17 maggio 2018

GIRO: IL PRINCIPE YATES OTTIENE UN ALTRO FEUDO A OSIMO

Un'altra dimostrazione di forza. Così si può riassumere la vittoria della maglia rosa Simon Yates nell'undicesima tappa della corsa rosa, la Assisi-Osimo di 156 km.


Nella "tappa dei muri", dedicata al ricordo di Michele Scarponi, dopo la partenza dalla basilica di San Francesco la fuga non parte con facilità. Il gruppo rintuzza diversi tentativi per una prima ora di corsa velocissima (45.800 km/h di media). Ma quando la fuga parte, al km 31, non poteva mancare un uomo dell'Astana. Si tratta di Luis Leòn Sanchez (ex compagno di squadra e grande amico di Scarponi), che insieme ad Alessandro De Marchi (BMC), raggiunti più tardi da Fausto Masnada dell'Androni (squadra andata sempre in fuga nelle tappe in linea), Mirco Maestri (Bardiani) e Alex Turrin (Wilier Triestina), riescono ad avere il via libera.

Lungo i saliscendi dell'Appennino umbro-marchigiano (con 2 GPM di terza categoria nella prima parte di gara) raggiungono un vantaggio massimo di 4 minuti e 25. Ma il forcing di Lotto Fix All e LottoNL Jumbo, rispettivamente per Tim Wellens ed Enrico Battaglin, non permettono ai fuggitivi di prendere realmente il largo.

Ai -30 la corsa arriva sul Muro di Filottrano, e per un attimo la corsa perde d'interesse di fronte al fortissimo ricordo dei compaesani di Michele Scarponi: un intero paese addobbato con striscioni e foto, per un grande ciclista ed una grande persona. Sul traguardo volante, manco a dirlo, s'impone Sanchez, ma dietro il gruppo ha già dimezzato lo svantaggio.

Così la fuga si esaurisce appena prima del movimentato finale di Osimo. A 5 dall'arrivo, nel primo strappo (300m in pavé al 16%), partono Wellens e Stybar che però non fanno la differenza: ai piedi dell'ultimo dentello hanno una manciata di secondi. Ed è qui che il capitano della Mitchelton - Scott prende in mano la situazione. Ai 1600 metri dall'arrivo, nel tratto più duro, si adopera in una progressione che piega la resistenza di Pozzovivo, Bennett e Pinot. L'unico in grado di rispondere, seppur con un attimo di ritardo, è uno straordinario Tom Dumoulin. L'olandese all'inizio dell'ultimo chilometro, quando la strada spiana leggermente, ha solamente una trentina di metri. Pochi ma incolmabili. Dopo aver spinto un lunghissimo rapporto negli ultimi tratti in pavé della cittadina di Osimo, il britannico può festeggiare la seconda vittoria a questo Giro. Un arcigno Dumoulin arriva a soli due secondi, mentre terzo posto per un Davide Formolo che ha chiuso in gran crescendo a 5". Per gli altri pretendenti alla vittoria finale arrivo alla spicciolata con distacchi più o meno contenuti: Pozzovivo e Pinot a 8", Dennis a 18", Aru a 21", Bennett a 23", Lopez a 30", e un affaticatissimo Chris Froome a 40".

Complici anche i 10 secondi di abbuono per la vittoria, la maglia rosa accumula ulteriore vantaggio sulla concorrenza. Ma oggi ha battuto anche un importante colpo psicologico. Si muove da padrone indiscusso e ha dimostrato la sua superiorità in tre occasioni differenti: col cambio di ritmo su una lunga salita come quella dell'Etna, con uno sprint sulle arcigne pendenze finali del Gran Sasso e con lo scatto in uno strappetto "da classica" qui ad Osimo. E' in uno stato di forma eccezionale e appena può ne approfitta per guadagnare sugli avversari. E non è da sottovalutare l'apporto che potrà fornirgli Chaves, che dopo la crisi a Gualdo Tadino è uscito di classifica.

L'unico difetto di questo dominio è rappresentato da Dumoulin, al momento secondo in classifica generale con 47" di ritardo. Ha limitato i dè ancora lui il faro della corsa, alla luce della cronometro di Rovereto dove potrebbe guadagnare più di un minuto su Yates.
anni al meglio, anche in un arrivo non adatto alle sue caratteristiche. Nonostante tutto

Guardando gli altri pretendenti al "Trofeo senza fine", Pozzovivo e Pinot corrono da protagonisti ma perdono costantemente secondi dai primi due, attestandosi al momento al terzo e al quarto posto con poco più di un minuto di ritardo. Fabio Aru, perde ancora secondi ma risale al decimo posto con 3'10": la condizione dopo Campo Imperatore sembra lentamente migliorare, ma serve una prova convincente sullo Zoncolan - in programma sabato - per riavvicinarsi alla zona podio. Potrebbe essere tardivo aspettare la terza settimana per recuperare.

Chi invece continua nel momento di crisi e comincia ad avere un ritardo pesante nella generale, è Chris Froome. In difficoltà fin dalle prime rampe di Osimo e assistito dalla squadra, il campione in carica di Tour e Vuelta perde 40 secondi in una tappa non di alta montagna. La classifica è impietosa: 3'20" di ritardo. Ha dalla sua la crono, è vero, ma se non torna a frullare il suo Giro per le posizioni che contano potrebbe terminare già sullo Zoncolan. Da segnalare infine anche la prova non brillante di Miguel Angel Lopez, che ora deve recuperare anche lui più di tre minuti al leader.

Ed è proprio il Monte Zoncolan, "la salita più dura d'Europa", il prossimo, fondamentale, banco di prova per gli scalatori. Lì in cima, in molti dovranno dire addio alle loro ambizioni di vittoria.

Nel frattempo spazio ai velocisti con gli arrivi all'Autodromo di Imola e a Nervesa della Battaglia. Sarà ancora Elia Viviani contro Sam Bennet.






 

Nessun commento:

Posta un commento