08 gennaio 2014

IL KAISER

Il Kaiser. Questo è il suo soprannome. E vederlo in coma ormai da 10 giorni in condizioni "critiche ma stabili" (come ripetono i giornalisti di tutto il mondo) fa impressione a tutti. Perché Michael Schumacher con la caduta sugli sci del 29 dicembre scorso ha dimostrato come l' affetto per un "Kaiser", ovvero "imperatore tedesco", non muore mai.
E questo affetto è dato dalla grandezza di un grande pilota e grande uomo che ha segnato un'epoca della storia della Formula 1. Ma oltre ai record assoluti sulla pista (7 titoli mondiali e 91 vittorie) è rimasta impressa nei tifosi la sua temerarietà nell'affrontare qualsiasi sport sempre sul filo del rasoio (dagli incidenti in F1 a quelli con le moto fino all'ultimo tragico episodio sulle piste di Meribel).
E così il tutto quasi magicamente si è riversato davanti all'ospedale di Grenoble dove centinaia di tifosi, in gran parte ferraristi, di fronte a qualsiasi condizione meteorologica incitano ancora oggi Schumi: perché 11 anni e 5 mondiali di fila segnano un' intera generazione (compresa quella del sottoscritto) e d'altronde l'affetto per un Kaiser non muore mai.

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