29 novembre 2019

TURNO TRIONFALE PER LE ITALIANE IN EUROPA: SONO ANCORA TUTTE IN CORSA

Dai nuovi gemelli del gol Lukaku-Lautaro alla magia di Dybala, passando per la storica Atalanta. Juve prima, Napoli e Roma quasi dentro, più difficile per entrambe le nerazzurre

© Inter Official Twitter Page

Arrivano le partite decisive in Europa e le italiane rispondono presente: il bottino - 5 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte - è il migliore di queste 5 giornate. Per alcune il cammino verso la qualificazione si è messo in discesa, per altre è ancora possibile.

Con Lukaku e Lautaro stellari l'Inter espugna Praga e spera

Punto di non ritorno per l'Inter in Repubblica Ceca, costretta a vincere per tenere vive le speranze di qualificazione. E mai risposta è stata più netta, al termine di una partita inestricabile per più di un'ora. Ma rispetto al pareggio di San Siro di metà settembre, la Beneamata è cresciuta sotto tutti i profili, dal carattere e dalla personalità fino ai singoli.

Conte lo ha ammesso: Lautaro Martinez e Lukaku sono migliorati esponenzialmente dal ritiro estivo ad oggi e lo si è visto. Sono la miglior coppia gol in Europa e i 5 gol fatti dall'Inter (di cui 2 annullati a Lukaku) sono tutti merito loro, con un'intesa straordinaria evidenziata dal gol che ha chiuso la partita: il belga che in pressing recupera il pallone e che serve l'assist d'esterno sinistro per l'argentino che, al volo, fa 3-1. Ma relegare questa vittoria solo ai due centravanti è sbagliato: tutta la squadra ha mostrato maturazione sotto il punto di vista mentale, perché passare in un amen da 0-2 a 1-1 causa Var poteva essere destabilizzante. Ora serve il miracolo: sperare che il Borussia Dortmund non batta lo Slavia e battere il Barcellona a San Siro, in un'atmosfera che sarà caldissima per un'impresa difficile ma non impossibile.

Primo posto garantito per la Juve, che in Europa si esprime meglio che in Italia

Dybala infila Oblak da posizione impossibile 
© JuventusFC Official Twitter Page
Il suo dovere l'ha fatto anche la Juve all'Allianz che, contro l'Atletico, ha chiuso i conti per il primo posto nel gironeLa magia di Paulo Dybala pochi minuti prima dell'intervallo mette in ombra il periodo grigio di Ronaldo, perché in questo momento della stagione il leader della Juventus è l'argentino. Il portoghese e Sarri possono stare tranquilli: i bianconeri continuano ad essere imbattuti in questa stagione e le belle notizie arrivano anche dietro: Matthijs De Ligt sta prendendo le misure del calcio italiano e migliora partita dopo partita.

Il pareggio del Napoli ad Anfield: oro colato in tutti i sensi

L'unica non vittoria delle italiane in questo turno non dev'essere vista come una delusione, anzi: gli azzurri possono considerare l'1-1 di Liverpool più di un semplice pareggio. Ma al netto dei discorsi del girone, questo risultato ha un peso specifico enorme. In un momento di mare non ancora calmo, con le famose multe di ADL arrivate poco prima del match, abbiamo assistito ad una prova di carattere da parte di alcuni giocatori sottotono fino ad ora come Koulibaly, tornato un gigante, e Mertens, autore di un gol non banale. La prestazione in casa dei campioni in carica è emblematica sulla potenzialità di una squadra unita attorno al proprio allenatore. A proposito, anche Carlo Ancelotti ha vinto la sua partita, mettendo Di Lorenzo a centrocampo per avere più copertura rispetto a Callejon. Ora servirà un pareggio nella sfida interna contro un Genk fuori da tutto: un piccolo passo per archiviare la prima vera gioia stagionale.

La prima storica vittoria dell'Atalanta, che ha il destino nelle proprie mani

L'esultanza dei nerazzurri al gol del Papu Gomez 
© Atalanta B. C. Official Twitter Page

Dopo averla inseguita per 5 partite, arriva la prima vittoria in Champions League per la Dea, al termine di una partita, quella contro la Dinamo Zagabria, dominata dalla squadra di Gasperini. Così come l'Inter, la differenza rispetto alla prima partita di metà settembre è enorme. Nessuna paura ma tanto gioco e ritmo, anche senza giocatori di peso. Il 2-0 finale è addirittura bugiardo, e l'unica pecca è nell'imprecisione sottoporta che non consente ai nerazzurri di ribaltare gli scontri diretti. Poco male, perché a 90 minuti dal termine dei girone, la qualificazione è ancora tutta nelle mani di Papu Gomez e compagni: occorre andare a Kharkiv e battere a domicilio lo Shakhtar Donetsk. Difficilissimo, ma se gioca come sa l'Atalanta può sperare nel colpaccio

In Europa League vincono le romane: Roma vicina alla qualificazione, Lazio aggrappata ad una speranza

Il quadro trionfale delle italiane in Europa è completato dalle vittorie di Lazio e Roma nel giovedì di Europa League. I giallorossi erano chiamati a rimettere in piedi un girone complicato dalle due partite con il Borussia Monchengladbach: la calda trasferta turca non era il più facile palcoscenico per una partita che poteva significare anche l'eliminazione. Ma la banda Fonseca ha messo sul campo una prova di forza e di maturità, facendo prevalere la superiorità tecnica e chiudendo la pratica Basaksehir già nel primo tempo. Dopo l'infortunio è tornato a pieno regime Lorenzo Pellegrini, autore di due assist fantastici che mandano in porta Kluivert e Dzeko. Ora basta un punto all'Olimpico contro il Wolfsberger già eliminato per artigliare i sedicesimi: così come il Napoli, anche la Roma vede il traguardo ad un passo.


La qualificazione della Lazio invece, già appesa ad un filo, rimane tale con la vittoria per 1-0 contro il Cluj. Per la prima volta in Europa, Inzaghi segna per primo e non si fa rimontare, ma il secondo tempo da parte dei romeni ha fatto vedere i sorci verdi ai biancocelesti, che continuano ad essere la controfigura che si vede in campionato. Massimo risultato con il minimo sforzo, scontro diretto e ribaltato e tutto rinviato all'ultima giornata. Servirà una combinazione non facile per sperare nel miracolo: oltre alla vittoria sul campo del Rennes, occorre la sconfitta dei rumeni in casa contro il Celtic già certo del primo posto.

27 novembre 2019

VALTTERI BOTTAS USERÀ LA QUARTA POWER UNIT: ANDRÀ IN PENALITÀ AD ABU DHABI

Il finlandese paga a caro prezzo il ritiro a 20 giri dal termine del Gran Premio del Brasile. Saranno almeno 10 le posizioni da scontare in griglia.

© Mercedes-AMG F1 Official Twitter Page

Sarà un weekend in salita quello di Valtteri Bottas ad Abu Dhabi, ultimo appuntamento della Formula 1 per la stagione 2019.

Il finlandese della Mercedes ha patito la rottura della power unit nella seconda parte del Gran Premio di Interlagos, 10 giorni fa, motivo del ritiro e dell'ingresso della Safety Car. Dopo le dovute analisi al motore della sua W10, è stata constatata l'impossibilità di utilizzarlo nell'ultima gara dell'anno. Per questo sarà costretto a partire con una nuova componente turbo ibrida (la quarta della stagione, rispetto alle tre previste), andando così in penalità di almeno 10 posizioni in griglia di partenza.

Qualora dovesse sostituire esclusivamente il V6, le posizioni da scontare in qualifica saranno solamente 10, se invece la Mercedes dovesse decidere di sostituire altre componenti (magari parti del motore da provare già in ottica 2020) allora potrebbe partire ancora più indietro. Una situazione analoga è capitata proprio ad Interlagos a Charles Leclerc, che poi ha scelto per la prima opzione.


Per fortuna del finlandese il secondo posto nel mondiale piloti è al sicuro, perché partire a centro gruppo - se non in fondo alla griglia - nel circuito di Yas Marina non permette facili rimonte.

25 novembre 2019

I CAMPIONI DELLA JUVE, L'AVANZATA DELLE ROMANE, LE CRISI DI NAPOLI E MILAN: I TEMI DELLA 13° DI SERIE A

In attesa di Lecce-Cagliari (meteo permettendo) e di Spal-Genoa, tutto quello che è successo in questo fine settimana calcistico

© Juventus Official Facebook Page

Riprende il campionato con vista Champions League e non mancano grandi giocate e solite polemiche, con il Var protagonista nonostante l'incontro fatto in settimana con gli allenatori. Tutto è cominciato in quel di Bergamo...

Tra critiche e polemiche Higuain e Dybala salvano la Juventus, ma l'Inter tiene botta

La partita più interessante, la prima del weekend, non ha tradito le attese. Purtroppo il rischio più grande è quello che una gara bellissima dal punto di vista prettamente calcistico passi alla storia per le mille polemiche sul Var. Ma rimanendo sul campo, una Juventus in bambola per buona parte del match al cospetto di un'Atalanta indemoniata, è riuscita a vincere recuperando e superando la Dea nell'ultimo quarto d'ora.

Meriti ma anche qualche rammarico per i bergamaschi, perché al netto degli episodi arbitrali, il rigore tirato sulla traversa da Barrow nel primo tempo avrebbe indirizzato prima un partita sbloccata solo all'inizio della ripresa da Gosense. Per il resto la squadra di Gasperini ha fatto una prestazione da grande squadra qual è. Il problema è che con la Juventus, in Italia, non puoi sbagliare nulla: appena può, anche se sembra sul punto di affondare, risorge e vince. Da punto di vista della prestazione e del gioco, il pomeriggio del Gewiss Stadium non può essere confortante per Sarri, ma le partite, queste partite, si vincono con i campioni. Che non si chiamano necessariamente Cristiano Ronaldo, lasciato addirittura a Torino. Sono stati infatti Higuain (doppietta) e Dybala a risolverla, come la Juventus di Allegri. E dietro De Ligt ha giocato la sua migliore partita da quando è in bianconero. Insomma, con molte difficoltà, ma la Vecchia Signora tiene la testa della classifica.

L'inter, da par suo, non ne vuole sapere di mollare, e nella serata di sabato risponde presente, battendo abbastanza nettamente un Torino che continua un periodo piuttosto negativo. Se poc'anzi abbiamo celebrato Higuain e Dybala, non si può fare diversamente con Lautaro Martinez e Lukaku arrivati rispettivamente a 6 e 10 gol in 13 partite. Tuttavia non va tutto per il meglio a Conte, visto anche l'infortunio di Barella che rivedrà il campo solo nel 2020. Ora la delicatissima trasferta di Praga, decisiva per le ambizioni di qualificazione agli ottavi di Champions League della Beneamata.


Roma e Lazio virtualmente in Champions, aspettando il Cagliari

Nel pomeriggio di domenica, nei vari acquazzoni che stanno affliggendo tutta Italia, le romane continuano la loro corsa con il ruolo di inseguitrici di Juve e Inter. La Lazio è la squadra più in forma del campionato, l'unica ad aver conquistato tutte vittorie nelle ultime 5 partite, l'ultima giunta nel recupero a Reggio Emilia, con un guizzo di Felipe Caicedo, dopo che l'Aquila aveva messo il naso avanti con il solito Ciro Immobile. Una vittoria preziosa che porta Inzaghi al terzo posto solitario, aspettando il Cagliari che causa maltempo forse giocherà alle 15 a Lecce per impattare.

La festa della Lazio dopo il gol all'ultimo respiro di Caicedo
(© S. S. Lazio Official Facebook Page)

Insegue da vicino la Roma
, che riparte dopo lo scivolone di Parma. Per Fonseca una vittoria arrivata dopo qualche patema, perché nel primo tempo un Brescia ordinato ha tenuto testa ai giallorossi, ingolfati e senza nessun tiro in porta. Ma dopo aver sbloccato il match, anche con un pizzico di fortuna (colpo di testa di Smalling deviato da Cistana su calcio d'angolo), la Roma ha dilagato con l'altro centrale Mancini (primo gol con la nuova maglia in girata) e Dzeko. Solo Joronen, due volte sul bosniaco, ha evitato per i lombardi un passivo più pesante. Adesso per le romane sfide delicatissime in Europa League per il passaggio del turno.

Milan e Napoli, un pareggio che non risolve i problemi di nessuno

Al Meazza rossoneri e azzurri non si fanno del male, o meglio non ci riescono. Nella sfida tra le due nobili decadute di questo periodo della stagione, nessuna delle due ha sfruttato l'occasione per riprendersi. A conti fatti tuttavia, un pareggio che va bene più al Milan, che nonostante qualche assenza ha ritrovato Jack Bonaventura in gol dopo oltre un anno. Una pedina che sarà utilissima per Pioli nella risalita di una classifica che vede il Milan ancora dal lato destro.


© SSC Napoli Official Facebook Page

Il Napoli invece è ancora convalescente, e non basta essere passati in vantaggio con Lozano e l'aver cercato con più insistenza degli avversari la vittoria. Alcuni giocatori chiave come Mertens e Callejon sono ancora sotto la lente d'ingrandimento dell'ambiente e la tenuta difensiva latita. Adesso arriva la Champions ed una partita da non sbagliare per assicurarsi gli ottavi, sperando che i problemi di campionato non vengano trasportati anche in Europa.


La risalita di Samp e Verona, la discesa del Brescia di Grosso

Nei bassifondi della classifica, assume un grande valore la vittoria della Samp sull'Udinese, e per la prima volta quest'anno, i blucerchiati sono fuori dalla zona retrocessione. Pian piano il lavoro di Ranieri comincia a dare i suoi frutti: è imbattuto da 4 turni con 8 punti all'attivo e sta recuperando un giocatore che può essere utilissimo alla causa come Gabbiadini, autore di una punizione capolavoro. Se Quagliarella ritroverà la vena realizzativa dello scorso anno la Samp può definitivamente staccarsi dalla zona calda.

Brilla anche il successo di misura dell'Hellas ai danni della Fiorentina, con la squadra di Juric che supera la Viola ed è nona in classifica, guadagnandosi la palma di miglior neopromossa di questo primo terzo di campionato. A proposito di neopromosse, il Brescia di Fabio Grosso, alla quinta sconfitta di fila e con il caso Balotelli che tiene banco, comincia a scricchiolare pesantemente e sembra essere la prima seria candidata alla Serie B. A dicembre sapremo molto di più sul destino delle rondinelle, attese da 4 sfide fondamentali (nell'ordine Spal, Lecce, Sassuolo e Parma).

Ci Piace e Non Ci Piace: i tifosi del Lecce e il Var

In un'Italia così flagellata dal maltempo, spicca il gesto di solidarietà dei tifosi del Lecce che, nella speranza si giochi definitivamente la sfida al Via del Mare contro il Cagliari, hanno ospitato i tifosi sardi per la notte.

Problema annoso che non sembra finire invece è quello con il Var. L'incontro, svolto durante la sosta delle nazionali, tra l'AIA e gli allenatori, con l'obiettivo di mettere i puntini sulle i e di spegnere le polemiche delle ultime settimane, non è andato a buon fine. Prima partita alla ripresa a subito l'episodio del tocco di mano di Cuadrado nell'azione del gol del 2-1 della Juventus. Nella circostanza occorre dire che il sistema elettronico non poteva intervenire, in quanto il contrasto successivo con Pasalic di fatto fa terminare l'azione e ne fa iniziare un'altra nuova. Tuttavia serve ancora più chiarezza, per far sì che bellissime partite come quella di Bergamo siano condizionate di cavilli del genere, che creano solo un polverone di polemiche. Bravo Gasperini in conferenza stampa a non ingigantire la questione. Per Rizzoli ancora tanto lavoro da fare.

18 novembre 2019

VETTEL-LECLERC, STORIA DI UN CRASH INEVITABILE MA UTILE PER IL FUTURO DELLA FERRARI

L'incidente di Interlagos è la punta di un iceberg composto da tante piccole frizioni tra i due, ma può essere l'occasione per fare chiarezza all'interno del box in prospettiva 2020

© formula1.com

Giro numero 66 del Gran Premio del Brasile. Quello che poi è stato giudicato dai commissari come "incidente di gara" si può definire il momento più basso di un rapporto, quello tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc, che si è deteriorato negli ultimi mesi.

L'analisi dell'incidente nel dettaglio

Ma prima di fare il cosiddetto "processo alle intenzioni", è opportuno analizzare l'incidente in sé e per sé. Il mondo ferrarista si è diviso sulle responsabilità tra i piloti, ma bisogna dire che il crash in sé ha una componente di sfortuna non irrilevante. I due si sono sfiorati sulla Reta Oposta, tra l'anteriore destra di Leclerc e la posteriore sinistra di Vettel, in quanto il tedesco era davanti per metà macchina. Il tocco, avvenuto ad almeno 260 km/h, ha causato la foratura della gomma di Vettel e la rottura della sospensione di Leclerc, mettendo fuori gara entrambi.

Bisogna sottolineare che il tedesco era all'esterno della curva 4, stava andando più veloce e per essere sicuro di entrare per primo ha leggermente portato il compagno di squadra verso sinistra, verso il centro della carreggiata. Il monegasco non ha assecondato la linea impostagli e i due sono venuti a contatto. Al netto della sfortuna, la responsabilità va attribuita ad entrambi i piloti, così come è stato affermato sia dai commissari di gara sia da Mattia Binotto nel post gara. Se si vuole fare il concorso di colpa, Seb ha qualche colpa in più di Charles, in quanto stava superando il compagno e probabilmente non aveva la necessità di andare leggermente verso sinistra. Tuttavia non si tratta di uno scarto netto: i due erano ancora in pieno rettilineo e nessuno dei due ha sterzato violentemente. Da par suo Charles, come detto, ha prima seguito il movimento del tedesco poi è rimasto completamente dritto, ed in quel momento è avvenuto il contatto. Insomma, se si vuole giocare con le percentuali, si può dire 55% Vettel - 45% Leclerc.

Problemi nel box o meno, è ora di assumersi le proprie responsabilità

Al netto di sfortuna, centimetri, tocchi e percentuali però, il risultato è netto: il ritiro di entrambi, con un doppio zero il quale ha favorito Max Verstappen che, vincendo, si è portato davanti nella corsa a tre per il terzo posto del mondiale.

Classifica prima di Interlagos

Charles Leclerc249
Max Verstappen235
Sebastian Vettel230

Classifica dopo Interlagos

Max Verstappen260
Charles Leclerc249
Sebastian Vettel230

Entrambi nel team radio live hanno detto "What the hell is doing?" (Cosa diavolo sta facendo), e nelle interviste post gara non si sono accusati apertamente a vicenda, ribadendo il dispiacere per la squadra. Queste invece le parole di Mattia Binotto, rilasciate a Sky Sport:

"I due piloti si devono rendere conto che oggi hanno danneggiato l'intera squadra. Sono piccoli contatti ma le conseguenze sono grandi. Analizzeremo tutto con calma e insieme. Oggi erano liberi di gareggiare tra di loro, ma sono piccoli errori che si pagano caro per l'immagine del team e della squadra, non va bene. (...) Devono capire che le cose succedono sempre in due, hanno entrambi una parte di colpa.
Questo è il momento in cui il team pricipal della Ferrari faccia sentire forte la propria voce ai due piloti, per chiarirsi e fare tabula rasa di tutte le piccole frizioni venute fuori negli ultimi Gran Premi: dalle qualifiche di Monza a Singapore. Charles Leclerc è cresciuto in maniera esponenziale questa stagione, è affamato di vittorie ed ha anche la malizia giusta che hanno i campioni. Sebastian Vettel dà la sensazione della prima guida spodestata, è tornato a vincere e non è assolutamente un pilota finito ma incappa ancora in qualche errore. Di certo non vorrà essere la seconda giuda per l'anno prossimo, come ovviamente il giovane rampante di Monaco. Quello di Interlagos è un incidente che compromette un terzo posto nel campionato piloti e niente più, un domani potrebbe compromettere la corsa ad un titolo mondiale dove le Mercedes sono solide con macchina e piloti, e la Red Bull sembra in forte crescita grazie ad un motore Honda sontuoso ieri.


L'augurio per la Rossa di Maranello è che questo passo falso possa essere il modo migliore per partire l'anno prossimo con le idee chiare, senza gerarchie a priori (quasi impossibili da definire ora) ma con il rispetto tra due grandi piloti, che probabilmente compongono la migliore coppia al mondo.

HAMILTON: "COLPA MIA, CHIEDO SCUSA AD ALBON". BOTTAS: "PRIMA DEL GUASTO NON AVEVO COMUNQUE RITMO"

Le parole piuttosto deluse dei piloti Mercedes, che per la terza volta nel 2019 sono entrambi fuori dal podio.

© mercedesamgf1.com

Per la terza volta in stagione, dopo Germania e Singapore, la Mercedes non è sul podio ad Interlagos. Al termine di una gara in cui negli ultimi giri è successo tutto il contrario di tutto, il primo colpo di scena è stato il ritiro di Valtteri Bottas, che rompendo la power unit ha causato la prima Safety Car. Hamilton, mentre era in lotta per il podio, disarcionando Albon al penultimo giro ha compromesso il podio conquistato in pista, e con la penalità inflittagli nel post gara è passato da terzo a settimo.

Lewis Hamilton a fine gara è divertito per la pazza gara che ne è venuta fuori ma allo stesso tempo dispiaciuto per l'errore commesso, e si è scusato anche con Albon per l'incidente: "È stata una grande gara, mi è piaciuta molto e spero sia stata divertente da vedere per la gente, anche se il risultato è sconvolgente. Non voglio mai scontrarmi con nessuno, è stato davvero sfortunato con Alex. Naturalmente era colpa mia, venivo da dietro. Stava facendo un ottimo lavoro, quindi mi scuso. Ho dato assolutamente tutto e di più oggi, stavo spingendo tanto duramente in ogni giro solo per tenere il passo di Max davanti a me. Oggi non avevamo molto ritmo e penso che probabilmente stavamo andando più veloce di quanto avremmo dovuto. Congratulazioni alla Red Bull, hanno fatto il lavoro migliore oggi e meritano la vittoria. Erano estremamente veloci oggi, ero praticamente un'anatra seduta sui rettilinei. C'è ancora una gara da fare in questa stagione, quindi spingeremo per un risultato migliore ad Abu Dhabi".

Nemmeno Valtteri Bottas ha motivi per sorridere: stava conducendo una gara discreta prima che, al 53° giro, il retrotreno della sua Mercedes cominciasse ad emanare fumo, costringendolo al ritiro poche curve dopo. Il finnico non sembrava comunque pienamente soddisfatto della sua prova: "Nel complesso è stata una gara difficile, anche prima che dovessi ritirare la macchina. Oggi il ritmo non c'è stato abbastanza, quindi dovremo indagare su quello. Avevo l'obiettivo di fare una sosta e arrivare alla fine scon le hard, ma sono dovuto rientrare di nuovo perché eravamo preoccupati che le gomme non durassero fino alla fine. Ovviamente non è l'ideale cambiare strategia in quel modo, ma alla fine non importava davvero perché non avevo finito la gara".


Poi ha parlato del guasto che lo ha messo fuori gara: "Non conosco ancora i dettagli, all'improvviso ho perso potenza, quindi avremo modo di esaminare e vedere cosa lo ha causato. È stato molto deludente soprattutto perché dopo sono successe molte cose, quindi sarebbe stato bello far parte di quell'azione. Non vedo l'ora che arrivi la gara di Abu Dhabi, vogliamo finire la stagione al massimo".

17 novembre 2019

JORGE LORENZO: "UN GIORNO SPECIALE"

© motogp.com

Non una gara qualsiasi per Jorge Lorenzo. Porfuera, con il 13° posto di oggi, ha messo fine, come detto in conferenza stampa giovedì, alla sua carriera in MotoGP. Sono passati 17 anni da quel sabato 4 maggio 2002, giorno del suo esordio a 15 anni spaccati a Jerez de la Frontera. Da quel momento in poi gioie (68 vittorie e 5 titoli mondiali) e dolori (tante cadute e infortuni), per una carriera piena e densa che oggi ha messo la parola fine, dopo un anno tormentato alla Repsol, tecnicamente e fisicamente.

Al termine del suo ultimo Gran Premio Jorge è contento e grato, ed ha spiegato come tenesse particolarmente a finire la sua carriera con una buona gara. "Oggi è stato un giorno speciale. In griglia ho avuto una sensazione molto diversa rispetto a tutte le altre mie gare e sicuramente nei primi giri ero più cauto rispetto alle altre gare perché le condizioni erano molto difficili e volevo finire la mia ultima gara. Mi sono concentrato principalmente su me stesso in gara e sono sicuramente felice di aver finito andando a punti. È fantastico aiutare il team Repsol Honda a vincere il campionato a squadre dopo un'incredibile stagione da parte di Marc. Voglio ringraziare tutta la Honda perché mi hanno trattato con il massimo rispetto e professionalità. Auguro loro tutto il meglio per il futuro".

DOVIZIOSO: "CONTENTO DELLA VELOCITÀ AVUTA IN GARA". PETRUCCI: "SONO DAVVERO RAMMARICATO"

Le parole dei piloti Ducati, che con il team ufficiale non sono riusciti a conquistare il mondiale riservato ai team.

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Una domenica dal gusto dolce amaro in casa Ducati. Da un lato l'ottimo risultato di Jack Miller, che ha conquistato il suo quinto podio stagionale, dall'altro il mancato titolo mondiale riservato ai team che i piloti della scuderia ufficiale cercavano contro la Repsol Honda. Al traguardo, Dovizioso è quarto, Petrucci è caduto a metà gara, mentre la wild card Pirro è dovuto rientrare ai box per un malore.

Andrea Dovizioso è positivo sulla sulla gara, e tirando un po' le somme è contento del suo finale di stagione, in cui si è classificato ancora secondo nel mondiale piloti: "Tutto sommato sono contento della velocità che abbiamo avuto in gara", ha detto il forlivese. "Il nostro passo era molto costante e alla fine il distacco da Marquez è stato contenuto. Ho provato a raggiungere Miller per il terzo posto ma lui ha guidato molto bene ed era più veloce di me in alcuni punti, per cui si è meritato il podio. Sono soddisfatto di come abbiamo terminato la stagione perché sia a Sepang che qui a Valencia siamo stati veloci. Confermiamo un solido secondo posto, purtroppo con un distacco in classifica molto importante da Marquez ma anche con un largo vantaggio sul terzo classificato, nonostante i due zeri di Barcellona e Silverstone in cui non abbiamo avuto colpa".

Grande rammarico invece per Danilo Petrucci, che poteva fare una gara simile a quella del compagno di squadra ma che invece si è rivelata molto problematica, con la scivolata del 13° giro in curva sei che ne ha causato il ritiro, mandando all'aria così le speranze di vittoria nella classifica dei team: "Davvero peccato, perché era una gara importante per la squadra", ha detto il pilota umbro, che fin dalla partenza ha avuto problemi. "In partenza purtroppo non mi è entrato il launch control per cui ho perso molte posizioni al via. Nei giri successivi stavo recuperando, e il mio passo era davvero buono, ma purtroppo dopo aver superato Rossi sono caduto senza capirne la ragione. Mi dispiace molto aver finito il campionato così, ma questa resta comunque la stagione migliore della mia carriera in MotoGP: so di dover migliorare ancora in diversi aspetti e adesso non vedo l’ora che ricominci la nuova stagione".


Ancora più sfortunato Michele Pirro, wild card Ducati per questo Gran Premio che ha dovuto abbandonare la gara dopo pochi giri per un malore che lo ha colpito mentre guidava: "Sicuramente non è stata una domenica positiva per noi: la mia gara è stata rovinata da un problema fisico perché fin da subito non mi sono sentito bene. Già nel giro di ricognizione ho avuto un calo di pressione e quando sono partito mi è venuta anche la nausea, per cui ho preferito rientrare al box e ritirarmi. Mi dispiace perché il mio obiettivo era di finire nei primi dieci ed era possibile raggiungerlo e magari fare anche qualcosa di meglio. Purtroppo è andata così, ci riproveremo l’anno prossimo".

MARC MARQUEZ: "UNA FINE PERFETTA PER UNA STAGIONE PERFETTA"

Le parole festanti del Cabroncito, che ha sì festeggiato per la Tripla Corona della Repsol, però non ha voluto dimenticare il ritiro del compagno di squadra Lorenzo

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Un'altra domenica trionfale, l'ennesima di Marc Marquez. Il cannibale di Cervera ha collezionato a Valencia la dodicesima vittoria stagionale. Non è il record personale (nel 2014, anno delle prime 10 gare tutte vittoriose, raggiunse quota 14), ma altri sono i numeri da urlo del Cabroncito quest'anno: i 18 podi su 19 gare disputate (in cui, tra l'altro non è arrivato mai terzo, solo primo o secondo) ed il record assoluto del primo pilota a superare 400 punti una stagione, raggiungendo quota 420.

Festa completa perché grazie a lui la HRC ha potuto ottenere la cosiddetta "Tripla Corona": la contemporanea vittoria del campionato piloti, del campionato costruttori e del campionato riservato ai Team, con il Team Repsol che ha vinto con 13 punti di margine sul Team Ducati.
"Una fine perfetta per una stagione perfetta con la vittoria!", ha detto il catalano alla fine della gara. "Mi sono messo un po' di pressione extra con il casco d'oro, quindi dovevo essere più attento! Abbiamo fatto esattamente quello che volevamo fare e abbiamo vinto il Team Championship, conquistando la Triple Corona in questa straordinaria stagione".


Inoltre Marc ha voluto sottolineare anche l'amicizia e la stima per il suo compagno di squadra, Jorge Lorenzo, alla sua ultima gara in MotoGP: "Il titolo piloti è sempre il primo obiettivo, ma sono stato felice di aiutare a vincere il titolo riservato ai team, non solo per loro, ma anche per Jorge che è stato un grande campione, un duro rivale e un grande compagno di squadra. Sarà difficile migliorare quest'anno perché abbiamo guidato in modo perfetto".

SEMPRE E SOLO MARC MARQUEZ! DOMINA ANCHE A VALENCIA, SECONDO QUARTARARO

Il Cabroncito conquista la vittoria numero 12 in stagione chiudendo un anno da assoluto dominatore. Niente da fare per Quartararo e Miller, che completano il podio. Quarto Dovizioso, Ottavo Rossi. Lorenzo chiude la carriera con un 13° posto.


Sempre più MotoMarquez, altro che MotoGP. Il cannibale col numero 93 corona un 2019 dove ha lasciato le briciole agli avversari, conquistando la dodicesima vittoria ed il diciottesimo podio stagionali. Un dominio testimoniato anche dal titolo riservato alle squadre, conquistato dalla Repsol Honda con 13 punti di vantaggio sulla Ducati nonostante un Jorge Lorenzo, alla sua ultima gara in carriera, che ha contribuito con soli 28 punti.

Ancora una volta si deve arrendere Fabio Quartararo, che rimane la rivelazione di quest'anno ma che deve rimandare il primo successo al 2020. Ottimo terzo posto per un Jack Miller molto consistente durante tutto il weekend. Quarto Dovizioso, sesto Vinales, ottavo Rossi.

La cronaca della gara

Pronti via e sono Quartararo e Miller a contendersi la testa, con alle loro spalle Marquez. Il francese prova subito a prendere margine, ma Marc non ci sta, passa subito l'australiano e si mette sulla coda della Yamaha Petronas. Ad inseguire i tre Dovizioso, Rins e Morbidelli, con le Yamaha ufficiali attardate (Vinales 7°, Rossi 10°).

I due fenomeni prendono il largo, e prima di metà gara Marquez passa El Diablo. Di ritmo, decimo dopo decimo, prende un secondo e mezzo di margine e lo manterrà fino alla fine. Dietro di loro Miller, con alle calcagna Dovizioso e Rins, giuda la lotta per il podio, senza che i due inseguitori possano davvero insidiarlo. In una gara parsimoniosa di sorpassi, Le emozioni pricipali sono date dalle cadute. A 13 giri dalla fine, in curva 6 cadono in successione Petrucci, Zarco e Lecuona, con la moto di quest'ultimo che carambola sulle gambe del francese che si stava allontanando dalla pista. Tanto spavento in presa diretta, ma alla fine per il francese non dovrebbero esserci gravi conseguenze.

Alla lunga lista dei piloti caduti fanno parte anche Crutchlow, Morbidelli (in quel momento sesto) e Iannone, caduto proprio nelle ultime curve della gara. Costretto al ritiro per problemi di salute Michele Pirro, con la terza Ducati ufficiale in pista.

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A fine gara Dovizioso è quarto, mantenendo la posizione su Rins ma che nulla ha potuto con Miller, al quinto podio stagionale. Delusione per le Yamaha Monster che non sono riuscite a recuperare terreno, con Vinales sesto e Rossi ottavo, dietro anche all'altra Suzuki di Mir. Jorge Lorenzo, alla sua ultima gara in carriera, chiude 13° dopo una stagione difficilissima che lo ha addirittura costretto al ritiro.

Valencia, Gran Premio della Comunità Valenciana - Classifica Gara MotoGP

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A BRAD BINDER L'ULTIMA GARA IN MOTO2

A Valencia il sudafricano batte Luthi ed chiude secondo nel mondiale. Grande gara della MV Agusta con Manzi ai piedi dal podio. Caduto Alex Marquez. Di Giannantonio, 9°, vince il campionato riservato ai rookie.

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Brad Binder vince a Valencia l'ultima gara del 2019, la terza consecutiva. In una gara "sprint" durata 16 giri (anziché 25) ed iniziata mezz'ora in ritardo per i problemi che hanno dilungato la gara di Moto3, il sudafricano conquista la quinta vittoria stagionale ed il secondo posto nel mondiale al termine di una lotta arcigna con Thomas Luthi.

Per il campione del mondo Moto3 del 2016 si chiude la stagione con un piccolo rammarico: complice la caduta di Maquez è arrivato a soli 3 punti dal campione del mondo, sintomo di una seconda parte di stagione da assoluto protagonista dopo le prime gare difficili. Completa il podio Jorge Navarro, che batte all'ultima curva il miglior Stefano Manzi della stagione.


La cronaca della gara

Pronti via e Martin dalla seconda casella brucia il poleman Navarro, ma un errore in curva 2 al secondo giro consente alla coppia Luthi-Binder, in lotta per la seconda posizione nel mondiale, di prendere la testa e piano piano di scremare il gruppo, seguiti da Navarro poco più lontano.
Manzi, partito in prima fila e con il miglior tempo nel Warm Up di stamattina, inizia a recuperare posizioni dopo un brutto start. Nel frattempo anche il fresco campione del mondo Alex Marquez, partito 15°, in pochi giri si porta quinto, quando però i primi sono già andati via e a 4 giri dalla fine scivola in curva 10, chiudendo poi 30°.

Il quartetto, capitanato da Luthi e ricompattato a metà gara, prosegue con un ritmo altissimo fino a che Brad Binder non rompe gli indugi e dopo un paio di tentativi passa lo svizzero, involandosi verso la vittoria. Dietro Manzi, con la sua MV Agusta, tenta il tutto per tutto su Navarro ma non riesce a conquistare il suo primo podio in carriera.

Per il sudafricano è la quinta vittoria stagionale, il più vincente nella seconda parte di stagione. Dietro a Manzi, quinto Martin davanti ad Augusto Fernandez. Gli altri italiani: Marini 7°, Pasini 11°, Bastianini 14°, Baldassarri 17°, Bezzecchi 19°, Locatelli 20°, Bulega 22°, l'esordiente Marcon 27°. Fabio Di Giannantonio, nono al traguardo, conquista il Premio "Best Rookie of the Year", battendo proprio Bastianini e Martin.

Valencia, Gran Premio della Comunità Valenciana - Classifica gara Moto2


HAMILTON: "IL GIRO MIGLIORE POSSIBILE, MA PER DOMANI CI SIAMO". BOTTAS: "MI MANCAVA QUALCOSA"

Le parole dei piloti Mercedes, che in partenza occuperanno interamente la prima fila, vista la penalità di Charles Leclerc

© Mercedes AMG-F1 Official Twitter Page

Mercedes costretta ad inseguire in Brasile. Le Frecce d'Argento pagano in qualifica da Ferrari e Red Bull, con Hamilton terzo e Bottas che, quinto, scatterà in seconda fila al fianco del compagno in virtù delle 10 posizioni di penalità inflitte a Leclerc per il cambio della power Unit Ferrari.

Lewis Hamilton partirà appena dietro a Verstappen e Vettel, ma è consapevole di aver dato il massimo quest'oggi: "È stata una sessione di qualifiche impegnativa. Sapevamo che sarebbe stata molto serrata, ma alla fine non abbiamo avuto il ritmo per essere in pole. La FP3 è stata davvero buona per noi, ma una volta arrivati in qualifica sia la Ferrari che la Red Bull avevano un grande ritmo e perdavamo molto in rettilineo. Continuavo a rosicchiare gap e penso che l'ultimo giro sia stato il migliore possibile per noi, penso che non ci sia rimasto nulla in macchina".

The Hammer è tranquillo e pronto anche in ottica gara: "Sono contento di essermi inserito tra i primi tre, il che mi pone in una buona posizione per lottare per la vittoria. Venerdì il nostro ritmo nei long run sembrava buono, è stato uno dei i nostri punti di forza per tutto l'anno. Domani sarà davvero difficile per tutti, con temperature della pista potenzialmente alte fino a 50 gradi che non abbiamo visto per tutto il fine settimana. Sono consapevole del mio set-up, quindi spero che funzioni bene domani".


Valtteri Bottas, come detto, partirà dalla seconda fila al fianco del campione del mondo e suo compagno di scuderia, anche se alla bandiera a scacchi del Q3 era quinto in classifica: "Ero abbastanza vicino, come sempre qui in Brasile, ma oggi mancava qualcosa. Ho avuto una FP3 difficile ed ero un po' indietro, ma mi stavo avvicinando sempre più in qualifica. Tuttavia, in Q3, mi sono sentito come se non potessi ottenere molto di più dall'auto. I miei giri in Q3 in realtà erano abbastanza buoni, forse erano rimasti alcuni centesimi da estrarre dall'auto, ma non abbastanza per sfidare la pole oggi. Partiremo dalla seconda fila, quindi sarà interessante vedere cosa potrò fare da lì. Abbiamo una buona macchina per la gara, ma la Red Bull è sembrata molto forte anche nei long run, quindi sono sicuro che lo sarà una gara entusiasmante domani. Tutto è ancora da giocare, quindi non vediamo l'ora di una bella battaglia".

16 novembre 2019

BOTTAS: "BUON PASSO IN AVANTI NELLE FP2". HAMILTON: "ABBIAMO INIZIATO COL PIEDE GIUSTO"

Le parole dei piloti Mercedes, che nonostante abbiano completato le FP2 in quarta e quinta posizione, sono fiduciosi per il resto del weekend. 



Sessioni di difficile interpretazione in quel di Interlagos, e la Mercedes non è stata esente da un venerdì molto umido che ha impedito la normale pianificazione del lavoro di messa a punto delle monoposto. Infatti nella sessione mattutina, Hamilton non ha effettuato alcun giro cronometrato, mentre la FP2 è stata più asciutta ed ha permesso ad entrambi i piloti di fare più giri e comparazioni.

Tuttavia al termine della giornata le Frecce d'Argento non sono in testa alla classifica. Valtteri Bottas è quarto, dietro alle due Ferrari e a Verstappen, non sembra affatto preoccupato di ciò: "Le FP1 sono state un po' compromesse a causa del tempo, ma le previsioni per il fine settimana sembrano migliori. Ho fatto qualche giro la mattina per fare un po' di controlli, ma le condizioni delle FP2 erano molto migliori, quindi siamo riusciti a fare un buon programma nel pomeriggio. Ho iniziato con le gomme Hard per raccogliere alcuni dati, ma era complicato su una pista "green" con quel compound. Poi siamo passati alle Soft che hanno cambiato un po' il comportamento della vettura e abbiamo fatto un buon passo avanti in termini di aderenza. Ho avuto un po' di traffico nei miei giri veloci e i tempi al top sembrano molto vicini, quindi penso che siamo in realtà più competitivi di quanto la classifica potrebbe suggerire. Sia la Ferrari che la Red Bull sembrano molto forti, ma dovremmo essere lì, quindi non vedo l'ora di iniziare una bella battaglia".


Anche Lewis Hamilton, che in classifica segue il suo compagno di squadra, sembra piuttosto tranquillo per prosieguo del weekend: "Non sono uscito nella prima sessione visto che la pista era bagnata", ha detto l'inglese. "La sessione pomeridiana è stata regolare, abbiamo iniziato su una buona base e fatto un paio di aggiustamenti nel breve lasso di tempo che abbiamo avuto in quella sessione. Stasera faremo un po' più di lavoro per affinare la vettura, il che sarà cruciale in quanto abbiamo solo due sessioni per farlo bene per le qualifiche, è tutto un po' più compatto e dobbiamo essere più precisi con i cambiamenti che facciamo. Ma abbiamo iniziato con il piede giusto, quindi dovremmo essere a posto per fare progressi".

12 novembre 2019

WRC: CANCELLATO UFFICIALMENTE IL RALLY AUSTRALIA

A causa dei pesanti e continui incendi boschivi nel Nuovo Galles del Sud, salta l'ultima prova del Mondiale Rally. Hyundai campione del mondo costruttori

© Official WRC Twitter Page
Niente da fare per il Rally d'Australia. L'atto conclusivo del WRC, dopo le notizie giunte nella giornata di ieri che vedevano la cancellazione del campionato nazionale e lo stravolgimento della prova mondiale, era ancora in forte dubbio.

Dopo un confronto avvenuto nel pomeriggio australiano con le autorità governative, la FIA, i servizi d'emergenza e la comunità locale, gli organizzatori sono stati costretti alla cancellazione totale dell'evento.

La causa è lo stato d'emergenza in cui versa la parte nord del Galles del Sud, sede delle prove speciali di Rally Australia, in queste ore afflitto da una serie di incendi che in alcune zone della regione han fatto sì che le condizioni siano state classificate come 'catastrofiche'.

Il presidente di Rally Austrialia, Andrew Papadopoulos, ha dichiarato che la cancellazione fosse l'unica soluzione disponibile, considerando la necessità di prendersi cura di oltre 1.000 persone coinvolte nell'evento. Queste le sue parole: "Tutelando i migliori interessi e la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti nella manifestazione e, naturalmente, della più ampia comunità, non è appropriato condurre la manifestazione. I nostri pensieri sono rivolti alla comunità del Nuovo Galles del Sud, in particolare alle persone che hanno perso persone care, mezzi di sussistenza e case a causa degli incendi nel nord del Nuovo Galles del Nord e ringraziamo la comunità del rally per il vostro sostegno e la vostra comprensione".

Troppo pericoloso gareggiare in queste condizioni: nelle scorse ore Rally Australia aveva provato a salvare la manifestazione stravolgendo la schedule con la riduzione drastica del numero di kilometri (da 324 km a soli 94) e con speciali, come quelle di Destination NSW e Raleigh, da ripetere più e più volte.


Con la cancellazione diventa ufficiale il titolo costruttori per la Hyundai, che così congela definitivamente il vantaggio di 18 punti su Toyota e conquista il titolo iridato per la prima volta nella sua storia.

11 novembre 2019

CAGLIARI-MANIA E NON SOLO: TUTTO SULLA 13° DI SERIE A

Immobile e la sua Lazio che corrono, ma anche Juve e Inter che non si fermano e la tensione di Napoli. 

© Cagliari Calcio Official Facebook Page

Arriva la terza sosta per le nazionali con la conclusione del primo terzo di campionato, momento di qualche piccolo bilancio. In testa due non sorprese, in terza posizione un sorpresone, ma anche dietro c'è molto di cui discutere.

Il magico momento del Cagliari, mai così bene dai tempi di Gigi Riva

Entusiasmo alle stelle in Sardegna, dove la squadra rossoblu è terza insieme alla Lazio al termine di una manita, quella contro la Fiorentina, che sembrava firmata dal Barcellona. Gol di pregevole fattura (primo gol dopo 3 tocchi di prima centrali), un Nainggolan monumentale che detta legge (un gol e tre assist), ma nel complesso una squadra che gira a pieno regime e che solo nel finale ha lasciato campo alla Viola (in gol due volte nell'ultimo quarto d'ora con il giovane Vlahovic). I numeri parlano chiaro: terza vittoria di fila e 10° risultato utile consecutivo. È dal 1969/1970, anno dello scudetto con Gigi Riva trascinatore, che i sardi non partivano così bene in Serie A. Lo stesso epilogo ora è quasi impossibile, ma un posto in Europa non sembra essere così utopistico.

Juve e Inter alla sosta col fiatone ma sempre con la vittoria

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Davanti al super Cagliari di Maran, Juventus ed Inter continuano la loro marcia in coppia verso la fuga scudetto. Come spesso è successo nelle ultime settimane, l'Inter si porta virtualmente in testa e la Juventus poche ore dopo replica e risupera i nerazzurri. Conte ha dovuto ancora una volta sudare le sette camicie per battere a San Siro un Verona che in questo inizio di stagione ha creato grattacapi a molte big. Stavolta è stato Nicolò Barella a togliere le castagne dal fuoco alla beneamata, con un bolide da lontano al minuto 83, dopo che per quasi tutta la partita l'Inter ha bersagliato la porta gialloblu.

La Juventus, nella serata di domenica, ha battuto un Milan determinato e volitivo, ma che si è arreso alle parate di Szczesny e ad un dato di fatto: ai rossoneri mancano i campioni. Sarri ha vinto la partita anche stavolta con un cambio: dopo Douglas Costa a Mosca è toccato a Dybala, subentrato a CR7, a decidere. Non brillano i bianconeri, ma l'Allianz Stadium si mostra un fortino e ad oggi, la Juventus non ha ancora perso in una gara ufficiale. Estetica ancora da aggiustare, ma l'efficacia è quella di sempre.


Continua a correre la Lazio, continua a frenare il Napoli. Stop Roma

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Anche la Lazio di Simone Inzaghi arriva alla sosta da terza in classifica, in coabitazione con il Cagliari. Problemi europei a parte, i biancocelesti sono alla quarta vittoria consecutiva, mostrando tutto l'arsenale offensivo a disposizione contro il Lecce che, mai domo, si dimostra squadra da trasferta. Con Correa imprendibile, Milinkovic di nuovo brillante, ma soprattutto Immobile infallibile (il pallottoliere del capocannoniere continua a correre), la Lazio copre anche qualche problemino difensivo e si candida fortemente al quarto posto.

Ciò anche in virtù degli stop di Napoli, Roma e Atalanta, ma si tratta di situazioni diverse. Per il Napoli c'è aria di depressione, in un ambiente nebuloso e teso che ora più che mai si riverbera nelle prestazioni della squadra. I fischi al termine del pareggio a reti bianche contro il Genoa la dicono tutta sull'atmosfera che si respira dalle parti di Castel Volturno. La sosta arriva nel momento giusto, per fare chiarezza nello spogliatoio e ai tavoli della società.

Così come al momento giusto arriva la sosta per la Roma, reduce da due sconfitte in 72 ore. La squadra di Fonseca non ha difeso il terzo posto a Parma, al cospetto dei crociati determinati, compatti e ben messi in campo da D'Aversa. Demerito del tecnico portoghese non aver fatto riposare qualche titolarissimo (fa discutere la sesta panchina consecutiva di Florenzi), ma così come a Gladbach i giallorossi si sono svegliati solo nella ripresa: il palo di Kolarov e le belle parate di Sepe non sono tuttavia sufficienti per una prova che nel complesso è stata sottotono, con la speranza di recuperare energie e uomini in queste due settimane.

Ci Piace e Non Ci Piace: Giovanni Simeone e Cristiano Ronaldo

Abbiamo parlato del Cagliari, ma il match contro la Fiorentina verrà ricordato anche per il commovente ricordo di Davide Astori, giocatore di entrambe le squadre. Al minuto 13 (suo numero di maglia) l'intera Sardegna Arena si è fermata ad applaudire per una scomparsa che ancora oggi si fa fatica a credere. Per questo, abbiamo voluto premiare Giovanni Simeone, che dopo aver segnato, anziché esultare ha alzato le mani al cielo con le lacrime agli occhi per il suo amico e compagno di squadra che non c'è più.


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Invece nota negativa per Cristiano Ronaldo, e non perché è a secco da tre partite. Il portoghese non sta attraversando il miglior momento, sia dal punto di vista realizzativo, sia soprattutto da quello fisico, e le due sostituzioni di Mosca mercoledì e di ieri sera ne sono una prova: l'anno scorso è stato sostituito due volte nell'intera stagione. Ma ciò per cui lo si inserisce qui è l'atteggiamento al momento della sua uscita, quando non solo è andato direttamente negli spogliatoi, ma pare sia uscito dallo stadio già prima del triplice fischio finale. Rabbia con se stesso? Con Sarri? I motivi non sono certi, ma ciò che è sicuro è che un campione come CR7 non dà il buon esempio di leadership e di rispetto verso i propri compagni con atteggiamenti del genere. Che la sosta riporti un po' di sereno anche a lui.

05 novembre 2019

LE CANDIDATURE DI ROMA E CAGLIARI, LA VERGOGNA DI VERONA: L'ANALISI DELL'11° DI SERIE A

In una giornata piena di scontri diretti, tanti responsi per la parte alta della classifica: sale la Lazio, scendono Napoli e Atalanta.

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Giornata fondamentale per le ambizioni di molte squadre di Serie A, ed alcuni risultati sono stati molto indicativi, con candidature a sorpresa e crisi che sono ufficialmente avviate.

La settimana da incorniciare di Roma, Cagliari e Lazio

9 punti in 7 giorni per le romane, 7 per il Cagliari che però ha vinto lo "scontro diretto per i sogni" di Bergamo. Squadre che sulla carta dovevano essere dietro alle favorite si ritrovano a lottare per la Champions (Roma terza a 22, Lazio e Cagliari quarte a 21 con l'Atalanta). Se la Roma e la Lazio possono sorprendere fino ad un certo punto, per il Cagliari di Maran si tratta di un vero e proprio exploit.

La vittoria di sabato della Roma contro il Napoli è frutto di un gruppo che ha saputo far fronte alle molteplici assenze, di un allenatore che sta conquistando l'Italia e di giocatori trovati e ritrovati, come Mancini mediano, Pastore e Zaniolo. Per la Lazio di Inzaghi una vittoria storica (non vinceva in trasferta contro il Milan in Serie A dal 1989) sintomo di una crescita in alcuni uomini chiave. Se Ciro Immobile, al suo 100° gol con la maglia biancoceleste, è l'uomo più in forma del campionato, le prestazioni di Luis Alberto, Lazzari e del match winner di San Siro Correa sono la marcia in più per una squadra che senza cali di tensione mostra un livello di gioco altissimo.

Discorso a parte merita il Cagliari. Visto il calciomercato (e l'arrivo di Olsen, Rog, Nainggolan e Simeone su tutti) si pensava ai sardi come una squadra che potesse salvarsi agevolmente guardando con interesse alla parte sinistra della classifica. Ma la squadra di Maran sta andando oltre ogni aspettativa, con 9 risultati utili consecutivi (dopo le prime due partite non ha più perso) e prestazioni di grande livello con big come Roma e Inter più la vittoria al San Paolo. Ma con la vittoria al Gewiss Stadium contro l'Atalanta i sardi possono spiccare il volo ed essere in zona Champions dopo quasi un terzo di campionato. Dove arriveranno i rossoblu?

Inter e Juve faticano ma non sbagliano: sono già in mini-fuga

Il +6 sulla Roma terza non è ancora un margine netto, ma i rallentamenti recenti di Napoli e Atalanta hanno permesso a Inter e Juventus di prendere il largo in classifica. Il motivo è semplice: le grandissime squadre sanno soffrire e alla fine, quasi sempre, vincono. L'Inter incerottata di Bologna ne è un esempio: sotto nel punteggio fino ad un quarto d'ora dalla fine non ha perso la calma, e grazie ancora una volta alla coppia gol Lautaro-Lukaku è riuscita a spuntarla: il primo come lottatore ed ispiratore del primo gol, il secondo come infallibile goleador (lo straniero con l'impatto più forte nel campionato italiano nel terzo millennio). Una vittoria in stile Conte, ma con qualcosa in più che al momento può sopperire ad alcune assenze pesanti.

Anche la Juventus fatica oltremodo nel Derby della Mole, contro un Torino in crisi di risultati che ha fatto una partita coraggiosa fino al gol di De Ligt. La rete in girata su assist di Higuain può essere l'episodio della svolta per la prima stagione italiana dell'olandese, ancora troppo incerto nella sua area (soprattutto con il vizietto di allargare le braccia). Dopo la vittoria all'ultimo respiro contro il Genoa, ancora tre punti sofferti per Sarri, che sembra far salire l'intensità della sua squadra solo contro avversari di rango.

Le crisi diverse di Napoli, Milan e Torino

È l'argomento più caldo: il Napoli, autore della partenza di campionato peggiore degli ultimi anni, non riesce (quanto meno in Italia) ad innestare le marce che già conosce bene. Per Ancelotti, che ha ottenuto due punti nelle ultime tre partite, un enigma da risolvere al più presto: la zona scudetto è già lontana 10 punti, la zona Champions 4. E non è il più facile dei rebus, visto che il problema non sembra essere la sterilità offensiva. La coppia Manolas-Koulibaly sta deludendo le attese ed il centrocampo azzurro, senza Allan, perde di mordente.

Per il Milan di Pioli ancora una battuta d'arresto, ed il calendario parla chiaro, con Napoli e Juventus all'orizzonte che potrebbero far scivolare ancora più indietro in classifica il Diavolo. Crisi di risultati alternata ad un gioco che giustamente non può arrivare da un giorno all'altro col nuovo allenatore. Mentre per il Torino si tratta di un Mazzarri in bilico: anche qui, visto il Derby coraggioso dei granata, si tratta di una questione di risultati - 2 punti nelle ultime 5 giornate - ma dopo il gol di De Ligt la squadra ha mostrato tutte le sue debolezze mentali. Urge un cambio di rotta: la 14° posizione in classifica non lascia tranquilli, viste anche le ambizioni di fine agosto.


Ci piace e Non Ci Piace: Luca Gotti e tutto l'Hellas Verona


Dopo 11 gol presi in due partite, l'esonero di Tudor e la difficile trasferta a Genova contro una rivale diretta, l'Udinese sbanca Marassi e ritrova tranquillità. Grazie a Luca Gotti, il "mister per un giorno" vincitore del premio umiltà di questa giornata:
“Io resto e rimango un collaboratore. Sono contento della vittoria, ma è tutto merito dei ragazzi e del gruppo. Spero di essere utile al club come vice”
Luca Gotti dopo Genoa-Udinese
Invece per quanto riguarda gli aspetti negativi si potrebbe fare un articolo a parte. A metà dei secondi tempi di Roma-Napoli e Verona-Brescia l'arbitro è stato costretto a fermare la partita per cori di discriminazione territoriale da un lato e ululati razzisti dall'altro. La prima sensazione è quella che una festa, come dev'essere una partita di calcio, non può essere fermata per dei "tifosi" che vanno oltre il semplice sfottò andando a calpestare la dignità di persone che non sono colpevoli di essere meridionali o di colore.
Ma ancora più grave è stato il post partita del Bentegodi, con l'allenatore ed il presidente dell'Hellas che hanno smentito l'esistenza di cori razzisti verso Balotelli, mentre un video amatoriale ripreso proprio dalla curva gialloblu mostra il contrario.
Gli insulti razzisti mi fanno schifo, prendo continuamente dello zingaro di m***a. Ma oggi non c’era nulla di nulla. Non pochi, neanche uno. Dire che Balotelli ha ricevuto  insulti razzisti è una bugia. Il clima in Italia va verso quello, dai colpa allo straniero che è più semplice.
Ivan Juric dopo Verona-Brescia
Ci sono stati esempi recenti di società, intransigenti quando si parla di razzismo, che in prima persona vanno contro alcuni propri sostenitori. Così facendo, tifosi e società dell'Hellas Verona hanno toccato un punto davvero basso.


04 novembre 2019

VALTTERI BOTTAS: "UN GRANDE WEEKEND PER ME, COMPLIMENTI A LEWIS"

Le parole di gioia per il finlandese che, partito dalla pole, ha conquistato la 4° vittoria stagionale. Non mancano i complimenti al compagno di squadra, diventato campione del mondo per la sesta volta.

© mercedesamgf1.com

Nel giorno del sesto sigillo mondiale di Lewis Hamilton, per completare la festa Mercedes c'è anche la vittoria di Valtteri Bottas. Per il finlandese, partito dalla pole, si tratta della settima vittoria in carriera, la quarta stagionale.

Il finnico ha voluto fare i complimenti a Hamilton per la conquista del titolo, con la speranza di poter battagliare ancora di più il prossimo anno: "Prima di tutto enormi congratulazioni a Lewis: sei campionati sono un risultato impressionante! Ha avuto una stagione ottima e merita il titolo, nel complesso è stato migliore. Lewis è un avversario difficile, ha pochissimi punti deboli, non fa quasi mai errori e guida in modo molto consistente. Ma sto guadagnando un certo slancio, quindi non vedo l'ora di un altro incontro ravvicinato con lui il prossimo anno".


Poi Valtteri ha analizzato la sua gara, davvero molto consistente: "È stato un weekend davvero buono per me e il team. Ho lottato su questa pista negli anni precedenti, quindi è stato bello tagliare il traguardo al primo posto. Non è stata una gara facile; ho avuto una partenza ottima e un buon primo stint, ma siamo stati costretti a passare ad una strategia a due stop per coprire Max ed ero un po' preoccupato che Lewis su una sola sosta fosse sulla strategia migliore: è stata una lotta divertente; ho dovuto davvero spingere, ma il mio ritmo era buono e sono riuscito a catturare Lewis verso la fine. Abbiamo avuto una buona battaglia in pista e l'ho superato per assicurarmi la vittoria. È davvero bello vincere la gara in quel modo quando devi davvero lottare".

LEWIS HAMILTON: "SONO PIÙ CHE AL SETTIMO CIELO"

Tutta l'emozione di The Hammer, che ha conquistato matematicamente il suo sesto titolo mondiale con 2 gare di anticipo grazie al secondo posto di Austin. Nelle sue parole ringraziamenti per tutta la squadra e a Niki Lauda.

© mercedesamgf1.com

A Bottas la battaglia, ad Hamilton la guerra. Come si poteva prevedere, l'inglese della Mercedes ad Austin ha conquistato con merito il suo sesto titolo iridato, staccando Fangio e issandosi al secondo posto solitario all time, oramai ad un'incollatura dal recordman Micheal Schumacher.

Bastava un'ottavo posto, invece The Hammer non si è accontentato di fare una gara tranquilla che poteva portarlo comodamente all'obiettivo: gestendo abilmente le gomme in entrambi gli stint è riuscito a fare solamente una sosta mancando di poco la vittoria, andata ad appannaggio del compagno di scuderia.

Dopo aver tagliato il traguardo, l'inglese ha espresso tutte le emozioni che lo pervadono: "Ad essere onesti, è difficile spiegare cosa sto provando in questo momento. Il settimo cielo non si avvicina nemmeno, è da qualche parte molto al di sopra. È stato l'anno più difficile che io possa ricordare; è stato così impegnativo, passare attraverso alti e bassi, quindi in questo momento sono così pieno di emozione, è travolgente".


Lewis è poi passato ai ringraziamenti per tutto il team, anche a chi non c'è più: "Mi sento davvero, davvero grato a tutti quelli che sono nelle fabbriche, l'intera famiglia Daimler e tutti quelli di PETRONAS - tutti quelli che hanno lavorato così duramente per permetterci di fare ciò che facciamo e raggiungere questo obiettivo. È un tale privilegio e onore lavorare per questa squadra, poter andare là fuori e avere la piattaforma per mettere in scena spettacoli come quello di oggi. E Niki, mi manca così tanto. Oggi si sarebbe tolto il berretto. Non avrei potuto farlo senza Niki, è qui con noi nello spirito. Ho visto i miei genitori subito dopo la gara e vedere il sorriso di mio padre, dice tutto. La mia famiglia mi ha supportato sin dal primo giorno, hanno lavorato così duramente per me per farmi essere qui oggi. Sono così contento che tutto possa essere uscito fuori qui, insieme. Ieri è stata una giornata difficile e oggi volevo solo recuperare e consegnare una doppietta per la squadra. Valtteri ha fatto un lavoro fantastico, quindi enormi congratulazioni a lui".

03 novembre 2019

MARQUEZ: "UNA GARA INCREDIBILE, CONTENTO PER MIO FRATELLO ALEX". LORENZO: "PARTENZA DIFFICILE"

Le parole dei piloti Honda, con Marquez autore di una grande rimonta, Lorenzo ancora in difficoltà nei bassifondi della classifica

© Repsol Honda Team Official Twitter Page

Giornata dai due volti, come spesso succede, in casa Honda. Marc Marquez ha fatto una bellissima gara, recuperando in breve tempo dall'undicesima casella del via e ha chiuso al secondo posto, mentre Jorge Lorenzo, complice anche qualche caduta è riuscito quanto meno ad entrare in zona punti (14°).

Marc Marquez, con il secondo posto di oggi ha sì chiuso il filotto di 5 vittorie consecutive, ma ha archiviato il 17° podio stagionale, battuto solo da un Maverick Vinales perfetto dall'inizio alla fine. Lo spagnolo, partito 11°, è stato autore di una partenza - e più in generale di un primo giro - pazzeschi, ritrovandosi dopo solo una tornata al secondo posto. Cabroncito ha spiegato così il primo posto: "È stata una gara incredibile, un ottimo primo giro. Forse il migliore della mia carriera, insieme al Mugello 2015 - infatti ho visto questo giro la scorsa notte per vedere cosa ho fatto. È stato un bel primo giro, ma sfortunatamente la gomma è scesa molto in quei primi tre giri e ho perso un po' di tempo con Miller. Viñales era più veloce di noi oggi e l'obiettivo era il podio. Ho provato a fare come a Phillip Island e rimanere dietro di lui, ma il divario era troppo grande a 1,1 secondi, ho fatto un errore e sono tornato indietro".

Marc si è anche soffermato sulla gioia per il titolo di suo fratello Alex in Moto2 e sulla dedica che ha fatto sul podio al giovane Afridza Munandar, morto ieri in Asia Talent Cup: "Sono contento della mia gara, ma non si può immaginare quanto io sia felice per la vittoria di mio fratello - se lo merita così tanto. È una giornata incredibile ma dobbiamo anche ricordare Munandar, un giovane e talentuoso pilota che purtroppo abbiamo perso. Un grande abbraccio alla sua famiglia e ai suoi amici".


Jorge Lorenzo chiude un altro weekend difficile al 14° posto, favorito anche dalla caduta dei due piloti LCR davanti a lui. Nonostante ciò, il maiorchino prova a vedere alcuni lati positivi: "La partenza della gara è stata molto difficile con gli altri piloti attorno, la turbolenza ha disturbato molto il mio ritmo. Ma ci sono alcuni aspetti positivi perché sono stato in grado di essere entro sette decimi rispetto al mio miglior tempo sul giro per l'intera gara. Ovviamente, non siamo ancora abbastanza veloci ma ci stiamo avvicinando sempre più all'obiettivo di essere a 30 secondi dal vincitore dopo il mio incidente ad Assen. I due punti che abbiamo guadagnato sono importanti per aiutare la squadra a lottare per il Campionato a squadre a Valencia, questo è l'obiettivo principale ora".

BOTTAS: "UNA BELLA SENSAZIONE". HAMILTON: "DEVO CAPIRE COS'È ANDATO STORTO"

Le parole dei piloti Mercedes, con sensazioni opposte rispetto al venerdì: il finnico è contento per la sua quinta pole stagionale, mentre Hamilton mastica amaro.

© Mercedes-AMG F1 Official Twitter Page


Ad Austin torna in pole la Mercedes, dopo 7 gare e oltre 3 mesi (Hockenheim). Lo fa con il meno atteso del weekend, ossia Valtteri Bottas, che ha archiviato la sua quinta partenza al palo stagionale, superando in questa classifica proprio il compagno di squadra, che nel giorno del suo probabile sesto titolo iridato partirà dalla terza fila.

Il finnico è davvero contento, visto che non partiva in pole dalla gara di Silverstone di metà luglio: "È una bella sensazione. Stavo lottando con la macchina ieri, ma abbiamo apportato una serie di modifiche durante la notte e oggi la macchina l'ho sentita molto meglio. Sapevo che in qualifica la macchina aveva il potenziale per lottare per la testa, dovevo solo fare un buon giro nel suo insieme. Sono molto contento del mio primo giro in Q3; non era del tutto perfetto, ma abbastanza buono da metterci in pole. È sempre un vantaggio partire dalla testa, ora tocca a me cercare di mantenere la testa domani in partenza. I nostri lung run sono andati bene ieri, quindi speriamo di poter ottenere un bel risultato in gara".


Invece Lewis Hamilton mastica amaro, e non è affatto soddisfatto del suo quinto posto: "Questa è una delle peggiori sessioni di qualifica che ho avuto da molto tempo", ha detto l'inglese. "Chiaramente la macchina aveva la capacità di essere in prima fila, non riuscivo a mettere insieme il giro. Valtteri ha fatto un ottimo lavoro, quindi complimenti a lui. Ora dovrò provare e capire cosa è andato storto oggi e come posso arrivare davanti. Sarà una sfida difficile cercare di superare due Ferrari, una Red Bull e Valtteri, ma io continuerò a lavorarci e spero di poter fare un lavoro migliore domani".

02 novembre 2019

MARQUEZ: "HO DOLORE, MA MI DISPIACE DI PIÙ PER L'11° POSTO". LORENZO: "CADUTA STRANA E SETTING SBAGLIATO"

Sessione molto complicata per le HRC, con entrambi i piloti caduti e una caduta a testa durante le ultime libere e le prove ufficiali.

© motogp.com

Sessione di qualifica da dimenticare per la Honda a Sepang. A parte Jorge Lorenzo, che non riesce a migliorare la sua situazione e partirà dalla sesta fila, stavolta anche Marc Marquez delude e partirà dall'undicesima casella, anche a causa della caduta dello spagnolo dopo un brutto highside in curva 2.

Per il Cabroncito è la peggior qualifica dal Mugello 2015, quando partì 13°. Lo spagnolo è più deluso per il posizionamento che per la caduta in sé, anche se rimane un po' dolorante: "Sto bene, ho molto dolore in tutto il corpo dopo il grosso incidente. Abbiamo un buon setting per il passo gara, ma stavamo lottando un po' con il giro veloce e soprattutto cercando qualcosa di più nel cambio di direzione. Le gomme erano pronte ma forse ero un po' troppo aggressivo nel cambio di direzione. Onestamente, sono più deluso a partire dall'11° posto che con per l'incidente stesso. Dall'11° sarà difficile, anche se abbiamo avuto un buon ritmo nelle FP4. In questa stagione abbiamo avuto 17 qualifiche quasi perfette, ma vedremo cosa possiamo fare domani".


Jorge Lorenzo invece, partirà dalla 18° casella e non riesce ad invertire la tendenza di questa stagione maledetta. Anche il maiorchino è caduto, ma durante le FP4: "Oggi è stato uno schianto molto strano, abbastanza imprevisto perché ho frenato un po' troppo tardi e poi sono andato lungo. Quando sono entrato nell'asfalto fuori dalla curva 1, l'anteriore si è chiuso come se non ci fosse presa e mi sono capovolto. Fortunatamente, non sono rimasto ferito. Nel Q1 ho usato la seconda moto, ma penso che siamo andati leggermente nella direzione sbagliata con il setting. Ho eguagliato il mio miglior tempo sul giro del weekend, ma tutti gli altri sono migliorati. Siamo più vicini ai primi e sto cercando di ridurre il divario che abbiamo avuto a Motegi".