23 agosto 2018

TENNIS US OPEN 2018, FEDERER SI DEFILA: "ALTRI I FAVORITI NON UN 37ENNE"

Mancano ormai pochi giorni all'inizio della 138° edizione degli US Open, in programma come di consueto a Flushing Meadows, nel distretto newyorkese del Queens.
A meno di 24 ore dal sorteggio che designerà il tabellone principale, e in attesa di sapere gli ultimi giocatori che vi accederanno attraverso le qualificazioni, impazzano pronostici e dibattiti su chi sia il favorito del torneo.


Su questo si è sbilanciato uno dei giocatori più attesi, Roger Federer. Lo svizzero viene da una stagione altalenante: dopo la vittoria agli Australian Open di gennaio ed essere tornato numero 1 del mondo dopo il torneo di Rotterdam a febbraio, non è riuscito a difendere i titoli di Indian Wells e Miami, conquistati l'anno prima. Inoltre, nonostante abbia saltato l'intera stagione sulla terra rossa, non si è riconfermato sull'erba, venendo eliminato ai quarti di finale di Wimbledon da Kevin Anderson.

Per questo e non solo, l'attuale numero 2 si è defilato nella "lotta" per partire con i favori del pronostico. Ha infatti dichiarato: "E' passato troppo tempo, 10 anni, dalla mia ultima vittoria a Flushing Meadows, quindi i papabili per il titolo sono altri. Il mio obiettivo è concentrarmi sui primi turni per riuscire ad andare il più lontano possibile e disputare un buon torneo. Sono altri i favoriti, non un trentasettenne."

Federer ha anche ammesso di essere arrivato alla finale di Cincinnati più stanco del solito: motivo che può spiegare la sconfitta ai danni di Djokovic, in una partita che è stata decisamente sottotono per il King.
Anche se una leggenda come il basilese, campione dello Slam newyorkese per ben cinque volte di fila - tra il 2004 e il 2008 - non può essere escluso a priori dai papabili vincitori, c'è da dire che la concorrenza non manca. I due principali favoriti, infatti, sembrano essere Rafael Radal e Novak Djokovic. Il numero 1 al mondo, campione in carica del torneo, ha vinto il Masters 1000 di Toronto ed ha rinunciato a Cincinnati per arrivare pronto al grande appuntamento. Il serbo, invece, dopo un anno e mezzo di crisi, quest'estate è tornato a splendere, vincendo a Wimbledon e battendo come detto lo svizzero nella finale di 48 ore fa in Ohio.
Roger, in un'ipotetica griglia di partenza, sembra collocarsi appena dietro ai suoi due più grandi rivali degli ultimi 10 anni. Tuttavia, non essendoci un vero e proprio uomo da battere, non si possono non considerare altri outsider che potrebbero stupire: da Juan Martin Del Potro, che ha battuto Federer l'anno scorso su questi campi, al sudafricano Anderson, finalista qui l'anno scorso e a Londra quest'anno; dai giovani - ma già competitivi - Tsitsipas e Zverev ai rientranti Murray e Wawrinka, che sono potenziali mine vaganti per tutti, non essendo teste di serie. Anche per questo motivo, rivestirà una certa importanza il sorteggio del main draw, che avverrà domani intorno alle ore 20 italiane.

Infine il campione svizzero ha parlato anche delle novità che adotterà lo slam americano in termini di regolamento ed il rapporto che lo lega al torneo: "Non ho ancora giocato con lo shot clock, sono curioso di vedere come funziona. L'Arthur Ashe è il più grande stadio di tennis al mondo, e si trova in una delle città più belle del pianeta. Bastano questi due motivi per definire gli US Open qualcosa di unico e qualcosa di enorme. Amo giocare questo torneo."

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