Mostert); 3 Mahlerbe (43' Koch), 2 Mbonambi (21' Marx), 1 Mtawarira (43' Kitshoff).
Arbitro: Jerome Garzes
Marcature: Pollard (p. 10'), Farrell (p. 23'), Pollard (p. 26'), Farrell (p. 35'), Pollard (p. 39'), Pollard (p. 43'), Pollard (p. 46'), Farrell (p. 52'), Pollard (p. 58'), Farrell (p. 60'), Mapimpi (tr. 66'), Pollard (c. 67'), Kolbe (tr. 74'), Pollard (c. 75').

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