06 agosto 2014

GUARDIOLA SHOCK: IL TRAMONTO DI UN CALCIO E DI UN ALLENATORE?

E' un periodo di grandi cambiamenti nel calcio mondiale: nonostante i grandi club europei non aspettino molto a comprare giocatori a suon di milioni, l'idea di gioco è sempre determinante per alzare i trofei.
E nell'ultimo decennio tre allenatori sono stati i protagonisti con le proprie filosofie: José Mourinho e la sua personalità che dà ai propri giocatori determinazione e autostima; Carlo Ancelotti che, studiando a fondo gli avversari e lavorando sulla psicologia delle persone, è diventato uno degli allenatori più amati; infine Pep Guardiola ed il suo marchio di fabbrica, ovvero il Tiki-taka.
Ma, come dicevamo all'inizio, è in atto una rivoluzione dell'idea di calcio che coinvolge quest'ultimo, probabilmente anche a causa di Ancelotti. A settembre uscirà nelle edicole di tutto il mondo "Herr Pep", la biografia autorizzata dell'allenatore spagnolo a cura del giornalista e scrittore Martì Perarnau. Un libro destinato a creare diversi spunti dopo le anticipazioni che sono uscite in queste ultime ore. Addirittura Guardiola arriva ad affermare di odiare il Tiki-taka (divenuto in quest'ultimo anno al Bayern Tiki-taken): "E' solo un etichetta, - dice - è impossibile passare dalla fase difensiva a quella offensiva senza almeno 15 passaggi". 
Questa "abiura" di fatto chiude un era calcistica: il sistema di gioco fondato su grande possesso palla e passaggi orizzontali per accerchiare gli avversari ed entrare dentro la porta con il pallone è definitivamente tramontato.
In questi ultimi mesi abbiamo assistito a moltissimi colpi che ne hanno fatto vacillare l'efficacia dopo un lustro di dominio (2 Champions e 3 campionati spagnoli con il Barcellona più 2 europei ed un mondiale con la Spagna di Del Bosque): dallo 0-4 inflittogli da Carletto in semifinale di Coppa, definita nel libro "il peggior fallimento della mia carriera da allenatore", al mondiale brasiliano.
Sì, il mondiale. Perché i grandi sconfitti sono stati Italia, Brasile, Argentina e altri ma soprattutto l'allenatore del Bayern Monaco che ha visto prima affondare la Roja ed il suo credo dopo sole due partite e poi vincere la Germania, con 7 giocatori "bavaresi", grazie ad un sistema di gioco opposto a quello del catalano, basato su un ritmo più elevato e grande verticalità.
Perciò il profeta del Tiki-taka cosa farà adesso? Continuerà ad essere fedele alla sua dottrina, che comunque ha portato il Bayern a vincere il campionato a marzo, o cambierà qualcosa sul piano tecnico-tattico per avvicinarsi al modello tedesco rivelatosi vincente negli ultimi tempi?
E in quest'ottica sarà importante seguire anche la stagione del Barcellona, perché a guidarlo quest'anno sarà Luis Enrique, discepolo di Pep, che un paio di anni fa provò ad esportare il Tiki-taka in Italia, a Roma, senza successo.
Questi saranno due
degli aspetti più interessanti della prossima Champions League che si concluderà il 6 giugno 2015 proprio in Germania, all'"Olympiastadion" di Berlino.

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