19 agosto 2014

CONTE: LE PRIME DICHIARAZIONI DEL C.T. AZZURRO

Chiaro, non intenzionato a compromessi con nessuno ma anche furbo e aperto al dialogo. Questo è stato Antonio Conte nella prima conferenza stampa da commissario tecnico dalla Nazionale Italiana.
C'era attesa ed il pubblico delle grandi occasioni a Roma per questa presentazione e l'ex tecnico della Juventus non ha fatto mancare spunti interessanti.
Dopo aver firmato il contratto alle 11.43 c'è stata prima l'introduzione del neo presidente della FIGC Carlo Tavecchio che ha spiegato come in questo momento delicato del calcio italiano "serviva un grande condottiero, uno degli allenatori migliori d'Europa" e riguardo al ricco e partecipato contratto "é un'investimento su un uomo che può rappresentare al meglio il made in Italy e creare un plus con iniziative all'estero (Conte è anche il primo c.t. meridionale della storia, ndr)".
Poi è la volta di un Conte a 359° perché è stato chiaro e determinato su alcune questioni ma bravo ad aggirare altri difficili argomenti.
Andiamo con ordine: ha iniziato dicendo di essere emozionato ed orgoglioso per allenare "una nazionale con 4 stelle sul petto" e ringraziando sia Prandelli che Sacchi per il grande lavoro fatto; poi ha ascoltato le domande dei giornalisti. Innanzitutto non pensava di tornare così subito sul campo, facendo un autunno di aggiornamento e aspettando la chiamata di un top club europeo, ma che non ha potuto dire di no al "posto più ambito di un allenatore".
Si è passato ad un discorso tecnico ed in particolare sui giocatori (nominando solamente Giuseppe Rossi, definito "patrimonio del calcio italiano che vorrei avere al top della forma", e Pirlo con cui dovrà parlare a quattr'occhi): per Conte "tutti sono convocabili", preferirà "i grandi uomini ai grandi giocatori" e soprattutto vuole "una squadra con la S maiuscola, con il talento a servizio della squadra e la squadra che fa emergere il talento". Ha messo in chiaro che non applicherà un codice etico ma un comportamento etico dove non ci saranno degli standard di punizione, introducendo il tema che lui sarà il solo a decidere sui calciatori da scegliere (frase rivolta anche a chi pensava che lo sponsor tecnico, che supporta parte dell'oneroso contratto, potesse influenzare queste scelte).
Poi sono arrivati gli argomenti più spinosi riguardo l'addio alla Juventus (glissato velocemente come "naturale conclusione di un rapporto vincente") e le vecchie frizioni con la federazione: incalzato da domande-frecciate riguardo la squalifica ingiusta del calcioscommesse, della "paura" e degli scudetti juventini (30 o 32), il tecnico leccese prima si rifugia in un ironico "Agghiacciande!" e poi dribbla la polemica dicendo che "gli scudetti per me sono otto: i cinque vinti da giocatore e i tre da allenatore".
Infine conclude dichiarando che sarà "l'allenatore del popolo italiano", si metterà alla prova in un ruolo diverso che gli permetterà di lavorare solo 10 giorni al mese e si impegnerà cercando un rapporto con tutti gli allenatori e giocatori per far diventare la vittoria come una "dolce condanna".
A questo punto non resta che aspettare le prime convocazioni e le prime partite, ufficiali e non, per capire uomini e idee tattiche di un allenatore sicuramente adatto ad una nuova era del calcio e della nazionale italiana.
Da parte di tutti gli italiani, in bocca al lupo Mister Conte!

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