06 settembre 2019

MANCANZA DI KILLER INSTINCT NELLA SPORCA VITTORIA DELLA NAZIONALE: LA CRESCITA NON È CONCLUSA

In Armenia la squadra di Mancini ha sofferto più del previsto. Con un po' più di cattiveria la partita poteva essere archiviata molto prima.


Il primo a ricordarlo è stato lo stesso Roberto Mancini, pochi istanti dopo il fischio finale di Armenia-Italia: "Lo avevo detto che sarebbe stata una partita difficile".

Infatti la sfida di Yerevan non è stata affatto una passeggiata per la Nazionale, uscita sì con i tre punti in tasca, ma dopo aver faticato oltremodo, in un match in bilico per 77 minuti, prima del colpo di testa di Lorenzo Pellegrini.

La superiorità numerica e la mancanza di condizione

In uno stadio bollente, l'approccio degli azzurri è stato tutt'altro che positivo, e da un'incomprensione tra Chiesa e Barella nella trequarti avversaria è nata la ripartenza micidiale che ha portato in vantaggio i padroni di casa con Karapetyan. Ma l'espulsione - piuttosto generosa - dello stesso, sul finire del primo tempo quando l'Italia aveva già pareggiato con Belotti, non ha agevolato la pratica. L'inferiorità numerica non ha favorito l'Italia, in quanto la squadra armena a quel punto è stata costretta a giocare la partita più adatta, ossia il gioco di rimessa sfruttando la velocità di Mkhitaryan.

A poco è valso il 76% di possesso di palla, con una squadra chiusa ma che quando ripartiva era pericolosa, e alla lunga ha presentato il conto anche la condizione fisica, visto che gli armeni hanno iniziato il campionato diverse settimane prima della Serie A.

Il killer istinct mancante e i cambi di Mancini

Nell'economia del match è pesato come un macigno l'errore di Andrea Belotti a 30 secondi dall'intervallo, poco dopo l'espulsione di Karapetyan dove, su assist al bacio di Chiesa, è incespicato sul pallone a pochi metri dalla porta.

L'attaccante del Torino, autore poi della doppietta del 1-3, non ha fatto una brutta partita, ma l'errore in quel momento chiave del match si è riverberato nel secondo tempo, in cui gli azzurri sono stati troppo disordinati nello spingere in avanti.

E quando l'Armenia sembrava credere anche ad un clamoroso colpaccio, è arrivata la salvezza dalla panchina con Lorenzo Pellegrini che, entrato al posto di Chiesa, di testa ha segnato il suo primo, fondamentale gol in Nazionale.


Con il gol Belotti dopo tre minuti, il match si è chiuso definitivamente, ma la sensazione è quella di una squadra che si è complicata la vita da sé, anche al netto di una condizione non ottimale, normale per i primi di settembre. Sono 5 vittorie su 5 nel girone di qualificazione agli Europei, la certezza matematica non è lontana, ma contro la Finlandia a Tampere, domenica sera, oltre alla leadership del girone c'è un'altra sfida da vincere: quella della gestione del match, passo fondamentale per il processo di crescita dell'Italia del Mancio.

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