05 novembre 2019

LE CANDIDATURE DI ROMA E CAGLIARI, LA VERGOGNA DI VERONA: L'ANALISI DELL'11° DI SERIE A

In una giornata piena di scontri diretti, tanti responsi per la parte alta della classifica: sale la Lazio, scendono Napoli e Atalanta.

© Cagliari Calcio Official Facebook Page
Giornata fondamentale per le ambizioni di molte squadre di Serie A, ed alcuni risultati sono stati molto indicativi, con candidature a sorpresa e crisi che sono ufficialmente avviate.

La settimana da incorniciare di Roma, Cagliari e Lazio

9 punti in 7 giorni per le romane, 7 per il Cagliari che però ha vinto lo "scontro diretto per i sogni" di Bergamo. Squadre che sulla carta dovevano essere dietro alle favorite si ritrovano a lottare per la Champions (Roma terza a 22, Lazio e Cagliari quarte a 21 con l'Atalanta). Se la Roma e la Lazio possono sorprendere fino ad un certo punto, per il Cagliari di Maran si tratta di un vero e proprio exploit.

La vittoria di sabato della Roma contro il Napoli è frutto di un gruppo che ha saputo far fronte alle molteplici assenze, di un allenatore che sta conquistando l'Italia e di giocatori trovati e ritrovati, come Mancini mediano, Pastore e Zaniolo. Per la Lazio di Inzaghi una vittoria storica (non vinceva in trasferta contro il Milan in Serie A dal 1989) sintomo di una crescita in alcuni uomini chiave. Se Ciro Immobile, al suo 100° gol con la maglia biancoceleste, è l'uomo più in forma del campionato, le prestazioni di Luis Alberto, Lazzari e del match winner di San Siro Correa sono la marcia in più per una squadra che senza cali di tensione mostra un livello di gioco altissimo.

Discorso a parte merita il Cagliari. Visto il calciomercato (e l'arrivo di Olsen, Rog, Nainggolan e Simeone su tutti) si pensava ai sardi come una squadra che potesse salvarsi agevolmente guardando con interesse alla parte sinistra della classifica. Ma la squadra di Maran sta andando oltre ogni aspettativa, con 9 risultati utili consecutivi (dopo le prime due partite non ha più perso) e prestazioni di grande livello con big come Roma e Inter più la vittoria al San Paolo. Ma con la vittoria al Gewiss Stadium contro l'Atalanta i sardi possono spiccare il volo ed essere in zona Champions dopo quasi un terzo di campionato. Dove arriveranno i rossoblu?

Inter e Juve faticano ma non sbagliano: sono già in mini-fuga

Il +6 sulla Roma terza non è ancora un margine netto, ma i rallentamenti recenti di Napoli e Atalanta hanno permesso a Inter e Juventus di prendere il largo in classifica. Il motivo è semplice: le grandissime squadre sanno soffrire e alla fine, quasi sempre, vincono. L'Inter incerottata di Bologna ne è un esempio: sotto nel punteggio fino ad un quarto d'ora dalla fine non ha perso la calma, e grazie ancora una volta alla coppia gol Lautaro-Lukaku è riuscita a spuntarla: il primo come lottatore ed ispiratore del primo gol, il secondo come infallibile goleador (lo straniero con l'impatto più forte nel campionato italiano nel terzo millennio). Una vittoria in stile Conte, ma con qualcosa in più che al momento può sopperire ad alcune assenze pesanti.

Anche la Juventus fatica oltremodo nel Derby della Mole, contro un Torino in crisi di risultati che ha fatto una partita coraggiosa fino al gol di De Ligt. La rete in girata su assist di Higuain può essere l'episodio della svolta per la prima stagione italiana dell'olandese, ancora troppo incerto nella sua area (soprattutto con il vizietto di allargare le braccia). Dopo la vittoria all'ultimo respiro contro il Genoa, ancora tre punti sofferti per Sarri, che sembra far salire l'intensità della sua squadra solo contro avversari di rango.

Le crisi diverse di Napoli, Milan e Torino

È l'argomento più caldo: il Napoli, autore della partenza di campionato peggiore degli ultimi anni, non riesce (quanto meno in Italia) ad innestare le marce che già conosce bene. Per Ancelotti, che ha ottenuto due punti nelle ultime tre partite, un enigma da risolvere al più presto: la zona scudetto è già lontana 10 punti, la zona Champions 4. E non è il più facile dei rebus, visto che il problema non sembra essere la sterilità offensiva. La coppia Manolas-Koulibaly sta deludendo le attese ed il centrocampo azzurro, senza Allan, perde di mordente.

Per il Milan di Pioli ancora una battuta d'arresto, ed il calendario parla chiaro, con Napoli e Juventus all'orizzonte che potrebbero far scivolare ancora più indietro in classifica il Diavolo. Crisi di risultati alternata ad un gioco che giustamente non può arrivare da un giorno all'altro col nuovo allenatore. Mentre per il Torino si tratta di un Mazzarri in bilico: anche qui, visto il Derby coraggioso dei granata, si tratta di una questione di risultati - 2 punti nelle ultime 5 giornate - ma dopo il gol di De Ligt la squadra ha mostrato tutte le sue debolezze mentali. Urge un cambio di rotta: la 14° posizione in classifica non lascia tranquilli, viste anche le ambizioni di fine agosto.


Ci piace e Non Ci Piace: Luca Gotti e tutto l'Hellas Verona


Dopo 11 gol presi in due partite, l'esonero di Tudor e la difficile trasferta a Genova contro una rivale diretta, l'Udinese sbanca Marassi e ritrova tranquillità. Grazie a Luca Gotti, il "mister per un giorno" vincitore del premio umiltà di questa giornata:
“Io resto e rimango un collaboratore. Sono contento della vittoria, ma è tutto merito dei ragazzi e del gruppo. Spero di essere utile al club come vice”
Luca Gotti dopo Genoa-Udinese
Invece per quanto riguarda gli aspetti negativi si potrebbe fare un articolo a parte. A metà dei secondi tempi di Roma-Napoli e Verona-Brescia l'arbitro è stato costretto a fermare la partita per cori di discriminazione territoriale da un lato e ululati razzisti dall'altro. La prima sensazione è quella che una festa, come dev'essere una partita di calcio, non può essere fermata per dei "tifosi" che vanno oltre il semplice sfottò andando a calpestare la dignità di persone che non sono colpevoli di essere meridionali o di colore.
Ma ancora più grave è stato il post partita del Bentegodi, con l'allenatore ed il presidente dell'Hellas che hanno smentito l'esistenza di cori razzisti verso Balotelli, mentre un video amatoriale ripreso proprio dalla curva gialloblu mostra il contrario.
Gli insulti razzisti mi fanno schifo, prendo continuamente dello zingaro di m***a. Ma oggi non c’era nulla di nulla. Non pochi, neanche uno. Dire che Balotelli ha ricevuto  insulti razzisti è una bugia. Il clima in Italia va verso quello, dai colpa allo straniero che è più semplice.
Ivan Juric dopo Verona-Brescia
Ci sono stati esempi recenti di società, intransigenti quando si parla di razzismo, che in prima persona vanno contro alcuni propri sostenitori. Così facendo, tifosi e società dell'Hellas Verona hanno toccato un punto davvero basso.


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