
C'era tantissima attesa per il rapper di Molfetta: infatti viene dal grande successo dell'ultimo lavoro "Il sogno eretico", uscito nel 2011 e disco di platino, e dell' Eretico Tour, con 40 concerti sold-out in giro per l'Italia.
E non c'è da stupirsi di questa attesa perché, al di là di facili e stupide etichette dal punto di vista politico e ideale, Capa nel panorama musicale italiano si può considerare un unicum, cioè senza nessun altro che sia simile a lui: dai temi, che da dieci anni a questa parte danno uno splendido spaccato del Bel Paese in ambito politico e sociale, alla originalissima libertà di pensiero (lui stesso si dice "pronto a rivelare cazzutamente il mio pensiero sulle cose, senza compromessi"), fino all'inconfondibile voce nasale e alla testa riccia (in dialetto molfettese "Caparezza").
E nel nuovo singolo "Cover", uscito martedì e girato il gennaio scorso nel Mohave Desert in California, dà una personale interpretazione dei più grandi album della storia della musica, dai Queen ai Pink Floyd passando per i Metallica; e lo fa in una maniera sorprendente perché dopo il successo dell'ultimo album ci si attenderebbe una scelta discografica che tendesse più al commerciale che all'underground (come hanno fatto recentemente i vari Fedez e Emis Killa). Invece no: nel suo mix di rap, rock ed elettronica mai banale è sempre fedele alla scuola del "Sgt Pepper's", il più famoso concept album, ovvero un album discografico che in tutte le canzoni ruotano attorno a un unico tema o sviluppano complessivamente una storia. Adesso vi invito ad ascoltare il brano e vi sfido a trovare qualche collega "o presunto tale" con così tanti contenuti in un solo testo.
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