01 febbraio 2014

PROMOSSI&BOCCIATI: AUSTRALIAN OPEN 2014

Rivincite e sorprese: sono queste le parole-chiave per riassumere il primo slam stagionale.
A cominciare dal vincitore del torneo maschile Stanislas Wawrinka (voto 10), e la sua vittoria definita tra le più impronosticabili degli ultimi dieci anni di tennis, ma attenzione: non è assolutamente immeritata. E' la punta di un iceberg, un percorso di crescita iniziato giusto un anno fa a Melbourne negli ottavi di finale persi contro Djokovic 12-10 al quinto set, e qui entra in gioco la vendetta: ai quarti di finale, sempre con il fino a quel momento imbattibile Nole (30 vittorie di fila e 25 consecutive in Australia), un' altra battaglia entusiasmante culminata dopo 4 ore sempre al quinto set ma con stavolta con l'elvetico vincitore 9-7. Il turning point della carriera di un giocatore da sempre etichettato "svizzero n°2". E in finale un'altra rivincita contro Rafael Nadal, avversario e amico contro il quale aveva precedenti pessimi: 12 sconfitte, 0 vittorie e nessun set conquistato. Ma Stanimal grazie al suo marchio di fabbrica, ovvero il rovescio a una mano, e un Rafa a mezzo servizio per via del mal di schiena, trionfa in quattro set dimostrando una tenacia mentale eccezionale. Niente male per uno che si fatto tatuare sul braccio la frase <<Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio>>. 

Per i "Fab Four" prestazioni altalenanti: per Djokovic (voto 5) la perdita di un' imbattibilità record e una leadership sempre più lontana; per Nadal (voto 9) la solidità di sempre e il mistero di una finale che senza vesciche alla mano e mal di schiena nessuno sa come sarebbe andata a finire; di Roger Federer (voto 8) sembra che abbiamo ritrovato lo smalto di un tempo grazie agli insegnamenti a rete di coach Edberg e anche per lui un torneo all'insegna della rivincita: quella conquistata nei quarti a Andy Murray (voto 6, non al cento per cento dopo l'infortunio) dopo la semifinale 2013 e quella contro Nadal che non si riprende più ormai in uno slam dal 2007. Delusione tra gli outsider per Juan Martin Del Potro (voto 4).
L' Italia al maschile ha visto un solido Fabio Fognini (voto 8) che, quasi perfetto fino agli ottavi, ha trovato la strada sbarrata da un ingiocabile Djokovic (divertente il siparietto dove il ligure mima il "joystick") e un indecifrabile Andreas Seppi (voto 6) che prima riesce nell'impresa di battere nella Rod Laver Arena l'idolo di casa Lleyton Hewitt al quinto set dopo oltre 4 ore e un match point annullato, poi viene eliminato dall'americano Young (n°91) sempre al quinto.
Anche in campo femminile un andamento stranissimo perché non appena si trovava la favorita veniva sistematicamente eliminata (in ordine Williams, Azarenka e Radwanska), ed è per questo che la vittoria della cinese Li Na sta nella sua esperienza. Anche in questo caso la rivincita è stato un fattore chiave: brucianti le due finali perse in passato, soprattutto quella del 2013 dove, in vantaggio di un set contro la Azarenka, un infortunio le impedì di trionfare. La cavalcata è stata ardua, soprattutto nel terzo turno nel quale ha annullato anche un match point contro la ceca Safarova, ed è stata questa la chiave di volta del suo torneo, infatti dal quel momento in poi la strada è apparsa in discesa anche grazie alle cadute sorprendenti delle primissime teste di serie.
Da segnalare il grandissimo torneo in singolo per la nostra Flavia Pennetta, eliminata ai quarti solo dalla vincitrice sopra citata e la riconferma in doppio del duo Errani-Vinci, autrici di una rimonta fantastica nella finale contro la coppia russa Vesnina-Makarova (sotto 2-5 nel terzo set e poi vincitrici per 7 a 5).

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